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mercoledì 3 settembre 2014

IL WI-FI POTREBBE DANNEGGIARE LA SALUTE SPECIALMENTE QUELLA DEI BAMBINI

L’esposizione  alle onde elettromagnetiche del wi-fi potrebbe danneggiare la salute, specialmente dei bambini. L’ Organizzazione per la Difesa della Salute, la Vita Sana Foundation e la Fondazione per la salute geo-ambientale in Spagna hanno lanciato una campagna per rimuovere il wi-fi nelle scuole e nei luoghi pubblici, in quanto garantiscono che porta enormi rischi per la salute, soprattutto per i bambini.
Agustín Bocos, avvocato ambientalista, durante un’intervista pubblicata sul giornale iberico La Vanguardia avverte: “Il wi-fi emette una radiazione elettromagnetica di potenza molto elevata.
Le conseguenze sono dannose per tutti, ma soprattutto per i bambini, più vulnerabili perché sono in pieno sviluppo”.
In paesi come Inghilterra, Francia e Svezia alcuni comuni hanno “spento” il wi-fi gratuito nelle scuole, musei, biblioteche e luoghi pubblici. La tecnologia wireless non è stata ancora controllata da alcun organismo che potrebbe dirci quale potenza debba essere emessa e come tale emissione è controllata”. Per non correre rischi, lo specialista ha consigliato il classico “cavo” perché assicura che non ci sono studi che “iperattività, mal di testa e problemi del sonno del bambino per chi utilizza la connessione con queste onde”. Almeno, bisognerebbe disattivare il servizio in casa, quando la famiglia va a dormire.( leggi QUI l'articolo completo )

FONTE : IMPRONTAUNIKA.IT

martedì 2 settembre 2014

AQUILA ELETTRODOTTO TERNA: NESSUN INCONTRO; ''CASO IRRISOLTO''

L'AQUILA  -  "L’elettrodotto Terna? Ancora tutto fermo, del resto ad agosto solo qui all’Aquila c’è vita con la Perdonanza...” .
Risponde così il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, alla richiesta di lumi sullo spostamento dell’elettrodotto che taglia in due metà la città capoluogo, come più volte raccontato da questo giornale.
Il primo cittadino conferma che, nonostante le ripetute richieste, non ha ancora avuto luogo, né è stata fissata una data per l’incontro con Terna, la società che in Italia gestisce la rete elettrica.
Sul tavolo la delocalizzazione, lontano dai centri abitati, dell’elettrodotto a doppia linea ad alta tensione da 150 e 220 chilovolt che attraversa i quartieri di Pettino, San Francesco e Torrione.
Cialente garantisce comunque che “terminata la pausa estiva, rinnoverò l’invito ai vertici di Terna, per affrontare una volte per tutte la questione".
Quella dello spostamento del’elettrodotto è una vicenda che si trascina in modo inconcludente da almeno due decenni.
Lo conferma ad AbruzzoWeb Franco Mucciante, ex assessore comunale di centrodestra dal 1985 al 1988, e poi dal 1990 al 1995.
"Già agli inizi degli anni 90 ci incontrammo con i vertici dell’Enel che, ai tempi, come azienda pubblica gestiva anche le reti, servizio poi passato a Terna - ricorda - Spiegammo che L’Aquila rappresentava in Italia un‘anomalia, un caso quasi unico di una città attraversata da cavi ad alta tensione che potrebbero comportare a causa dell’inquinamento elettromagnetico problemi ala salute".
"Per non parlare poi dell’aspetto estetico! L’Enel - prosegue  - si disse disponibile a ragionar intorno a un progetto di interramento o di delocalizzazione. La prima ipotesi, però, fu subito scartata per i costi proibitivi. La seconda ipotesi è rimasta purtroppo solo sulla carta”.
L’ex assessore, convinto tutt'ora del necessità dell'intervento ricorda infine che “come Comune abbiamo fatto regolamenti per prevenire i rischi di inquinamento elettromagnetico delle antenne di telefonia mobile, stabilendo per esempio una distanza minima dalle scuole, sopra cui invece passano i tralicci dell’elettrodotto. È un'incongruenza - conclude - come minimo sarebbe opportuno un serio monitoraggio delle emissioni dell'elettrodotto Terna e controlli epidemiologici tra popolazione che risiede nei pressi dell'elettrodotto”.

FONTE : ABRUZZOWEB.IT

lunedì 1 settembre 2014

ELETTRODOTTO, IL COMITATO DI CHIATRI SCRIVE A RENZI

Un nuovo elettrodotto che oltre a deturpare l'ambiente comporterà una produzione in eccesso di energia elettrica. E’ quanto sostiene, scrivendolo al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al commissario per la spending review Carlo Cottarelli, oltre che al ministero dell'ambiente, alla Regione Toscana e ai sindaci dei Comuni coinvolti, l'avvocato Cesare Ciacca, presidente del comitato di Chiatri sorto contro il nuovo progetto di Terna che coinvolge l'Oltreserchio. L'avvocato chiede di bloccare quello che ritiene un inutile spreco di denaro pubblico.
A quanto sembra - sottolinea -, con lo stesso criterio di aumento non necessario della produzione dell’energia elettrica la Terna progetta la variazione e il potenziamento dell’elettrodotto Acciaiolo – La Spezia – area di Lucca, con deturpazione mostruosa dell’ambiente, dei valori culturali paesaggistici ed artistici, dei reperti archeologici, che integrano un valore primario assoluto, oggi ancora più prezioso nel declino o nella delocalizzazione dell’industria, che così verrebbe violato e gravemente menomato. L’area di Lucca è particolarmente dotata dei valori e dei reperti di cui sopra. La loro distruzione o menomazione in conseguenza dell’elettrodotto Acciaiolo – La Spezia provocherebbe con certezza un danno incalcolabile ed irreversibile a quanto rimane dei valori ambientali e paesaggistici, dei beni storici di millenaria memoria. Ritorna appropriato citare il Consiglio di Stato che in una recente decisione dell’aprile - maggio 2014 ha affermato che l’ambiente (e direttamente la salute) è un valore primario e assoluto cui devono essere subordinati tutti gli altri interessi e valori. Tale spreco di pubblico denaro dovrà essere oggetto di esame da parte della Corte dei Conti, ma in primo luogo del Governo”. A questo proposito Ciacca si rivolge al premier Matteo Renzi e a Carlo Cottarelli, Commissario per la spending review, al fine di verificare “se in relazione all’inutilità degli elettrodotti sussistano sprechi di pubblico danaro con conseguenti sovraccarichi ingiustificati nelle tasche degli italiani”.


venerdì 29 agosto 2014

ELETTROSMOG: STORIE DI ELETTROSENSIBILI

Notizie in fotocopia, mimetizzate, dirottate su stampa locale e di settore (forse per non far troppo rumore …) “L’appello: elettrosensibile chiede aiuto”, “Disperata per l’antenna, ma voglio restare a casa”, “Elettrosensibile, la vita al buio di Giulia”. Tragedie individuali, invisibili, vissute nell’indifferenza generale, per un disagio invero prodotto dai consumi della collettività (e non solo!).
Mass-media (nazional-generalisti) silenti, medici impreparati nella diagnosi/gestione di un’insidiosa malattia ambientale, classe politica nicchiante (Marino, sindaco capitolino, ha recentemente presenziato un convegno sul tema: restiamo alla finestra) e, tra conflitti d’interesse dei ricercatori e vuoto normativo, gli affari dei giganti TLC gongolano a discapito della salute. Nostra.
L’elettrosensibilità ti espone ad una battaglia continua, la gente non vuol credere che esista questa malattia – lo sfogo al Messaggero Veneto del marito di Giulia, una malata friulana in fuga da lavoro e casa per vivere in una tenda schermata tra le montagne della Carnia, al riparo da onde elettromagnetiche – Accettare una situazione del genere vorrebbe dire cambiare le proprie abitudini e nessuno è disposto a farlo finché la salute glielo permette”.
Sul mensile ecologista Terra Nuova la storia di una cinquantenne di Imperia in ritiro dalla vita sociale, rifugiatasi in un agriturismo del Piemonte in cerca di un’inesistente Free Elettrosmog Zone .... ( leggi QUI l'interessante articolo di Maurizio Martinucci )


martedì 26 agosto 2014

IRPINIA - PROGETTO ELETTRODOTTO

LA REPLICA DEL COMITATO "NO ALTA TENSIONE"

Leqqi QUI l'articolo completo sulla risposta del comitato NO ALTA TENSIONE pubblicata su IRPINIA 24.IT 



lunedì 25 agosto 2014

IRPINIA : ELETTRODOTTO A LACEDONIA,

IL COMITATO NO ALTA TENSIONE ACCUSA IL SINDACO : NON AVETE AVVERTITO I CITTADINI

In un manifesto si chiede al primo cittadino di chiarire la posizione dell’amministrazione locale e si lancia un appello alle componenti più giovani in consiglio che in questa fase non del dibattito non hanno fornito nessun contributo utile “

Leggi QUI l’articolo completo si irpinia focus.it

PETIZIONE CONTRO I NUOVI ELETTRODOTTI IN VAL FORMAZZA

I comitati chiedono a Terna linee interrate


DOMODOSSOLA - «Salviamo il paesaggio Valdossola». Con questo titolo è partita la nuova raccolta firme per fermare un grande elettrodotto dalla Svizzera a Milano attraverso la val Formazza. La petizione si pone all’interno di una questione più ampia che ha già visto Comuni e associazioni schierati contro Terna e il progetto «Interconnector» che prevede una nuova linea elettrica dall’alta Ossola a Milano e la costruzione di una centrale tra Pallanzeno e Villadossola. 
Sono stati organizzati due punti di raccolta firme: da «Rossi Casa» a Villadossola e in biblioteca a Pallanzeno. «Il progetto che riguarda l’Ossola è diviso in due parti: la prima prevede la razionalizzazione della rete dell’alta tensione in val Formazza con l’interramento di alcuni cavi e della costruzione di una sezione aerea, visibile, a cui ci opponiamo - spiega Filippo Pirazzi, presidente del comitato -. Chiediamo, per il bene del paesaggio, di interrare tutti i cavi. Intendiamo predisporre altri punti per la raccolta firme in tutti i Comuni coinvolti e saremo presenti anche a Domodossola. Puntiamo a mille firme prima che vengano prese decisioni finali». Altri comitati hanno messo in luce il fatto che Terna in Val Susa ha in cantiere un analogo progetto, ma le linee sono previste completamente interrate. 
«Il 28 settembre organizzeremo un grande incontro al lago Kastel in valle Formazza - conclude Pirazzi -: in quell’occasione mostreremo dal vivo il danno ambientale e paesaggistico che arrecheranno i cavi a vista in zone di grande pregio alpino come i laghi formazzini, l’alpe Cravariola e Matogno».


FONTE : LASTAMPA.it

venerdì 22 agosto 2014

ESSERE ELETTROSENSIBILE, LA VITA AL BUIO DI GIULIA

Niente tv, cellulari, frigo, vive sotto una tenda schermata. «Non posso uscire di casa e spesso stacco anche il contatore»


UDINE. Niente cellulare. Niente televisione o radio. Niente microonde e neppure frigorifero. La lista dei “no” per un elettrosensibile è lunghissima. E si scontra con una società che non può fare a meno di tutto questo.
Ecco perché «se le onde elettromagnetiche ti fanno stare male, l’unica soluzione è isolarsi dal mondo», racconta Giulia, nome di fantasia per una donna friulana di 43 anni costretta insieme con il marito a rifugiarsi in montagna pur di trovare un po’ di respiro da quella malattia diagnosticata nel 2010.
Tutto comincia il 6 marzo di quell’anno. «Il suo corpo ha un tracollo che si manifesta con una chiara sensazione di corrente elettrica diffusa da testa a piedi, tachicardia e la sensazione di morire – racconta oggi il marito di Giulia, che chiameremo Andrea –. Intuendo che la causa del suo malessere fosse legata all’ambiente in cui vivevamo, all’alba del 7 marzo siamo scappati dalla casa che avevamo appena comprato. Soltanto con una valigia. Nei giorni seguenti le condizioni di Giulia sono leggermente migliorate, ma non riusciva a stare in piedi: aveva una fortissima emicrania e persisteva la sensazione di elettricità unita a un senso di congestione, bruciore in tutto il corpo. Il medico che avevamo non sapeva come occuparsene, ci ha solo prescritto alcuni esami».
Nel 2010 Giulia e Andrea non sanno neppure cosa siano le malattie ambientali. Giulia usa ancora il cellulare. Ma Andrea, sulla base dei sintomi, si impegna in una ricerca on line e risale alla dottoressa Anna Zucchero, medico dell’Ospedale dell’Angelo a Mestre e presidente della Associazione italiana elettrosensibili. ( Leggi QUI l’articolo completo di Michela Zanutto sul Messaggero Veneto online )


giovedì 21 agosto 2014

ACCESI SULLE ALPI TANTI FALÒ PER DIRE NO ALL’ELETTRODOTTO

UN CENTINAIO DI VOLONTARI SUI MONTI (ANCHE CARINZIANI) PER PROTESTARE CONTRO LA LINEA PER SOMPLAGO

TOLMEZZO. Legambiente accende la luce sulle montagne contro l’elettrodotto. Sabato di protesta quello scorso, che ha valicato i confini di Stato fra Austria e Italia.
Su sei colli in Italia, e su altri due in Austria, i falò delle associazione ambientaliste hanno detto “no” all’elettrodotto Wurmlach-Somplago di Alpe Adria Energia degli industriali Fantoni-Pittini-Burgo che ha ottenuto la certificazione Via (Valutazione di impatto ambientale) da parte del ministero dell’Ambiente.
I fuochi sono stati accesi da un centinaio di volontari, in Italia, in zone site in quota in modo che venissero visti da tutta la valle del But e dalla Conca tolmezzina. Un primo falò è stato acceso a Cesclans di Cavazzo Carnico, due a Verzegnis, a malga Avrint e a casera Presoldon, ben visibili da Tolmezzo, uno sul Pian delle Streghe sul Tenchia di Cercivento, uno sul Colle di San Daniele di Paluzza e uno a Passo Pramosio.
Gli austriaci hanno acceso un falò già il sabato precedente sui monti di Mauthen, al Zollnersee Hutte, cosa che hanno ripetuto questo ultimo fine settimana. I fuochi sono stati ben visibili dalle 21 sino alle 23 dai paesi del fondovalle anche a lunga distanza. Naturalmente tutti i falò sono stati accesi in sicurezza, con la presenza anche della guardia forestale. ( leggi QUI l’articolo completo di Gino Grillo )

FONTE : MessaggeroVeneto 

mercoledì 20 agosto 2014

ELETTROSMOG NELLE SCUOLE: ITALIANI PRUDENTI COME GLI INGLESI

Qui sotto riportiamo l'articolo di Aldo Domenico Ficara del 6 Agosto 2014 uscito sul sito http://www.tecnicadellascuola.it , ne condividiamo il contenuto anche se siamo un pò meno sicuri che gli italiani e le istituzioni siano prudenti in merito , assistiamo infatti ad una indiscriminata installazione di reti wi-fi e antenne radio base in edifici scolastici e nelle loro vicinanze in barba al principio di precauzione.

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Qualche lustro fa anni addietro ci si batteva molto affinché nelle scuole italiane si ottenesse il minor grado di inquinamento da elettrosmog. esisteva, una legge che determinava la distanza minima delle antenne Wi-Fi dalle strutture scolastiche primarie. Infatti, era fissata ad una distanza di circa 150 metri e ciò era stato fatto per preservare il più possibile la salute dei piccoli studenti dall'elettrosmog.
A tal proposito si ricorda che nel Regno Unito le reti wireless sono in corso di smantellamento in molte scuole, perché non esistono studi a lungo termine che ne dimostrino l'innocuità. Anche Il Times riferisce che sul banco degli imputati sono state poste le onde degli apparati di trasmissione WiFi. I genitori degli studenti le temono, per gli effetti che possono causare sui figli: emicranie, cali di memoria, minore capacità di concentrazione, e si arriva persino a parlare di rischio tumori. Le cause di preoccupazione sono le medesime descritte in vari studi e abstracts relativi alla telefonia mobile: i giovani studenti, in piena età dello sviluppo, hanno una struttura ossea e nervosa ancora fisicamente immatura.
In particolare, le ossa del cranio avrebbero uno spessore ridotto e una capacità di "schermatura" inferiore a quella di una persona adulta e fisicamente matura. Anche in Italia la questione è stata già dibattuta pubblicamente dove si è detto che dopo anni di studi nel 2013 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) ha definito i campi elettromagnetici a radiofrequenza “possibilmente cancerogeni per gli esseri umani”. Pertanto In attesa di dati scientifici certi, il Parlamento europeo nel 2008 e il Consiglio d’Europa nel 2011 hanno raccomandato agli Stati membri di far riferimento al principio di precauzione, e per le scuole consigliano connessioni internet cablate. Da segnalare che diversi Comitati scientifici internazionali continuano a segnalare i rischi per la salute che derivano dai campi elettromagnetici a radiofrequenza, in particolare per i più giovani.