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mercoledì 23 maggio 2018

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO GENERATO DAGLI SMARTPHONE - COS'È IL S.A.R.


Lunedì 7 maggio è andato in onda un bel servizio di SkyTg24 sui veleni quotidiani che ci circondano (clicca QUI per vedere la versione integrale del servizio di Sky) e affronta gli attuali problemi moderni che vengono molte volte sottovalutati per mancanza di una informazione corretta, durante il servizio è stato affrontato anche il problema dell’elettrosmog generato dagli smartphone, e spiegato (in un modo a noi parso un po’ impreciso) la definizione del S.A.R. ovvero il tasso di assorbimento specifico (così viene definito il SAR come acronimo di Specific Absorption Rate) che dovrebbe esprime la misura della percentuale di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano quando questo viene esposto all'azione di un campo elettromagnetico a radiofrequenza (RF).
Il SAR viene usato per misurare l'esposizione ai campi elettromagnetici con frequenza portante compresa tra 100 kHz e 10 GHz, in realtà è una unità di misura "inventata” dai produttori di telefoni cellulari e difficilmente riconducibile al Sistema di Unità di misura Internazionale e dovrebbe rappresentare la quantità di energia elettromagnetica assorbita dal tessuto biologico, la sua unità di misura è espressa in W/Kg.
Purtroppo i laboratori dell'ICNIRP lo hanno definito solo in base all'effetto termico, infatti NON considera gli effetti di natura non termica che invece avvengono anche per valori di radiazione ben al di sotto dei limiti attuali di legge, rendendolo di fatto un riferimento parziale e non cautelativo per la salute, diventando di fatto una unità di misura obsoleta ai riferimenti di “sicurezza” indicati che non devono superare i  1.6 W/Kg in USA e 2 W/Kg in Europa , questi valori non rappresentano valori cautelativi (come invece si pensa) oltre il quale siano noti gli effetti sulla salute, ma bensì coefficienti stabiliti dai laboratori dell’ICNIRP definiti su manichini di plastica con rivestimento inerte e riempiti di gel proteico che, secondo gli autori, dovrebbero essere comparabili al contenuto organico interno di un essere umano, cosa un po’ impropria per poter essere considerato “cautelativo per la salute”.
Se si analizzano le prescrizioni indicate dai produttori di telefonia mobile ci si accorge che in realtà tali indicazioni non vengono mai ottemperate, in quanto l’abitudine dell’utenza, poiché non è informata dei pericoli, tende a tenerli attaccati sempre al corpo ed in questo caso, come ha dimostrato l'Agenzia francese delle Frequenze, il valore di SAR assorbito TRIPLICA, senza poi considerare che un manichino “standardizzato” nelle dimensioni e peso come quello utilizzato nel laboratorio non può essere rappresentativo per le varie categorie di peso, altezza, capacità dielettriche differenti, come ad esempio lo sono neonati, bambini, preadolescenti, adolescenti, giovani, anziani ecc.
Ricordiamo che con semplici accorgimenti nell'utilizzo quotidiano del cellulare
si può migliorare molto l’esposizione a tali campi che basta tenere a mente come:

1 ) utilizzare sempre l’auricolare o il viva-voce (in auto cercare di posizionare lo smartphone vicino all'antenna ricevente) per limitare gli effetti delle onde elettromagnetiche del dispositivo sul cervello. 
2 ) evitare chiamate lunghealternando spesso un orecchio con l'altro durante le conversazioni. 
3 ) effettuare chiamate solo c'è pieno campo, (altrimenti il cellulare aumenta la sua potenza di emissione per riuscire a garantire la chiamata). 
4 ) non tenere vicino lo smartphone quando si dorme e non caricarlo vicino al letto
5 ) evitare il più possibile il contatto del telefonino con il proprio corpo (meglio tenerlo sul tavolo o in borsa piuttosto che in tasca)


Qui sotto pubblichiamo il vademecum (più articolato e completo) pubblicato sul sito dell'Associazione Elettrosensibili Italiano.

venerdì 15 settembre 2017

MEDICI DELL'I.S.D.E. CONTRO LO SVILUPPO DEL 5G

ISDE Italia nel rispetto del principio di precauzione e del principio OMS “Health in all policies”, ritiene opportuna la richiesta di una moratoria per l’esecuzione delle “sperimentazioni 5G” su tutto il territorio nazionale sino a quando non sia adeguatamente pianificato un coinvolgimento attivo degli enti pubblici deputati al controllo ambientale e sanitario (Ministero Ambiente, Ministero Salute, ISPRA, ARPA, dipartimenti di prevenzione), non siano messe in atto valutazioni preliminari di rischio secondo metodologie codificate e un piano di monitoraggio dei possibili effetti sanitari sugli esposti, che dovrebbero in ogni caso essere opportunamente informati dei potenziali rischi.





mercoledì 7 giugno 2017

INTERPHONE CANADA: RADDOPPIO DEL RISCHIO STATISTICAMENTE SIGNIFICATIVO DI CONTRARRE GLIOMI.

Quando si correggono gli errori di impostazione ........ i risultati emergono in tutta la loro veridicità.

Il progetto Interphone, promosso e coordinato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ( IARC ), è uno studio caso-controllo basato su interviste, finalizzato a valutare la relazione tra uso del telefono cellulare e rischio di tumori cerebrali (gliomi e meningiomi) e di alcune altre neoplasie (neurinomi del nervo acustico e tumori delle ghiandole salivari). Lo studio è stato realizzato tra il 2000 e il 2004 in 13 Paesi, tra i quali l’Italia.
Ha dell’incredibile la revisione fatta da alcuni ricercatori dello studio INTERPHONE, studio citato da molti “esperti” in Italia per confutare l’esito delle sentenze di Ivrea e Firenze uscite il mese scorso.

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Probabilistic multiple-bias modelling applied to the Canadian data from the INTERPHONE study of mobile phone use and risk of glioma, meningioma, acoustic neuroma, and parotid gland tumors.


ABSTRACT
We undertook a re-analysis of the Canadian data from the thirteen-country INTERPHONE case-control study (2001-2004), which evaluated the association between mobile phone use and risk of brain, acoustic neuroma, and parotid gland tumors. The main publication of the multinational INTERPHONE study concluded that "biases and errors prevent a causal interpretation". We applied a probabilistic multiple-bias model to address possible biases simultaneously, using validation data from billing records and non-participant questionnaires as information on recall error and selective participation. Our modelling sought to adjust for these sources of uncertainty and to facilitate interpretation. For glioma, the odds ratio comparing highest quartile of use (over 558 lifetime hours) to non-regular users was 2.0 (95% confidence interval: 1.2, 3.4). The odds ratio was 2.2 (95% confidence interval: 1.3, 4.1) when adjusted for selection and recall biases. There was little evidence of an increase in the risk of meningioma, acoustic neuroma, or parotid gland tumors in relation to mobile phone use. Adjustments for selection and recall biases did not materially affect interpretation in our Canadian results.
© The Author 2017. Published by Oxford University Press on behalf of the Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health. All rights reserved. For permissions, please e-mail: journals.permissions@oup.com.



giovedì 18 maggio 2017

TRIBUNALE DI FIRENZE : « L’USO SCORRETTO DEL CELLULARE E’ LA CAUSA DEL TUMORE AL CERVELLO »

La notizia è di circa un mese fa, ma non ne avevamo ancora parlato .
Il Tribunale di Firenze, sezione lavoro, ha condannato l'Inail, ( proprio come nel caso di Ivrea), a corrispondere una rendita da malattia professionale a un addetto alle vendite che per motivi di lavoro ha trascorso, per oltre 10 anni, 2-3 ore al giorno al telefono cellulare.

Il perito nominato dal tribunale e quello scelto dal lavoratore danneggiato hanno confermato, rileva l'avvocato che ha seguito il ricorso, "l'elevata probabilità di una connessione tra l'uso del telefono cellulare e la malattia insorta", scientificamente definita un neurinoma del ottavo nervo cranico.

FONTE :


lunedì 24 aprile 2017

A PROPOSITO DI CAMPI ELETTROMAGNETICI EMESSI DAI CELLULARI

Giusto per non dimenticare , ma qualche anno fa si parlava di questo :


Per comprendere la situazione attuale riproponiamo delle interviste che sono sempre più attuali


e l'ottima video inchiesta sui cellulari trasmessa su Report 



dove si parla di conflitti d'interessi e della manipolazione dei dati delle ricerche.

Dedicato a chi continua a sostenere che non esistono evidenze scientifiche e nega tutto sempre.

mercoledì 17 dicembre 2014

MOBILE USAGE AND SLEEP PATTERNS AMONG MEDICAL STUDENTS

In questa recente pubblicazione indiana si evidenzia come l'utilizzo del telefono cellulare ( da parte di una popolazione di studenti) per un tempo superiore alle 2 ore giornaliere causi disturbi del sonno e conseguentemente problemi cognitivi e dell'apprendimento.

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Abstract


Exposure of humans to radio frequency electromagnetic field (EMF) both during receiving and transmitting the signals has amplified public and scientific debate about possible adverse effects on human health. The study was designed with the objective of assessing the extent of mobile phone use amongst medical students and finding correlation if any between the hours of usage of mobile to sleep pattern and quality. hundred medical students grouped as cases (n = 57) (> 2 hours/day of mobile usage) and control (n = 43) (≤ 2 hours/day of mobile usage) were examined for their sleep quality & pattern by Pittsburg sleep Quality Index (PSQI). Differences between groups were examined with the Mann Whitney "U" test for proportions (Quantitative values) and with Student't' test for continuous variables. The association of variables was analyzed by Spearman Rank's correlation. Probability was set at < 0.05 as significant. Sleep disturbance, latency and day dysfunction was more in cases especially females. A significant association of hours of usage and sleep indices were observed in both genders (males r = 0.25; p = 0.04, females r = 0.31; p = 0.009). Evening usage of mobile phone in cases showed a statistically significant negative association (-0.606; p = 0.042) with Sleep quality (higher PSQI means sleep deprivation). Students using mobile for > 2 hours/day may cause sleep deprivation and day sleepiness affecting cognitive and learning abilities of medical students.

sabato 25 ottobre 2014

CELLULARI E RISCHIO TUMORI, I MEDICI DELL’ISDE AL FIANCO DEL PROFESSOR LEVIS

L’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia (affiliata all’International Society of Doctors for the Environment – ISDE) esprime ancora una volta grande apprezzamento e convinto sostegno all’azione e al lavoro di studio e ricerca del Prof. Angelo Gino Levis, uno tra i più illustri scienziati e studiosi internazionali in tema di interazioni tra campi elettromagnetici e sistemi viventi.
Il Prof. Angelo Gino Levis, già Ordinario di Mutagenesi ambientale all’Università di Padova e vicepresidente dell’Associazione APPLE (Associazione Per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog) è anche tra i protagonisti che, sulla scorta di studi, perizie e di una comprovata e rigorosa documentazione scientifica, hanno chiesto al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio di ordinare al Ministero della Salute e al Governo di effettuare immediatamente una campagna di informazione pubblica su scala nazionale per rendere noto il rischio di tumori determinato dall’utilizzo dei telefoni cellulari, e sulle modalità per annullare o ridurre l’esposizione delle persone e in particolare dei bambini a questi dispositivi tecnologici che emettono onde elettromagnetiche ad altissima frequenza e che ogni giorno vengono utilizzati da oltre 40 milioni di italiani.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro il 31 Maggio 2011 ha classificato le radiazioni a radiofrequenza emesse dai telefoni mobili come “agente possibile cancerogeno” per l’uomo, sulla base dell’aumento del rischio di tumori cerebrali – fino al raddoppio, dimostrato in studi epidemiologici effettuati su larga scala.
Il rischio di incidenza di neurinomi acustici nel lato della testa ove si è utilizzato il telefono cellulare è più che raddoppiato nelle persone che utilizzano telefoni cellulari da circa 10 anni e che abbiano un tempo di esposizione giornaliero compreso tra 6 e 32 minuti per un totale di 1000/2000 ore complessive.
Con questa azione legale, che non ha precedenti in Italia, è stato chiesto al TAR del Lazio di applicare il Principio di precauzione (art. 191 Trattato dell’Unione europea) ovvero che anche in assenza di certezze definitive sul legame causale tra esposizione a campi elettromagnetici e tumori, si ordini in via di urgenza al Governo una azione di informazione diffusa e corretta al fine di una concreta prevenzione nell’interesse della collettività nazionale.


Roberto Romizi, presidente dell’Isde Italia

venerdì 24 ottobre 2014

A.P.P.L.E. RICORRE CONTRO IL MINISTERO DELLA SALUTE

Lo scorso mese di marzo l’Associazione A.P.P.L.E. ed il Sig. Marcolini (sentenza di Brescia) hanno lanciato una causa, senza precedenti per il nostro paese: chiedono al TAR Lazio di ordinare al Ministero della Salute e al Governo l’effettuazione immediata di una campagna di informazione pubblica su scala nazionale sui rischi di insorgenza di tumori per l’utilizzo dei telefoni cellulari, e sulle modalità da attuare per annullare o ridurre l’esposizione. Nel corso della prima udienza sono intervenuti “ad adiuvandum” il CODACONS e MEDICINA DEMOCRATICA. Contro di noi è intervenuta l’ASSOTELECOMUNICAZIONI che riunisce gestori delle reti e produttori (http://www.asstel.it/gli-associati/). 
La successiva udienza avrà luogo nei prossimi mesi.




CLICCA QUI PER IL COMUNICATO STAMPA DEL 20-03-2014 

venerdì 27 giugno 2014

CON IL CELLULARE SEMPRE IN TASCA FERTILITÀ A RISCHIO PER GLI UOMINI

Un nuovo studio sul rapporto tra fertilità maschile e radiazioni punta il dito ancora una volta contro i cellulari: spermatozoi indeboliti dell’8 per cento.
Telefonini e organi riproduttivi maschili, un legame a rischio. Una nuova ricerca sul rapporto tra onde elettromagnetiche e spermatozoi conferma quel che già altri studi avevano affermato: meglio che i primi stiano lontani dai secondi. Gli ultimi dati sono britannici, compilati dalla facoltà di biologia dell’università di Exeter, nel Devon, e arrivano alla conclusione che l’abitudine reiterata di riporre il cellulare nella tasca dei pantaloni o comunque a stretto contatto con i genitali maschili sia responsabile di un calo della fertilità dell’8 per cento rispetto alle potenzialità medie di procreazione.
Calano velocità e mobilità
Gli scienziati inglesi hanno usato i risultati incrociati di dieci studi diversi svolti in passato e preso in esame i dati rispetto alla velocità e alla mobilità degli spermatozoi di circa 1.500 uomini adulti, oltre a valutare la qualità del liquido seminale e la sua concentrazione. Per arrivare a concludere che le radiazioni causate dal campo elettromagnetico del telefono cellulare, se particolarmente vicine all’organo maschile, finiscono per incidere sugli elementi chiave della fertilità, ovvero le caratteristiche di azione degli spermatozoi. E se il gruppo di controllo degli uomini analizzati presenta una percentuale statistica di mobilità degli spermatozoi che va dal 50 all’85 per cento, negli uomini che abitualmente usano tenere il cellulare in tasca questo numero calerebbe dell’8 per cento. «Un dato particolarmente importante per quella fascia di uomini che già sono in una situazione di confine tra fertilità e infertilità», commenta la ricercatrice inglese Fiona Mathews, autrice dello studio. Nel mondo, secondo i dati statistici, il 14 per cento delle coppie che vive in condizioni economiche e di salute buone o medie ha difficoltà di concepimento.

Dal cellulare al tablet
Ma come precisa la ricercatrice, prima di arrivare a dare la colpa ai cellulari e alle onde elettromagnetiche, nonostante i molti studi che continuano a legare radiazioni e problemi di fertilità maschile, è necessario svolgere ulteriori studi epidemiologici, aggiungendo al portare con sé il cellulare anche altri elementi fondamentali dello stile di vita maschile, che vanno dall’alimentazione al sonno, al fumo, all’attività fisica. Per ora questa ricerca si inserisce nella ricca letteratura sul tema: una delle ultime a mettere in guardia la popolazione maschile era americano-argentina e diceva che con quattro ore di laptop o di tablet sulle gambe, per via della connessione Wi-Fi, si danneggiava la mobilità degli spermatozoi fino al 25 per cento. Ancor prima (era il 2010 e l’uso degli smartphone non era così diffuso) uno studio dell’ateneo dell’Ohio su oltre 300 uomini aveva calcolato che chi usava molto il cellulare vedeva calare la mobilità degli spermatozoi del 30 per cento

FONTE : CORRIERE DELLA SERA

martedì 3 giugno 2014

TRENTO - VENERDÌ 6 GIUGNO 2014 - INCONTRO "IL CELLULARE E IL WI-FI SONO DAVVERO PERICOLOSI?"

Il neo costituito comitato, Tecnologia Sana, che si pone come obiettivo quello di sensibilizzare la cittadinanza sui potenziali rischi sanitari derivanti dall'eccessiva esposizione alle radiofrequenze dei nuovi media digitali, smartphone e apparecchiature WiFi, ha  constatato che la maggior parte del mondo medico locale è assai impreparato ad affrontare queste nuove tematiche/problematiche che esulano da qualsiasi norme di precauzione. 

Forti anche del nuovo Protocollo Medico dell'Associazione Austriaca che tratta specificatamente il problema, ha organizzato un incontro pubblico per approfondire la tematica con  :
  • Dott. Paolo Orio, Vice Presidente dell'Associazione Italiana Elettrosensibili,
  • Dott.ssa Laura Masiero Presidente dell'Ass. Per la Prevenzione e la Lotta contro l'Elettrosmog di Padova,
  • Avv. Valeria Rossitto, esperta giuridica in materia di elettrosmog. 

L'incontro, si terrà il 6 giugno 2014 presso il Teatro delle Scuole Medie "Argentario" di Cognola di Trento, 


sabato 24 maggio 2014

ISOLA D’ELBA, “INVASIONE DI ANTENNE PER I CELLULARI”

Legambiente contro le compagnie
Installazioni a Porto Azzurro, Campo nell'Elba e Portoferraio. Nel primo caso il sindaco esprime "perplessità", ma Soprintendenza e Arpat danno il via libera. Gli ambientalisti: "Troppo vicine ai centri abitati"
Legambiente torna alla carica contro l’installazione di antenne per la telefonia mobile all’Isola d’Elba. Il territorio – attacca la sezione Arcipelago Toscano – sembra essere “nuovamente alla mercé delle compagnie telefoniche che installano dove e come vogliono le loro antenne, sfregiando paesaggi e habitat”. L’associazione ambientalista parla di “occupazione anarchica” del territorio a danno dell’ambiente “e dei diritti dei cittadini alla salute e all’informazione”: agli 8 Comuni elbani (la maggior parte dei quali accusati di “complice disinteresse“) viene perciò chiesto di sospendere le autorizzazioni per nuove strutture fino a che non sarà approvato “un Piano comprensoriale per la telefonia”. L’obiettivo è fare ordine tra le questioni di ordine urbanistico, ambientale e paesaggistico. A puntare il dito contro “il proliferare incontrollato di antenne” è anche il Comitato No elettrosmog.
Nel mirino del Cigno Verde finiscono la stazione radio base Wind attualmente in costruzione a Porto Azzurro (la pratica edilizia venne avanzata nel 2007 da Nokia Siemens su incarico appunto della società di telefonia mobile), la richiesta di autorizzazione per una nuova stazione Vodafone a Portoferraio e il finto cipresso di 17 metri (“suppostone di plastica verde”) che a Campo nell’Elba avvolge dall’agosto scorso l’antenna Vodafone. A Porto Azzurro il caso è stato nei giorni scorsi sollevato da alcuni residenti e dal gruppo consiliare di opposizione. Al sindaco è stata presentata un’interrogazione poichè “la questione sta creando tra la popolazione un condivisibile allarme”. Secondo Legambiente i cittadini non sarebbero stati adeguatamente consultati e il manufatto in costruzione sarebbe troppo vicino alle abitazioni.
Luca Simoni, sindaco di centrodestra di Porto Azzurro, precisa però che il Comune “non ha mai rilasciato concessione edilizia”: l’amministrazione comunale – spiega il primo cittadino – ha infatti sempre espresso “perplessità” sulla localizzazione del manufatto, anche perché “quel terreno era stato destinato nel nuovo Regolamento urbanistico a parcheggio pubblico”. La svolta a favore della società è però arrivata a seguito della sentenza d’appello del Tar e dei pareri favorevoli della Soprintendenza e dell’Arpat. Simoni precisa comunque che il livello delle emissioni elettromagnetiche verrà costantemente monitorato.
Una struttura simile potrebbe presto sorgere anche a Portoferraio, in località La Biodola (anche in questo caso località balneare che d’estate è affollatissima). La richiesta d’autorizzazione è stata presentata nelle scorse settimane al Comune da parte della società Vodafone-Omnitel. Legambiente ricorda polemicamente “le inamovibili antenne” piazzate in passato a Portoferraio in località Puntale e sottolinea che la nuova antenna verrebbe installata “ancora una volta a un passo dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, ancora una volta in un’isola che fa parte di un International bird area e di Rete Natura 2000 dell’Ue”. A chiedere di rigettare la richiesta di autorizzazione è anche il “Comitato No elettrosmog”.
Lo scontro sulle antenne per la telefonia mobile si era riacceso lo scorso agosto a seguito dell’installazione a Campo nell’Elba di una stazione radio base Vodafone. L’operazione è andata a buon fine malgrado oltre 400 firma di protesta, la presentazione di alcuni esposti e roventi polemiche sul suo iter autorizzativo . L’antenna, alta circa 17 metri, si trova in una vigna a una cinquantina di metri dalle abitazioni. La struttura è stata nascosta e avvolta all’interno di un finto cipresso di plastica. “Camuffamento” che aveva spinto Legambiente a parlare appunto di “orribile suppostone di plastica verde”. La “guerra” contro le antenne non è ancora finita.


martedì 22 aprile 2014

ELETTROSMOG, ALLARME DEI PEDIATRI: ‘VIETARE IL TELEFONINO FINO A 10 ANNI’

Roma - «Vietare l’uso del telefonino ai bambini sotto i 10 anni». Più che un appello, quello lanciato dalla Società italiana di Pediatria preventiva e sociale, è un vero e proprio grido d’allarme nel nostro paese che è «al primo posto per numero di telefonini posseduti e in cui – specifica la dottoressa Maria Grazia Sapia, esperta delle relazioni tra il bambino e l’ambiente – l’età media degli utilizzatori si va abbassando sempre di più». Un allarme che si tradurrà al più presto in «linee guida per limitare il più possibile l’uso dei telefonino ai bambini, evitandone totalmente l’uso fino ai 10 anni e limitandone, con le dovute precauzioni, l’uso anche per i più grandi».

È vero che i bambini di oggi sono nativi digitali e che i telefonini ormai non servono più soltanto a comunicare e rappresentano per i bambini qualcosa di simile a un “parco giochi”, ma è anche vero che gli effetti dell’utilizzo dei cellulari sono sempre più evidenti.  «I telefonini – sottolinea Sapia – sono delle ricetrasmittenti che si appoggiano all’orecchio per parlare ed è provato che l’interazione dei campi elettromagnetici con un sistema biologico come quello umano provoca un aumento localizzato della temperatura nell’organismo. Le esposizioni molto prolungate possono determinare necrosi dei tessuti». Inoltre sono allo studio le relazioni tra l’uso del telefonino, la perdita di concentrazione e memoria, la minore capacità di apprendimento, l’aumento dell’aggressività e i disturbi del sonno dei più piccoli.  Un altro aspetto riguarda la dipendenza dal telefonino che può recare, dicono dalla SIPPS, «danni gravissimi allo sviluppo psichico e sociale, alla pari delle dipendenze da droga, alcol e fumo – conclude il presidente della SIPPS, Giuseppe Di Mauro -, oltre allo sviluppo di un vero e proprio isolamento dei ragazzi che invece di parlarsi continuano a comunicare tra di loro tenendo lo sguardo fisso sullo schermo». (wise society)

FONTE : OSTITV.IT

venerdì 21 marzo 2014

TUMORI E CELLULARI, LE ASSOCIAZIONI FANNO CAUSA AL GOVERNO

La richiesta: imporre agli operatori telefonici l’obbligo di comunicare che i cellulari sono dannosi per la salute perché possono provocare il cancro

Imporre agli operatori telefonici l’obbligo di comunicare che i cellulari «sono dannosi per la salute perché possono provocare il cancro», vietarne la pubblicità e impedirne l’uso ai minori. Come avviene per le sigarette. Perché a rischio ci sono 40 milioni di italiani, un numero ben superiore a quello dei fumatori. Sono alcune delle richieste di una causa depositata al Tar del Lazio - la prima in Italia di questo tipo - contro i ministeri dell’Ambiente, della Salute, dello Sviluppo economico e della Ricerca, «colpevoli» di non divulgare i rischi a cui sono sottoposti quotidianamente le persone che usano i telefonini senza auricolare o vivavoce. Nella causa, si chiede al governo di avviare subito una campagna pubblicitaria che divulghi i rischi di insorgenza dei tumori alla testa.
Il ricorso è stato depositato il 20 marzo dagli avvocati torinesi Renato Ambrosio, Stefano Bertone e Chiara Gribaudo, dello studio legale Ambrosio e Commodo, a nome della Apple, Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog, e di Innocente Marcolini, un ex dirigente d’azienda bresciano che passava almeno cinque o sei ore al giorno al cellulare. È diventato noto alle cronache perché vinse in Cassazione contro l’Inail nel 2012 la prima causa in Italia che stabilì un nesso tra il tumore alla testa e l’uso del telefono cellulare. «Nonostante la sentenza della Cassazione - spiega l’avvocato Bertone - e nonostante la divulgazione, nel 2011, da parte dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, sotto l’egida dell’Organizzazione mondiale della Sanità, del fatto che le radiazioni a radiofrequenza emesse dai telefoni mobili siano un agente possibile cancerogeno per l’uomo, il governo non ha mai avviato una campagna di prevenzione. Abbiamo scritto al ministero, sollecitandolo. La risposta è’ stata che avrebbe agito nei limiti delle risorse disponibili. Come se la salute fosse subordinata a tipi di risorse. ( leggi QUI l'articolo completo )


giovedì 10 ottobre 2013

TUMORI CEREBRALI MALIGNI E L’USO DEL TELEFONO CELLULARE / CORDLESS

Studio su casi e controlli dell’associazione tra tumori cerebrali maligni diagnosticati tra il 2007 e il 2009 e l’uso del telefono cellulare e del telefono cordless.


Autori: Lennart Hardell, Michael Carlberg, Fredrik Söderqvist, Kjell Hansson Mild
Pubblicato su Internet il 24 settembre 2013

Abstract
Studi precedenti hanno dimostrato un’associazione significativa consistente associazione tra l'uso prolungato di telefoni cellulari e cordless e glioma e neuroma acustico, ma non per il meningioma. Mentre sono in uso, questi telefoni emettono campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) e il cervello è il principale organo bersaglio del telefono portatile. L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato nel maggio 2011 le radiofrequenze come appartenenti al Gruppo 2B, cioè come 'possibile' cancerogeno per l'uomo.

Lo scopo di questo studio era indagare ulteriormente il rapporto tra l'uso di telefoni senza fili, soprattutto a lungo termine (> 10 anni), e lo sviluppo di tumori cerebrali maligni. Abbiamo condotto un nuovo studio casi-controlli di casi di tumore al cervello appartenenti ad entrambi i sessi nell’età compresa tra 18 e 75 anni diagnosticati nel periodo 2007-2009. Per ogni singolo caso è stato adottato un controllo basato sulla popolazione abbinato al sesso e all'età (entro 5 anni). Qui riportiamo i casi maligni tra cui tutti i controlli disponibili. L’esposizione, ad esempio ai telefoni cellulari e ai telefoni cordless, è stata valutata con un questionario auto-somministrato. È stata effettuata un'analisi di regressione logistica incondizionata, aggiustata per età, sesso, anno di diagnosi e indice socio-economico utilizzando l'intero campione di controllo. Dei casi con un tumore maligno al cervello, l’87% (n = 593) ha partecipato, e l'85% (n = 1.368) dei controlli in tutto lo studio ha risposto al questionario. Il rischio relativo per l'uso del telefono cellulare di tipo analogico è stato 1,8, l’intervallo di confidenza era 95% = 1,04 3.3, aumentando con> 25 anni di latenza (tempo dalla prima esposizione) per un rischio relativo di 3.3, 95% intervallo di confidenza = 1,6-6,9. L’uso del telefono cellulare digitale 2G ha reso un rischio relativo di 1.6, 95% intervallo di confidenza =,996-2,7, aumentando la latenza a > 15-20 anni c’è un rischio relativo di 2.1, 95% intervallo di confidenza = 1,2-3,6. I risultati per l'uso del telefono cordless sono stati un rischio relativo pari a 1.7, 95% intervallo di confidenza = 1,1-2,9, e, per la latenza di 15-20 anni, un rischio relativo pari a 2.1, 95% di intervallo di confidenza pari a 1,2-3,8. Pochi partecipanti avevano usato un telefono cordless per più di 20-25 anni.

I telefoni senza fili di tipo digitale (2G e 3G telefoni cellulari, telefoni cordless) ha dato un aumento del rischio con latenza maggiore di 1-5 anni, quindi un minor rischio nei seguenti gruppi di latenza, ma ancora una volta l'aumento del rischio con latenza maggiore di 15-20 anni. L’uso ipsilaterale di cellulare e cordless ha determinato un rischio più elevato rispetto all'uso contro laterale. Rischi relativi più alti sono stati calcolati per i tumori ai lobi temporali e sovrapposti. Utilizzando i casi di meningioma come riferimento nel medesimo studio, si sono prodotti dati del rischio relativo alquanto più alti indicando che i risultati verosimilmente non erano dovuti a problemi nella memoria dei soggetti osservati o a pregiudizi dell’osservatore.

Questo studio ha confermato i risultati precedenti dell'associazione tra l’uso del telefono cellulare e di quello cordless e i tumori cerebrali maligni. Questi risultati forniscono il supporto all'ipotesi che i campi elettromagnetici da radiofrequenza svolgano un ruolo sia nella fasi di avvio che di promozione della cancerogenesi.

L’articolo completo è disponibile online al link :


Fonte e traduzione di Francesca Romana Orlando per A.M.I.C.A.  ( www.infoamica.it )

venerdì 28 dicembre 2012

LO SPOT CHE I MINISTRI NON HANNO MAI FATTO


La campagna di informazione a tutela dei più giovani sull'uso sicuro dei cellulari mai fatta dal ministero della Salute


Renato Balduzzi prima di alzarsi dalla poltrona più importante del ministero della Salute non ha ritenuto opportuno fare quella campagna di prevenzione per un uso sicuro del telefono cellulare che un anno fa lo stesso Consiglio superiore di sanità auspicava.
Ripercorriamo le tappe di questa vicenda.
Il 31 maggio dell’anno scorso l’Agenzia della ricerca sul cancro con sede a Lione (Iarc), che fa capo all’Oms, inserisce nella categoria 2B le radiazioni non ionizzanti emesse dal telefono cellulare. È la categoria del “possibile cancerogeno”.
Il ministro della Salute dell’epoca, Ferruccio Fazio, dichiara: «Anche la bistecca alla brace è cancerogena, mica diamo indicazioni di non cuocerla più».
Parallelismo improprio, purtroppo uscito dalla bocca di un medico e (peggio ancora) ministro che non ha voluto cogliere l’invito della stessa Agenzia dell’Oms a “prendere misure pratiche per ridurre l’esposizione ai campi elettromagnetici, per esempio l’utilizzo di auricolari o vivavoce oppure di sms”.......... [ leggi QUI l'articolo completo di Sabrina Giannini sul Corriere della Sera e guarda il video ]

FONTE : Corriere della Sera