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mercoledì 25 febbraio 2015

BANDA LARGA E INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO: I LIMITI MIGLIORI? IL GOVERNO LI ALZA

Capita che l’Italia abbia livelli di tutela superiori a quelli dell’Unione Europea in un ambito nevralgico della salute pubblica. Il governo di eccellenza di questo paese, quindi, pensa bene di correre subito ai ripari: dichiarando di volerli abbassare. L’ambito in questione è quello, sensibilissimo, dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici (cem), di recente tornato agli onori della cronaca grazie a una sentenza del Tar Sicilia nella nota vicenda del “Muos”.

Nel quadro del “Piano banda larga”, il governo si accinge ad adottare una geniale misura di tutela della salute dei suoi cittadini: “Uniformare i limiti nazionali a quelli europei in materia di elettro-magnetismo” con conseguente, dichiarato, “innalzamento dei limiti elettromagnetici”.
Pur non essendo specificato, ma quell'innalzamento potrebbe esser fino a dieci volte i limiti attuali. L’Italia non ha alcun obbligo di “uniformarsi”. Questo campo non è tra quelli in cui l’Ue abbia competenza esclusiva e neanche competenza concorrente con gli Stati membri.
In materia di tutela della salute umana, infatti, l’Unione ha solo “competenza per svolgere azioni intese a sostenere, coordinare o completare l’azione degli Stati membri” (art. 6 Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea); e, quindi, in ambito di sanità pubblica “l’azione dell’Unione [….] completa le politiche nazionali” (art. 168).

( leggi QUI l'articolo completo di Stefano Palmisano del 23 febbraio 2015 sul ilfattoquotidiano.it )