I medici, gli scienziati e le associazioni chiedono di "riportare la misurazione dei campi elettromagnetici su una media di 6 minuti anziché di 24 ore, questa richiesta riguarda anche gli edifici scolastici che per legge devono tenere sotto controllo gli effetti dell’elettrosmog.
In
particolare sappiamo che l'attuale limite italiano per le
radiofrequenze è di 6 Volt per metro per i luoghi ove si soggiorna
per più di 4 ore.
A
tal proposito in un articolo pubblicato su Repubblica.it il 26
febbraio, stabilito dal Dpcm dell'8 luglio del 2003, era riferito a
una misurazione calcolata su una media di 6 minuti, che è il tempo
in cui avviene la compensazione degli effetti termici dei campi
elettromagnetici. Nel 2012 l'allora Governo Monti decise con il
Decreto Sviluppo, e senza alcuna valutazione di carattere sanitario,
di innalzare il tempo di misurazione dei campi a 24 ore, creando di
fatto un artificio per aumentare i limiti di legge: di notte le
antenne hanno emissioni molto basse perché i dispositivi mobili non
sono in uso e tali valori compensano i limiti più elevati delle ore
diurne nel calcolo della media". Quindi questi limiti aumentati
possono elevare anche nelle scuole il livello di rischio da
elettrosmog.
Nel
caso specifico degli edifici scolastici il Decreto Sviluppo del 2012
risulta nel complesso incongruente con le tesi di messa in sicurezza
delle scuole, tanto decantate nelle recenti riforme.
FONTE
: LA TECNICA DELLA SCUOLA.it