La comunicazione è arrivata
dall'amministratore delegato di Alpe Adria Energia spa in una lettera
indirizzata alla Regione. Un tracciato di 45 km.
TRIESTE. L'elettrodotto tra Somplago di
Cavazzo Carnico e Wurmlach, frazione del comune austriaco di Koetschach-Mauthen,
potrà essere interrato.
La comunicazione è arrivata
dall'amministratore delegato di Alpe Adria Energia spa, Leonardo Zannella, in
una lettera indirizzata alla Regione Friuli Venezia Giulia. La «merchant line»
in cui Alpe Adria Energia è coinvolta insieme all'omologa società austriaca per
i tratti di competenza, da tempo è oggetto di critiche e ricorsi da parte delle
popolazioni locali.
Nella lettera si precisa ora che «dalle
analisi svolte è stato possibile definire una soluzione progettuale che consenta
di realizzare il collegamento a 220 kV interamente in cavo interrato».
La lunghezza totale in Italia del tracciato
tra Somplago e il confine austriaco è di 45 chilometri, interessando i comuni
di Cavazzo Carnico, Tolmezzo, Arta Terme e Paluzza.
«Si tratta - evidenzia l'assessore all'Energia
del Fvg, Sara Vito - di due comuni in meno rispetto al precedente progetto,
dopo che era stata definitiva abbandonata l'ipotesi di realizzare un
elettrodotto tradizionale, con percorso aereo».
Nel luglio 2014 si era conclusa la procedura
di valutazione di impatto ambientale relativo al progetto di elettrodotto per
il tratto italiano. Per essere realizzata, l'opera dovrà sottostare a 51
prescrizioni emanate dai Ministeri dell'Ambiente e dei Beni culturali; alcune
recepiscono quelle già a suo tempo indicate dalla Regione FVG, la principale
riguardava proprio l'interramento dei cavi, almeno nel tratto finale da Malga
Pramosio al confine di Stato.
«È il frutto del lavoro dell'Amministrazione
regionale - commenta la presidente del FVG Debora Serracchiani - che si è
impegnata a lungo e con determinazione per il cambiamento del tracciato, che in
origine era aereo. È un obiettivo che ci eravamo proposti nel programma di
governo, e che ora è vicino a essere realizzato, dopo che ci siamo confrontati
con i Comuni e con le ditte».
FONTE : MESSAGGERO DEL VENETO