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mercoledì 4 giugno 2014

BELLUNO ELETTRODOTTO TERNA, SI MUOVONO I CONSIGLIERI REGIONALI BELLUNESI

Una risoluzione trasversale è stata depositata in Regione per chiedere la sospensione dell’iter e l’istituzione di una commissione tecnica mista: in pratica si vuole che il progetto sia rifatto

BELLUNO. Il caso elettrodotti raggiunge i tavoli della Regione. È stata depositata pochi giorni fa la risoluzione, trasversale visto che è firmata dai consiglieri di tutte le forze politiche, per chiedere la sospensione del procedimento di Via (valutazione di impatto ambientale), l'istituzione di una commissione tecnica mista Regione – Terna e una strategia di sviluppo sostenibile delle infrastrutture elettriche.
In sostanza: rifare il progetto di razionalizzazione degli elettrodotti tenendo conto delle nuove tecnologie, della mitigazione degli impatti ambientali, della salute dei cittadini.
Il primo firmatario è Dario Bond, ma il documento porta in calce le firme anche di Sergio Reolon e Matteo Toscani. «Non si tratta della bandiera politica di Forza Italia», premette Dario Bond. «Questa è una mozione che va nella direzione del rispetto del territorio». Potrebbe essere discussa in consiglio già entro la metà di giugno.
Alla presentazione ci sono Bond, il senatore Piccoli, il consigliere comunale Fabio Da Re, i quattro consiglieri di maggioranza a Belluno contrari all'addendum e i comitati. Uniti, tutti, nella battaglia per chiedere che la razionalizzazione «venga fatta bene».
Lo spiega subito, Giovanni Campeol, l'esperto che da mesi si occupa del progetto (ha lavorato alle osservazioni per il Comune di Limana e non solo): «Non diciamo a Terna di non fare, ma di fare bene. Questo territorio ha un grande bisogno di infrastrutture, altrimenti morirà, ma questo progetto va completamente rivisto». Gli elementi di debolezza sono numerosi. E partono da lontano: «La Valutazione ambientale strategica (Vas) del Piano di sviluppo della rete elettrica presentato da Terna è inconsistente, perché non evidenzia alternative. Lo dice lo stesso ministero dell'Ambiente (nota 30 marzo 2012)».
Il testo della risoluzione è un utile compendio storico. Parte dal 24 giugno 2003, quando il consiglio regionale approvò la risoluzione n.58, esprimendo parere negativo alla realizzazione dell'elettrodotto Cordignano – Lienz, a 380 kV. Si ricordano poi la presentazione del progetto di razionalizzazione nella media valle del Piave (2011), le prime osservazioni prodotte da enti pubblici e privati che evidenziano «le gravi carenze progettuali, con inaccettabile sottovalutazione dei reali impatti che gli elettrodotti creerebbero», e che chiedono «una rivisitazione del progetto». È la fine del 2011, la richiesta è la stessa che fanno da sempre i comitati, e che ora fa anche la politica veneta.
Si arriva poi alla presentazione del progetto a mezza costa Nevegal, contrastato da Limana, prima di tutto, poi anche dagli altri Comuni. Campeol elenca le criticità, i difetti di procedura, e evidenzia: «Ci sono diversi modi per far passare la corrente in un territorio: si può interrare (l'esempio è quello dell'interconnessione Italia – Francia, ndr), si può usare la corrente continua». Ma si può anche seguire il corridoio dell'autostrada A27, aggiunge l'esperto. E che dire della stazione elettrica di Polpet? «Si trova in centro al paese: una scelta urbanistica che non ha senso. Andrebbe spostata».
«Questa risoluzione serve per lanciare un chiaro messaggio: cara Terna, capiamo la tua volontà di far passare questo collegamento con l'Austria, ma prima ti devi confrontare con il territorio e le comunità», aggiunge Bond. Che aveva chiesto a Terna, durante una audizione in Regione post black out invernale, perché non pensasse di interrare le linee in alcuni territori: «Mi hanno risposto che costa troppo».
«È assurdo: Terna non dovrebbe spendere meno, ma il meglio possibile», aggiunge Campeol. Fabio Da Re proporrà alla conferenza dei capigruppo (in Comune) di chiedere una sospensiva anche alla Via Regionale: «Quest'opera è il frazionamento di un progetto più ampio, internazionale», sottolinea il consigliere. «Deve essere affrontata come tale, non come intervento di razionalizzazione puntuale, come viene fatta passare».

FONTE : CORRIERE DELLE ALPI