All’inizio di settembre abbiamo assistito all'incendio della RSA abbandonata a se stessa da anni , ( lo abbiamo raccontato in questo post ) ora le indagini hanno permesso di identificare le dieci persone responsabili ( tutte residenti nella zona ) a darne l’annuncio la stampa ( vedi i link qui sotto ).
Come si apprende dagli articoli i dieci aspiranti
incendiari hanno spiegato che il loro gesto è nato dal risentimento e dalla esasperazione per il degrado in
cui è caduto lo stabile e per scippi e atti di vandalismo avvenuti nella zona,
di cui ritenevano responsabili gli occupanti del palazzo abbandonato. Per dar loro una lezione, i dieci indagati, che non
si conoscevano bene ma hanno deciso di bruciare i pagliericci e gli averi dei
migranti su due piani diversi, quando l'edificio era vuoto.
Il gesto è sicuramente stupido, soprattutto pensare
che nel 2016 i problemi si possano risolvere con un attacco incendiario la dove
il problema è STRA-CONOSCIUTO, e se si vuole anche creato ( una volta chiusa
via Adriano 60 , queste persone dove si pensava andassero ????? ) .
Una situazione che mette in luce tutta la miopia,
l’incapacità e i limiti di un sistema che coinvolge tutti quegli enti preposti
incapaci di coordinarsi nel dare delle risposte nel medio termine, riuscendo a
far degenerare qualsiasi cosa succeda.
Noi non siamo nel Comune di Milano, ma la struttura è
qui di fianco a noi, ciò che succede lo vediamo , le viviamo e lo subiamo, oggi
affermare che è stato solo un gesto di 10 stupidi è falso, come è falso bollarlo
come atto razzista, se incominciamo invece a vederlo e ad analizzarlo come la
“goccia che ha fatto traboccare il vaso” e ci si rendesse conto che si sta
portando all'esasperazione una comunità ( metropolitana ) forse si riuscirebbe a
comprendere il problema , e come spesso accade quando si riesce a vedere il problema si
incomincia a far qualcosa per risolverlo, finendola di esasperare gli animi o di far finta che il problema non esista.
- ARTICOLO SUL GIORNO/MILANO
- ARTICOLO SU SKY TG24
- ARTICOLO SU REPUBBLICA/MILANO
- ARTICOLO SU CORRIERE DELLA SERA/MILANO