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venerdì 31 gennaio 2020

NOTIFICA AL SINDACO DI SESTO SAN GIOVANNI SUI RISCHI DEL 5G

L'Associazione Sottocorno venuta a conoscenza dai media che trattano il tema delle nuove tecnologie, che la città di Sesto San Giovanni viene indicata come area di beta tester per eseguire le prove sulla nuova tecnologia 5G, in particolar modo il quartiere di Cascina Gatti confinante con Milano, subirà di sicuro una esposizione ulteriore indiretta visto che il capoluogo è una delle prime città che ha adottato e convalidato l’installazione delle nuove antenne sul 5G, a dicembre 2019 ha scritto al Sindaco Di Stefano Roberto essendo investito di preminenti funzioni e prerogative in materia di tutela della salute pubblica,  notificandogli i rischi per la salute correlati ad una esposizione a radiazioni del 5G invitando l'amministrazione a valutare attentamente tutte le azioni amministrative finalizzate ad impedire o limitare l’esposizione della popolazione a fonti addizionali di inquinamento elettromagnetico perché l’installazione e l’esercizio di antenne 5G può mettere a rischio la salute pubblica. 
Rimaniamo in attesa di una risposta scritta e siamo a disposizione per un incontro per comprendere come quanto esposto potrebbe essere utilizzato all'insaputa della cittadinanza nello sviluppo della rete in fibra ottica già presente in città, e per illustrare ulteriore documentazione e supporto nell'interesse della salute dei cittadini.

L'associazione ha allegato alla lettera anche la documentazione fornita dall'associazione A.M.I.C.A. che attesta in maniera ufficiale che nessun ente preposto abbia confermato la mancanza di nocività e senza alcuna valutazione dei rischi sanitari.




mercoledì 29 gennaio 2020

L'INTERVENTO CHE AVREMMO VOLUTO FARE


Riportiamo qui sotto il testo dell’intervento che avremmo voluto fare ieri sera ma che abbiamo collegialmente concordato di soprassedere chiarendo in aula quanto in realtà su questo tema l’associazione sia divenuta oggetto di attacchi totalmente gratuiti di varia natura.

È il terzo consiglio comunale aperto dopo quello di novembre 2016 e quello di settembre 2018, tutti indetti sul progetto che riguarda la biopiattaforma, a differenza di quanto apparso su un articolo di un giornale locale o sui social, chiariamo per correttezza, che non abbiamo mai chiesto un terzo consiglio comunale che avesse come oggetto la scelta del futuro dell’area, non perché non sia importante discuterne, anzi, ma che farlo ora a gennaio 2020 e per la terza volta, dopo un intenso percorso partecipativo e una definizione del progetto in una fase così fase avanzata rende praticamente vana ogni nuova iniziativa, anzi certe prese di posizione di fatto ci spaventano, perché rimettere in discussione questo progetto ora significa di fatto accettare la costruzione di un nuovo inceneritore.
Tanto interesse e partecipazione ce lo aspettavamo nei due precedenti incontri, dove ci siamo trovati soli insieme al Comitato di Cascina Gatti e al portavoce del Movimento 5 Stelle a contestare la mancanza di un’alternativa, anche se poi ci siamo resi conto in realtà è questa l’unica alternativa, questa è il cosiddetto piano “B” perché il piano “A” è sempre stata la costruzione di un inceneritore da 100.000 tonnellate/anno.
La nostra proposta di sostituirlo con un bosco dopo esser stati sminuiti, etichettati come illusi dagli stessi che in questi anni si sono sempre detti contrari alla biopiattaforma, venne invece presa in considerazione come alternativa fino ad arrivare ad avere anche una possibile sostenibilità economica, come ci riferì l’assessore Lamiranda in un incontro privato, analisi poi scartata da questa giunta che fece altre scelte politiche.
Noi ci abbiamo provato con tutte le nostre forze e nei tempi consoni, ma non siamo riusciti in quella che fin da subito era apparsa come una impresa ardua, sarebbe stato diverso se avessimo lavorato insieme a tutte le forze che si dissero contrarie (almeno a voce) e che invece sparirono in quegli anni nascondendosi letteralmente quando arrivò il momento di prender posizione, è una precisazione che riteniamo necessaria vista la mancanza di tempo utile per presentare ora ulteriori iniziative che procrastinerebbero ulteriormente la chiusura dell’attuale inceneritore (già spostata al 2021).
A dicembre si è concluso il percorso partecipativo iniziato nel 2017, vi abbiamo partecipato all'inizio con scarso ottimismo, visto che il progetto ci venne presentato “fatto e finito” sin da subito, mentre avremmo avuto quanto meno il piacere di discutere il futuro dell’area primo perché ci piaceva l’idea di una scelta partecipata (come è stata sempre propagandata) secondo perché dopo decenni, finalmente si rimetteva in discussione un’opera da sempre contestata a nostro giudizio con merito.
Oggi dopo questo percorso, la nostra opinione sul questo progetto si è modificata, sia ben inteso potessimo scegliere su quell'area sarebbe nato un bosco di piante autoctone, non ci preoccupano le emissioni del nuovo centro, ci preoccupano invece le emissioni di un comparto industriale che dal secolo scorso è sempre stato giustificato in nome dell’occupazione e del lavoro, ci preoccupano la superficialità di leggi non cautelative per la salute umana (mai mutate in meglio), ci preoccupano i riscaldamenti che in alcune aree vengono ancora alimentate a gasolio, ai gas ed emissioni a cui siamo esposti da un traffico aereo e veicolare forzato in quel di Sesto, da scelte sciagurate come l’installazione di un casello autostradale che non ha ragione di esistere.
L’aver partecipato ad incontri “aperti” e non già “costruiti” dove non abbiamo scelto il colore dell’impianto o di altri aspetti marginali, (certo questa era una opzione che ci era stata presentata) ma forzando i tavoli su temi più specifici, riuscendo ad ottenere modifiche anche radicali al progetto iniziale, ad esempio aver portato il doppio filtraggio dei fumi al camino o ad ottenere il finanziamento e l’installazione di 5 centraline di controllo dell’aria in prossimità dell’area (considerando che in Lombardia ce ne sono 15 noi a breve ne avremo 5 in un area di quartiere), ottenendo una modifica migliorativa di progetto per oltre 3 milioni di euro, la realizzazione del progetto in collaborazione con 5 università e l’utilizzo di tecniche d’avanguardia oltre a rilevare la disponibilità di CAP ad affrontare qualsiasi critica senza nascondersi, cercando di trovare punti di miglioramento al progetto iniziale, cosa completamente inusuale nel panorama industriale italiano (vedi ILVA).
Aver fatto nascere il RAB come organo di controllo che permette alle associazioni e comitati di aver un peso diverso nel caso in cui sorgessero problemi sui valori rilevati o si volessero affrontare problemi dovuti alla biopiattaforma che andasse a ledere l’ambiente e la salute, punti che non sottovalutiamo mai e tale partecipazione per chi come noi è particolarmente critico con le scelte ambientali intraprese fino ad oggi a livello nazionale regionale e locale diventa fondamentale, perché anche se chiamati formalmente ad informare sull'andamento del complesso, ci permette invece di essere in contatto diretto con l’asset di gestione della biopiattaforma risparmiando interlocutori politici e risposte circostanziate, eliminando tempi morti e mettendoci in condizione di partecipare e affrontare direttamente le problematiche.
Su questa base, su un’analisi fatta su un quadro ben più ampio degli elementi che determinano l’inquinamento dell’aria abbiamo modificato la nostra opinione iniziale su questo progetto, sul quale comunque permangono i dubbi sulle reali emissioni e su ciò che effettivamente verrà generato dalle alte temperature del forno e dai cicli di produzione di fosforo e metano.
Questo percorso per Sesto San Giovanni ha rappresentato un modello innovativo di confronto fra istituzioni, e rappresentanze del territorio, sicuramente imperfetto e migliorabile, ma che può anche essere preso come riferimento per le sfide future che saranno sicuramente rivolte al complesso equilibrio di sostenibilità ambientale, economico ed occupazionale e ci preme solo far presente che se tutte le realtà industriali che oggi immettono gas/polveri/solventi in atmosfera accettassero un tavolo di confronto simile a questo, molto probabilmente riusciremmo a dimezzare nel breve periodo i valori di PM10  e gas immessi, ed è su questo che l’affermazione  "se non verrà costruita la biopiattaforma l’aria a Sesto sarà più pulita”, punto sbandierato da più parti non è propriamente corretto, il nuovo impianto ha un impatto bassissimo sulle emissioni complessive presenti sul territorio comunale oltre ad avere un bilancio ambientale complessivamente positivo in un comune che vogliamo ricordare è un Sito d’Interesse Nazionale, dove tutta una serie di problemi presenti sul territorio che insieme all'inquinamento delle falde, le contaminazioni dei terreni e alle esposizioni dei campi elettromagnetici in alta e bassa frequenza (elettrodotti e 5G) non sono mai stati affrontati da una politica ambientale seria."

IL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL'ASSOCIAZIONE SOTTOCORNO

domenica 26 gennaio 2020

MARTEDI' 28 GENNAIO 2020 CONSIGLIO COMUNALE APERTO SULLO STATO DI AVANZAMENTO DELLA BIO-PIATTAFORMA


Al contrario di quanto si afferma su varie piattaforme social, il consiglio comunale aperto NON è per scegliere se procedere o no sulla costruzione della bio-piattaforma, quello si svolse a novembre 2016 e ad esclusione dell'Associazione Sottocorno, Il comitato di Cascina Gatti e il rappresentante dei 5 stelle Massimo De Rosa non vide la partecipazione di nessuno dei gruppi o persone che oggi si dicono scandalizzate al progetto.
Lo scopo, piaccia o no è fare il punto sull'avanzamento dei lavori ad oggi del progetto, che ricordiamolo è stato portato dalla precedente giunta di centro sinistra (dopo averlo nascosto nella sua fase iniziale alla cittadinanza) e avvallato dalla presente di centro destra.

mercoledì 22 gennaio 2020

RICHIESTE SPIEGAZIONI AL SINDACO SULLE MANCATE ANALISI DELL'ACQUA DI PRIMA FALDA USATA PER I LAGHETTI ALLA BERGAMELLA


 

L’associazione aveva già chiesto alla precedente giunta, una volta venuti a conoscenza della volontà di utilizzare l’acqua di prima falda per l’irrigazione degli orti e per il laghetto del parco, che venissero eseguite analisi sull'acqua di prima falda (notoriamente inquinata come certificano QUI le analisi condotte da ARPA  negli anni, vedi QUI il nostro post del 2016, e QUI quello di aprile 2019) almeno settimanali, siamo poi venuti a conoscenza, dopo una richiesta agli atti eseguita nel 2018 che il comune ha deciso in maniera autonoma e arbitraria di procedere a suddette analisi ogni semestre, mentre con la richiesta agli atti compiuta nel 2019 (per conoscere le analisi che l'assessore all'ambiente disse a mezzo stampa di aver fatto eseguire a seguito della moria di animali presso il laghetto) che le analisi erano state sospese all'inizio del 2019  poiché il laboratorio che le eseguiva non era più certificato, per cui abbiamo chiesto, con urgenza, tramite un esposto protocollato in data 20 dicembre 2019, che vengano riprese, con cadenza mensile, le analisi sulle acque presso un laboratorio qualificato, indipendente e libero da qualsivoglia conflitto d’interesse.

Rimaniamo in attesa della risposta scritta richiesta.



domenica 19 gennaio 2020

5G: SINDACO GIULIANOVA FIRMA ORDINANZA CHE VIETA SPERIMENTAZIONE E INSTALLAZIONE- A SESTO SAN GIOVANNI COSA SUCCEDE??

Il sindaco di Giulianova, Jwan Costantini, IL 16 gennaio ha firmato ieri l’ordinanza che vieta la sperimentazione e l’installazione delle frequenze di ultima generazione 5G su tutto il territorio del Comune di Giulianova, perché 

Ad oggi le radiofrequenze del 5G risultano del tutto inesplorate, mancando qualsiasi studio preliminare sulla valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema – dichiara il Sindaco Costantini – a ciò si aggiunge il documento pubblicato nel 2019 dal Comitato scientifico sui rischi sanitari ed emergenti (SCHEER) della Commissione europea, il quale afferma che “il 5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche”, evidenziando quindi la necessità di un intervento normativo urgente nei riguardi della diffusione di tale nuova tecnologia. Spetta quindi al primo cittadino assumere ogni misura preventiva e cautelativa volta a ridurre e, ove possibile eliminare, l’inquinamento elettromagnetico, le emissioni prodotte ed i rischi per la salute dei cittadini”. 
Leggi QUI l'articolo completo su AbruzzoWeb.

E a Sesto San Giovanni cosa STA ACCADENDO ??? 
Abbiamo sempre ricevuto rassicurazioni verbali in merito ma è anche vero che contrastano fortemente con gli articoli di settore che dichiarano apertamente come Sesto San Giovanni sia una zona di sperimentazione dove E' GIÀ' ATTIVO IL 5G!!!!!

Leggi QUI l'articolo di mobileworld.it
Leggi QUI l'articolo di 5gnews.it
Ci chiediamo il perché non è stata avvisata la cittadinanza, le associazioni o la consulta dell'ambiente, perché non è stata pubblicata la mappatura delle antenne e la relativa delibera di approvazione, ci chiediamo anche se il sindaco e la sua giunta siano a conoscenza di tutto questo, visto che in italia non sarebbe la prima volta che viene attivata una sperimentazione sul 5G all'insaputa dei sindaci e dei cittadini (leggi QUI e QUI )
Per questo motivo in data 20 dicembre 2019 con numero di protocollo 125736 abbiamo presentato un esposto al sindaco insieme a della documentazione specifica per aver spiegazioni in merito e chiedendo che Sesto san Giovanni non diventi una città di sperimentazione almeno fino a quando i centri di ricerca indipendenti (e non gli enti politicizzati) ne possano garantire l'assoluta innocuità per la popolazione esposta.

Seguirà un post dedicato........................

mercoledì 15 gennaio 2020

CORTE DI APPELLO DI TORINO CONFERMA IL NESSO TRA USO DEL CELLULARE E IL CANCRO

Le 36 pagine della sentenza della corte di appello di Torino confermano il nesso casuale tra l’esposizione dei campi elettromagnetici in alta frequenza emessi da un uso prolungato del cellulare e il cancro, la sentenza è storica perché per la prima volta un lavoratore ha ottenuto due sentenze di merito favorevoli in casi simili.

Altro motivo storico risiede nelle motivazioni della sentenza stessa dove il collegio ribadisce anche i sospetti sull'imparzialità di alcuni studi ‘tranquillizzanti’: “Buona parte della letteratura scientifica che esclude la cancerogenicità dell’esposizione a radiofrequenze (…) versa in posizione di conflitto d’interessi, peraltro non sempre dichiarato”, come era arrivato David Carpenter su un articolo pubblicato che indicava chiaramente come le fonti di finanziamento influiscono sui risultati delle indagini sui nessi causali generati dai campi elettromagnetici a bassa frequenza (come quelli generati da elettrodotti, centrali di trasformazione da corrente continua in corrente alternata, Cabine Elettriche, ecc...) e cancro, che dimostra in modo inequivocabile come, se la fonte di finanziamento degli studi e' pubblica/governativa, la relazione esposizione=cancro è sistematica (leucemia nei bambini, leucemia-carcinoma mammario maschile e femminile-tumore al cervello negli adulti) mentre al contrario quando la fonte di finanziamento è privata (industria) nessuna associazione è significativa.

  • leggi QUI l'articolo su Quotidiano.net
  • leggi QUI l'articolo su TGCOM24
  • leggi QUI l'articolo su Repubblica
  • leggi QUI l'articolo sul Fatto Quotidiano
  • leggi QUI l'articolo sul Corriere della sera 

Stridono, e non poco, le affermazioni negazioniste che giornali nazionali continuano ad enfatizzare, tale decisione dovrebbe invece far venir qualche dubbio e soprattutto riflettere sull'esito del rapporto dell'Istituto superiore di sanità (Iss) dello scorso agosto secondo cui l'uso del cellulare non risulta associato all'incidenza di neoplasie nelle aree più esposte durante le chiamate vocali, nonostante due studi "monumentali" condotti uno in Italia (dall'Istituto indipendente Ramazzini di Bologna) e uno negli stati Uniti confermavano quello che ricerche indipendenti negli ultimi 10 anni continuano a trovare.


lunedì 13 gennaio 2020

NUOVI ORARI PER LA PIATTAFOFORMA ECOLOGICA DI SESTO SAN GIOVANNI



È stata riaperta la piattaforma ecologica di via Copernico dopo un lavoro di ripristino svolto durante il periodo natalizio, con i seguenti orari
Gli ingressi delle utenze domestiche

  • Durante la settimana da lunedì a venerdì nel pomeriggio dalle 14 alle 18
  • Sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 17.30
  • Domenica dalle 9.30 alle 12.30.

Gli ingressi per le imprese (finalmente solo quelle residenti a Sesto)

  • martedì dalle 9.30 alle 12.30
  • mercoledì dalle 9.30 alle 12.30
  •  venerdì dalle 9.30 alle 12.30

Per il ritiro dei rifiuti ingombranti è stato istituito un numero provvisorio, in attesa della voltura del numero verde dal vecchio al nuovo gestore. Si può chiamare il 3371139766 da lunedì a venerdì dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 16.30 e sabato dalle 8 alle 12 (vedi QUI la comunicazione del comune).
Non ci uniamo alle proteste "social" (a volte strumentali), sugli orari di apertura, attendiamo di verificare come procede la nuova gestione, per ora apprezziamo la volontà di controllo sugli accessi alla biopiattaforma e alla separazione (non solo fisica ma anche in orari differenti) tra il conferimento della utenza e delle imprese, che prima generava confusione e quindi in controlli mancati.
Siamo consci che la biopiattaforma sia sottodimensionata, ma questo, tanto meno la modifica degli orari, possono essere causa della presenza di discariche abusive da sempre presenti sul territorio generate da una arretratezza culturale diffusa e ben radicata da decenni nella nostra società.