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venerdì 28 settembre 2018

IL NOSTRO INTERVENTO SUL PROGETTO DI CONVERSIONE DELL'INCENERITORE DURANTE IL CONSIGLIO COMUNALE DEL 26/09/2018


Siamo concordi che dall'analisi che ne emerge, la nuova piattaforma integrata CAP è ambientalmente migliorativa rispetto alla situazione attuale, inoltre abbiamo notato che avete inserito il trattamento di fanghi inquinati da cromo esavalente e la creazione di un bosco da piantumarsi di fronte al futuro inceneritore, questo lo apprezziamo.

Non vogliamo un inceneritore che inquini meno semplicemente, non vogliamo nessun tipo di inceneritore, chiediamo una soluzione alla gestione dei rifiuti ad impatto zero chiediamo che l’inceneritore venga chiuso con il progressivo estendersi della raccolta differenziata e demolito con le dovute bonifiche rimettendo l’area a disposizione della città all'interno del P.M.V.L. con la creazione di un bosco di piante autoctone magari creando una collina.


A questo progetto manca completamente una soluzione alternativa che preveda ad esempio il riciclo completo e totale dei rifiuti e su questo abbiamo perso 4 anni, alternativa che durante gli ultimi colloqui in comune ci era parsa esistere ma evidentemente si è deciso (politicamente) di proseguire con la soluzione scelta dalla precedente amministrazione.
Il progetto presentato non è la soluzione ambientale invocata dalla cittadinanza in questi decenni ma un business plane nato dalla esigenza industriale di CAP per lo smaltimento dei fanghi e diventato grazie ad incentivi statali un’opera di investimento con remunerazione del capitale nel medio periodo, non sappiamo cosa lascerà in futuro alla città sia in termini ambientali che economici.
La presentazione del progetto e l’analisi L.C.A. (Life Cycle Assestament) ha sicuramente obbiettivi condivisibili come
- Ridurre l’impatto ambientale
- Contenere l’impatto sociale (mantenendo l’occupazione dei 45 lavoratori)
- Mantenere un equilibrio economico senza aggravio di costi per la comunità
- Presentare un progetto che preveda la creazione di un impianto votato     all'economia circolare

Il nostro punto di partenza è completamente opposto, si prefigge di non avere nessuna struttura che inquini (emissioni zero o prossime allo zero) grazie ad un riciclo completo che generi effettivamente una economia circolare e molto rigido nella sua esecuzione, non ci poniamo il problema della garanzia del posto del lavoro perché come abbiamo già spiegato, un passaggio ad un riciclo dei rifiuti può solo portare ad un aumento dei posti di lavoro mentre non ci poniamo minimamente il problema dell’equilibrio economico, se l’eliminazione dell’inceneritore porta ad un aumento della tassa rifiuti di 10 / 20 o 50 euro ben venga la nostra priorità è rivolta ad una visione intransigente volta alla salvaguardia dell’ambiente e alla salute della popolazione.

Il progetto che avete presentato sicuramente si presenta bene, ma lascia qualche dubbio :

 - Manca la parte del trattamento a freddo dei rifiuti solidi tanto osannato fino a due anni fa,
- L’analisi sulla rosa dei venti non la consideriamo affidabile (pag. 25/26/27) assomiglia molto all’analisi preliminare dell’acqua di prima falda dove si considerarono solo le zone industriali dismesse 
- Mancano dati su inquinamento acustico (o relativa stima) 
- Vengono indicati solo una parte di inquinanti 
- Non viene indicato il fine vita della struttura
- Preoccupano i più di 7000 mezzi che necessariamente vengono previsti per il corretto funzionamento dell’impianto (50 al giorno)
- Nella stima dei costi d’investimento mancano i costi relativi alla bonifica per la demolizione del forno
- Mancano i costi di compensazione ambientale per il quartiere
- Mancano chiarimenti sugli effetti della digestione anaerobica della FORSU
- L’analisi sulla salute pubblica è totalmente mancante
- Preoccupa la nascita di due linee di trattamento una linea fanghi e una linea umido
Non è chiara la quantità dei fanghi bruciati, si è passati da 7.000 t/a relative ai fanghi prodotti dal centro di sesto, ai fanghi generati nell’hinterland che a marzo veniva stimato in 14.000 t/a, ora sulla relazione compare la nota che è previsto il trattamento dei fanghi relativi alla provincia che ammonterebbero a 49000 + 12000 provenienti da san giuliano (totale 51.000) quota alla quale sembrerebbe si aggiungano anche una quota parte di umido
- Preoccupa la produzione di biogas in un ambito urbano, ovvero di quei sottoprodotti difficili da gestire e che possono trasformarsi in inquinamento delle falde o dei terreni, la quantità di Nox che viene emessa dalla produzione di biogas, che ricordiamo (in particolar modo il biossido di azoto) lascia perplessi
- Problema acqua di falda noto almeno da 15 anni non viene minimamente toccato
- Non capiamo il perché in un paese come la Danimarca si è costruito una collina per coprire un inceneritore e ridurre l’impatto ambientale mentre qui si continuano a presentare slide con edifici e colate di cemento.


Avevamo richiesto da anni uno studio epidemiologico sull'inceneritore di sesto con la geolocalizzazione degli eventi sul territorio e uno studio sul fall-out di ricaduta ovvero sulla ricaduta dei fumi e polveri ma purtroppo nonostante le varie rassicurazioni che vennero fornite quasi mensilmente non abbiamo nulla a riguardo, sarebbe stato uno studio importante proprio per l’analisi di comparazione che si sarebbe potuta fare.

Chi ci conosce sa bene che non facciamo allarmismo, ma riteniamo importante e necessario approfondire gli argomenti nel dettaglio per comprendere il progetto perché desideriamo un futuro diverso e per esperienza passata, le certezze che vengono proposte si sono poi dimostrate differenti dalla realtà.

Crediamo che l’ analisi sulla salute pubblica e la valutazione di impatto ambientale non debba essere affidata alla società incaricata del progetto ma vada richiesta ad un ente indipendente libero da conflitti economici o pressioni politiche, scelto dall'amministrazione comunale che valuti il progetto da un punto di vista ambientale e sanitario e su come  potrebbe mutare nel medio o lungo periodo con le immissioni rilasciate che si sommano ad una situazione già critica sul territorio dovuta ad una massiccia presenza di traffico veicolare, aumento di rotte aeree, emissioni industriali e riscaldamento a gasolio ancora presente.

Il non avere condiviso il progetto nella sua forma preliminare tenendo nel più totale riserbo su tutte le varie fasi non è piaciuto. Il confronto con la cittadinanza, comitati e associazioni, avrebbe solo potuto arricchire il progetto a livello macroscopico portando in evidenza le criticità.  
Invitiamo nuovamente una vostra delegazione (non il vostro rappresentate per le pubbliche relazioni) ad un confronto svolto su 3 o 4 serate dove entrare nel merito nelle varie fasi del progetto spiegando e discutendo i vari punti.

L’Associazione Sottocorno non è contraria a prescindere, ma la percezione che continuiamo ad avere e che state dando è che sia stato già stato deciso tutto.