Lunedì 7 maggio è andato in onda un bel servizio di SkyTg24 sui veleni quotidiani che ci circondano (clicca QUI per vedere la versione integrale del servizio di Sky) e affronta gli attuali problemi moderni che vengono molte volte sottovalutati per mancanza di una informazione corretta, durante il servizio è stato affrontato anche il problema dell’elettrosmog generato dagli smartphone, e spiegato (in un modo a noi parso un po’ impreciso) la definizione del S.A.R. ovvero il tasso di assorbimento specifico (così viene definito il SAR come acronimo di Specific Absorption Rate) che dovrebbe esprime la misura della percentuale di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano quando questo viene esposto all'azione di un campo elettromagnetico a radiofrequenza (RF).
Il SAR viene usato per misurare l'esposizione ai campi elettromagnetici con frequenza portante compresa tra 100 kHz e 10 GHz, in realtà è una unità di misura "inventata” dai produttori di telefoni cellulari e difficilmente riconducibile al Sistema di Unità di misura Internazionale e dovrebbe rappresentare la quantità di energia elettromagnetica assorbita dal tessuto biologico, la sua unità di misura è espressa in W/Kg.
Il SAR viene usato per misurare l'esposizione ai campi elettromagnetici con frequenza portante compresa tra 100 kHz e 10 GHz, in realtà è una unità di misura "inventata” dai produttori di telefoni cellulari e difficilmente riconducibile al Sistema di Unità di misura Internazionale e dovrebbe rappresentare la quantità di energia elettromagnetica assorbita dal tessuto biologico, la sua unità di misura è espressa in W/Kg.
Purtroppo
i laboratori dell'ICNIRP lo hanno definito solo in base all'effetto termico,
infatti NON considera gli effetti di natura non termica che invece avvengono
anche per valori di radiazione ben al di sotto dei limiti attuali di legge,
rendendolo di fatto un riferimento parziale e non cautelativo per la salute,
diventando di fatto una unità di misura obsoleta ai riferimenti di “sicurezza” indicati che non devono superare i 1.6 W/Kg in USA e 2 W/Kg in Europa , questi valori non rappresentano
valori cautelativi (come invece si pensa) oltre il quale siano noti gli effetti
sulla salute, ma bensì coefficienti stabiliti dai laboratori dell’ICNIRP
definiti su manichini di plastica con rivestimento inerte e riempiti di gel
proteico che, secondo gli autori, dovrebbero essere comparabili al contenuto
organico interno di un essere umano, cosa un po’ impropria per poter essere
considerato “cautelativo per la salute”.
Ricordiamo che con semplici accorgimenti
nell'utilizzo quotidiano del cellulare
si può migliorare molto l’esposizione a
tali campi che basta tenere a mente come:
1
) utilizzare sempre l’auricolare o il viva-voce (in auto cercare di
posizionare lo smartphone vicino all'antenna ricevente) per limitare gli effetti delle onde elettromagnetiche
del dispositivo sul cervello.
2
) evitare chiamate lunghe, alternando
spesso un orecchio con l'altro durante
le conversazioni.
3
) effettuare chiamate solo c'è pieno campo,
(altrimenti il cellulare aumenta la sua potenza di emissione per riuscire a
garantire la chiamata).
4
) non tenere vicino lo smartphone quando si dorme e non caricarlo
vicino al letto.
5 ) evitare il più possibile il
contatto del telefonino con il proprio corpo (meglio
tenerlo sul tavolo o in borsa piuttosto che in tasca)
Qui sotto pubblichiamo il vademecum (più articolato e
completo) pubblicato sul sito dell'Associazione Elettrosensibili Italiano.