Ancora oggi l'amianto continua a essere un
nemico pericoloso e silenzioso di cui, purtroppo, si parla troppo poco. Per
sensibilizzare un numero sempre maggiore di cittadini su questo importante
tema, l'associazione Gruppo Aiuto Mesotelioma ha organizzato mercoledì sera in
Sala Ticozzi la proiezione del film “Un posto sicuro”. «Anche a Lecco il
problema dell'amianto è ancora molto sentito – racconta Cinzia Manzoni,
presidente dell'associazione – ed è per questo che abbiamo deciso di portare
anche nella nostra città questa pellicola che da quando è uscita, lo scorso
dicembre, ha fatto il giro di mezza Italia. Racconta la storia d'amore tra un
padre e un figlio e ruota intorno all'amianto, alla paura della malattia, ma
soprattutto racconta molto bene la rabbia che ogni vittima della amianto prova
per quella che va considerata a tutti gli effetti un'ingiustizia».
Presente in sala anche il regista Francesco
Ghiaccio, che ha spiegato come è nata l'esigenza di raccontare questa storia:
«Sono cresciuto a Casale Monferrato, quindi questa storia l'ho sempre vissuta
in prima persona. Nel 2009 è cominciato il grande processo contro la fabbrica
dell'amianto e allora ho scoperto tante nuove storie. Ho coinvolto in questa
ricerca anche Marco D'Amore, il protagonista del film, che ha scritto con me la
sceneggiatura e insieme abbiamo capito che questa storia andava raccontata.
Purtroppo però in Italia si parla ancora troppo poco di amianto e se ne parla
solo in occasioni particolari, come i processi».
A rompere questa cortina di silenzio sono
quindi le storie. Storie come quelle raccontate dal fil “Un posto sicuro” o
come quelle raccolte nel libro “Morti di
Progresso” di Daniela Trollio e Michele Michelino, anche lui presente in
Sala Ticozzi mercoledì sera. «Questo libro racconta la lotta degli operai della
grandi fabbriche di Sesto San Giovanni e in particolare le storie di tre
vittime dell'amianto ma anche della burocrazia. Sono solo pochi esempi di
quello che ancora accade nel nostro Paese, dove oltre alla lotta con la
malattia spesso ci si deve imbarcare anche in una lotta con le istituzioni per
vedere riconosciuti i propri diritti».
La
situazione a Lecco e provincia è allarmante: Attualmente ci sono, censiti, 71 mila metri
cubi di amianto, una quantità pari a un palazzo di 13 piani pieni. Per quanto
riguarda l'indice di mortalità Lecco è seconda solo a Broni, comune in
provincia di Pavia sede di Fibronit, stabilimento di materiali per l'edilizia
in amianto.
FONTE :
RESEGONEONLINE.IT