L’esposizione alle onde elettromagnetiche del wi-fi potrebbe danneggiare la salute, specialmente dei bambini. L’ Organizzazione per la Difesa della Salute, la Vita Sana Foundation e la Fondazione per la salute geo-ambientale in Spagna hanno lanciato una campagna per rimuovere il wi-fi nelle scuole e nei luoghi pubblici, in quanto garantiscono che porta enormi rischi per la salute, soprattutto per i bambini.
Agustín Bocos, avvocato ambientalista, durante un’intervista pubblicata sul giornale iberico La Vanguardia avverte: “Il wi-fi emette una radiazione elettromagnetica di potenza molto elevata.
Le conseguenze sono dannose per tutti, ma soprattutto per i bambini, più vulnerabili perché sono in pieno sviluppo”.
In paesi come Inghilterra, Francia e Svezia alcuni comuni hanno “spento” il wi-fi gratuito nelle scuole, musei, biblioteche e luoghi pubblici. La tecnologia wireless non è stata ancora controllata da alcun organismo che potrebbe dirci quale potenza debba essere emessa e come tale emissione è controllata”. Per non correre rischi, lo specialista ha consigliato il classico “cavo” perché assicura che non ci sono studi che “iperattività, mal di testa e problemi del sonno del bambino per chi utilizza la connessione con queste onde”. Almeno, bisognerebbe disattivare il servizio in casa, quando la famiglia va a dormire.( leggi QUI l'articolo completo )
FONTE : IMPRONTAUNIKA.IT
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mercoledì 3 settembre 2014
martedì 2 settembre 2014
AQUILA ELETTRODOTTO TERNA: NESSUN INCONTRO; ''CASO IRRISOLTO''
L'AQUILA - "L’elettrodotto Terna? Ancora tutto fermo, del resto ad agosto solo qui all’Aquila c’è vita con la Perdonanza...” .
Risponde così il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, alla richiesta di lumi sullo spostamento dell’elettrodotto che taglia in due metà la città capoluogo, come più volte raccontato da questo giornale.
Il primo cittadino conferma che, nonostante le ripetute richieste, non ha ancora avuto luogo, né è stata fissata una data per l’incontro con Terna, la società che in Italia gestisce la rete elettrica.
Sul tavolo la delocalizzazione, lontano dai centri abitati, dell’elettrodotto a doppia linea ad alta tensione da 150 e 220 chilovolt che attraversa i quartieri di Pettino, San Francesco e Torrione.
Cialente garantisce comunque che “terminata la pausa estiva, rinnoverò l’invito ai vertici di Terna, per affrontare una volte per tutte la questione".
Quella dello spostamento del’elettrodotto è una vicenda che si trascina in modo inconcludente da almeno due decenni.
Lo conferma ad AbruzzoWeb Franco Mucciante, ex assessore comunale di centrodestra dal 1985 al 1988, e poi dal 1990 al 1995.
"Già agli inizi degli anni 90 ci incontrammo con i vertici dell’Enel che, ai tempi, come azienda pubblica gestiva anche le reti, servizio poi passato a Terna - ricorda - Spiegammo che L’Aquila rappresentava in Italia un‘anomalia, un caso quasi unico di una città attraversata da cavi ad alta tensione che potrebbero comportare a causa dell’inquinamento elettromagnetico problemi ala salute".
"Per non parlare poi dell’aspetto estetico! L’Enel - prosegue - si disse disponibile a ragionar intorno a un progetto di interramento o di delocalizzazione. La prima ipotesi, però, fu subito scartata per i costi proibitivi. La seconda ipotesi è rimasta purtroppo solo sulla carta”.
L’ex assessore, convinto tutt'ora del necessità dell'intervento ricorda infine che “come Comune abbiamo fatto regolamenti per prevenire i rischi di inquinamento elettromagnetico delle antenne di telefonia mobile, stabilendo per esempio una distanza minima dalle scuole, sopra cui invece passano i tralicci dell’elettrodotto. È un'incongruenza - conclude - come minimo sarebbe opportuno un serio monitoraggio delle emissioni dell'elettrodotto Terna e controlli epidemiologici tra popolazione che risiede nei pressi dell'elettrodotto”.
FONTE : ABRUZZOWEB.IT
Risponde così il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, alla richiesta di lumi sullo spostamento dell’elettrodotto che taglia in due metà la città capoluogo, come più volte raccontato da questo giornale.
Il primo cittadino conferma che, nonostante le ripetute richieste, non ha ancora avuto luogo, né è stata fissata una data per l’incontro con Terna, la società che in Italia gestisce la rete elettrica.
Sul tavolo la delocalizzazione, lontano dai centri abitati, dell’elettrodotto a doppia linea ad alta tensione da 150 e 220 chilovolt che attraversa i quartieri di Pettino, San Francesco e Torrione.
Cialente garantisce comunque che “terminata la pausa estiva, rinnoverò l’invito ai vertici di Terna, per affrontare una volte per tutte la questione".
Quella dello spostamento del’elettrodotto è una vicenda che si trascina in modo inconcludente da almeno due decenni.
Lo conferma ad AbruzzoWeb Franco Mucciante, ex assessore comunale di centrodestra dal 1985 al 1988, e poi dal 1990 al 1995.
"Già agli inizi degli anni 90 ci incontrammo con i vertici dell’Enel che, ai tempi, come azienda pubblica gestiva anche le reti, servizio poi passato a Terna - ricorda - Spiegammo che L’Aquila rappresentava in Italia un‘anomalia, un caso quasi unico di una città attraversata da cavi ad alta tensione che potrebbero comportare a causa dell’inquinamento elettromagnetico problemi ala salute".
"Per non parlare poi dell’aspetto estetico! L’Enel - prosegue - si disse disponibile a ragionar intorno a un progetto di interramento o di delocalizzazione. La prima ipotesi, però, fu subito scartata per i costi proibitivi. La seconda ipotesi è rimasta purtroppo solo sulla carta”.
L’ex assessore, convinto tutt'ora del necessità dell'intervento ricorda infine che “come Comune abbiamo fatto regolamenti per prevenire i rischi di inquinamento elettromagnetico delle antenne di telefonia mobile, stabilendo per esempio una distanza minima dalle scuole, sopra cui invece passano i tralicci dell’elettrodotto. È un'incongruenza - conclude - come minimo sarebbe opportuno un serio monitoraggio delle emissioni dell'elettrodotto Terna e controlli epidemiologici tra popolazione che risiede nei pressi dell'elettrodotto”.
FONTE : ABRUZZOWEB.IT
lunedì 1 settembre 2014
ELETTRODOTTO, IL COMITATO DI CHIATRI SCRIVE A RENZI
Un
nuovo elettrodotto che oltre a deturpare l'ambiente comporterà una
produzione in eccesso di energia elettrica. E’ quanto sostiene,
scrivendolo al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al
commissario per la spending review Carlo Cottarelli, oltre che al
ministero dell'ambiente, alla Regione Toscana e ai sindaci dei Comuni
coinvolti, l'avvocato Cesare Ciacca, presidente del comitato di
Chiatri sorto contro il nuovo progetto di Terna che coinvolge
l'Oltreserchio. L'avvocato chiede di bloccare quello che ritiene un
inutile spreco di denaro pubblico.
“A
quanto sembra - sottolinea -, con lo stesso criterio di aumento non
necessario della produzione dell’energia elettrica la Terna
progetta la variazione e il potenziamento dell’elettrodotto
Acciaiolo – La Spezia – area di Lucca, con deturpazione mostruosa
dell’ambiente, dei valori culturali paesaggistici ed artistici, dei
reperti archeologici, che integrano un valore primario assoluto, oggi
ancora più prezioso nel declino o nella delocalizzazione
dell’industria, che così verrebbe violato e gravemente menomato.
L’area di Lucca è particolarmente dotata dei valori e dei reperti
di cui sopra. La loro distruzione o menomazione in conseguenza
dell’elettrodotto Acciaiolo – La Spezia provocherebbe con
certezza un danno incalcolabile ed irreversibile a quanto rimane dei
valori ambientali e paesaggistici, dei beni storici di millenaria
memoria. Ritorna appropriato citare il Consiglio di Stato che in una
recente decisione dell’aprile - maggio 2014 ha affermato che
l’ambiente (e direttamente la salute) è un valore primario e
assoluto cui devono essere subordinati tutti gli altri interessi e
valori. Tale spreco di pubblico denaro dovrà essere oggetto di esame
da parte della Corte dei Conti, ma in primo luogo del Governo”. A
questo proposito Ciacca si rivolge al premier Matteo Renzi e a Carlo
Cottarelli, Commissario per la spending review, al fine di
verificare “se in relazione all’inutilità degli elettrodotti
sussistano sprechi di pubblico danaro con conseguenti sovraccarichi
ingiustificati nelle tasche degli italiani”.
FONTE
: LUCCAINDIRETTA.IT
venerdì 29 agosto 2014
ELETTROSMOG: STORIE DI ELETTROSENSIBILI
Notizie
in fotocopia, mimetizzate, dirottate su stampa locale e di settore
(forse per non far troppo rumore …) “L’appello:
elettrosensibile chiede aiuto”, “Disperata per l’antenna, ma
voglio restare a casa”, “Elettrosensibile, la vita al buio di
Giulia”. Tragedie individuali, invisibili, vissute
nell’indifferenza generale, per un disagio invero prodotto dai
consumi della collettività (e non solo!).
Mass-media
(nazional-generalisti) silenti, medici impreparati nella
diagnosi/gestione di un’insidiosa malattia ambientale, classe
politica nicchiante (Marino, sindaco capitolino, ha recentemente
presenziato un convegno sul tema: restiamo alla finestra) e, tra
conflitti d’interesse dei ricercatori e vuoto normativo, gli affari
dei giganti TLC gongolano a discapito della salute. Nostra.
“L’elettrosensibilità
ti espone ad una battaglia continua, la gente non vuol credere che
esista questa malattia – lo sfogo al Messaggero Veneto del marito
di Giulia, una malata friulana in fuga da lavoro e casa per vivere in
una tenda schermata tra le montagne della Carnia, al riparo da onde
elettromagnetiche – Accettare una situazione del genere vorrebbe
dire cambiare le proprie abitudini e nessuno è disposto a farlo
finché la salute glielo permette”.
Sul
mensile ecologista Terra Nuova la storia di una cinquantenne di
Imperia in ritiro dalla vita sociale, rifugiatasi in un agriturismo
del Piemonte in cerca di un’inesistente Free Elettrosmog Zone .... ( leggi QUI l'interessante articolo di Maurizio Martinucci )
FONTE : ILFATTOQUOTIDIANO.IT
martedì 26 agosto 2014
IRPINIA - PROGETTO ELETTRODOTTO
LA REPLICA DEL COMITATO "NO ALTA TENSIONE"
Leqqi QUI l'articolo completo sulla risposta del comitato NO ALTA TENSIONE pubblicata su IRPINIA 24.ITlunedì 25 agosto 2014
IRPINIA : ELETTRODOTTO A LACEDONIA,
IL COMITATO NO ALTA TENSIONE ACCUSA IL SINDACO : NON AVETE
AVVERTITO I CITTADINI
In un manifesto si chiede al primo cittadino di chiarire la
posizione dell’amministrazione locale e si lancia un appello alle componenti più
giovani in consiglio che in questa fase non del dibattito non hanno fornito
nessun contributo utile “
Leggi QUI l’articolo
completo si irpinia focus.it
PETIZIONE CONTRO I NUOVI ELETTRODOTTI IN VAL FORMAZZA
I comitati chiedono a Terna linee interrate
DOMODOSSOLA - «Salviamo il paesaggio Valdossola». Con questo
titolo è partita la nuova raccolta firme per fermare un grande elettrodotto
dalla Svizzera a Milano attraverso la val Formazza. La petizione si pone
all’interno di una questione più ampia che ha già visto Comuni e associazioni
schierati contro Terna e il progetto «Interconnector» che prevede una nuova
linea elettrica dall’alta Ossola a Milano e la costruzione di una centrale tra
Pallanzeno e Villadossola.
Sono stati organizzati due punti di raccolta firme: da «Rossi
Casa» a Villadossola e in biblioteca a Pallanzeno. «Il progetto che riguarda
l’Ossola è diviso in due parti: la prima prevede la razionalizzazione della
rete dell’alta tensione in val Formazza con l’interramento di alcuni cavi e
della costruzione di una sezione aerea, visibile, a cui ci opponiamo - spiega
Filippo Pirazzi, presidente del comitato -. Chiediamo, per il bene del
paesaggio, di interrare tutti i cavi. Intendiamo predisporre altri punti per la
raccolta firme in tutti i Comuni coinvolti e saremo presenti anche a
Domodossola. Puntiamo a mille firme prima che vengano prese decisioni finali».
Altri comitati hanno messo in luce il fatto che Terna in Val Susa ha in
cantiere un analogo progetto, ma le linee sono previste completamente interrate.
«Il 28 settembre organizzeremo un grande incontro al lago Kastel
in valle Formazza - conclude Pirazzi -: in quell’occasione mostreremo dal vivo
il danno ambientale e paesaggistico che arrecheranno i cavi a vista in zone di
grande pregio alpino come i laghi formazzini, l’alpe Cravariola e Matogno».
FONTE : LASTAMPA.it
venerdì 22 agosto 2014
ESSERE ELETTROSENSIBILE, LA VITA AL BUIO DI GIULIA
Niente tv, cellulari, frigo, vive sotto una tenda schermata. «Non posso uscire di casa e spesso stacco anche il contatore»
UDINE. Niente cellulare. Niente televisione o radio. Niente
microonde e neppure frigorifero. La lista dei “no” per un elettrosensibile è
lunghissima. E si scontra con una società che non può fare a meno di tutto
questo.
Ecco perché «se le onde elettromagnetiche ti fanno stare male,
l’unica soluzione è isolarsi dal mondo», racconta Giulia, nome di fantasia per
una donna friulana di 43 anni costretta insieme con il marito a rifugiarsi in
montagna pur di trovare un po’ di respiro da quella malattia diagnosticata nel
2010.
Tutto comincia il 6 marzo di quell’anno. «Il suo corpo ha un
tracollo che si manifesta con una chiara sensazione di corrente elettrica
diffusa da testa a piedi, tachicardia e la sensazione di morire – racconta oggi
il marito di Giulia, che chiameremo Andrea –. Intuendo che la causa del suo
malessere fosse legata all’ambiente in cui vivevamo, all’alba del 7 marzo siamo
scappati dalla casa che avevamo appena comprato. Soltanto con una valigia. Nei
giorni seguenti le condizioni di Giulia sono leggermente migliorate, ma non
riusciva a stare in piedi: aveva una fortissima emicrania e persisteva la
sensazione di elettricità unita a un senso di congestione, bruciore in tutto il
corpo. Il medico che avevamo non sapeva come occuparsene, ci ha solo prescritto
alcuni esami».
Nel 2010 Giulia e Andrea non sanno neppure cosa siano le malattie
ambientali. Giulia usa ancora il cellulare. Ma Andrea, sulla base dei sintomi,
si impegna in una ricerca on line e risale alla dottoressa Anna Zucchero,
medico dell’Ospedale dell’Angelo a Mestre e presidente della Associazione
italiana elettrosensibili. ( Leggi QUI
l’articolo completo di Michela Zanutto sul Messaggero Veneto online )
FONTE : MESSAGGEROVENETO
giovedì 21 agosto 2014
ACCESI SULLE ALPI TANTI FALÒ PER DIRE NO ALL’ELETTRODOTTO
UN CENTINAIO DI VOLONTARI SUI MONTI (ANCHE CARINZIANI) PER PROTESTARE CONTRO LA LINEA PER SOMPLAGO
TOLMEZZO.
Legambiente accende la luce sulle montagne contro l’elettrodotto. Sabato di
protesta quello scorso, che ha valicato i confini di Stato fra Austria e
Italia.
Su sei colli
in Italia, e su altri due in Austria, i falò delle associazione ambientaliste
hanno detto “no” all’elettrodotto Wurmlach-Somplago di Alpe Adria Energia degli
industriali Fantoni-Pittini-Burgo che ha ottenuto la certificazione Via
(Valutazione di impatto ambientale) da parte del ministero dell’Ambiente.
I fuochi
sono stati accesi da un centinaio di volontari, in Italia, in zone site in
quota in modo che venissero visti da tutta la valle del But e dalla Conca
tolmezzina. Un primo falò è stato acceso a Cesclans di Cavazzo Carnico, due a
Verzegnis, a malga Avrint e a casera Presoldon, ben visibili da Tolmezzo, uno
sul Pian delle Streghe sul Tenchia di Cercivento, uno sul Colle di San Daniele
di Paluzza e uno a Passo Pramosio.
Gli
austriaci hanno acceso un falò già il sabato precedente sui monti di Mauthen,
al Zollnersee Hutte, cosa che hanno ripetuto questo ultimo fine settimana. I
fuochi sono stati ben visibili dalle 21 sino alle 23 dai paesi del fondovalle
anche a lunga distanza. Naturalmente tutti i falò sono stati accesi in
sicurezza, con la presenza anche della guardia forestale. ( leggi QUI l’articolo completo di
Gino Grillo )
FONTE : MessaggeroVeneto
mercoledì 20 agosto 2014
ELETTROSMOG NELLE SCUOLE: ITALIANI PRUDENTI COME GLI INGLESI
Qui sotto riportiamo l'articolo di Aldo Domenico Ficara del 6 Agosto 2014 uscito sul sito http://www.tecnicadellascuola.it , ne condividiamo il contenuto anche se siamo un pò meno sicuri che gli italiani e le istituzioni siano prudenti in merito , assistiamo infatti ad una indiscriminata installazione di reti wi-fi e antenne radio base in edifici scolastici e nelle loro vicinanze in barba al principio di precauzione.
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Qualche lustro fa anni addietro ci si batteva molto affinché nelle
scuole italiane si ottenesse il minor grado di inquinamento da elettrosmog.
esisteva, una legge che determinava la distanza minima delle antenne Wi-Fi
dalle strutture scolastiche primarie. Infatti, era fissata ad una distanza di
circa 150 metri e ciò era stato fatto per preservare il più possibile la salute
dei piccoli studenti dall'elettrosmog.
A tal proposito si ricorda che nel Regno Unito le reti wireless
sono in corso di smantellamento in molte scuole, perché non esistono studi a
lungo termine che ne dimostrino l'innocuità. Anche Il Times riferisce che sul
banco degli imputati sono state poste le onde degli apparati di trasmissione
WiFi. I genitori degli studenti le temono, per gli effetti che possono causare
sui figli: emicranie, cali di memoria, minore capacità di concentrazione, e si
arriva persino a parlare di rischio tumori. Le cause di preoccupazione sono le
medesime descritte in vari studi e abstracts relativi alla telefonia mobile: i
giovani studenti, in piena età dello sviluppo, hanno una struttura ossea e
nervosa ancora fisicamente immatura.
In particolare, le ossa del cranio avrebbero uno spessore ridotto
e una capacità di "schermatura" inferiore a quella di una persona
adulta e fisicamente matura. Anche in Italia la questione è stata già dibattuta
pubblicamente dove si è detto che dopo anni di studi nel 2013 l’Agenzia internazionale
per la ricerca sul cancro (Iarc) ha definito i campi elettromagnetici a
radiofrequenza “possibilmente cancerogeni per gli esseri umani”. Pertanto In
attesa di dati scientifici certi, il Parlamento europeo nel 2008 e il Consiglio
d’Europa nel 2011 hanno raccomandato agli Stati membri di far riferimento al
principio di precauzione, e per le scuole consigliano connessioni internet
cablate. Da segnalare che diversi Comitati scientifici internazionali
continuano a segnalare i rischi per la salute che derivano dai campi
elettromagnetici a radiofrequenza, in particolare per i più giovani.
FONTE
: TECNICADELLASCUOLA.IT
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