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domenica 12 ottobre 2014

INCENDIO INCENERITORE DI TREZZO SULL'ADDA

E SE SUCCEDESSE QUI, ALL'INCENERITORE DI VIA MANIN  POSTO AL CENTRO DI UNA ZONA URBANIZZATA COME SESTO SAN GIOVANNI E COLOGNO MONZESE QUALI CONSEGUENZE CI SAREBBERO PER LA CITTADINANZA ? 
ESISTONO PROTOCOLLI DI EMERGENZA PER METTERE IN SICUREZZA LA POPOLAZIONE  ? E CHE TEMPI DI RISPOSTA AVREBBERO ORE O GIORNI DALL'EVENTO ?
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Trezzo sull'Adda, 10 ottobre 2014 - Ansia. Il giorno dopo l’incendio all'inceneritoreTrezzo e dintorni restano col fiato sospeso in attesa del verdetto delle centraline dell’Arpa, al lavoro da quando è scoppiato il rogo, martedì. I rilevatori, nelle vicinanze del “camino”, stanno registrando giorno e notte le sostanze presenti in atmosfera. «Cosa abbiamo respirato?» è la domanda che assilla Danilo Villa e Vittorio Mapelli, alla guida dei Comuni di Trezzo e Grezzago, e gli ambientalisti, da sempre in prima linea nelle battaglie contro il forno Falck. La risposta arriverà dai tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale dopo l’analisi dei dati.

L'incidente, il più grave che si sia mai verificato all'interno dell’impianto di via Pastore, ha riacceso la polemica sulla convivenza con il termovalorizzatore. Fra studi epidemiologici, raddoppi mancati e temuti, ora i sindaci hanno un motivo in più per recriminare: i ritardi con cui sono stati avvisati. Li hanno svegliati in piena notte, ma le 17 tonnellate di frazione secca avevano cominciato ad andare a fuoco quasi dieci ore prima, alle 15.45. Gli ecologisti attaccano: «Non è la prima volta che si verificano problemi, il tema è sempre lo stesso: la mancanza di sicurezza in strutture di questo genere. Sulla carta è tutto a posto, ma nella realtà gli incidenti capitano», spiega Fabio Cologni del Wwf. Intanto la Commissione intercomunale di sorveglianza si è messa al lavoro, l’incendio sarà analizzato nei minimi dettagli, mentre i display a cristalli liquidi del piazzale dei pullman a Trezzo proiettano di ora in ora i dati sulla concentrazione di inquinanti nell'aria. 
Mapelli ha ricevuto rassicurazioni, ieri mattina: «La nube di fumo sprigionata dalle fiamme sarebbe rimasta sopra il deposito, ma il condizionale è d’obbligo - sostiene il sindaco -. L’incidente arriva in concomitanza coi primi dati informali dell’ultimo studio commissionato dalle Asl (sono tre quelle coinvolte, Melegnano, Monza e Milano) sull'impatto del forno Falck. Sono aumentate le vendite di farmaci per malattie respiratorie a carico di chi abita nei pressi del camino.
Le prime case si trovano a 500 metri in linea d’aria. Gli esperti ci diranno anche dell’incidenza dei ricoveri e delle malattie cardiovascolari». L’obiettivo è valutare se esiste un legame fra patologie e smaltimento dei rifiuti.
FONTE : ILGIORNO