In questo giorni invece siamo stati avvisati dal Comitato per la Vita del Friuli Rurale (comitato con il quale siamo in contatto) che la notizia della cancellazione dell'Interconnector Austria-Italia diramata ad arte dal supplemento del Piano 2018 e dalle agenzie di stampa non corrisponde al vero.
Sembra che sia stata emessa per scongiurare che le Amministratori locali presentino un ricorso avverso al Consiglio dei Ministri che ha approvato l'elettrodotto aereo delle Dolomiti nonostante la contrarietà del Ministero delle Attività Culturali.
Noi ovviamente ci auguriamo che tale progetto venga effettivamente annullato, per correttezza riportiamo qui sotto il comunicato stampa 668 del 10 aprile 2018 ricevuto in data 12 maggio 2018 dal Comitato per la Vita del Friuli Rurale.
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Nell'incondizionato abuso di posizione dominante i padroni dell'energia dettano legge con la complicità della politica e degli organi di controllo:
intanto a pagare il conto dei loro inganni siamo sempre noi.
Fallacia alia alium trudit: per dirla con
le parole di Publio Terenzio Afro, oggi più che mai un inganno tira l'altro e
la cosa è tanto plateale, che nessuno ci fa più caso. A dispetto dei diritti
sanciti dalla Costituzione, con le nostre tasche e la nostra dignità ad essere
colpiti sono i beni comuni e i bisogni più vitali ed irrinunciabili, quali
l'acqua e l'energia.
Con le istituzioni letteralmente appecoronate, o per meglio dire
drogate dalle loro stesse presunzioni e impunità, nessuno si sogna di mettersi
di traverso agli interessi particolari. Basti dire che all'indomani della
batosta elettorale del PD, i poteri forti non hanno perso tempo e, timorosi che
nel fuggi fuggi generale non volassero gli stracci, hanno subito puntellato la baracca
renziana. Senza paura del ridicolo, ecco dunque quel tal Calenda, messo di
proposito a fare il ministro per conto della Confindustria, chiedere la tessera
del PD nell'esclusivo intento di tenerlo sotto controllo. Come dire che di
fronte al gregge impazzito i lupi avessero deciso di affidare le pecore ad uno
dei loro. Lo hanno visto entrare al Nazareno fischiettando bandiera rossa e in
quel preciso istante gli ultimi quadri di Berlinguer hanno preferito staccarsi
dalle pareti per andarsene a gambe levate... mentre quelli di Gramsci erano
fuggiti il giorno prima, all'arrivo del “compagno” Tommaso Cerno inviato alla
bisogna da De Benedetti!
E allora come pretendere che in un siffatto clima il funzionario
regionale non distolga l'attenzione dalle scartoffie per dedicarsi alle prime
mosche primaverili e decida di seguirne con trepida attenzione l'incerto volo,
tanto da passare notti insonni in attesa di ritrovarle al rientro in ufficio.
In questo contesto, tutto torna e anche le cose più abominevoli possono
prendere forma e decollare grazie ai materni elogi delle scorte mediatiche.
Grazie ai cospicui incentivi economici e alla collaborativa cecità del
burocrate, le nostre montagne vengono deturpate dalle centraline idroelettriche
che devono funzionare quel tanto che basta per passare all'incasso e che non
hanno nemmeno un bacino di utenza da servire;
ben per questo veniamo inebriati dagli slogan taumaturgici fatti di sostenibilità,
di low carbon, di green economy e dei buoni propositi
acchiappamerli, con la stessa fondatezza scientifica della supercazzola
prematurata con doppio scapellamento a destra di Monicelliana memoria.
Così è stato anche in occasione della presentazione del Bilancio di
Sostenibilità presentato di recente dalla società A2A, quella che per
intenderci ha l'incontrastato “merito” di rubarci le acque della Carnia, da una
parte, e l'aria di Monfalcone, inquinata dalla centrale a carbone dall'altra.
Ebbene, in una Regione che a prescindere dal colore politico della compagine di
governo rinuncia a gestire in proprio l'Idroelettrico, l'A2A si è presentata in
forze e con grandi mezzi per imbambolare gli effefugini con i suoi buoni
propositi e il mal celato fine di farsi strada nel mercato libero della
elettricità e del gas. Non a caso si sono insediati nel museo di storia
naturale di Udine e in quella sede votata all'amore per la natura hanno
pontificato davanti ad un numero di selezionatissimi e mansueti portatori di
interessi (gli stakeholders!). Cosicché i trentadue eletti sono stati suddivisi
secondo i criteri che in Ciociaria distinguono gli antipasti di montagna da
quelli di mare: assegnati i primi a rappresentare la montagna invasa
dall'idroelettrico e i secondi la costa,
interessata dalla centrale a carbone.
Non essendo stati ammessi fra gli eletti, ci siamo presi la
soddisfazione di curiosare e di capire come si costruiscono i
collaborazionisti, cioè come si fa ad imbonire la gente con proposte
accattivanti, per poi metterle in bocca le conclusioni e le proposte già
stabilite a priori dagli organizzatori. Cosicché le cavie si sono sentite dire
che “La presenza del gruppo A2A in un territorio di alto valore storico e
paesaggistico richiede un particolare impegno per una gestione attenta e
responsabile.” Che: “L'attenzione per mantenere minimo l'impatto di ogni
attività produttiva si completa con l'attenzione alle persone, attraverso
progetti educativi nelle scuole e iniziative per la valorizzazione turistica e
sportiva della zona” E ancora: ”Da sempre l'ascolto delle esigenze dei
cittadini guida le scelte del Gruppo!” Commossi da cotanto altruismo e
rifocillati dal generoso buffet, le cavie hanno fatto la ola e astenendosi da
ogni imbarazzante questione, si sono guardate dal chiedere la vita per il lago
di Cavazzo, soffocato dai fanghi dell'idroelettrico. Fra la gioia degli
organizzatori hanno invece sottolineato
l'utilità di qualche pista ciclabile, il che, in mezzo alle nevi della
montagna, o sotto la ciminiera di Monfalcone, è un vero toccasana.
La verità è che l'energia suscita grandi appetiti, soprattutto dove le
istituzioni sono corrotte o inette e le privatizzazioni non servono a stimolare
la concorrenza e ad abbattere i costi, bensì a moltiplicare gli intrallazzi. Lo
abbiamo visto nel recente incontro avutosi con il presidente dell'Autorita per l'energia elettrica, il gas
e il servizio idrico. Ebbene a dimostrazione che l'Autorità non controlla un
bel niente, ma serve ai poteri forti, i soggetti ammessi alla fornitura
dell'energia in Italia sono per il momento più di 500, senza contare le agenzie
di vendita cui i titolati affidano in subappalto l'acchiappo dei clienti: senza
il benché minimo controllo e garanzia di qualità. Una situazione fuori dal
controllo visto che inizialmente dovevano essere non più di venticinque!
Basti dire che in Inghilterra, dove la privatizzazione è in corso da
decenni, il numero dei fornitori non supera le trentacinque unità, dunque
addirittura inferiore ai 50 e oltre che operano nel soloFriuli Venezia Giulia,
con poco più di un milione di abitanti. E allora come non escludere che in
mezzo ai 500 non si annidi la malavita organizzata, il riciclaggio di denaro
sporco, o solo qualche imbroglione che alla fine della fiera taglia la corda
col malloppo? Sì perché costoro oltre al fatto di istupidire gli utenti presentando
offerte non confrontabili, non sono nemmeno tenuti a versare una garanzia
fideiussoria che ci metta al riparo dal solito fallimento! Sono tutte cose che
abbiamo contestato al Presidente dell'Autorità, non senza sottolineare lo
scandalo degli aiuti alle società energivore e lo strapotere conferito alla
Terna, la quale agisce in piena libertà al di là delle iniziali mansioni
conferitele e, al di fuori di ogni controllo, determina scelte nella
programmazione del sistema elettrico e industriale della intera Nazione, che
gravando sulle tasche dell'utente servono a consolidare il monopolio e ad
ingrassare i suoi azionisti, cinesi o americani che siano. Gli astanti hanno
applaudito in segno di palese condivisione, ma lui -elegante uomo di gomma- in
ossequio alle ragioni che lo hanno elevato a cotanta carica, ha fatto orecchie
da mercante.
Li mettono apposta, così come è avvenuto con la nostra compianta
governante o la decaduta assessora che il mondo intero ci invidia per sagacia e
competenza scientifica, tant'è che dopo due mila anni i tre re sono già messi
in cammino per rendere omaggio alla sua persona. Ebbene, dopo essersi vantata
di aver fatto interrare l'elettrodotto della Carnia, che in realtà è finito
sotto terra per merito della magistratura austriaca, la nostra ha lasciato il
campo promettendo che la nuova linea seguirà “Un percorso partecipato che
conduca ad una definizione condivisa del
tracciato e di tutti gli aspetti relativi alla tutela della salute e
dell'ambiente”; cioè esattamente come per suo merito non è stato fatto con
l'elettrodotto Udine ovest-Redipuglia. Parole che illumineranno la storia
dell'umanità, tanto da essere subito riprese dal tengofamiglia di turno che ha
fornito i nomi degli illustri tecnici incaricati di imbonire i Carnici: gli
stessi che hanno impedito di interrare l'ecomostro della Terna!
Siamo davvero in buone mani! Lo abbiamo constatato con Renzi, quando
si è piegato al volere della Terna nella approvazione dell'elettrodotto aereo
del Friuli ed ora lo vediamo con Gentiloni il quale, in linea con chi comanda
in Italia, si è macchiato della stessa nefandezza approvando in sede di
Consiglio dei Ministri l'elettrodotto aereo del medio Piave che provenendo
dall'Austria costeggia le Dolomiti. Un'approvazione che in barba ad un
patrimonio dell'Umanità, al buon senso e alla inequivocabile bocciatura da
parte del Ministero delle attività culturali, irride all'articolo 9 della
Costituzione repubblicana e infanga le nostre coscienze di uomini liberi. Un
consenso attribuito sulla base di vistose menzogne costruite ad arte e
dell'avvallo di quel Ministero che anziché tutelare l'ambiente ne favorisce la
predazione in ossequio agli interessi particolari.
Una vicenda squallida che per non suscitare l'immediata reazione delle
Amministrazioni locali e della gente, ha messo in campo dei mercenari per disinformare la popolazione, per
condizionare la stampa locale con l'idea che l'opera appena approvata non è più
in programma! Davvero squallidi: gettano il sasso e nascondono la mano!