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sabato 7 marzo 2015

I RISCHI PER LA SALUTE DELLE RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa diffuso dell’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia
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Il 28 Febbraio 2015 si è svolta ad Arezzo la 5^ Conferenza Internazionale “Update su salute ambientale globale”, un importante convegno sugli effetti dell’inquinamento sulla salute organizzato da International Society Doctors for Environment – ISDE e Regione Toscana in collaborazione con l’OMS. Hanno partecipato personalità del mondo scientifico, dell’OMS, di Società delle varie specializzazioni mediche e veterinarie e associazioni di cittadini. In questo consesso di altissimo livello è stato ribadito che l’inquinamento atmosferico insieme ai cambiamenti climatici rappresenta oggi la maggiore preoccupazione per la sanità pubblica. L’OMS parla di 7 milioni di morti premature in tutto il mondo, senza considerare gli effetti a lungo termine o sulle future generazioni. Nell’ambito del convegno si è sottolineata la necessità di ridurre drasticamente l’esposizione a tutte le forme di inquinamento chimico e fisico, per preservare la salute e tutelare in maniera particolare i bambini, che sono particolarmente sensibili, e le fasi più importanti della vita come la gravidanza e i primissimi anni di vita. Una relazione è stata dedicata anche all’inquinamento ambientale da farmaci. Purtroppo alla situazione già difficile, causata dalla difficoltà di intervenire sulle fonti di inquinamento più note come il traffico, le aree inquinate, il modello di sviluppo urbano, l’uso eccessivo di pesticidi e molte altre, si aggiunge una nuova di forma di contaminazione ambientale: l’inquinamento elettromagnetico. Esiste una letteratura scientifica che mostra i rischi per la salute delle radiazioni elettromagnetiche, soprattutto in relazione all’uso prolungato dei telefoni cellulari. Queste radiazioni sono classificate come “Possibili cancerogeni “ dalla IARC-OMS. Nonostante queste ricerche scientifiche, c’è il rischio concreto che in Italia si possano varare provvedimenti tesi addirittura ad innalzare gli attuali limiti previsti dalla normativa.
Le conseguenze possono essere molto negative per la salute. Le persone esposte sono rapidamente aumentate negli ultimi anni: oggi siamo quasi tutti esposti anche se in diverso modo. Anche i livelli di esposizione sono cresciuti e possono crescere ancora se si innalzano gli attuali limiti. È scientificamente acquisito che, anche se il rischio è molto basso, quando agisce sulla quasi totalità della popolazione può provocare molti casi di malattia o morti che sarebbero evitabili.

Associazione Medici per l'Ambiente ISDE Italia

Arezzo, 5 Marzo 2015

venerdì 6 marzo 2015

AUTISM-RELEVANT SOCIAL ABNORMALITIES IN MICE EXPOSED PERINATALLY TO EXTREMELY LOW FREQUENCY ELECTROMAGNETIC FIELDS

Questo studio analizza l'incidenza di disturbi dello spettro autistico (ASD) che è in aumento nella nostra società anche se le cause rimangono in gran parte sconosciute. 
In questo studio sono stati esaminati gli effetti di una esposizione a basse frequenze ELF EMF su alcuni  topi usati come cavie.
Le conclusioni portano a risultati favorevoli alla ipotesi di un nesso di causalità tra l'esposizione a campi ELF e ASD, anche se gli autori si raccomandano repliche dello studio con ulteriori prove.
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Author

a Department of Physiology, College of Medicine and Medical Sciences, Arabian Gulf University, P.O. Box 26671, Manama, Bahrain
b Department of Physics, College of Science, University of Bahrain, P.O. Box 32038, Bahrain

Highlights

  • Effects of perinatal exposure to ELF–EMF on mice social behavior were examined.
  • Mice exposed perinatally to ELF–EMF displayed autism-relevant aberrant behavior.
  • The results are suggestive of causality between EMF and autism.

Abstract

The incidence of autism spectrum disorders (ASD) has been rising, but the causes of ASD remain largely unidentified. Collective data have implicated the increased human exposure to electromagnetic fields (EMF) in the increasing incidence of ASD. There are established biological effects of extremely low-frequency (ELF) EMF, but the relation to ASD is not investigated enough. In this study we examined the effects of perinatal exposure to ELF EMF on some ASD-relevant behavioral parameters in mice. The EMF was delivered via a Helmholtz coil pair. Male BALB/C mice were used and divided into exposed and control groups (n = 8 and n = 9, respectively). Tests were used to assess sociability, preference for social novelty, locomotion, anxiety, exploratory behavior, motor coordination, and olfaction. The examined mice were all males and exposed to EMF during the last week of gestation and for 7 days after delivery. The exposed mice demonstrated a lack of normal sociability and preference for social novelty while maintaining normal anxiety-like behavior, locomotion, motor coordination, and olfaction. Exposed mice also demonstrated decreased exploratory activity. We concluded that these results are supportive of the hypothesis of a causal link between exposure to ELF–EMF and ASD; however, replications of the study with further tests are recommended.



giovedì 5 marzo 2015

AUTISM AND EMF? PLAUSIBILITY OF A PATHOPHYSIOLOGICAL LINK - PART I.

Ricerca che associa un legame patofisiologico plausibile tra esposizione a CEM ed autismo ……………….

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AUTISM AND EMF? PLAUSIBILITY OF A PATHOPHYSIOLOGICAL LINK - PART I.


Author information

1TRANSCEND Research Program Neurology, Massachusetts General Hospital, Harvard Medical School, Boston, MA 02129, USA. Electronic address: drmarthaherbert@gmail.com.


ABSTRACT

Although autism spectrum conditions (ASCs) are defined behaviorally, they also involve multileveled disturbances of underlying biology that find striking parallels in the physiological impacts of electromagnetic frequency and radiofrequency exposures (EMF/RFR). Part I of this paper will review the critical contributions pathophysiology may make to the etiology, pathogenesis and ongoing generation of core features of ASCs. We will review pathophysiological damage to core cellular processes that are associated both with ASCs and with biological effects of EMF/RFR exposures that contribute to chronically disrupted homeostasis. Many studies of people with ASCs have identified oxidative stress and evidence of free radical damage, cellular stress proteins, and deficiencies of antioxidants such as glutathione. Elevated intracellular calcium in ASCs may be due to genetics or may be downstream of inflammation or environmental exposures. Cell membrane lipids may be peroxidized, mitochondria may be dysfunctional, and various kinds of immune system disturbances are common. Brain oxidative stress and inflammation as well as measures consistent with blood-brain barrier and brain perfusion compromise have been documented. Part II of this paper will review how behaviors in ASCs may emerge from alterations of electrophysiological oscillatory synchronization, how EMF/RFR could contribute to these by de-tuning the organism, and policy implications of these vulnerabilities. Changes in brain and autonomic nervous system electrophysiological function and sensory processing predominate, seizures are common, and sleep disruption is close to universal. All of these phenomena also occur with EMF/RFR exposure that can add to system overload ('allostatic load') in ASCs by increasing risk, and worsening challenging biological problems and symptoms; conversely, reducing exposure might ameliorate symptoms of ASCs by reducing obstruction of physiological repair. Various vital but vulnerable mechanisms such as calcium channels may be disrupted by environmental agents, various genes associated with autism or the interaction of both. With dramatic increases in reported ASCs that are coincident in time with the deployment of wireless technologies, we need aggressive investigation of potential ASC - EMF/RFR links. The evidence is sufficient to warrant new public exposure standards benchmarked to low-intensity (non-thermal) exposure levels now known to be biologically disruptive, and strong, interim precautionary practices are advocated.


mercoledì 4 marzo 2015

ANTENNE DI VOLTURINO - UN CASO SEMPRE APERTO


Segnaliamo a questo link :


il servizio "Mal di Antenna", andato in onda Sabato 28 febbraio 2015 alle ore 12:25 su Rai 3, nell'ambito del "TGR Il Settimanale Puglia".
E' stato trattato il problema delle antenne di Volturino (FG), che da tempo espongono i residenti ad emissioni elettromagnetiche pericolose, causando loro disturbi del sonno, aritmie cardiache, alterazioni del tono dell'umore, malattie neurodegenerative e tumori in età relativamente giovane oltre ad annotare anche casi di malformazioni negli animali.
Nell'ambito del servizio è stato trattato anche un problema similare che si sta verificando nel quartiere Madonnella di Bari, i cui residenti lamentano la comparsa di problemi di salute dovuti alla recente installazione di alcuni ripetitori di telefonia mobile.
Per maggiori informazioni in merito all'inquinamento elettromagnetico a Volturino, potete consultare la pagina: http://elettrosmogvolturino.interfree.it/


All’Associazione elettrosmog Volturino e al suo rappresentante Antonio Gagliardi tutta la nostra solidarietà e comprensione 


martedì 3 marzo 2015

NO ALLA VENDITA DELL'EX-MUNICIPIO DI CRESCENZAGO SEDE DI LEGAMBIENTE ANPI E BANDA MUSICALE

Riceviamo e pubblichiamo la richiesta di aiuto da parte degli enti che utilizzano gli spazi pubblici dell'ex municipio Crescenzago, ai quali esprimiamo la nostra solidarietà e non comprendiamo la scelta dell'amministrazione del comune di Milano in un momento di trasformazione come questo per il quartiere Adriano.
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Affidato al Fondo Immobiliare "Milano 1", l’immobile di piazza Costantino (Zona 2 Milano) è all'asta per la vendita ai privati.
Vincolato dalla Sovrintendenza come “patrimonio storico e culturale”, il palazzo già Municipio di Crescenzago è sede di ANPI, Banda Musicale e Legambiente Milano Crescenzago che così rischiano di essere sfrattate.
 Con una petizione al Sindaco di Milano Pisapia si chiede che il bene ritorni pubblico a disposizione comune del quartiere. 

Chi volesse dare l’adesione a tale iniziativa può inviale “nome”,”cognome”,indirizzo email” all’indirizzo : anpi.crescenzago@libero.it



Tutte le cittadine e tutti i cittadini sono invitati a partecipare e ad esprimere le proprie valutazioni e proposte.

A.N.P.I. – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Banda Musicale    -  Legambiente 
Milano Crescenzago.

lunedì 2 marzo 2015

ELETTROSMOG, SCIENZIATI E MEDICI AL GOVERNO RENZI: NO ALL’INNALZAMENTO DEI LIMITI NOCIVI

Passi pure l’ombra di Berlusconi ‘imprenditore’ che ha la meglio sulla notiziabilità ‘politica’ dell’Opa Mediaset su Rai Wayrispetto alle ‘chiaccherate’ rilevazioni su tralicci e impianti radiotelevisivi dell’emittente pubblica (nel 2005, solo per dirne una,Arpa Lazio nella zona di Pianillo a Segni pare avesse captato emissioni allarmanti, quantificate da tecnici e indipendenti comitati della Valle del Sacco in ben 62 V/m!).  Ma sottacere, ignorando, l’ultimo appello sull’Elettrosmog per la difesa della salute, lanciato a governo e Parlamento da una robusta schiera di medici, fisici, ricercatori e scienziati, è davvero imperdonabile. Sul banco degli imputati, innalzamento dei valori soglia ed effetti nocivi delle radiazioni: “Sono gravissimi i rischi per la salute e per l’ambiente – dice la richiesta – legati all’esposizione crescente a campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde che sono emessi da cellulari, tablet, smartphone, computer collegati in reti senza fili, antenne WiFi, WiMax, radar, ripetitori della radiofonia, della radiotelevisione e della telefonia mobile Dect, Gsm, Umts e Lte (4G)“.Il grido d’allarme segue l’approvazione renziana della Strategia Italiana per la Banda Ultralarga e dellaStrategia per la Crescita digitale 2014-2020: la richiesta è da un centinaio di firmatari-promotori, tra i qualiFiorella Belpoggi del Centro di Ricerca sul Cancro dell’Istituto Ramazzini a Bologna eMario Barteri, Chimica Fisica Biologica alla “Sapienza”, l’associazione Medicina Democratica, l’Isde – Medici per l’Ambiente, la Fondazione Progenies di Firenze. Questa la sintesi: “Riportare la misurazione dei campi elettromagnetici su una media di 6 minuti anziché di 24 ore; approvare un decreto attuativo della Legge 36/2001 per i dispositivi mobili con l’adozione degli stessi limiti di esposizione delle antenne dei sistemi fissi; promuovere investimenti pubblici e detassazione per la connettività in fibra ottica e via cavo che è la tecnologia più efficiente e completamente sicura per la salute. Infine, l’obbligo per gli enti predisposti alla tutela della salute pubblica ad assumere le proprie valutazioni del rischio sulla radiofrequenza, selezionando gli studi scientifici indipendenti, escludendo quelli finanziati dall’industria delle telecomunicazioni“. Insomma, tanta roba, che riguarda tutti.
Altre voci dal worksop di Roma:  “Questi piani di sviluppo rischiano di far aumentare in modo esponenziale tutta una serie di patologie tumorali e neurodegenerative correlate all’esposizione continuata alla radiofrequenza, con un rischio più significativo per i più giovani dal momento che gli effetti nocivi dell’esposizione ai campi elettromagnetici si accumulano nel tempo”, sostieneFiorenzo Marinelli, ricercatore CNR Bologna. “Il governo suggerisce di uniformare i limiti attuali italiani (6 V/m) a quelli europei (61 V/m) in base alla raccomandazione 1999/519/CE, che io stesso ho contribuire ad elaborare come uno dei delegati del Ministero della Sanità italiano”, spiega Livio Giuliani, dirigente di ricerca ex-Ispsl, ‘gli Stati membri hanno facoltà di fornire un livello di protezione più elevato di quello di cui alla presente raccomandazione’ e che gli Stati membri ‘dovrebbero considerare i progressi delle conoscenze scientifiche con un atteggiamento di precauzione, suggerito in una riduzione cautelativa a 0,6 V/m”.
Netta la posizione anche dei comitati No-Antenna Selvaggia, No-Muos in Sicilia e delle associazioni malati di Elettrosensibilità: “Siamo per lo sviluppo delle tecnologie digitali purché avvenga nel pieno rispetto della salute”, dice Giuseppe Teodoro portavoce romano. “Richiediamo anche il divieto di installazione del Wi-Fi negli asili, nelle scuole, nei luoghi di cura e negli ospedali.” Chiosa Francesca Romana Orlando, Amica: “La valutazione del rischio correlato ai campi elettromagnetici è fortemente condizionata dal problema del conflitto di interessi”. Per firmare la l’appello c’è tempo fino al 30 Marzo: chiunque può farlo. Mentre per chi volesse preventivamente orientarsi, proficua lettura è senz’altro “Il fascino discreto dell’elettromagnetismo, tutto quello che dovete sapere sull’inquinamento elettromagnetico: scienza, salute e ambiente” 

Leggi QUI l’articolo di Maurizio Martucci del 27 febbraio 2015



venerdì 27 febbraio 2015

APPELLO PER LA DIFESA DELLA SALUTE DALLE RADIAZIONI A RADIOFREQUENZA E MICROONDE

Comunicato Stampa della Task Force sui Campi Elettromagnetici
Roma, 26 febbraio 2015
In una LETTERA APERTA più di cento firmatari tra medici, fisici, ingegneri, comitati e associazioni chiedono al Governo e al Parlamento di conservare e semmai di migliorare i livelli di tutela della salute dagli effetti nocivi delle radiazioni emesse da cellulari, tablet, smartphone, computer collegati in rete senza fili, antenne Wi-Fi, Wi-Max, radar, ripetitori della radiofonia, della radiotelevisione e della telefonia mobile DECT, GSM, UMTS e LTE (4G).
Questa iniziativa nasce in risposta a due piani del Governo che prevedono sostanzialmente un innalzamento dei limiti di legge per i campi elettromagnetici e una diffusione massiccia di tecnologie a radiofrequenza come il Wi-Fi. I piani sono la Strategia Italiana per la Banda Ultralarga[1] e la Strategia per la Crescita digitale 2014-2020[2].
“Questi piani di sviluppo rischiano di far aumentare in modo esponenziale tutta una serie di patologie tumorali e neurodegenerative correlate all’esposizione continuata alla radiofrequenza, con un rischio più significativo per i più giovani dal momento che gli effetti nocivi dell’esposizione ai campi elettromagnetici si accumulano nel tempo”, ha commentato il Dott. Fiorenzo Marinelli, ricercatore del CNR di Bologna, uno dei firmatari dell’appello. “Al momento la radiofrequenza è classificata dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come possibile cancerogeno per l’Uomo, ma ricerche epidemiologiche più recenti richiedono una classificazione come cancerogeno certo”[3],[4].
“Il governo suggerisce di uniformare i limiti attuali italiani (6 V/m) a quelli europei (61 V/m) in base alla raccomandazione 1999/519/CE, che io stesso ho contribuire ad elaborare come uno dei delegati del Ministero della Sanità italiano”, spiega il Dott. Livio Giuliani, dirigente di ricerca ex-ISPESL. Quella raccomandazione prevede che: ‘gli Stati membri hanno facoltà di fornire un livello di protezione più elevato di quello di cui alla presente raccomandazione’ e che gli Stati membri ‘dovrebbero considerare i progressi delle conoscenze scientifiche con un atteggiamento di precauzione’. “Di fatto le conoscenze scientifiche attuali suggeriscono una riduzione cautelativa dei limiti per la radiofrequenza e per le microonde a 0,6 V/m”, commenta il Dott. Giuliani.
“Deve essere chiaro che noi siamo per lo sviluppo delle tecnologie digitali purché avvenga nel pieno rispetto della salute”, commenta Giuseppe Teodoro, uno dei portavoce della iniziativa. “Nella nostra lettera appello chiediamo che il Governo investa sulle connessioni via cavo che sono le più efficienti e le uniche davvero prive di controindicazioni per la salute e richiediamo anche il divieto di installazione del Wi-Fi negli asili, nelle scuole, nei luoghi di cura e negli ospedali.”
“La valutazione del rischio correlato ai campi elettromagnetici è fortemente condizionata dal problema del conflitto di interessi”, ha commentato Francesca Romana Orlando, autrice di un saggio sull’argomento e vice presidente di AMICA, “per questo motivo richiediamo al governo di stabilire i livelli di sicurezza per i campi elettromagnetici selezionando esclusivamente gli studi scientifici indipendenti, come del resto ha fatto il giudice della Corte di Appello di Brescia nel riconoscere il nesso causale tra tumore cerebrale ed esposizione al telefono cellulare”.
In soli tre giorni hanno sottoscritto la lettera aperta oltre sessanta medici, fisici, ingegneri e ricercatori, tra cui numerosi esperti di effetti cancerogeni dei campi elettromagnetici, come la Dr.ssa Fiorella Belpoggi, Direttore del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni presso l’Istituto Ramazzini a Bologna e il Prof. Mario Barteri, Ordinario di Chimica Fisica Biologica alla “Sapienza” Università di Roma, il quale ha pubblicato diversi studi sugli effetti enzimatici della radiazione emessa dal telefono GSM.
Numerosi sono stati i medici firmatari appartenenti ad associazioni mediche come Medicina Democratica, che ha aderito anche come associazione, e a ISDE – Medici per l’Ambiente, tra cui lo stesso Dott. Ernesto Burgio che è il Presidente del Comitato Scientifico dell’associazione. Hanno aderito anche la Fondazione Progenies di Firenze che unisce circa 5000 operatori del settore sanitario e l’Associazione Italiana Medicina Ambiente e Salute (ASSIMAS) che si occupa di formazione di medicina ambientale.
Hanno sottoscritto la lettera associazioni ambientaliste, l’Associazione Consumatori Utenti, diverse associazioni di malati, insieme a comitati storici molto attivi come i Comitati di Roma Nord impegnati da anni per la questione di Radio Vaticana e come i comitati No Muos che lottano contro l’installazione del mega impianto di trasmissione radar nella città di Niscemi in Sicilia.
La Task Force sull’Elettrosmog ha aperto una petizione pubblica che si chiuderà il 30 marzo. Petizione Task Force – entro 30 marzo 2015
[3] Hardell L. e Carlberg M., Mobile phone and cordless phone use and the risk for glioma – Analysis of pooled case control studies in Sweden, 1997–2003 and 2007–2009, in Pathophysiology, pubblicato online il 28 ottobre 2014.
[4] Coureau G. e altri, Mobile phone use and brain tumours in the CERENAT case-control study, Occup Environ Med doi:10.1136/oemed-2013-101754.

AL WORKSHOP DI ROMA SULL’ELETTROSMOG FIRMATA UNA DIFFIDA AL GOVERNO

Si è svolto sabato 21 ad Ostia il primo Workshop operativo per organizzare  le strategie dirette ad arginare i propositi del governo italiano di modificare, innalzandoli, i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici, attualmente in vigore nel nostro Paese.
L’incontro ha visto la partecipazione nutrita di medici, fisici, biologi, ingegneri e ricercatori, rappresentanti politici, rappresentanti di associazioni, di comitati legalmente costituiti e di fondazioni, riuniti per discutere gli effetti nefasti della imminente approvazione in Consiglio dei Ministri (prevista per il 27 p.v.) di due documenti delineanti, rispettivamente, la “strategia per la banda ultralarga” e per la “crescita digitale”, in cui sono contenuti i progetti di adeguare il nostro Paese ai limiti elettromagnetici europei nonché di diffondere nei luoghi indoor, in particolare scuole, ospedali ed uffici pubblici, la tecnologia wi-fi.
Si tratta di propositi che vanno nella direzione opposta ai valori che hanno ispirato il nostro Paese quando adottò il Principio di Precauzione nella Legge Quadro 36/2001 e che, se applicati, rischiano di condannare l’Italia tra i paesi a più alto tasso di elettrosmog nel contesto europeo.
La Task Force costituita al workshop di Roma ha, pertanto, approvato all’unanimità un documento in cui si diffida il Governo Renzidall’attuare tali propositi, invocando l’adozione di una serie di misure urgenti per tutelare la popolazione dai rischi di un aumento indiscriminato delle soglie di inquinamento elettromagnetico, tra cui:
  1. Abrogazione dell’Art. 14, comma 8, del d.l. 179/12, noto come “Decreto Sviluppo bis”, convertito in Legge 221/12, al fine di riportare la misurazione dei campi elettromagnetici su una media di 6 minuti anziché di 24 ore;
  2. Approvazione di un decreto attuativo della Legge 36/2001 per quanto riguarda i dispositivi mobili con l’adozione degli stessi limiti di esposizione delle antenne dei sistemi fissi;
  3. Revisione dei limiti di esposizione a 0,6 V/m per i luoghi ove si permanga per più di 4 ore e di 0,2 V/m come obiettivo di qualità, come promosso dalla Risoluzione 1815 del maggio 2011 dall’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa (punto 8.2.1);
  4. Promozione di investimenti pubblici e detassazione per la connettività in fibra ottica e via cavo;
  5. Divieto di installazione di reti Wi-Fi negli asili e nelle scuole frequentate da bambini e ragazzi al di sotto dei 16 anni, posto che la precoce esposizione a radiofrequenza rappresenta un aumentato rischio di sviluppo di cancro per effetto dell’accumulazione e perché diversi studi  hanno dimostrato disturbi neuro-comportamentali associati a questo tipo di esposizione;
  6. Divieto di installazione di reti Wi-Fi nei luoghi di cura e negli ospedali, perché la  radiofrequenza del Wi-Fi promuove lo stress ossidativo e interferisce con la vitalità cellulare e con la funzione riproduttiva;
  7. Divieto di installazione di reti Wi-Fi in tutti i luoghi ove operano professionisti il cui lavoro richiede concentrazione e precisione, come le sale operatorie, perché la radiofrequenza interferisce con il corretto funzionamento neurologico;
  8. Obbligo da parte delle Agenzie di Salute Pubblica di assumere le proprie valutazioni del rischio per la salute connesse alla radiofrequenza, selezionando gli studi scientifici indipendenti ed escludendo quelli finanziati dall’industria delle telecomunicazioni o da fondazioni ed enti no-profit finanziati dalla stessa (il giudice della Corte di Appello di Brescia ha stabilito un nesso causale tra tumore cerebrale ed esposizione al telefono cellulare specificando che solo effettuando una selezione della fonte del finanziamento degli studi si possono raggiungere valutazioni scientifiche indipendenti);
  9. Obbligo per gli enti locali di adottare piani regolatori degli impianti radioelettrici e di telefonia mobile, attraverso la modifica dell’art. 8, 6° comma della Legge Quadro 36/2001.

giovedì 26 febbraio 2015

SESTO S.GIOVANNI PENULTIMO COMUNE DELLA PROVINCIA NELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI

Sesto San Giovanni è in coda alla classifica dei Comuni dell’area metropolitana di Milano che fanno la raccolta differenziata dei rifiuti. Se infatti Bernate Ticino e Cisliano sono i Comuni che si contendono le prime posizioni, con circa il 90 per cento di raccolta differenziata dei rifiuti, Sesto San Giovanni è invece in penultima posizione con il 46,19 per cento, davanti a Basiglio (43,52 per cento) e subito dopo Milano: il capoluogo infatti è terzultimo con il 48,93 per cento.
I dati emergono da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dichiarazioni Mud (Modello unico dichiarazione ambientale) presentate dai Comuni dal 2008 al 2014 e dalle imprese dal 2009 al 2013. Dai dati 2014 emerge una crescita del 5 per cento della raccolta differenziata di Milano e provincia rispetto alle dichiarazioni 2013. Sono infatti oltre 896 mila le tonnellate raccolte, sempre in aumento dal 2010 in poi. In crescita, in particolare, la raccolta di plastica (+9,8% rispetto al 2013), di rifiuti da spazzamento (+7,6%) e di inerti (+3,9%).
Tra i Comuni del Nordmilano primeggia Cusano Milanino con il 78,48 di raccolta differenziata. Seguono Paderno Dugnano (66,67 per cento), Bresso (63,91 per cento), Cormano (60,03 per cento), Cologno Monzese (57,25 per cento) e Cinisello Balsamo (55,19 per cento).

mercoledì 25 febbraio 2015

BANDA LARGA E INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO: I LIMITI MIGLIORI? IL GOVERNO LI ALZA

Capita che l’Italia abbia livelli di tutela superiori a quelli dell’Unione Europea in un ambito nevralgico della salute pubblica. Il governo di eccellenza di questo paese, quindi, pensa bene di correre subito ai ripari: dichiarando di volerli abbassare. L’ambito in questione è quello, sensibilissimo, dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici (cem), di recente tornato agli onori della cronaca grazie a una sentenza del Tar Sicilia nella nota vicenda del “Muos”.

Nel quadro del “Piano banda larga”, il governo si accinge ad adottare una geniale misura di tutela della salute dei suoi cittadini: “Uniformare i limiti nazionali a quelli europei in materia di elettro-magnetismo” con conseguente, dichiarato, “innalzamento dei limiti elettromagnetici”.
Pur non essendo specificato, ma quell'innalzamento potrebbe esser fino a dieci volte i limiti attuali. L’Italia non ha alcun obbligo di “uniformarsi”. Questo campo non è tra quelli in cui l’Ue abbia competenza esclusiva e neanche competenza concorrente con gli Stati membri.
In materia di tutela della salute umana, infatti, l’Unione ha solo “competenza per svolgere azioni intese a sostenere, coordinare o completare l’azione degli Stati membri” (art. 6 Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea); e, quindi, in ambito di sanità pubblica “l’azione dell’Unione [….] completa le politiche nazionali” (art. 168).

( leggi QUI l'articolo completo di Stefano Palmisano del 23 febbraio 2015 sul ilfattoquotidiano.it )