Capita che l’Italia abbia livelli di
tutela superiori a quelli dell’Unione Europea in un ambito nevralgico della
salute pubblica. Il governo di eccellenza di questo paese, quindi, pensa bene
di correre subito ai ripari: dichiarando di volerli abbassare. L’ambito in
questione è quello, sensibilissimo, dei limiti di esposizione ai campi
elettromagnetici (cem), di recente tornato agli onori della cronaca grazie a
una sentenza del Tar Sicilia nella nota vicenda del “Muos”.
Nel quadro del “Piano banda larga”, il
governo si accinge ad adottare una geniale misura di tutela della salute dei
suoi cittadini: “Uniformare i limiti nazionali a quelli europei in materia di
elettro-magnetismo” con conseguente, dichiarato, “innalzamento dei limiti
elettromagnetici”.
Pur non essendo specificato, ma
quell'innalzamento potrebbe esser fino a dieci volte i limiti attuali. L’Italia
non ha alcun obbligo di “uniformarsi”. Questo campo non è tra quelli in cui
l’Ue abbia competenza esclusiva e neanche competenza concorrente con gli Stati
membri.
In materia di tutela della salute
umana, infatti, l’Unione ha solo “competenza per svolgere azioni intese a
sostenere, coordinare o completare l’azione degli Stati membri” (art. 6
Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea); e, quindi, in ambito di sanità
pubblica “l’azione dell’Unione [….] completa le politiche nazionali” (art.
168).
( leggi
QUI l'articolo completo di Stefano Palmisano del 23 febbraio 2015 sul ilfattoquotidiano.it
)
FONTE : ILFATTOQUOTIDIANO.IT