Non sarà la riforma ‘precauzionale’ perfetta, ma ha
tutte le caratteristiche per poterlo diventare. Finita l’epoca della
deregulation e di (troppe!) teste sotto la sabbia, il parlamento francese ha
varato una legge innovativa che regolamenta la diffusione eterea
dell’elettrosmog, compresa la giungla delle cosiddette ‘antenne selvagge’. Da
adesso i ripetitori di telefonia mobile spuntati come funghi sui palazzi
saranno censiti, mappati e monitorati nella loro emissione elettromagnetica
dall’Agenzia Nazionale delle Frequenze, con tanto di risultati resi
(giustamente!) pubblici. Previste multe per i trasgressori beccati fuori soglia
(75.000 euro, per la verità non proprio multe salate!): Parigi ha così tirato
il freno alle incontrollate politiche di marketing degli operatori delle Tlc,
irriducibili negazionisti dei pericoli socio-sanitari derivanti
dall’elettrosmog, stabilendo un limite anche all’utilizzo ‘cumulativo’ di
cellulari e dispositivi Wi-Fi, vietati negli asili e nei luoghi con bimbi sotto
i tre anni (anche se dai quattro anni non c’è certezza d’inibizione
dell’apoptosi…suicidio programmato delle cellule), ma disabilitato pure nelle
scuole elementari (eccetto per uso didattico).
Vietate le pubblicità di telefoni
portatili che non contengano raccomandazioni sull’uso precauzionale di
auricolare o modalità Hands Free per ridurre l’esposizione della testa alle
radiazioni di radiofrequenza. La cosa non è nuova: “Un cellulare prima dei 12 anni?
Mai” fu il discusso claim della campagna pubblicitaria promossa nel 2008 dal
sindaco di Lione Mireille Roy. E per il calcolo dei campi elettromagnetici
plurimi generati da più antenne in città, più informazione e consapevolezza per
la cittadinanza attraverso relazioni annuali con dati sulle rilevazioni dei Cem
alla portata di tutti. La partecipazione, infatti, sembra essere proprio un
cardine transalpino: venne già tentata a Grenoble nel 2009 con la promozione
della Tavola Rotonda sui Ripetitori di Cellulari, mettendo gli uni di fronte
agli altri cittadini-consumatori, compagnie operatrici e amministrazioni
locali. Insomma, il modello francese non è altro che quanto dovuto per tentare
di preservare il benessere generale, dei bambini, e della crescente popolazione
affetta da elettrosensibilità, insidiosa malattia ambientale scatenata
(proprio!) dall’esposizione anche a piccole dosi a campi elettromagnetici (a
Parigi c’è la via dello shopping No Wi-Fi e sulle Alpi esiste una
Free Elettrosmog Zone per tutelare gli ammalati).
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COMPLETO di Maurizio Martucci del 10 febbraio 2015
FONTE : ILFATTOQUOTIDIANO