Wi-Fi e accesso libero alla Rete per
tutti, ma non per i bambini. I Cinque stelle a Reggio Emilia hanno presentato
una mozione per eliminare l’utilizzo del Wi-Fi nelle scuole per tutelare la
salute degli alunni. La maggioranza PD-SEL in consiglio comunale, però, l’ha
bocciata a favore di una politica di contrasto al digital divide e del
progresso nella didattica. Una dinamica che sembrerebbe in controtendenza
rispetto al ruolo che vede da sempre il M5S, nato dalla Rete, impegnato nella
diffusione dell’utilizzo di internet, ma che in realtà, spiegano i consiglieri
reggiani, ha l’obiettivo fondamentale di salvaguardare la salute dei più
piccoli: “Noi proponiamo un uso consapevole di internet, ma questo in alcuni
ambienti può avvenire anche via cavo e non con il Wi-Fi, che provoca
inquinamento da onde radio – spiega il capogruppo Cinque stelle Norberto Vaccari
– A differenza degli adulti, le cellule dei bambini sono in fase di sviluppo e
quindi maggiormente sottoposte alle possibili influenze dei campi
elettromagnetici”.
Il principio
su cui si basa la richiesta del M5S è quello della precauzione, supportato dai
dati di alcune ricerche che dimostrerebbero i rischi da esposizione alle
radiofrequenze. Un principio richiamato anche dal Consiglio d’Europa, che per i
bambini raccomanda connessioni internet cablate, e da vari paesi europei e
comuni italiani, che hanno eliminato il Wi-Fi dagli istituti scolastici per
tornare ai sistemi via cavo. A Reggio Emilia la proposta dei Cinque stelle
puntava a togliere il Wi-Fi da scuole per l’infanzia, nidi comunali, scuole di
primo e secondo grado per evitare che gli studenti fossero sottoposti alle onde
elettromagnetiche dei dispositivi, offrendo come alternativa la cablatura della
rete internet per i punti di accesso necessario, e suggerendo anche la
predisposizione di un’adeguata cartellonistica informativa nei luoghi pubblici,
come uffici o biblioteche, in cui non fosse possibile estendere la mozione.
“L’essere
membri di un movimento nato su internet non vuol dire essere contro le
tecnologie e lo sviluppo” hanno spiegato i Cinque stelle. Il loro documento
però è stato condiviso soltanto dalla minoranza, mentre il Pd si è espresso
contrariamente, proponendo a sua volta un ordine del giorno in cui si impegna a
monitorare gli impianti Wi-Fi, senza però compiere alcun passo verso
l’abbattimento della rete a onde radio nelle scuole comunali. Eppure, come
fatto notare dalla consigliera M5S Alessandra Guatteri, prima firmataria della
mozione, il pensiero sull’argomento nel Partito democratico non è così unanime.
Proprio lo
scorso 10 febbraio la deputata Pd Antonella Incerti aveva espresso la stessa
preoccupazione a proposito dei rischi connessi all’utilizzo del Wi-Fi nelle
scuole con un’interrogazione in Parlamento, chiedendo ai ministri se non
ritenessero “opportuno avviare l’utilizzo di diverse modalità, oltre al Wi-Fi”.
Di qui l’attacco alla scelta del Pd della città emiliana: “I progetti connessi
all’estensione del Wi-Fi nelle scuole ci sono e non possono essere fermati.
Poco importa se esiste un ragionevole e argomentato dubbio che questo possa
provocare danni alla salute dei nostri figli – ha continuato Guatteri – In
altri paesi gli amministratori pubblici si sono assunti la responsabilità di
fermare l’installazione di impianti wi-fi in scuole e luoghi pubblici, ma a
Reggio Emilia la discussione è stata stroncata dalla solita sicurezza del Pd,
che non ammette inciampi nel percorso che ha definito”.
FONTE : IL FATTO QUOTIDIANO