Non vorremmo esagerare, (ne tanto meno strumentalizzare un argomento come questo) ma vista l'azione invasiva
(che non è limitata solo alla città di Sesto San Giovanni ma presente in tutta
Italia a macchia di leopardo) ci chiediamo se EFFETTIVAMENTE GLI ALBERI AD ALTO FUSTO OSTACOLANO IL 5G, come da diverso tempo
qualcuno sta denunciando.
Anticipiamo subito che
NON ci aspettiamo una "deforestazione urbana" (come qualcuno divulga),
sicuramente una cura maggiore, potature più frequenti e sicuramente qualche
abbattimento (selettivo) inserito in opere di bonifica molto generali, magari non autorizzate o giustificate.
L'allarme, già stato lanciato
anni fa, non venne compreso dal mondo ambientalista in modo corretto, i motivi apparvero subito troppo allarmistici ma, soprattutto, non se ne comprendeva l'invasività.
Già in tempi non sospetti si avvisava che si sarebbero date spiegazioni risibili, per il taglio degli alberi tra queste le giustificazioni sulle quali ci avvisarono erano:
Già in tempi non sospetti si avvisava che si sarebbero date spiegazioni risibili, per il taglio degli alberi tra queste le giustificazioni sulle quali ci avvisarono erano:
- Gli alberi "risultano di colpo tutti malati";
- oppure ti dicono che ne pianteranno degli altri, (più piccoli e bassi!!!!!);
- oppure ti dicono che sono diventati, improvvisamente, tutti pericolosi." cioè, alberi secolari, che sono lì da decine di anni, di colpo diventano una minaccia per la popolazione.
Affermazioni che oggi sembrano profezie avverate, Ma allora, qual è la verità?
E' davvero un problema di mala gestione o di totale incuria avvenuto negli ultimi 20 o 30 anni?
E' vera l’equazione più alberi e meno antenne da quelli che vengono definiti dalle lobby delle TELCO i "complottisti"?
E' davvero un problema di mala gestione o di totale incuria avvenuto negli ultimi 20 o 30 anni?
E' vera l’equazione più alberi e meno antenne da quelli che vengono definiti dalle lobby delle TELCO i "complottisti"?
Cercheremo di spiegarlo in maniera semplice in modo da non "strumentalizzare" o da non creare allarmismo (concetto tanto caro ai negazionisti), per far questo riprenderemo le affermazioni del dott. Andrea Grieco, docente di fisica a Milano ed esperto dei problemi legati all'inquinamento elettromagnetico che abbiamo conosciuto al convegno di Milano lo scorso anno fatte ad una rivista online in data 18 aprile 2019:
“L’acqua, di cui in genere sono ricchi gli
alberi e le piante, assorbe molto efficacemente le onde elettromagnetiche
nella banda millimetrica, per questo motivo costituiscono un ostacolo alla
propagazione del segnale 5G. In particolare le foglie, con la loro
superficie complessiva elevata, attenuano fortemente i segnali nella
banda UHF ed EHF, quella della telefonia mobile. Gli effetti biologici sono
ancora poco studiati, però alcune ricerche rilevano danni agli alberi e alle
piante sottoposte a irraggiamento da parte delle Stazioni Radio Base (le
antenne spesso sui tetti dei palazzi)
Ai tecnici del settore il fenomeno è noto come le (inesplorate) microonde millimetriche dalle "mini" antenne del 5G trovino
negli alberi un ostacolo nel trasporto dati, infatti il segnale del
wireless di quinta generazione NON HA lo stesso campo elettrico, ne la stessa
potenza e di conseguenza la stessa forza di penetrazione a lungo raggio dei precedenti standard [ 2G,
3G e 4G ] in pratica, l’albero funge da barriera, le foglie dell’albero, piene d’acqua,
assorbono lo spettro di banda del 5G, impedendone l’ottimale ricezione del
segnale emesso dalle mini-antenne.
Certo il problema potrebbe risolversi installando le micro antenne ad altezze inferiori rispetto ad alberi secolari, ma sicuramente rappresenterebbero un ulteriore investimento dai costi elevati soprattutto dopo anni in cui si sono cambiati i lampioni pronti a ricevere i trasmettitori di nuova generazione.
Complottismo? NO, le prove arrivano dall'ente britannico per la cartografia
Certo il problema potrebbe risolversi installando le micro antenne ad altezze inferiori rispetto ad alberi secolari, ma sicuramente rappresenterebbero un ulteriore investimento dai costi elevati soprattutto dopo anni in cui si sono cambiati i lampioni pronti a ricevere i trasmettitori di nuova generazione.
Complottismo? NO, le prove arrivano dall'ente britannico per la cartografia
leggi QUI il report completo,
un documento di 46 pagine sulle pianificazioni geo-spaziali del 5G stilato
come manuale d’uso per pianificatori e autorità locali dal Dipartimento
per la digitalizzazione, cultura, media e sport dell’autorevole Ordance Survey (ente
pubblico del Regno Unito incaricato di redigere la cartografia statale),
spiegando l’avvio della fase sperimentale del 5G afferma infatti che
nella strade urbane si deve prima di tutto “valutare se l’area ha un flusso di
traffico significativo e in particolare autobus e camion,” per poi considerare
come il segnale del 5G possa essere impattato, cioè ostacolato, “identificando
tutti gli oggetti significativi in genere” con altezza “oltre i 4 metri”,
quali ad esempio “pareti alte, statue e monumenti più piccoli,
cartelloni pubblicitari e” (guarda caso) “alberi di grandi
dimensioni e siepi alte”, poiché arbusti, foglie e rami “devono
essere considerati come bloccanti del segnale” del 5G al pari di materia
solida (pietra e cemento).
Purtroppo quella che è sempre stata bollata dai fenomeni del web come una bufala si sta rilevando una verità, un pugno alla
bocca dello stomaco per la natura, sensibilità e intelligenza umana, ma
forse è uno dei tanti lati oscuri del 5G, che non ci raccontano nelle
ammiccanti offerte all inclusive e negli spot pubblicitari.
Speriamo di sbagliarci, ma qualcosa non quadra, probabilmente quanto successo a Sesto San giovanni è frutto di una mancata politica ambientale degli ultimi decenni (che comunque va provata e descritta prima degli abbattimenti e non dopo con proclami d'innocenza e di "buon governo"), sicuramente è venuta a mancare una sana e corretta comunicazione sul tema.