Per l’agenzia emissioni nella norma, ma durante un sopralluogo un tecnico disse: «Non faccia più dormire suo figlio qui»
VIAREGGIO. Molti dei presenti, nella
sala della Croce Verde lunedì sera, hanno appena dato l’ultimo saluto ad
Emanuele Santarcangelo, 43 anni, padre di un bambino di 5, ucciso in pochi mesi
da un umore. Lele ha a lungo abitato nel palazzo di via Matteotti dove si muore
dopo aver fatto i conti con malattie oncologiche. Dodici decessi solo qui, sui
37 che conta l’area intorno alla sottostazione elettrica di Ferrovie che, da
qualche mese, vede anche la presenza di una maxi antenna Vodafone. Due fonti di
emissioni di onde elettromagnetiche che si sommano, ma sulle quali pesa il
responso delle misurazione effettuate da Arpat su richiesta del Comune: i
limiti di legge non vengono mai superati ed, anzi, i valori rilevati si
collocano abbondantemente sotto.
I residenti del quartiere, riuniti in
un comitato da quando è arrivata l’antenna, si sono messi nelle mani di un
proprio tecnico, al lavoro per effettuare nuove misurazioni. Un’esigenza nata -
è stato spiegato nel corso dell’assemblea alla Croce Verde - anche dalle
parole, tanto informali quanto di peso, ascoltate dai tecnici Arpat impegnati
nei rilievi nei mesi scorso. «In un appartamento del palazzo di via Matteotti
che conta una dozzina di decessi - racconta davanti a tutti Michela Masoni,
presidente del “Comitato di via Matteotti” - l’ingegnere di Arpat, in nostra
presenza disse alla signora cinese che vi abita: «Qui lo dico e qui lo nego,
suo figlio non lo faccia più dormire in questa stanza...». La camera in
questione - continua Masoni - «è quella di un ragazzino in età da scuola media
- che affaccia sulle due fonti di emissione...L’ingegnere si mise una mano
sulla coscienza, credo da padre prima di tutto...».
Masoni fa anche nome e cognome
dell’ingegnere Arpat che è in ferie e non raggiungibile, come spiega al
“Tirreno” l’ufficio stampa di Arpat. Che aggiunge: «Sono comunque parole che
possono essere state pronunciate, come dire, per un principio di precauzione
visto che si trattava della camera di un bambino...».
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l’articolo completo di Donatella
Francesconi del 24 dicembre 2014
FONTE : ILTIRRENO.IT