Ci è
giunta la comunicazione che nella giornata di lunedì 6 aprile 2020, Città
Metropolitana di Milano ha inviato a Gruppo CAP una comunicazione ufficiale in
merito all'iter autorizzativo relativo al progetto Biopiattaforma nella quale recepisce
quanto previsto dal D.L. “Cura Italia”, in particolare quanto previsto all'art.
103 e 113 del decreto, Città Metropolitana di Milano ha sospeso i termini di
pubblicazione precedentemente previsti: il termine per la consegna delle
osservazioni viene prorogato fino al 25 maggio 2020.
Si
ricorda che chi avesse intenzione di presentare osservazioni e pareri al progetto
presentato (scaricabile dal sito https://biopiattaformalab.it), questi possono essere inviati da chiunque (liberi
cittadini, associazioni, comitati, enti…), entro il 25 maggio 2020 utilizzando il seguente indirizzo di
posta elettronica certificata:
Si informa che l’Associazione
Sottocorno insieme al Comitato di Cascina Gatti, con un documento condiviso, hanno
già inviato in data 01/04/2020 le osservazioni relative al progetto "Polo
Tecnologico di Sesto S Giovanni - Biopiattaforma Integrata CAP”
A seguito degli sproloqui apparsi nei commenti fino a ora, precisiamo che:
D'ora in avanti verranno pubblicati solo commenti privi d'insulti e minacce o che non rechino offesa ad alcuno.
Il sig. Orazio La Corte non fa parte dell'Associazione Sottocorno, è un attivista ambientale di Sesto San Giovanni con il quale ci confrontiamo e che ringraziamo per tutto il lavoro svolto fino ad ora a livello ambientale a Sesto.
Non dobbiamo rispondere a nessuno, tantomeno a leoni da tastiera o provocatori di qualche partito politico, ne a soggetti che scrivono con altri account, siamo in Italia che fino a prova contraria è uno stato democratico nella quale esite la libertà di pensiero e nella quale esistono mezzi leciti e strutture abilitate per opporsi a scempi urbanistici ed ambientali, con buona pace degli amanti dei totalitarismi dell'est europa, esistono inoltre strutture interne al comune adibite al confronto e alla consultazione su temi specifici, consulte indette, costruite e definite dalla giunta stessa che in questo caso sono state completamente ignorate o volutamente scavalcate (e questo sarà un punto tutto da comprendere nelle sedi opportune).
Esistono mezzi e tecniche per agire sugli stati di pericolo, alberi compresi, se cadrà un albero sarà esclusivamente a causa di chi preposto (a termini di legge) non è intervenuto a tempo debito, sicuramente gli alberi già tagliati con un tronco di 10 cm alti 1,5 metri non rappresentavano un pericolo.
La pagina facebook dell'associazione non è per noi una pagina di confronto (come sa benissimo chi ci conosce), i confronti si fanno di persona nelle sedi opportune e servono per costruire o modificare nel rispetto delle leggi e non per dar adito a "fenomeni" del nuovo millennio di insultare e di presentare minacce di alcun tipo.
Crediamo di aver chiarito in tutti i modi la nostra posizione a difesa di quello che consideriamo un danno ambientale per la città, che oltre modo non risulta essere giustificato da nessuna motivazione tecnica, non abbiamo nulla contro i residenti (questa non è una guerra di quartiere) se qualcuno non gradisce quanto scriviamo, è invitato a non leggere post e di agire pure come meglio creda, se post di questo genere hanno scatenato tanta "educazione" evidentemente abbiamo scoperchiato qualcosa che si voleva far rimanere nascosto.
Informiamo che tutti i commenti con insulti e relative pseudo-minacce dei mittenti sono stati inviati allo studio legale che ci assiste, e con esso saranno valutate tutte le azioni necessarie.
In ritardo rispetto alla notizia apparsa sui social o giornali locali, ma abbiamo
voluto verificare, e in effetti il Tribunale civile di Monza (Sez. II), con
ordinanza cautelare del 20 marzo 2020, ha sospeso su una denuncia presentata
da un residente (che al momento ha chiesto di rimanere anonimo) l'abbattimento dei platani, appoggiando di fatto i ricorsi presentati da cittadini,associazioni
e comitati sul folle taglio di ben 95 esemplari di Platano sani presenti nel Villaggio Falck.
L'ordinanza, obbliga Il Comune di Sesto San Giovanni
ad interrompere immediatamente i lavori in corso, infatti il Giudice civile ha
disposto “’l’immediata interruzione e sospensione dell’opera di abbattimento
degli alberi posti all'interno del Villaggio Falk, attuata in forza della
determinazione dirigenziale n.162/2020”.
Nessuna
Fake news (come tanto sbandierato da qualcuno), in data 20 marzo 2020 il giudice :
Non siamo
qui a festeggiare, perché di fatto hanno perso tutti, in primis le decine di alberi già abbattuti, ringraziamo però chi
ha presentato la denuncia al tribunale in un periodo complesso come questo che
è andata a sommarsi ai vari esposti presentati e alle firme raccolte dalla
pagina Facebook SestoMale, ringraziamo anche l'assessore Lamiranda per il
riepilogo presentato sulla sua pagina facebook (rammentandogli però di non essere entrato nel merito
delle contestazioni esposte nel precedente post).
Da parte
nostra l'impegno di affrontare questo problema, come quello dei sistematici
abbattimenti eseguiti in tutta la città in tutte le consulte da noi
presenziate, lo ribadiamo non siamo contro l'abbattimento di una albero
pericolante, siamo contro un taglio indiscriminato e soprattutto su un progetto
globale della città dal quale siamo stati esclusi come tutte le forze civiche
che vi hanno partecipato fino ad ora, e su un modus operanti completamente
opposto al modello partecipativo che fino a qualche mese fa veniva sbandierato.
Non siamo faziosi, non siamo di parte, il fatto che qualcuno arbitrariamente ci attacchi a seconda della propria convenienza, dandoci del "fascista" prima e del "comunista" dopo può solo che rallegrarci, perché siamo liberi e non dobbiamo render conto a nessun partito politico di destra, di centro o di sinistra. IL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL'ASSOCIAZIONE SOTTOCORNO
Pensavamo tutti fosse auspicabile e invece le dichiarazioni
emesse ieri durante il Consiglio dove è stato approvato un
documento con indicazioni tecniche relativamente agli aspetti ambientali della
pulizia degli ambienti esterni e dell’utilizzo di disinfettanti nel quadro
dell’emergenza Covid-19 e sue evoluzioni afferma il contrario o meglio che può provocare più danni che benefici.
Nel documento
di indirizzo approvato dal Consiglio del SNPA il 18/03/2020 che riportiamo qui
sotto ( che potete scaricare da QUI ), l'Istituto
Superiore di Sanità (ISS) con parere del 18 marzo 2020 ha fornito indicazioni
generali sulla "Disinfezione degli ambienti esterni e utilizzo di
disinfettanti (ipoclorito di sodio)
su superfici stradali e pavimentazione urbana per la prevenzione della
trasmissione dell'infezione da SARS-CoV-2, nel dettaglio a pagina 2 c’è l’esplicita
segnalazione/allarme a non cospargere
ripetutamente con disinfettanti piazze e strade poiché ciò potrebbe comportare
inquinamento ambientale che dovrebbe essere evitato, al contrario di quanto espresso negli ultimi articoli che sono usciti sui giornali.
Nella
nota sottostante, sempre a pagina 2, si può leggere:
”Nel richiamare che, come noto, l'uso di
ipoclorito di sodio, sostanza corrosiva per la pelle e dannosa per gli occhi,
per la disinfezione delle strade è associabile ad un aumento di sostanze
pericolose nell'ambiente con conseguente possibile esposizione della
popolazione e degli animali, va sottolineato come tale utilizzo, qualora
indiscriminato, sia in grado di nuocere alla qualità delle acque superficiali
arrecando anche un danno alla vita negli ambienti acquatici, nonché alla
qualità delle acque sotterranee qualora veicolato tramite acque di scolo non
convogliate negli impianti di depurazione. Particolare attenzione va inoltre
data anche nelle aree servite da fognatura con trattamento di depurazione
all'impatto che quantità eccessive di ipoclorito di sodio possono avere sulla
funzionalità degli impianti biologici di trattamento delle acque, con
conseguenze negative sulla qualità degli scarichi finali. L'ipoclorito di sodio in presenza di materiali organici presenti sul
pavimento stradale potrebbe dare origine a formazione di sottoprodotti
estremamente pericolosi, quali clorammine e trialometani e altre sostanze
cancerogene volatili. Non è inoltre possibile escludere la formazione
di sottoprodotti pericolosi non volatili che possono contaminare gli
approvvigionamenti di acqua potabile.”
Invitiamo i comuni a leggere bene il documento perché,
i danni che si provocherebbero nel lungo periodo con l’utilizzo prolungato di
tale prodotto sarebbero gravi sia per l’ambiente che per la salute pubblica, oltre
a non essere giustificati.
Grazie ad un progetto di riqualificazione nascosto e venendo meno alle normative
vigenti e ad una condivisione del progetto stesso con la cittadinanza, il
comune di Sesto San Giovanni ha prima progettato e poi fatto eseguire l’abbattimento
dei platani nascondendosi dietro l’abbattimento delle barriere architettoniche
e ad un progetto di riqualificazione, ma riepiloghiamo chiariamo i fatti…
In data 04
marzo 2020 sono iniziati gli abbattimenti dall'impresa che ha vinto la gara di appalto per il taglio degli alberi, avviando il taglio
integrale (abbattimento) dei platani che si trovano all'interno del Villaggio
Falck con la parte di ingresso in Viale Italia ANTICIPANDO i lavori che invece erano stati
previsti nel crono-programma della delibera di giunta in data 01 maggio 2020.
Questo
progetto arriva in fase esecutiva dopo una "contrattazione" eseguita con i soli
residenti (così afferma il sindaco da noi interpellato), peccato però che abbia
nascosto ai propri cittadini e in particolar modo alla consulta dell’ambiente e
alla consulta P.E.B.A. (tavolo di
progettazione partecipata per la riduzione delle barriere architettoniche)
ovvero alle commissioni preposte ad esprimersi su tali argomenti, i
dettagli del progetto, soprattutto quando si parla di alberi secolari e in
salute di PROPRIETÀ COMUNALE (e non del singolo villaggio).
Facciamo
inoltre notare che il “Villaggio Falck”
è stato inserito nel PGT della città come “bene storico documentale” in
questo modo l’Ente comunale ha sottoposto a tutela l’intero Villaggio comprese
le alberature dei viali e delle strade, alberature d’epoca avente un indubbio
valore storico, ambientale e paesaggistico riconoscendo così ai sensi della
Legge 10/2013, i platani che, rientrano nelle alberature previste dal 1
comma, lettere b) e c) dell’art. 7 della Legge 10/2013, in quanto costituenti
filari e alberate di particolare pregio paesaggistico, trovandosi gli
stessi nel contesto monumentale, storico e culturale del cosiddetto “Villaggio
Falck”.
Per poter
intervenire sulle alberature protette il Comune avrebbe dovuto fare una variante
al proprio PGT stralciando il Villaggio dall'elenco dei beni storici
documentali.
Il Comune non solo
non ha rispettato la legge 10/2013 ma, con quanto eseguito in questi giorni, ha
violato il proprio Regolamento sul verde cittadino, che vieta l’abbattimento
degli alberi, salvo casi ben specifici previsti dall'art. 8, punti b e c) nel
dettaglio:
b) dall'albero o dalla siepe provengano
pericoli non altrimenti eliminabili per persone o cose;
c) l’albero sia ammalato e la sua
conservazione non sia possibile.
Stando al Regolamento
comunale, lo stesso Comune per potere tagliare gli alberi avrebbe dovuto prima
censire il patrimonio arboreo, quindi acquisire il parere di un esperto o più sullo
stato di salute degli alberi, ma questa relazione non pare
sussistere, in quanto non presente negli atti della DGC 402/2019.
A novembre 2019 è stata chiesta da alcuni cittadini (purtroppo a noi
pervenuta solo in data 11 marzo 2020) la comunicazione di ERSAF Lombardia, chiamata
ad esaminare questi platani al Villaggio Falck, il documento qui sotto è la dichiarazione
con il quale il giorno 11 ottobre 2019, l’ispettore Fitosanitario di ERSAF dichiara
che i platani erano tutti sani sul Ceratocystis platani (fungo agente di
cancro colorato).
Questi 95 platani sono da considerarsi
un patrimonio comune da tutelare, soprattutto in una epoca caratterizzata da un
forte inquinamento, da gravi problematiche e devastazioni ambientali e
climatiche, che ormai sono sotto gli occhi di tutti come le cronache
puntualmente riportano da tutto il mondo, Per questo motivo abbiamo chiesto in tutte le
sedi (purtroppo in ritardo)di intervenire urgentemente,
disponendo in via immediata la sospensione del taglio degli alberi, la
revisione del progetto di riqualificazione.
Non
siamo stupidi e lo diciamo fin da subito, il rispetto delle norme per l’accesso
ai disabili sicuramente avrebbe previsto l’abbattimento di qualche albero
(piantumato da scellerate giunte precedenti), ma tra qualche albero e l’abbattimento
di tutti i platani c’è una differenza enorme, il taglio di alberi è e deve
essere l’ultima spiaggia e non l’evento più semplice e auspicabile, per salvare
quello che è un patrimonio comunale ci saremmo aspettati (magari) il
restringimento della carreggiata, oppure la creazione un marciapiedi solo da un
lato, oppure dei sensi unici o un area pedonabile con limitato accesso alle
auto, insomma ci aspettavamo una progettazione che avesse rispetto dell’ambiente
e che riuscisse a tener valide le aspettative di chi ci abita invece di una
progettazione “scolastica” che ha tagliato l’unico polmone verde “storico”
presente nell'area nord della città, che è giusto ricordare è un Sito di Interesse
Nazione a causa dell’inquinamento accumulato.
Per
quello che ci riguarda, i cento e passa alberi che verranno piantumati, promessi
a compensazione, servono solo per nascondere il danno procurato da chi non
comprende la differenza ambientale che c’è tra un albero secolare e una pianta
che deve iniziare a crescere.
Ancora
una volta, e con rammarico, annotiamo la mancanza di una politica ambientale
seria sul territorio.
il Consiglio Direttivo dell'Associazione di via P.SOTTOCORNO
via P.Sottocorno 18 - 20099 - Sesto San Giovanni (Milano)
Dalla pagina Facebook SESTOMALE è
stato lanciato un appello a firmare una petizione per fermare i lavori al
Villaggio Falck poiché nel progetto di
riqualificazione del Villaggio Falck è previsto l'abbattimento di 95 (NOVANTACINQUE
!!!!!!) alberi, di cui molti secolari, tutti sani, per ripristinare i
marciapiedi.
Non comprendiamo il motivo di tanto accanimento
contro gli alberi, non sappiamo il perché si è arrivati a tale situazione, ma sappiamo
che c’è sempre un altro modo di progettare la città e salvaguardare il verde e
gli alberi, forse costa di più ma c’è sempre un altro modo, magari non si
salvano tutte e 95, magari ne salviamo la metà, ma la percezione che si ha è
quella che non si sia fatto tutto il necessario e si sia dato adito alle sole
persone che si lamentano (magari anche a ragione per una sbagliata costruzione
del quartiere) ma crediamo che non si sia tenuto conto dell’importanza di quest’area
verde nel contesto urbano.
Ci uniamo all’appello fatto chiedendo che venga presa in considerazione la
possibilità di revisionare tutte le piante e salvarne il più possibile, con un
progetto che sia condiviso con i residenti.
I satelliti della NASA ed
ESA hanno rilevato livelli di biossido di azoto insolitamente bassi sopra la
Cina per le misure adottate contro il COVID-19.
Il deciso ed inaspettato calo di un gas inquinante e
altamente irritante, come il biossido di azoto (NO2) un gas secondario che si
forma per effetto delle emissioni è dovuta alla chiusura forzata delle attività
lavorative, dei trasporti e delle aggregazioni sociali, centrali energetiche e
complessi industriali così con lo stop forzato di molte attività economiche,
anche i livelli di inquinamento nella troposfera sono sensibilmente calati.
L'immagine in apertura mette a confronto la concentrazione di
NO2 in Cina dall'1 al 20 gennaio 2020 (a sinistra) al 10-25 febbraio 2020,
ossia prima e durante la quarantena.
E in Lombardia come va? La situazione ora,
rispetto al mese scorso sembra essere mutata (anche se è ancora presto per
dirlo) ma lo stop imposto dall'epidemia di Corona-virus “potrebbe aver
contribuito” a invertire la rotta della concentrazione di polveri sottili e degli inquinanti nell'aria che, in poco meno di due mesi, avevano reso la Pianura Padana una
zona rossa in quanto a inquinamento.
Le disposizioni relative
al contenimento e alla gestione del contagio da Coronavirus emesse già da 15
giorni hanno coinvolto la Lombardia e in Veneto (regioni con la più elevata
concentrazione di impianti produttivi e di persone), sospendendo tutti i
servizi educativi e i viaggi di istruzione, chiudendo musei e cinema e
invitando la popolazione ad adottare norme virtuose per evitare la propagazione
dell’epidemia virulenta, e così sono state molte le realtà lavorative che, alla
luce dell’ordinanza, hanno adottato lo smart working e il telelavoro, limitando
di fatto gli spostamenti e l’uso di automobili e veicoli a motore rendendo
città sovraffollate come Milano a città a tratti quasi deserte.
Così consultando i dati forniti dall’Agenzia
Regionale per la Protezione dell’Ambiente, scopriamo che l’aria, a Milano è
effettivamente migliore ma alcuni valori tendono a rialzarsi e forse il
miglioramento avuto è dovuto per lo più ai forti venti e alle piogge avute in
coincidenza con l’arrivo del virus che allo stop della circolazione delle
persone, e questo tenderebbe a ridimensionare (e di molto) l’inquinamento
generato dai motori termici (gli unici ad essere stati fermati dal virus) e a
rivalutare l’inquinamento generato dal settore industriale e dai riscaldamenti
(vero problema mai affrontato).
In un servizio della Rai del 1969, la storia
dell'epidemia influenzale che cinquant'anni fa colpì la nostra Penisola, da
Nord a Sud, battezzata "l'epidemia di Hong Kong" (perché si
sviluppò in quel Paese nel luglio del 1968), arrivò nel 1969 anche in Italia e nel resto del continente europeo.
I disagi, allora
come oggi, non mancarono, come non mancarono gli ammalati (a migliaia) ospedali e
cliniche furono presi d'assalto e molte furono anche le vittime.
Nello storico video si spiega che "Occorre fermare il virus
prima che arrivi. Prevenire, insomma, non soltanto reprimere".
Consigli che ancora oggi risultano molto attuali, peccato che non vengano presi altrettanto seriamente per quanto riguarda l'ambiente e l'inquinamento.
Non vorremmo esagerare, (ne tanto meno strumentalizzare un argomento come questo) ma vista l'azione invasiva
(che non è limitata solo alla città di Sesto San Giovanni ma presente in tutta
Italia a macchia di leopardo) ci chiediamo se EFFETTIVAMENTE GLI ALBERI AD ALTO FUSTO OSTACOLANO IL 5G, come da diverso tempo
qualcuno sta denunciando.
Anticipiamo subito che
NON ci aspettiamo una "deforestazione urbana" (come qualcuno divulga),
sicuramente una cura maggiore, potature più frequenti e sicuramente qualche
abbattimento (selettivo) inserito in opere di bonifica molto generali, magari non autorizzate o giustificate.
L'allarme, già stato lanciato
anni fa, non venne compreso dal mondo ambientalista in modo corretto, i motivi apparvero subito troppo allarmistici ma, soprattutto, non se ne comprendeva l'invasività. Già in tempi non sospetti si avvisava che si sarebbero date
spiegazioni risibili, per il taglio degli alberi tra queste le giustificazioni sulle quali ci avvisarono erano:
Gli alberi "risultano di colpo tutti malati";
oppure ti dicono che ne pianteranno
degli altri, (più piccoli e bassi!!!!!);
oppure ti dicono che sono diventati, improvvisamente,
tutti pericolosi." cioè, alberi secolari, che sono lì da decine di
anni, di colpo diventano una minaccia per la popolazione.
Affermazioni che oggi sembrano profezie avverate, Ma allora, qual è la verità? E' davvero un problema di mala gestione o di totale incuria avvenuto negli ultimi 20 o 30 anni? E' vera l’equazione piùalberi e meno antenne da quelli che vengono
definiti dalle lobby delle TELCO i "complottisti"?
Cercheremo di spiegarlo in maniera
semplice in modo da non "strumentalizzare" o da non creare allarmismo (concetto tanto caro ai negazionisti), per far questo riprenderemo le affermazioni del dott. Andrea Grieco, docente di
fisica a Milano ed esperto dei problemi legati
all'inquinamento elettromagnetico che abbiamo conosciuto al convegno di
Milano lo scorso anno fatte ad una rivista online in data 18
aprile 2019:
“L’acqua, di cui in genere sono ricchi gli
alberi e le piante, assorbe molto efficacemente le onde elettromagnetiche
nella banda millimetrica, per questo motivo costituiscono un ostacolo alla
propagazione del segnale 5G. In particolare le foglie, con la loro
superficie complessiva elevata, attenuano fortemente i segnali nella
banda UHF ed EHF, quella della telefonia mobile. Gli effetti biologici sono
ancora poco studiati, però alcune ricerche rilevano danni agli alberi e alle
piante sottoposte a irraggiamento da parte delle Stazioni Radio Base (le
antenne spesso sui tetti dei palazzi)
Ai tecnici del settore il fenomeno è noto come le (inesplorate) microonde millimetriche dalle "mini" antenne del 5G trovino
negli alberi un ostacolo nel trasporto dati,infatti il segnale del
wireless di quinta generazione NON HA lo stesso campo elettrico, ne la stessa
potenza e di conseguenza la stessa forza di penetrazione a lungo raggio dei precedenti standard [ 2G,
3G e 4G ] in pratica, l’albero funge da barriera, le foglie dell’albero, piene d’acqua,
assorbono lo spettro di banda del 5G, impedendone l’ottimale ricezione del
segnale emesso dalle mini-antenne.
Certo il problema potrebbe risolversi
installando le micro antenne ad altezze inferiori rispetto ad alberi secolari,
ma sicuramente rappresenterebbero un ulteriore investimento dai costi elevati soprattutto dopo
anni in cui si sono cambiati i lampioni pronti a ricevere i trasmettitori di
nuova generazione. Complottismo? NO, le prove arrivano dall'ente britannico per la cartografia
leggi QUI il report completo,
un documento di 46 pagine sulle pianificazioni geo-spaziali del 5G stilato
come manuale d’uso per pianificatori e autorità locali dal Dipartimento
per la digitalizzazione, cultura, media e sport dell’autorevole Ordance Survey (ente
pubblico del Regno Unito incaricato di redigere la cartografia statale),
spiegando l’avvio della fase sperimentale del 5G afferma infatti che
nella strade urbane si deve prima di tutto “valutare se l’area ha un flusso di
traffico significativo e in particolare autobus e camion,” per poi considerare
come il segnale del 5G possa essere impattato, cioè ostacolato, “identificando
tutti gli oggetti significativi in genere” con altezza “oltre i 4 metri”,
quali ad esempio “pareti alte, statue e monumenti più piccoli,
cartelloni pubblicitari e” (guarda caso) “alberi di grandi
dimensioni e siepi alte”, poiché arbusti, foglie e rami “devono
essere considerati come bloccanti del segnale” del 5G al pari di materia
solida (pietra e cemento).
Purtroppo quella che è sempre stata bollata dai fenomeni del web come una bufala si sta rilevando una verità, un pugno alla
bocca dello stomaco per la natura, sensibilità e intelligenza umana, ma
forse è uno dei tanti lati oscuri del 5G, che non ci raccontano nelle
ammiccanti offerte all inclusive e negli spot pubblicitari.
Speriamo di sbagliarci, ma qualcosa non quadra,
probabilmente quanto successo a Sesto San giovanni è frutto di una mancata
politica ambientale degli ultimi decenni (che comunque va provata e descritta
prima degli abbattimenti e non dopo con proclami d'innocenza e di "buon governo"), sicuramente è venuta a mancare una sana e corretta
comunicazione sul tema.
Sicuramente stiamo vivendo un evento raro, mai successo
prima, sicuramente le scelte fatte avranno un fondamento per contenere il
virus, ma è sicuro che dagli allarmanti proclami iniziali siamo passati ad un
ridimensionamento di tutto ciò classificandolo ora come “una situazione difficile, ma non così tanto pericolosa, il
virus è molto aggressivo nella diffusione ma molto meno nelle conseguenze”, tradotto “poco più di una normale influenza”, e allora dov'è la novità ? non
è la prima volta che un’influenza si presenta aggressiva e mortale, una forma influenzale “nuova”, aggressiva fu la “Spagnola”
(H1N1) che si manifestò tra il 1918 e il 1920, nel 1957 l’Asiatica (H2N2), nel
1968 l’influenza di Hong Kong, 1977 l’influenza Russa.
Oggi però è diverso, siamo nell'era della
comunicazione globale, letteralmente “martellati” 24 ore su 24 da esperti, pseudo-esperti, giornalisti e politici che di fatto non dicevano nulla, manifestando solo una gran voglia di apparire e fare audience generando in questo modo un allarmismo ingiustificato,
che a sua volta è stato amplificato da un’ampia base che ripropone tutto subito
su qualsiasi piattaforma social in maniera compulsiva senza mai ragionare
o verificare la veridicità delle affermazioni, e così abbiamo assistito e partecipato a
comportamenti assurdi, con assalti ai supermercati e panico diffuso. Tutto questo non si è invece mai posto per i problemi legati al cambiamento climatico o a quelli ben più gravi dell'inquinamento, visto che si registrano temperature folli e medie stagionali elevate
con temperature record di 20 gradi sia in zona artica che antartica, eppure fino ad oggi cambiamenti climatici ed inquinamento fanno più vittime del corona virus, ma allora perché non c'e' questo allarmismo?
Una spiegazione viene data QUI in questo articolo
pubblicato su La Stampa che analizza
la percezione del rischio (che vi invitiamo a leggere), noi proviamo a fare una
sintesi, come 100 anni fa siamo ancora un popolo di superficiali e poco istruiti (ma con il cellulare sempre connesso!!), soprattutto di egoisti per
cui se il problema ci colpisce direttamente ci attiviamo manifestando anche comportamenti scomposti e isterici, ma se solo riguardano la “comunità” allora il problema non ci tocca,
soprattutto se dobbiamo modificare le nostre abitudini di vita il problema non è mai nostro è
sempre del mio vicino (di scrivania, di casa, di palazzo, di paese, di
nazionalità), ovvero degli altri.
MEDITIAMO GENTE, MEDITIAMO perché
di pianeta terra ne abbiamo una sola!!