A Spinea in provincia di Venezia sopra la scuola Mantegna passano i cavi dell'alta tensione, "zona rossa" in una parte dell'edificio
SPINEA.
Bambini in mensa e nel laboratorio non oltre le due ore, per non restare troppo
esposti all’elettrosmog. Scatta una nuova rilevazione dell’Arpav alla scuola
Mantegna di Spinea, al quartiere Graspo de Ua, dopo che i genitori hanno
chiesto una verifica urgente dei livelli di emissioni del campo
elettromagnetico sopra l’edificio. I controlli sono previsti forse già nei
prossimi giorni.
Il
“caso” è noto, ma molti genitori ne sono venuti a conoscenza solo di recente,
dopo che una rilevazione ambientale datata 2006, aveva confermato la necessità
di misure di tutela della salute degli alunni della scuola. «Abbiamo scoperto
che parte della scuola non risulta agibile per più di due ore al giorno a causa
dei valori elevati di elettrosmog causati dal passaggio, nei pressi della
scuola, di un elettrodotto ad alta tensione», scrivono i genitori della
Mantegna in una lettera al Comune e all’Arpav.
La
“zona rossa” riguarda solo un’ala dell’edificio, quella formata dai due locali
mensa, dall’aula informatica, dalla biblioteca e dalle aule insegnanti e
pittura, oltre che dell’atrio, motivo per cui finora non è stato necessario
chiudere l’intera scuola, ma solamente limitare la permanenza dei bambini nei
locali incriminati. Due ore al massimo, poi gli insegnanti hanno il compito di
riportare gli alunni in classe. «Ma tenendo conto del fatto che le aule
frequentate dai bambini per 8 ore al giorno sono solo a pochi metri dall’area
“limitata”», continuano mamme e papà, «siamo molto preoccupati per la salute
dei nostri figli». Anche perché i genitori hanno scoperto il problema solo di
recente, dopo che da alcuni di loro era partita la richiesta di istituire due
classi prime per il prossimo anno scolastico, viste le numerose richieste di
iscrizione. Gli spazi sembravano esserci e pure vuoti. La richiesta, però, ha
avuto esito negativo e il motivo è stato loro presto spiegato: parte della
scuola non risulta agibile a causa dei campi elettromagnetici aerei. «Questo
clima d’incertezza sta causando forte preoccupazione e sta maturando in noi
l’idea non solo di non iscrivere i nostri figli in prima, ma anche di spostare
i bambini che già frequentano la Mantegna in un’altra scuola», concludono i
genitori, che ora vogliono sapere se la parte agibile dell’edificio, quella più
frequentata dai bambini, sia abbastanza sotto la soglia prevista per legge
quando a elettrosmog.
FONTE : LA NUOVA di Venezia e Mestre