LUGANO
- "Cerco piccola casetta appartata nel Sopraceneri (...) e, per
un'ipersensibilità alle microonde, lontana da wi-fi e antenne di
telefonia mobile". È un'inserzione quantomeno singolare quella
apparsa negli scorsi giorni sul portale di annunci Tutti.ch. A
pubblicarla è un 39enne ticinese che si definisce
"elettrosensibile", cioè affetto da un insieme di sintomi
fisici e psicologici attribuiti dallo stesso a campi magnetici,
elettrici o elettromagnetici.
L'elettrosensibilità,
va detto, non è riconosciuta come una vera e propria malattia dalla
organizzazione mondiale della sanità e dalla comunità scientifica.
Tuttavia è una condizione non così rara, al punto da spingere Paesi
come la Svezia, se non a riconoscerla come malattia, almeno a
identificarla come causa di invalidità funzionale.
E
dello stesso disturbo afferma di soffrire D. "I miei fastidi
sono iniziati già da piccolo. Soprattutto per le lampade
fluorescenti. Mi davano affaticamento agli occhi, mal di testa, e un
certo tipo di malessere generale difficile da definire".
D.,
insomma, sembra essere uno di quelli che dal boom della tecnologia ha
tratto pochi vantaggi. "Il mio primo cellulare è durato 10
giorni", racconta. "L'ho quindi dato via subito, le
radiazioni mi davano fastidio. Lo scorso anno, invece, sono stato
esposto a onde wi-fi per un lungo periodo. Ho avuto un crollo
psico-fisico. Non è facile convivere con questo problema ed è per
questo motivo che ho deciso di cercare un'abitazione che assecondasse
le mie esigenze".
La
risposta del medico - "Bisogna distinguere l'aspetto del
disturbo percepito dai danni alla salute scientificamente provati",
spiega Danuta Reinholz, medico cantonale aggiunto. "Dei campi
elettromagnetici si sta occupando la recente legge federale sulla
protezione dai pericoli delle radiazioni non ionizzanti e degli
stimoli sonori (LRNIS)", aggiunge.
Tra
le fonti di radiazioni non ionizzanti vi sono, per la precisione, i
puntatori laser, i laser a uso medico e i solarium. Se non sono
utilizzati in modo appropriato, spiega la LRNIS, tali prodotti
possono nuocere alla salute. La nuova legge intende disciplinare il
corretto utilizzo, l'importazione, il transito, la consegna e il
possesso di prodotti che generano RNI o stimoli sonori.
"La
nuova normativa prevede un divieto unicamente per gli apparecchi che
costituiscono un rischio considerevole per la salute, in primo luogo
i puntatori laser a elevata potenza - aggiunge la dottoressa -. Non
stiamo parlando del telefonino o del wi-fi di casa. La ricerca
scientifica, al momento, non conferma infatti la pericolosità di
queste apparecchiature. Questo non vuol dire che qualcuno non abbia
dei mal di testa o che in futuro non possa sviluppare un tumore in
seguito alla sovraesposizione di queste apparecchiature. Ma non
possiamo esprimerci sul fenomeno, non ci sono ancora dati o
statistiche. Ci sono, invece, sicuramente persone che vivono questa
sofferenza. Il consiglio è quello di crearsi attorno un ambiente
lontano da queste fonti di onde elettromagnetiche. Consiglio che può
essere applicato a tutti. Oggi le case non sono più quelle di 30
anni fa. Abbiamo attorno più televisoni, pc, telefoni e tablet.
Cerchiamo magari di ridurli o comunque di spegnerli prima di andare a
dormire. In questo modo otterremmo comunque una significativa
riduzione delle onde. Che male non può fare".
Il
caso di D., come quello di tutti gli elettrosensibili, coincide in
parte con le recenti ricerche sugli effetti dei campi magnetici sulla
salute. Tema, questo, che divide il mondo scientifico. Dall'ultimo
rapporto dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) il 61%
dei medici interrogati sul tema non esclude una possibile
correlazione tra Campi Elettro Magnetici e problemi di salute, mentre
il 27% è di parere opposto. Secondo il corpo medico, i problemi più
comuni in questo senso sono cefalea e emicrania, oltre a disturbi del
sonno e altri sintomi non specifici. Le principali fonti di
radiazione citate sono le stazioni di base della telefonia mobile, i
telefonini e le linee ad alta tensione. Il 69% di essi ha poi
affermato di aver trattato almeno un caso di questo genere nel
proprio studio. Come possibili provvedimenti, i medici intervistati
hanno consigliato nell’ordine l'eliminazione dei campi
elettromagnetici, il trattamento dei sintomi e le terapie
psichiatriche o psicosomatiche. Il tasso di successo di ogni terapia
o provvedimento adottato si aggirerebbe attorno al 40%.