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martedì 24 aprile 2018

L'ADRIANO COMMUNITY CENTER STA NASCENDO SONO FALSE LE VOCI CHE VEDONO IL PROGETTO FERMO

Da qualche giorno circola una voce strana tra i quartieri di Cascina Gatti e Adriano, ovvero che la struttura a causa di una mancata convenzione con Regione Lombardia sia rimasta bloccata e che i lavori previsti per aprile non incominceranno.
Niente di più falso, ci siamo attivati contattando direttamente il responsabile Sanitario della futura struttura e chiedendo informazioni e così abbiamo scoperto che,come era stato anticipato durante l'inaugurazione, in primavera verranno assegnati i lavori, i sopralluoghi delle ditte candidate con il direttore dei lavori sono da poco terminati, (va solo decisa la ditta affidataria) mentre proseguono i contatti con il Comune di Milano, Medici, ATS e gestori di poliambulatori.
La Proges ci ha inviato un comunicato che riportiamo qui di seguito:
"Come era stato anche anticipato durante il momento pubblico del 27 marzo, in primavera verranno assegnati i lavori, i sopralluoghi delle ditte candidate con il Direttore Lavori sono da poco terminati e va quindi scelta con oculatezza, mentre proseguono i proficui contatti con gli uffici tecnici del Comune di Milano, sia per le parti di competenza urbanistica che welfare, con una cooperativa di Medici per la futura “casa Medica”, con gestori di poliambulatori interessati a partecipare alla gestione della parte sanitaria.
Possiamo immaginare quanto sia alta l'attesa degli abitanti della zona di vedere movimenti nel cantiere, ma ci sono contemporaneamente relazioni da coltivare ed approfondire, ad esempio con fondazione Cariplo, ed altri enti interessati, sul ruolo sociale dell'auditorium.
Per la questione 'convenzione' con regione, l'iter secondo le regole ad oggi prevede posti autorizzati, poi accreditati, quindi a contratto, non si parla di convenzione nelle dgr degli ultimi anni, il tutto con step successivi e comunque non correlati al piano dei lavori. Ricordiamo che la RSA sarà solo una parte del complesso dell’ADRIANO COMMUNITY CENTER, importante ma come altre, e il tutto ha più valore della somma delle singole parti e, nel caso, siamo disponibili ad approfondire con chi volesse confronti costruttivi e percorsi condivisi, il contatto da usare è info@proges.it."

lunedì 23 aprile 2018

“MORE THAN A COINCIDENCE” - "PIÙ CHE UNA COINCIDENZA"


Articolo uscito Il 20 febbraio 2018 su MicrowaveNews - "More Than a Coincidence". New Large Animal Study,Like NTP's, Links RF to Schwannoma of the Heart. - "Più Che una Coincidenza" Un grande nuovo studio su animali, analogamente allo studio NTP, collega lo Schwannoma del cuore alla radiofrequenza.
Analizza i risultati ottenuti, con non sono nuovi ed è troppo riduttivo sostenere che sia solo una coincidenza, per quello che ci riguarda molto interessante l’affermazione “……………..notare che un precedente studio Ramazzini che esaminava l'azione combinata di una singola dose di radiazioni gamma (radiazioni ionizzanti) e
un'esposizione per tutta la vita a campi elettromagnetici a frequenza di rete (50 Hz) ha condotto a un eccesso statisticamente significativo di schwannoma maligno del cuore tra i ratti maschi - anche con un'esposizione di soli 20 µT (200 mG). Questi risultati sono stati pubblicati sull'International Journal of Radiation Biology nel 2016 e non hanno attirato l'attenzione su larga scala.

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"More Than a Coincidence”

New Large Animal Study, Like NTP’s, Links RF to Schwannoma of the Heart

February 20, 2018
Last updated March 6, 2018
It’s happened again.
A second large study has found tumors in the Schwann cells —schwannomas— in the hearts of male rats exposed to cell phone radiation.
The new finding comes from the Ramazzini Institute in Bologna, Italy.
The malignant schwannomas of the heart seen in the Italian study are the same as those described by the U.S. National Toxicology Program (NTP) earlier this month as the basis for their concern that cell phone radiation, both GSM and CDMA, can lead to cancer. Ramazzini embarked on its RF project in 2005, about the same time as the NTP effort was taking off.
A paper detailing the Ramazzini experiment is expected to be published in Environmental Research, a peer-reviewed journal, within a week. [Update: Now available here.]
It is a positive study and will buttress the findings from the NTP rat study,” Tony Miller told Microwave News. Miller, an emeritus professor of epidemiology at the University of Toronto, is serving as the guest editor for a special issue of the journal, which will include the Ramazzini paper. Miller declined to offer any other details prior to publication …….. ( click HERE to read article) .
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"PIÙ CHE UNA COINCIDENZA"


Un grande nuovo studio su animali, analogamente allo studio NTP, collega lo Schwannoma del cuore alla radiofrequenza.


E' successo di nuovo.
Un secondo studio di grandi dimensioni ha rilevato tumori nelle cellule di Schwann - schwannomi - nei cuori di topi maschi esposti alle radiazioni dei telefoni cellulari.
La nuova scoperta arriva dall'Istituto Ramazzinidi Bologna, Italia.

Clicca QUI per leggere l’articolo tradotto in italiano dall’AssociazioneElettrosmog Sicilia)

venerdì 20 aprile 2018

RICERCA DEL RAMAZZINI SULL'EFFETTO NOCIVO DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI




Il 22 marzo la Dott.ssa Fiorella Belpoggi ha presentato i risultati dello studio dell'Istituto Ramazzini sugli effetti biologici delle antenne dei cellulari pubblicato sulla rivista Journal Environmental Research (clicca QUI o QUI per vedere la pubblicazione).

Lo studio rappresenta una pietra miliare nella ricerca scientifica sui danni correlati generati dai campi elettromagnetici in alta frequenza generati dalla telefonia mobile perché è frutto della sperimentazione più vasta mai condotta prima su animali per identificare i rischi biologici legati alle antenne.
Bisogna tenere presente, in particolare, che i livelli di radiazione usati per questa sperimentazione sono stati 1000 volte inferiori di quelli utilizzati per lo studio su topi del Programma Nazionale di Tossicologia degli Stati Uniti (National Toxicologic Program).
Sulla base dei risultati ottenuti e sull’importanza dell'ennesima ricerca indipendente, ci uniamo all’appello (che arriva da più parti del mondo scientifico) che chiede all’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.) di rivedere la classificazione delle radiofrequenze, finora ritenute possibili cancerogeni, per definirle probabili cancerogeni.

Sotto il comunicato emesso dall’Istituto Ramazzini (clicca QUI per visualizzarlo)


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Si è conclusa la ricerca che l’lstituto Ramazzini di Bologna, attraverso il Centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni”, ha condotto per studiare l’impatto dell’esposizione umana ai livelli di radiazioni a radiofrequenza (RFR) prodotti da ripetitori e trasmettitori per la telefonia mobile. La ricerca è stata finanziata dai soci e dalle socie dell’Istituto Ramazzini, da Arpa, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Carisbo, Inail, Protezione Elaborazioni Industriali (P.E.I.), Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Children With Cancer (UK), Environmental Health Trust (USA). Il team di ricerca dell’Istituto Ramazzini ha appena pubblicato i risultati dello studio, il più grande mai realizzato su radiazioni a radiofrequenza (RFR),intitolato “Resoconto dei risultati finali riguardanti i tumori del cervello e del cuore in ratti Sprague-Dawley esposti dalla vita prenatale alla morte spontanea a campi elettromagnetici a radiofrequenza, equivalenti alle emissioni ambientali di un ripetitore da 1.8 GHz”: il paper è disponibile online dal 22 marzo 2018 sulla rivista internazionale peer-reviewed Environmental Research, edita da Elsevier.
Nella ricerca pubblicata, l’Istituto Ramazzini ha studiato esposizioni alle radiofrequenze mille volte inferiori a quelle utilizzate nello studio sui telefoni cellulari del National Toxicologic Program (USA), e ha riscontrato gli stessi tipi di tumore.
I ricercatori dell’Istituto Ramazzini hanno riscontrato aumenti statisticamente significativi nell’incidenza degli schwannomi maligni, tumori rari delle cellule nervose del cuore, nei ratti maschi del gruppo esposto all’intensità di campo più alta, 50 V/m. Inoltre, gli studiosi italiani hanno individuato un aumento dell’incidenza di altre lesioni, già riscontrate nello studio dell’NTP: l’ iperplasia delle cellule di Schwann sia nei ratti maschi che femmine e gliomi maligni (tumori del cervello) nei ratti femmine alla dose più elevata. Tutti i livelli di esposizione usati in questo studio sono inferiori al limite statunitense FCC per la massima esposizione concessa per la popolazione. In altre parole, se un ripetitore emette questa quantità di radiazioni, è considerato conforme rispetto a tutti i regolamenti e alla legislazione degli Stati Uniti.
Nello studio del Ramazzini, 2.448 ratti Sprague-Dawley sono stati esposti a radiazioni GSM da 1.8 GHz (quelle delle antenne della telefonia mobile) per 19 ore al giorno, dalla vita prenatale (cioè durante la gravidanza delle loro madri) fino alla morte spontanea. Lo studio comprende dosi ambientali (cioè simili a quelle che ritroviamo nel nostro ambiente di vita e di lavoro) di 5, 25 e 50 V/m: questi livelli sono stati studiati per mimare l’esposizione umana full-body generata da ripetitori, e sono molto più basse rispetto a quelle usate nello studio dell’NTP americano.
L’intensità delle emissioni utilizzate per lo studio è dell’ordine di grandezza di quella delle esposizioni ambientali più comuni in Italia”, dichiara la Dott.ssa Fiorella Belpoggi, Direttrice dell’Area Ricerca dell’Istituto Ramazzini e leader dello studio. Infatti il DPCM 8/07/03, fissa i limiti come segue: 1) i limiti di esposizione, in modo differenziato per tre intervalli di frequenza; per esempio per le frequenze dei dispositivi delle telefonia mobile i limiti di esposizione sono pari a 20 V/m per il campo elettrico; 2) il valore di attenzione di 6 V/m per il campo elettrico, da applicare per esposizioni in luoghi in cui la permanenza di persone è superiore a 4 ore giornaliere; 3) l’obiettivo di qualità di 6 V/m per il campo elettrico, da applicare all’aperto in aree e luoghi intensamente frequentati. Questi valori vengono però misurati come media nell’arco di 24 ore, cioè facendo la media fra i rilievi diurni e quelli notturni, portando quindi ad a sottostima delle esposizioni reali durante il giorno, quando il traffico telefonico è più elevato.
Le dosi dell’NTP sono state stabilite per mimare l’esposizione localizzata sui tessuti corporei proveniente da un cellulare posto vicino al corpo, e sono quindi decisamente più elevate di quelle dell’Istituto Ramazzini. Nonostante queste differenze, entrambi gli studi hanno rilevato aumenti statisticamente significativi nello sviluppo dello stesso tipo di tumori maligni molto rari del cuore nei ratti maschi trattati e del cervello nelle femmine.
Il nostro studio conferma e rafforza i risultati del National Toxicologic Program americano; non può infatti essere dovuta al caso l’osservazione di un aumento dello stesso tipo di tumori, peraltro rari, a migliaia di chilometri di distanza, in ratti dello stesso ceppo trattati con le stesse radiofrequenze.
Sulla base dei risultati comuni, riteniamo che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) debba rivedere la classificazione delle radiofrequenze, finora ritenute possibili cancerogeni, per definirle probabili cancerogeni.”.
E’ molto importante sottolineare il fatto che studi epidemiologici (cioè studi sulla popolazione) hanno trovato lo stesso tipo di tumori delle cellule di Schwann (cellule di rivestimento dei nervi) nei forti utilizzatori di telefoni cellulari” afferma ancora la Dott.ssa Belpoggi. “Sebbene l’evidenza sia quella di un agente cancerogeno di bassa potenza – prosegue – il numero di esposti è di miliardi di persone, e quindi si tratta di un enorme problema di salute pubblica, dato che molte migliaia potrebbero essere le persone suscettibili a danni biologici da radiofrequenze”. “Inoltre – continua Belpoggi – i nostri dati rafforzano la richiesta di adottare precauzioni di base a livello globale. Semplici misure sugli apparecchi, come un auricolare a molla incorporato nel telefono, oppure segnalazioni di pericolo sia nelle istruzioni che nella confezione di acquisto affinché l’apparecchio venga tenuto lontano dal corpo, e altre misure tecnologiche che io non so immaginare ma che sicuramente le compagnie
conoscono e possono mettere in atto, potrebbero costituire una prima misura urgente per correre ai ripari. Certo non immagino che si possa tornare indietro La salute pubblica necessita di un’azione tempestiva per ridurre l’esposizione, le compagnie devono concepire tecnologie migliori, investire in formazione e ricerca, puntare su un approccio di sicurezza piuttosto che di potenza, qualità ed efficienza del segnale radio. Siamo responsabili verso le nuove generazioni e dobbiamo fare in modo che i telefoni cellulari e la tecnologia wireless non diventino il prossimo tabacco o il prossimo amianto, cioè rischi conosciuti e ignorati per decenni”, conclude Belpoggi.



IN SVIZZERA GUFI FULMINATI DALLA CORRENTE DELLE LINEE DI MEDIA TENSIONE


Una ricerca dell’Università di Berna ha rivelato come un terzo dei 228 gufi rinvenuti lo scorso anno sia morto per colpa delle linee dell'alta tensione.
I gufi ,che il pericolo morte purtroppo non lo possono percepire, il rischio di folgorazione da corrente elettrica è reale e ha dei dati sconcertanti.
I gufi rinvenuti, come riferito dal media svizzero Neue Zürcher Zeitung, sarebbero venuti a contatto con i fili delle linee a media tensione. E’ loro abitudine coricarsi in cima ai tralicci prima della caccia notturna alle loro prede.
L’abitudine di molti uccelli di utilizzare come posatoi i tralicci metallici, tra cui appunto i gufi, è pericolosa soprattutto per le specie caratterizzate dalle maggiori aperture alari, come ad esempio i rapaci. Le ampie dimensioni favoriscono nelle fasi dell’atterraggio e del decollo il contatto tra le ali spiegate e gli elementi in tensione con conseguente folgorazione.
In condizioni di scarsa visibilità anche l’impatto con i fili durante il volo in rende gli elettrodotti pericolosi per i grandi volatili.

Se il gufo, o il rapace di grosse dimensioni, tocca simultaneamente due conduttori percorsi da tensione diversa provoca un cortocircuito in cui lo stesso rimane folgorato. ( Leggi QUI l’articolo originale )
FONTE : NANOPRESS.IT

martedì 17 aprile 2018

VARIAZIONE MEDICO SOSTITUTO Dr. TOMATIS E SITUAZIONE BANDO PER MEDICO DEFINITIVO


Lunedì 16 aprile siamo stati informati delle dimissioni della dott.ssa Zaloshvili, come medico sostituto provvisorio del dott. Tomatis.
Avendo contatti diretti con ATS ci siamo attivati subito per comprendere il problema e riuscire a trovare una soluzione.
La Direzione del Dipartimento Cure Primarie attivatasi è riuscita in giornata a trovare un sostituto che coprisse lo studio in attesa del bando per la definizione del medico definitivo,l’incaricato temporaneo individuato per la sostituzione del dott. Tomatis è

DOTT. MARCO STUCCHI

che opererà presso l’ambulatorio di viale Rimembranze, 151 di Sesto San Giovanni (come la precedente incaricata), Il dott. Stucchi prenderà servizio mercoledì 17 aprile 2018 negli orari di seguito indicati su appuntamento telefonico chiamando il numero  348 7427809:

LUNEDI’ dalle ore 17 alle ore 19
MARTEDI’ dalle ore 9 alle ore 12
MERCOLEDI’ dalle ore 17 alle ore 19
GIOVEDI’ dalle ore 8 alle ore 10
VENERDI’ dalle ore 17 alle ore 19
Il bando per la definizione del medico definitivo invece sarà pubblicato sul BURL intorno al 20 aprile per sei posti a Sesto San Giovanni di cui uno con il vincolo di apertura dell’ambulatorio nel quartiere Cascina Gatti.
I medici interessati dovranno presentare domanda alla ATS che provvederà a stendere la graduatoria in base al punteggio di ogni singolo medico, completate queste azioni, ATS, ad inizio giugno, comincerà a convocare i medici in ordine di graduatoria per l’accettazione del posto. Il medico che accetterà il posto dovrà iniziare l’attività entro 90 giorni.
Ringraziamo la Direzione Generale di ATS e La Direzione del Dipartimento Cure Primarie ATS che attivatisi prontamente sono riuscite in tempi brevi a risolvere un problema immediato (che ancora oggi facciamo fatica a comprendere) senza interrompere il positivo percorso avviato tra ATS Comune e Associazione.


Qui sotto il cartello che verrà esposto presso l'ambulatorio di Via Rimembranze 151:

venerdì 13 aprile 2018

CONVERSIONE INCENERITORE - COMUNICATO STAMPA


Mercoledì 28 marzo con un consiglio comunale aperto alla cittadinanza che abbiamo scoperto essere stato richiesto dalle forze di opposizione si è tenuta si è tenuta la presentazione dell'UNICO PROGETTO DI CONVERSIONE DELL’INCENERITORE.

Per ora, dopo 15 MESI dall'annuncio del comune di una sua trasformazione è stata l’unica occasione per poter comprendere lo “stato dei lavori” sul progetto di riconversione che dovrebbe portare allo “spegnimento” dell’inceneritore nel giro di pochi anni.
Dopo una breve esposizione dell’amministratore unico di Core che dopo aver ribadito il corretto funzionamento dell’impianto con i valori delle emissioni sotto i limiti di norma con la fine della sua “vita impiantistica regolare” e chiudendo il mutuo nel 2019 (pur avendo già ricevuto l’autorizzazione da parte di Regione Lombardia a proseguire con l’incenerimento dei rifiuti fino al 2026), per scelta, e non per emergenza, ha affrontato di valutare il progetto di conversione.
Sono posizioni che ovviamente non condividiamo, ci limiteremo solo a precisare che oltre a non indicare gli inquinanti non rilevati si è dimenticato di citare che sono decenni che questo impianto emette anche un inquinamento acustico che impatta sul quartiere, rendendo in alcuni momenti la situazione invivibile.
Successivamente è seguita la relazione di CAP HOLDING, incaricata dalla precedente amministrazione di elaborare un progetto di riconversione, al momento l’UNICO.
All’inizio il progetto venne presentato solo la conversione per l’incenerimento dei fanghi prodotti dal depuratore adiacente mente mercoledì è stato presentato un quadro differente (forse invogliato da incentivi statali che prima non erano presenti).
L’intenzione dell’azienda è quella di trasformare l’area in un centro che:
  • Centro per il trattamento dei fanghi di depurazione che Cap holding produce nei suoi depuratori (non più solo quello di Sesto)
  • Centro di produzione di bio gas da trasformare in bio metano che verrebbe poi utilizzato per il funzionamento dei mezzi di Area Sud per la raccolta dei rifiuti (per i quali attingerebbe a dei finanziamenti)
  • Centro di ricerca sull'economia circolare e sul trattamento dei fanghi e dei rifiuti

La presentazione, generica, è stata preceduta da una analisi L.C.A. (LIFE CYCLE ASSESTAMENT) fatta eseguire dal Politecnico di Milano partendo da alcuni obbiettivi come:
  • Ridurre l’impatto ambientale (ponendo a 100 quello provocato dall'inceneritore l’obbiettivo è ridurlo arrivando a 20)
  • Impatto sociale (mantenendo l’occupazione dei 45 lavoratori presenti)
  • Equilibrio economico senza aggravio di costi per la comunità
  • Un progetto che preveda la creazione di un impianto votato all'economia circolare

Premesso che i dubbi sulla presentazione fatta sono tanti e che del trattamento a freddo dei rifiuti solidi non se ne è neanche accennato, iniziamo con la gestione dei fanghi di depurazione delle acque reflue ricavati dal ciclo di depurazione che riconsegna acqua adatta all'irrigazione dei campi o ad essere reimmessa nei fiumi, i fanghi verrebbero inceneriti con un volume annuo di 14.000 t/anno (contro le 70.000 t/anno attuali) ed è vero, rappresentano una diminuzione in termini di massa, ma facciamo presente che solo alcuni mesi fa si parlava di 7000 t/anno (ovvero il 50% in meno) e, soprattutto, si parlava solo del trattamento dei fanghi generati a Sesto e su questo punto non è stata presentata, o pubblicata l’analisi di cosa andiamo ad immettere in atmosfera o nell'ambiente, mentre manca completamente un’analisi di tipo sanitario sull'impatto che queste emissioni possano avere sulla popolazione e che l’analisi L.C.A. dal Politecnico di Milano non è in grado di dare.
Non si è affrontato il problema che genera la produzione di biogas in un ambito URBANO, ovvero di quei sottoprodotti difficili da gestire e che possono trasformarsi in inquinamento delle falde o dei terreni, senza considerare la quantità di Nox che viene emessa dalla produzione di biogas, che ricordiamo (in particolar modo il biossido di azoto) aggrava le condizioni nei malati di asma e chi soffre di malattie respiratorie croniche o di malattie cardiache.
La gestione dei fanghi è poi stata presentata un po’ superficialmente, e sembra non sia stato considerato un eventuale contaminazione critica determinata da eccessi di idrocarburi, cromo esavalente, metalli pesanti o droghe ecc.… purtroppo presenti nei nostri sistemi fognari.
Non capiamo perché in questa fare ci si sia chiusi a riccio evitando qualsiasi confronto con la cittadinanza, comitati e associazioni, confronto che avrebbe solo potuto arricchire il progetto a livello macroscopico portando in evidenza le criticità, non capiamo il perché in un paese come la Danimarca si è costruito una collina per coprire un inceneritore (clicca QUI per leggere i dettagli) e ridurre l’impatto ambientale (mentre qui si continuano a presentare slide con edifici o colate di cemento)
 

Chiediamo di poter accedere alle analisi di impatto ambientale e che venga eseguita DA UN ENTE INDIPENDENTE una valutazione sanitaria sulle immissioni rilasciate e che venga riconosciuta una compensazione ambientale per il Quartiere di Cascina Gatti.
Non siamo contrari a prescindere, ma LA PERCEZIONE AVUTA È CHE SIA STATO GIÀ’STATO DECISO TUTTO, abbiamo assistito alla presentazione di un progetto in una fase già avanzata, l’incontro è apparso come una cortesia per informare la cittadinanza ne è la prova della quasi totale assenza di richieste, precisazioni o contestazioni da parte della politica locale, un ulteriore conferma arriva dal fatto che l’amministrazione comunale sembra non avere altri progetti per l’area di CORE, per la serie c’è solo questo e questo deve essere fatto come è già stato deciso.


domenica 8 aprile 2018

TERNA CANCELLA INTERCONNECTOR AUSTRIA-ITALIA


L’elettrodotto Italia-Austria che doveva passare attraverso la stazione di Volpago, non si farà più. Come scrive La Tribuna di Treviso (clicca QUI per leggere l’articolo), il gruppo Terna ha cancellato il progetto dal piano di sviluppo 2018 pubblicato sul sito. Se un raccordo energetico con l’Austria si farà in futuro, esso probabilmente sarà fatto passare attraverso il tunnel del Brennero attualmente in costruzione, il progetto della nuova linea da 380 kV è si presente nel piano di sviluppo di Terna per il 2017, ma relegata nelle opere in valutazione (ovvero non ha carattere prioritario)




Sembra invece confermato l’impegno a realizzare la stazione elettrica di Volpago del Montello, si tratta di una stazione di conversione 380/220/132 kV estesa su otto ettari e che coinvolgerà complessivamente 13 comuni trevigiani ed uno veneziano (Scorzè). 


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venerdì 6 aprile 2018

NEL SEVESO 1.420 SCARICHI ABUSIVI- MA LE ISTITUZIONI DOVE SONO ???????



Non possiamo che sostenere, condividere ed esprimere piena solidarietà al messaggio rilasciato dall'Associazione Amici del Parco Nord.

Siamo in una regione all’avanguardia, eppure da tempo sappiamo nel fiume Seveso vi sarebbero circa

1.420 scarichi abusivi

ma cosa si aspetta ad intervenire? dov'è la Regione Lombardia? Arpa? La Magistratura ? Siamo nel 2018 a.c. cosa state aspettando ??

di seguito l’inizio del comunicato:

Egregi Signori, Autorità preposte,Ci risulta che ci sia in corso (ed anche da qualche tempo) una inchiesta della Magistratura milanese che ha accertato che nel fiume Seveso vi sarebbero circa 1.420 scarichi abusivi. E’ evidente che non si possa avere piena contezza del contenuto delle amplissime attività di indagine fino a che queste non siano concluse dalla Magistratura inquirente, ma si può ritenere che le evidenze e la notizia di tali accertamenti siano certamente già pervenute ai Vostri rispettivi Uffici, per quanto di Vostra competenza. E’ anche evidente il gravemente dannoso impatto che questo fatto ha sul fiume e sui bacini nei quali si sta progettando di far defluire e decantare queste acque, in particolare a riguardo della vasca di laminazione prevista nella zona di Niguarda-Parco Nord di Milano”.


FONTE :NORDMILANO24


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