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lunedì 8 luglio 2019

BIOPIATTAFORMALAB - COMITATI CONSULTIVI O COMITATI DI CONTROLLO ???



Questa sera lunedì 8 luglio alle 18 a SpazioArte (via Maestri del Lavoro 1) si parlerà dei Comitati consultivi di monitoraggio dei cittadini, che nasceranno per controllare se il termovalorizzatore esistente lascerà posto a una biopiattaforma dedicata all'economia circolare carbon neutral.
Questo incontro pubblico è la continuazione del percorso partecipativo BioPiattaformaLab nato a novembre 2018
L'associazione Sottocorno ha espressamente richiesto la necessità di individuare la modalità e gli strumenti per il controllo del futuro dell'impianto, abbiamo da sempre presentato richieste chiare che sembrano essere differenti dalla creazione di un Consiglio Consultivo della Comunità Locale, ovvero i RAB (Residential Advisory Board).
Non vogliamo contestare a priori, ma crediamo siamo distanti da quanto abbiamo sempre proposto, in città esistono già dei consigli consultivi (vedi la consulta dell'ambiente, o gli incontri richiesti dalle varie associazioni/comitati ambientalisti), vediamo cosa vorranno proporci in una serata di luglio (SI POTEVA E DOVEVA FARE PRIMA!!!!) augurandoci che non si voglia imporre un format, ma si voglia trovare una soluzione condivisa.

QUI per info sulla serata di lunedì 8 luglio 2019

domenica 28 aprile 2019

LA NOSTRA POSIZIONE SULLA BIO PIATTAFORMA


Il progetto per la BioPiattaforma di Sesto San Giovanni nasce di nascosto nel 2016 ed è rimasto nascosto fino alla fine del 2018, passando da una giunta di centro sinistra ad una giunta di centro destra, per questo motivo non lo consideriamo un progetto condiviso,il percorso fatto in questi mesi, inoltre, non è il frutto di una volontà, ma il risultato di una pressione specifica partita dal basso, alla quale abbiamo partecipato attivamente in tutti questi anni (che non tutti quelli che contestano oggi hanno fatto) tanto per intenderci se non c’eravamo probabilmente il cosiddetto “processo di condivisione” si sarebbe fermato alla presentazione del progetto durante il consiglio comunale aperto nel 2018.
Sia chiaro che questa soluzione non ci vede entusiasti visto che abbiamo sempre chiesto l’abbattimento dell’attuale inceneritore, la bonifica e la rimessa a bosco dell’area, ma è anche vero che a parte la nostra associazione e il comitato di cascina gatti NON ABBIAMO VISTO dalla vasta popolazione forti prese di posizione, ne tanto meno partecipazioni di massa ai pochi incontri che ci sono stati concessi sul tema inceneritore, come non abbiamo rilevato una partecipazione numerosa ai cinque incontri organizzati da C.A.P. e CORE e tutto questo, purtroppo, ha un peso e un valore.
Fatta questa premessa (non di poco conto), questo progetto affronta la sfida ambientale sul territorio e anche se NON ANNULLA L’INCENERIMENTO sicuramente ridefinisce il sistema della gestione integrata del ciclo dei rifiuti, adottando i principi dell’economia circolare promossi dall'Unione Europea, implementa la raccolta differenziata (soprattutto sulla frazione organica) e pone una data al “fine vita” dell’INCENERITORE di CORE, portando a zero emissioni di C02 di origine fossile e facendo nascere due linee produttive:
  • la prima, dedicata al trattamento dei fanghi derivanti dalla depurazione delle acque che consentirà di produrre energia termica e fertilizzanti;
  • la seconda, dedicata alla digestione anaerobica per il trattamento dei rifiuti umidi (F.O.R.S.U.) per la produzione di biometano.

Complessivamente, si integrano due realtà (attualmente indipendenti e adiacenti) in un'unica, passando dall'incenerimento di 70.000 tonn/anno di rifiuti all'incenerimento di 14.100 tonnellate/anno di fanghi essiccati, prodotti dai depuratori del Gruppo C.A.P. nella provincia di Milano (non di tutta Italia) che dovrebbero generare:
Energia : 11.120 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento (il 75% dei fanghi verrà trasformato in energia)
- Fosforo come fertilizzante
biometano dalla linea di trattamento della FORSU  

Restituendo acque pulite all'ambiente, cosa non da poco visto che il Lambro e il Seveso risultano essere fiumi inquinati anche per la scarsa gestione delle reti fognarie presenti in Brianza.

Tutto questo, dobbiamo necessariamente ricordarlo, si contrappone alla forte volontà di una parte politica (trasversale) che ha sostenuto in questi anni la trasformazione dell’attuale piattaforma (da 70000 tonn/anno) in un nuovo impianto da, minimo, 100.000 tonn/anno, situazione che abbiamo conosciuto bene durante questi anni in cui, oltre a chiedere l’interramento dell’elettrodotto chiedevamo (sempre) anche la chiusura dell’inceneritore e l’eliminazione del casello autostradale.

Ribadiamo che avremmo gradito una soluzione diversa (come abbiamo già più volte spiegato) ma, pur rispettando le opinioni altrui, non possiamo unirci al coro di contestazione che si solleva in questi giorni (per vari e disparati motivi), perché tale progetto pone sicuramente un netto miglioramento ambientale per il quartiere, ponendo un rispetto ambientale che ad oggi non si era ancora visto e che ci auguriamo non rappresenti un punto di arrivo ma sia una evoluzione che porti (nel medio termine) ad una società priva di emissioni.

Oggi contestare in toto tale progetto è fondamentalmente inutile e forse strumentale, soprattutto quando si abita su un Sito di Interesse Nazionale con fabbriche (chimiche, metallurgiche, ecc..), elevato inquinamento veicolare, terreni e falde contaminate, che rappresentano, forse, il problema principale ad una situazione ambientale allarmante che incombe sulla nostra salute.

Nei prossimi giorni la nostra posizione sulle risposte presentate all'incontro conclusivo del 2 aprile 2019 a spazio arte.




lunedì 25 marzo 2019

2 APRILE PRESENTAZIONI CONCLUSIONI SUL PROCESSO PARTECIPATIVO PER LA RICONVERSIONE DELL’INCENERITORE

L’appuntamento è per

Martedì 2 aprile alle ore 18.00 presso spazio Arte a Sesto San Giovanni

Dove verrà presentato il documento congiunto dei comuni e del gruppo CAP alle richieste, osservazioni e istanze fatte sul progetto Biopiattaforma che prevede la conversione dell’inceneritore di via Manin in un centro di trattamento fanghi di depurazione.

Per ulteriori info visita il sito http://www.biopiattaformalab.it/.

mercoledì 30 gennaio 2019

CONCLUSO IL PERCORSO PARTECIPATIVO DI BIOPIATTAFORMALAB

Si è concluso il 22 gennaio a Spazio Arte con la presentazione del report finale il percorso partecipativo BioPiattaformaLab. 

La coordinatrice del percorso, Agnese Bertello, ha esposto le riflessioni emerse durante i quattro incontri che hanno visto come protagonisti la cittadinanza interessata, esperti e tecnici.
Gli interventi del sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto di Stefano, Alessandro Russo, presidente CAP e Marco Cipriano, amministratore unico CAP hanno concluso l’incontro ringraziando tutti partecipanti, in particolare i cittadini, per le competenze, il tempo e le energie che hanno dedicato a questo progetto, hanno ribadito la volontà di andare avanti in un confronto aperto con la cittadinanza secondo delle modalità che saranno condivise, senza interrompere il percorso intrapreso.
La data di un prossimo incontro in cui sarà data risposta alle varie richieste presentate verrà comunicata il prima possibile.
Ringraziamo dei complimenti fatti e del percorso fatto, apprezziamo la disponibilità dimostrata al confronto e soprattutto alla volontà di continuare su dei tavoli i confronti futuri.
L’obiettivo del percorso partecipativo era focalizzato ad affrontare tre punti principali ovvero :
  • informare in maniera chiara e completa in merito al progetto; su questo punto abbiamo espresso sempre i nostri dubbi, non tanto sulle risposte date ma dal poco tempo che è stato concesso ad affrontare temi tecnici, secondo noi si doveva dare più spazio a questo aspetto.
  • confrontarsi in maniera aperta e trasparente con il territorio, analizzando ragioni, caratteristiche, impatti e ricadute del progetto stesso; questo è un punto che hanno saputo affrontare correttamente anche se non sono mancati momenti di scontro e tensione.
  • migliorare e arricchire il progetto, adattandolo al meglio al contesto in cui sarà realizzato; questo punto sarà la vera cartina di tornasole, sui temi affrontati e sulle richieste presentate abbiamo visto non solo interesse ma anche condivisione aspettiamo di sapere cosa hanno accettato.
Non sappiamo se siamo riusciti in ciò che eravamo prefissati, sappiamo che in questi anni ce l'abbiamo messa tutta per eliminare l'inceneritore e far nascere al suo posto un bosco (e per un breve periodo c'era anche una bozza di progetto che andava in quella direzione), purtroppo la classe politica ( attuale e precedente ) ha identificato un percorso per la conversione del sito differente, ben definito, opporsi ora, manifestare, attaccare NON AVREBBE AVUTO NESSUN SENSO soprattutto perché chi ha paventato tale atteggiamento in questi anni non si è mai visto, come (purtroppo) non si è vista nessuna partecipazione pubblica degna di nota al di fuori delle solite associazioni e comitati sestesi che in questi anni si sono occupati di ambiente.
Il progetto è sicuramente valido e molto, molto differente dal progetto di raddoppio della quantità di rifiuti inceneriti che si paventava pochi anni fa .... sia il quartiere che la qualità dell'ambiente a Cascina Gatti cambierà (e in meglio) per l'ennesima volta, e di questo ne siamo convinti.

 

martedì 11 dicembre 2018

BIOPIATTAFORMALAB, LA TERZA SERATA IL 12 DICEMBRE 2018, ALLE ORE 18.00 A CASCINA GATTI



Lo abbiamo sempre chiesto e ribadito a qualsiasi tavolo a cui abbiamo partecipato, qualsiasi incontro deve necessariamente essere fatto nel quartiere, non perché siamo privilegiati ma perché siamo i primi ad esserne coinvolti, e siccome su quell’area avevamo ben altre aspettative, ci sembrava corretto partire da Cascina Gatti su qualsiasi confronto pubblico.
Hanno sempre detto di si ma poi non l’hanno mai organizzato, ma ……. QUESTA VOLTA SI FA, ci siamo riusciti!!

Non buttiamo via l’unico momento di confronto che abbiamo, per capire (prima di contestare) conoscere cosa nascerà (perché ormai è già stato deciso) e proporre (perché il progetto non è ancora stato ultimato e può essere modificato)

MERCOLEDÌ’ 12 DICEMBRE 2018 ORE 18,00 PRESSO IL SALONE PARROCCHIALE DI VIA PISA A SESTO SAN GIOVANNI

È importante esserci, farsi sentire, capire e partecipare

per ulteriori info visita il sito ufficiale dell'evento al link : http://www.biopiattaformalab.it/
(non farti prendere in giro partecipa)

martedì 4 dicembre 2018

INCENERITORE DI COPENAGHEN, COME FUNZIONA LA NUOVA COLLINA

Questo natale aprirà una pista artificiale da sci sul tetto del nuovo inceneritore di Copenaghen. L'impianto di Amager Bakke-CopenHill, il modello citato più volte dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, è stato inaugurato inaugurato l'anno scorso nel centro della città di fronte al mare. È costato 670 milioni di dollari e nel 2017 ha sostituito il vecchio inceneritore cittadino. Brucia 400.000 tonnellate di rifiuti l'anno e secondo le autorità locali dalla sua ciminiera esce soltanto vapore acqueo.


L’inceneritore di Copenaghen produce solo vapore acqueo? No, è una grande fake news fatta forse da chi ha forte interesse a far costruire nuovi inceneritori.
Lo dice la stessa azienda che ha fornito il sistema di alimentazione del forno e le tecnologie di depurazione dei fumi.
I fumi saranno ottimizzati, ma non è vero che l'impianto nella capitale danese emetterà solo vapore acqueo. La Babcock & Wilcox Vølund, azienda che ha fornito il sistema di alimentazione del forno e le tecnologie di depurazione, assicura sulle "prestazioni avanzate" e sulla qualità dell'aria ma precisa che comunque emetterà una quantità di monossido di carbonio, ammoniaca, carbonio organico e ossidi di azoto (le quantità non sono state rese note come non è stata resa nota la metodologia di rilevamento)
Incomincia ad essere un po’ diverso da come l’hanno raccontata diversi media italiani tra i quali il Corriere della Sera, certo le emissioni sono ottimizzate, la configurazione ambientale (TOTALMENTE DIFFERENTE DA QUELLA DELLA PIANURA PADANA) consente un ricambio d’aria costante grazie alle correnti oceaniche e artiche che puliscono di fatto l’aria, ma comunque dal camino usciranno gas e al momento non se ne conoscono portata ne quantità immessa, un po' diverso da un impianto ad emissioni zero.

L’inceneritore però potrebbe diventare una attrazione e cambierà significativamente l’approccio della popolazione con l’area industriale migliorandone significativamente la qualità della vita ed è per questo che il progetto della struttura della città danese si configura come un modello da seguire indipendentemente che si costruisca un inceneritore di rifiuti o di fanghi 
La novità è il pendio lungo 200 metri sul tetto che scende da un'altezza di 90 metri, è stata realizzata una pista da sci larga 60 metri con fondo in plastica, (fornito dalla italiana Neveplast di Nembro - Bergamo), la struttura può accogliere fino a 200 sciatori e il biglietto dovrebbe costare 9,50 euro l'ora intorno alla pista verranno piantati alberi e realizzati  sentieri per trekkingjogging aree picnic. con una  grande caffetteria con vista sul porto e da un ampio parcheggio, utilizzabile anche per eventi di pattinaggio.
un modo completamente nuovo di concepire un'area industriale.

domenica 2 dicembre 2018

BIOPIATTAFORMALAB, LA SECONDA SERATA IL 5 DICEMBRE 2018, ALLE ORE 18.00

E' importante esserci , farsi sentire , capire e partecipare (ed eventualmente protestare)

Purtroppo l'incontro si svolgerà allo spazio MIL in via Granelli 1 a Sesto San Giovanni, l'abbiamo detto e ridetto, ma la volontà e probabilmente il disegno di tener lontano i "critici" ha prevalso, altrimenti si sarebbe svolto (almeno una serata) a Cascina Gatti.



venerdì 30 novembre 2018

AFFERMARE CHE I CRITICI O GLI OPPOSITORI AL PROGETTO DI CONVERSIONE DELL’INCENERITORE SONO AFFETTI DALLA SINDROME DI NIMBY E’ UN INSULTO A CHI PER ANNI SI È INTERESSATO DEL PROBLEMA AMBIENTALE

la sindrome NIMBY è la sigla che riassume la locuzione inglese "NOT IN MY BACKYARD",  ovvero "NON NEL MIO CORTILE".
La facile e superficiale attribuzione della qualifica di NIMBY alle opposizioni al progetto squalifica a priori le eventuali valide argomentazioni portate contro o di ausilio al il progetto stesso.
Le critiche su vari aspetti del piano, dall'impatto ambientale alle valutazioni sulla sua effettiva utilità fino alle osservazioni in merito agli interessi economici che lo supportano, non possono essere considerate irrilevanti.
Pertanto, l'argomento NIMBY (sindrome inventata decenni fa dalla classe politica per giustificare le proprie incompetenze) si presta ad essere usato pretestuosamente da quanti sostengono il progetto.
Partendo da questo troviamo fuori luogo l’aver dato a Nimby Forum la gestione “imparziale” del tavolo, anche se abbiamo dei facilitatori ai tavoli gentili che hanno impostato e fatto conoscere una metodologia nuova di come poter affrontare un dibattito.

Nimby forum è infatti attivo dal 2004 con l'esplicito obiettivo di analizzare e monitorare l’andamento della sindrome NIMBY, un osservatorio permanente che gestisce l'unico database nazionale delle opere di pubblica utilità che subiscono contestazioni

Giusto per chiarirci, "nel mio giardino" ovvero nella zona di Cascina Gatti abbiamo ereditato:
o   Un inceneritore
o   Un depuratore
o   Due elettrodotti che attraversano l’area urbana (di cui uno in fase d'interramento dopo anni di lotta)
o   Acqua di prima e seconda falda inquinata (problema che arriva dalla Brianza mai affrontato - leggi QUI il post del 18/05/2016)
o   Terreni utilizzati come discariche sia di materiale inerte (non bonificate) che di materiale tossico (rifiuti delle Falk) parzialmente bonificate
o   La tangenziale est che con il suo traffico segna il confine con Cologno Monzese 
o   Traffico di attraversamento causato dal casello della tangenziale (leggi QUI il post del 20/12/2017)
o   Diossina rilevata a terra dalla Asl - leggi QUI il post del 20/11/2013)
o   Il fiume Lambro che insieme al Seveso vanta essere uno dei fiumi più inquinati (è di qualche mese la pubblicazione di una ricerca che rilevava i pesci che cambiano sesso - leggi QUI il post del 04/05/2018)

A Cascina Gatti NON ci sono persone affette dalla cosiddetta "sindrome di Nimby", serve più rispetto per chi da anni si mobilita per cambiare le cose, c'è invece un problema ambientale serio e qualsiasi progetto si voglia attuare deve necessariamente tener conto dell'attuale situazione e prevedere l'eliminazione o MINIMIZZARE al massimo l'impatto ambientale,oggi il rispetto delle vigenti norme di legge NON E' CONDIZIONE SUFFICIENTE a dare garanzie in merito. 

mercoledì 28 novembre 2018

LA PRIMA SERATA AL "PROCESSO PARTECIPATIVO" SUL FUTURO DELL'INCENERITORE DI SESTO SAN GIOVANNI - COM'È' ANDATA

Lunedì 26 novembre abbiamo partecipato (dopo incontri avvenuti nelle sedi di zona, due interventi in consiglio comunale e un tavolo tecnico svolto in sala giunta a Sesto, e soprattutto dopo anni di lavoro svolto sul tema) al percorso partecipativo "ideato" dai comuni, CAP e COREsia chiaro che tale percorso è stato richiesto più volte negli ultimi cinque anni dall'Associazione Sottocorno e dal comitato di Cascina Gatti senza mai ricevere risposte (non ultima la richiesta che abbiamo presentato al tavolo tecnico del 15 ottobre svolto a Sesto), come ci auguriamo che quanto già discusso in precedenza non venga "spianato" da questa serie di incontri.
Avremmo gradito che tale percorso partecipativo fosse iniziato sulla destinazione d'uso dell'area e non all'ennesimo progetto calato dall'alto, che non rappresenta assolutamente una fase di progettazione preliminare della biopiattaforma ma bensì una parentesi per cercare di condividere ciò che è già stato deciso, anche se ad onor del vero, notiamo una apertura (anche se tardiva) a porre delle variazioni al progetto.
L’obiettivo che si propone è comunque meritevole, visto che, come si legge dal sito di BioPiattaformaLab , il percorso si prefigge di :
- informare in maniera chiara e completa in merito al progetto;
- confrontarsi in maniera aperta e trasparente con il territorio, analizzando ragioni, caratteristiche, impatti e ricadute del progetto stesso;
- migliorare e arricchire il progetto, adattandolo al meglio al contesto in cui sarà realizzato.
Noi possiamo solo partecipare nella speranza si vogliano cogliere veramente le segnalazioni che arrivano dal territorio, e che non si usi tale piattaforma per far "digerire" alla cittadinanza una scelta politica già fatta.
Tale preambolo è d'obbligo anche perché le serate sono già state calendarizzate e salta subito all'occhio la totale mancanza di un confronto aperto con il quartiere di Cascina Gatti, tale scelta fa dubitare (e anche molto) sul fatto che ci si voglia confrontare veramente con il territorio che in primis continuerà ad avere un impianto tecnologico di tale portata nelle vicinanze.


Le prossime serate (già definite in tempo e luogo) sono:

lunedì 19 novembre 2018

FINALMENTE INIZIA IL PROCESSO PARTECIPATIVO SUL FUTURO DELL'INCENERITORE DI SESTO SAN GIOVANNI


Finalmente, dopo che sono anni che lo chiediamo, si arriva a dare voce al territorio e offrire alla cittadinanza la possibilità di prendere parte alla definizione del progetto.
Lo abbiamo sempre chiesto sia con la precedente che con l’attuale giunta, e finalmente è arrivata, in ritardo si intende a giochi ormai fatti, si perché l’abbiamo sempre invocata, non tanto per modificare le grandi opere calate sempre dall'alto ( situazione che è rimasta invariata), ma per innescare un processo che partisse dal basso sulle scelte strategiche che presentano le attuali aree industriali, volevamo che ci fosse una condivisione sul quale futuro avere su quell'area e non intervenire su un’area che dovrebbe inquinare meno, fino a quando non si scoprirà che la tanto invocata tecnologia non crea forme d’inquinamento differenti che ad oggi non vengono rilevate un po’ come successo decenni fa quando si parlava degli inceneritori (tradotti poi in "termo-valorizzatori" per mitigare, apparentemente, i processi inquinanti scoperti).
La conferenza stampa del 15 novembre darà il via ad una serie di incontri (si spera siano almeno tre) e, apparentemente, ad un nuovo modello di sviluppo del percorso partecipativo, coordinati da Nimby Forum, che utilizzerà BioPiattaformaLab si prefigge di sviluppare un processo strutturato e pianificato, che si articolerà in diversi momenti e tavoli di lavoro.
Si vanta di essere un ente indipendente (e questo punto ci convince poco) garantendo trasparenza.
Il primo incontro è previsto per il 26 novembre e il luogo è al momento da definire.
Durante la conferenza stampa si sono ascoltate affermazioni a tratti sconcertanti da parte del presidente della commissione ambiente della regione Lombardia riguardanti l'uso dei fanghi in agricoltura.
Riccardo Pase Presidente della Commissione ambiente  della Regione Lombardia ha presentato il problema dello spargimento dei fanghi in agricoltura :
il problema , spiega Pase, è stata la sentenza del TAR che ha dichiarato non più legittimo lo spargimento dei fanghi se non a livelli così bassi di idrocarburi che non era fattibile il loro uso e che di fatto ha bloccato totalmente il loro utilizzo in agricoltura creando grossissimi problemi in Lombardia e bloccando un’azione che si era consolidata nel tempo.
Con il decreto ministeriale per Genova (ricordiamo che è nato per il crollo del ponte Morandi che contiene anche il condono sugli abusi edilizi di Ischia) si è ottenuta la normalizzazione del problema , di fatto sono stati aumentati "i limiti di legge" dando così la possibilità di utilizzare i fanghi in agricoltura dando così respiro al settore e superando l’emergenza creatasi, emergenza che bisogna superare in maniera strutturale e questo progetto è un fiore all'occhiello in Italia di riconversione di un inceneritore, ponendo ogni realtà locale come responsabile nella capacità di essere in grado di risolvere con il sistema circolare il problema ambientale creato anticipando che regione Lombardia incominci ad incoraggiare e finanziare tali progetti.

Ricordiamo a questa classe politica che non si risolvono i problemi ambientali alzando i limiti e creando di fatto problemi sanitari ma agendo con competenza e programmando azioni atte alla salvaguardia dell'ambiente, concetti forse troppo complessi per una classe politica che è stata completamente incapace negli ultimi 40 anni di affrontare qualsiasi tipo di problema ambientale.


giovedì 11 ottobre 2018

IL PROGETTO DI CONVERSIONE DELL'INCENERITORE CONTINUA A NON CONVINCERE


Continua a non convincere il progetto presentato (in fretta e furia) alla città di Sesto San Giovanni.

Non convincono i comportamenti della classe politica (dal centro sinistra al centro destra) che ha tenuto nascosto per anni tutta la fase preliminare di progettazione.
Non convince il fatto che si scambi una presentazione in consiglio comunale con sei minuti di tempo per sottoporre osservazioni e domande ad un progetto di 400 pagine con elevate difficoltà tecniche da comprendere.
Non convince il comportamento dell’assessorato all'ambiente di Sesto San Giovanni che non ha convocato la consulta dell’ambiente per sottoporre in forma preliminare i punti base del progetto.
Non convincono i tempi stretti richiesti dalla presentazione del progetto preliminare (presentato a giugno) divulgato dopo pressioni da parte di associazioni e comitati a fine settembre con la richiesta di CAP di far pervenire le osservazioni entro 30 gg.
Non convince l’analisi di impatto ambientale fatta eseguire alla stessa società che sta progettando il nuovo centro di trattamento fanghi, rinunciando a far eseguire tale indagine da enti indipendenti privi di pressioni politiche e da conflitti d’interesse
Non convince un progetto che non è stato condiviso con la cittadinanza ma viene  imposto.
Non convincono le rassicurazioni sulla gestione che sembrerebbe NON AVER INCONVENIENTI cosa che invece si presentano regolarmente negli altri impianti presenti sul territorio nazionale, ad aprile a Pordenone è stato registrato un incidente alla centrale di biogas. Non solo bruciare biogas inquina l'aria, non solo gli stoccaggi di biomasse emanano bioparticolato, spore, sostanze volatili (tossiche??),  c'è anche il rischio di SVERSAMENTI, certamente non voluti ma generati da guasti, dovuti alla corrosione del digestato, all'invecchiamento degli impianti, alla mancanza di manutenzione, nel caso dell'impianto di Sesto San Giovanni porterebbero i liquami a sversarsi nel parco con il rischio di inquinare terreni, rogge e il fiume Lambro oltre a ricordare ai meno “svegli” che il P.M.V.L. in quel punto è stretto e si snoda lungo una importante area urbana.
Non convince la totale mancanza di un progetto alternativo al sito che ricordiamolo una volta per tutte non dovrà più bruciare rifiuti (organici e non) ma solo fanghi, indi per cui non si comprende il perché non dovrebbe esserci un progetto basato solo su RIFIUTI ZERO.
Opporsi a nuove centrali e far chiudere quelle pericolose protagoniste di incidenti non ci pare una richiesta stupida.
Lo ribadiamo, non siamo contrari per definizione, ma se si doveva partire si sarebbe dovuto iniziare con un altro piglio, questo modo di “fare” molto trasversale a giunte apparentemente differenti, prescinde dalla trasparenza richiesta, attendiamo il tavolo tecnico indetto dal comune per un confronto reale sul tema.

venerdì 28 settembre 2018

IL NOSTRO INTERVENTO SUL PROGETTO DI CONVERSIONE DELL'INCENERITORE DURANTE IL CONSIGLIO COMUNALE DEL 26/09/2018


Siamo concordi che dall'analisi che ne emerge, la nuova piattaforma integrata CAP è ambientalmente migliorativa rispetto alla situazione attuale, inoltre abbiamo notato che avete inserito il trattamento di fanghi inquinati da cromo esavalente e la creazione di un bosco da piantumarsi di fronte al futuro inceneritore, questo lo apprezziamo.

Non vogliamo un inceneritore che inquini meno semplicemente, non vogliamo nessun tipo di inceneritore, chiediamo una soluzione alla gestione dei rifiuti ad impatto zero chiediamo che l’inceneritore venga chiuso con il progressivo estendersi della raccolta differenziata e demolito con le dovute bonifiche rimettendo l’area a disposizione della città all'interno del P.M.V.L. con la creazione di un bosco di piante autoctone magari creando una collina.


A questo progetto manca completamente una soluzione alternativa che preveda ad esempio il riciclo completo e totale dei rifiuti e su questo abbiamo perso 4 anni, alternativa che durante gli ultimi colloqui in comune ci era parsa esistere ma evidentemente si è deciso (politicamente) di proseguire con la soluzione scelta dalla precedente amministrazione.
Il progetto presentato non è la soluzione ambientale invocata dalla cittadinanza in questi decenni ma un business plane nato dalla esigenza industriale di CAP per lo smaltimento dei fanghi e diventato grazie ad incentivi statali un’opera di investimento con remunerazione del capitale nel medio periodo, non sappiamo cosa lascerà in futuro alla città sia in termini ambientali che economici.
La presentazione del progetto e l’analisi L.C.A. (Life Cycle Assestament) ha sicuramente obbiettivi condivisibili come
- Ridurre l’impatto ambientale
- Contenere l’impatto sociale (mantenendo l’occupazione dei 45 lavoratori)
- Mantenere un equilibrio economico senza aggravio di costi per la comunità
- Presentare un progetto che preveda la creazione di un impianto votato     all'economia circolare

Il nostro punto di partenza è completamente opposto, si prefigge di non avere nessuna struttura che inquini (emissioni zero o prossime allo zero) grazie ad un riciclo completo che generi effettivamente una economia circolare e molto rigido nella sua esecuzione, non ci poniamo il problema della garanzia del posto del lavoro perché come abbiamo già spiegato, un passaggio ad un riciclo dei rifiuti può solo portare ad un aumento dei posti di lavoro mentre non ci poniamo minimamente il problema dell’equilibrio economico, se l’eliminazione dell’inceneritore porta ad un aumento della tassa rifiuti di 10 / 20 o 50 euro ben venga la nostra priorità è rivolta ad una visione intransigente volta alla salvaguardia dell’ambiente e alla salute della popolazione.

Il progetto che avete presentato sicuramente si presenta bene, ma lascia qualche dubbio :

 - Manca la parte del trattamento a freddo dei rifiuti solidi tanto osannato fino a due anni fa,
- L’analisi sulla rosa dei venti non la consideriamo affidabile (pag. 25/26/27) assomiglia molto all’analisi preliminare dell’acqua di prima falda dove si considerarono solo le zone industriali dismesse 
- Mancano dati su inquinamento acustico (o relativa stima) 
- Vengono indicati solo una parte di inquinanti 
- Non viene indicato il fine vita della struttura
- Preoccupano i più di 7000 mezzi che necessariamente vengono previsti per il corretto funzionamento dell’impianto (50 al giorno)
- Nella stima dei costi d’investimento mancano i costi relativi alla bonifica per la demolizione del forno
- Mancano i costi di compensazione ambientale per il quartiere
- Mancano chiarimenti sugli effetti della digestione anaerobica della FORSU
- L’analisi sulla salute pubblica è totalmente mancante
- Preoccupa la nascita di due linee di trattamento una linea fanghi e una linea umido
Non è chiara la quantità dei fanghi bruciati, si è passati da 7.000 t/a relative ai fanghi prodotti dal centro di sesto, ai fanghi generati nell’hinterland che a marzo veniva stimato in 14.000 t/a, ora sulla relazione compare la nota che è previsto il trattamento dei fanghi relativi alla provincia che ammonterebbero a 49000 + 12000 provenienti da san giuliano (totale 51.000) quota alla quale sembrerebbe si aggiungano anche una quota parte di umido
- Preoccupa la produzione di biogas in un ambito urbano, ovvero di quei sottoprodotti difficili da gestire e che possono trasformarsi in inquinamento delle falde o dei terreni, la quantità di Nox che viene emessa dalla produzione di biogas, che ricordiamo (in particolar modo il biossido di azoto) lascia perplessi
- Problema acqua di falda noto almeno da 15 anni non viene minimamente toccato
- Non capiamo il perché in un paese come la Danimarca si è costruito una collina per coprire un inceneritore e ridurre l’impatto ambientale mentre qui si continuano a presentare slide con edifici e colate di cemento.


Avevamo richiesto da anni uno studio epidemiologico sull'inceneritore di sesto con la geolocalizzazione degli eventi sul territorio e uno studio sul fall-out di ricaduta ovvero sulla ricaduta dei fumi e polveri ma purtroppo nonostante le varie rassicurazioni che vennero fornite quasi mensilmente non abbiamo nulla a riguardo, sarebbe stato uno studio importante proprio per l’analisi di comparazione che si sarebbe potuta fare.

Chi ci conosce sa bene che non facciamo allarmismo, ma riteniamo importante e necessario approfondire gli argomenti nel dettaglio per comprendere il progetto perché desideriamo un futuro diverso e per esperienza passata, le certezze che vengono proposte si sono poi dimostrate differenti dalla realtà.

Crediamo che l’ analisi sulla salute pubblica e la valutazione di impatto ambientale non debba essere affidata alla società incaricata del progetto ma vada richiesta ad un ente indipendente libero da conflitti economici o pressioni politiche, scelto dall'amministrazione comunale che valuti il progetto da un punto di vista ambientale e sanitario e su come  potrebbe mutare nel medio o lungo periodo con le immissioni rilasciate che si sommano ad una situazione già critica sul territorio dovuta ad una massiccia presenza di traffico veicolare, aumento di rotte aeree, emissioni industriali e riscaldamento a gasolio ancora presente.

Il non avere condiviso il progetto nella sua forma preliminare tenendo nel più totale riserbo su tutte le varie fasi non è piaciuto. Il confronto con la cittadinanza, comitati e associazioni, avrebbe solo potuto arricchire il progetto a livello macroscopico portando in evidenza le criticità.  
Invitiamo nuovamente una vostra delegazione (non il vostro rappresentate per le pubbliche relazioni) ad un confronto svolto su 3 o 4 serate dove entrare nel merito nelle varie fasi del progetto spiegando e discutendo i vari punti.

L’Associazione Sottocorno non è contraria a prescindere, ma la percezione che continuiamo ad avere e che state dando è che sia stato già stato deciso tutto.


domenica 23 settembre 2018

CONSIGLIO COMUNALE APERTO ALLA CITTADINANZA PER IL PROGETTO DI CONVERSIONE DELL'INCENERITORE


Il comune di Sesto San Giovanni ha convocato per
Mercoledì 26 SETTEMBRE 2018 alle ore 20:00
un consiglio comunale aperto alla cittadinanza per illustrare il piano industriale presentato da CAP HOLDING-CORE S.P.A. sulla conversione dell’inceneritore di Sesto San Giovanni.

Invitiamo tutti a partecipare, per non passare altri 30 anni a borbottare inutilmente sulle scelte fatte e sull'inquinamento prodotto come si è visto in questi anni.
Partecipare è sempre importante per comprendere ed essere consapevoli delle scelte fatte e dei rischi nascosti, ancor di più se il progetto NON viene discusso e condiviso con la cittadinanza interessata come accaduto in questi ultimi due anni.


lunedì 28 maggio 2018

TOSCANA - IL CONSIGLIO DI STATO DICE NO ALL'INCENERITORE

Finalmente qualcosa cambia in questo paese, lentamente, ma cambia .........
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Confermata la sentenza con cui il TAR, un anno e mezzo, fa aveva accolto i ricorsi dei comitati e bocciato l’autorizzazione rilasciata il 23 novembre 2015 dalla Città Metropolitana di Firenze sulla costruzione nella Piana fiorentina. Vittoria anche per i Comuni di Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino contro il Comune di Firenze, che aveva puntato sulla struttura come un’opera strategica per le politiche sui rifiuti.
(leggi QUI l’articolo completo)


venerdì 13 aprile 2018

CONVERSIONE INCENERITORE - COMUNICATO STAMPA


Mercoledì 28 marzo con un consiglio comunale aperto alla cittadinanza che abbiamo scoperto essere stato richiesto dalle forze di opposizione si è tenuta si è tenuta la presentazione dell'UNICO PROGETTO DI CONVERSIONE DELL’INCENERITORE.

Per ora, dopo 15 MESI dall'annuncio del comune di una sua trasformazione è stata l’unica occasione per poter comprendere lo “stato dei lavori” sul progetto di riconversione che dovrebbe portare allo “spegnimento” dell’inceneritore nel giro di pochi anni.
Dopo una breve esposizione dell’amministratore unico di Core che dopo aver ribadito il corretto funzionamento dell’impianto con i valori delle emissioni sotto i limiti di norma con la fine della sua “vita impiantistica regolare” e chiudendo il mutuo nel 2019 (pur avendo già ricevuto l’autorizzazione da parte di Regione Lombardia a proseguire con l’incenerimento dei rifiuti fino al 2026), per scelta, e non per emergenza, ha affrontato di valutare il progetto di conversione.
Sono posizioni che ovviamente non condividiamo, ci limiteremo solo a precisare che oltre a non indicare gli inquinanti non rilevati si è dimenticato di citare che sono decenni che questo impianto emette anche un inquinamento acustico che impatta sul quartiere, rendendo in alcuni momenti la situazione invivibile.
Successivamente è seguita la relazione di CAP HOLDING, incaricata dalla precedente amministrazione di elaborare un progetto di riconversione, al momento l’UNICO.
All’inizio il progetto venne presentato solo la conversione per l’incenerimento dei fanghi prodotti dal depuratore adiacente mente mercoledì è stato presentato un quadro differente (forse invogliato da incentivi statali che prima non erano presenti).
L’intenzione dell’azienda è quella di trasformare l’area in un centro che:
  • Centro per il trattamento dei fanghi di depurazione che Cap holding produce nei suoi depuratori (non più solo quello di Sesto)
  • Centro di produzione di bio gas da trasformare in bio metano che verrebbe poi utilizzato per il funzionamento dei mezzi di Area Sud per la raccolta dei rifiuti (per i quali attingerebbe a dei finanziamenti)
  • Centro di ricerca sull'economia circolare e sul trattamento dei fanghi e dei rifiuti

La presentazione, generica, è stata preceduta da una analisi L.C.A. (LIFE CYCLE ASSESTAMENT) fatta eseguire dal Politecnico di Milano partendo da alcuni obbiettivi come:
  • Ridurre l’impatto ambientale (ponendo a 100 quello provocato dall'inceneritore l’obbiettivo è ridurlo arrivando a 20)
  • Impatto sociale (mantenendo l’occupazione dei 45 lavoratori presenti)
  • Equilibrio economico senza aggravio di costi per la comunità
  • Un progetto che preveda la creazione di un impianto votato all'economia circolare

Premesso che i dubbi sulla presentazione fatta sono tanti e che del trattamento a freddo dei rifiuti solidi non se ne è neanche accennato, iniziamo con la gestione dei fanghi di depurazione delle acque reflue ricavati dal ciclo di depurazione che riconsegna acqua adatta all'irrigazione dei campi o ad essere reimmessa nei fiumi, i fanghi verrebbero inceneriti con un volume annuo di 14.000 t/anno (contro le 70.000 t/anno attuali) ed è vero, rappresentano una diminuzione in termini di massa, ma facciamo presente che solo alcuni mesi fa si parlava di 7000 t/anno (ovvero il 50% in meno) e, soprattutto, si parlava solo del trattamento dei fanghi generati a Sesto e su questo punto non è stata presentata, o pubblicata l’analisi di cosa andiamo ad immettere in atmosfera o nell'ambiente, mentre manca completamente un’analisi di tipo sanitario sull'impatto che queste emissioni possano avere sulla popolazione e che l’analisi L.C.A. dal Politecnico di Milano non è in grado di dare.
Non si è affrontato il problema che genera la produzione di biogas in un ambito URBANO, ovvero di quei sottoprodotti difficili da gestire e che possono trasformarsi in inquinamento delle falde o dei terreni, senza considerare la quantità di Nox che viene emessa dalla produzione di biogas, che ricordiamo (in particolar modo il biossido di azoto) aggrava le condizioni nei malati di asma e chi soffre di malattie respiratorie croniche o di malattie cardiache.
La gestione dei fanghi è poi stata presentata un po’ superficialmente, e sembra non sia stato considerato un eventuale contaminazione critica determinata da eccessi di idrocarburi, cromo esavalente, metalli pesanti o droghe ecc.… purtroppo presenti nei nostri sistemi fognari.
Non capiamo perché in questa fare ci si sia chiusi a riccio evitando qualsiasi confronto con la cittadinanza, comitati e associazioni, confronto che avrebbe solo potuto arricchire il progetto a livello macroscopico portando in evidenza le criticità, non capiamo il perché in un paese come la Danimarca si è costruito una collina per coprire un inceneritore (clicca QUI per leggere i dettagli) e ridurre l’impatto ambientale (mentre qui si continuano a presentare slide con edifici o colate di cemento)
 

Chiediamo di poter accedere alle analisi di impatto ambientale e che venga eseguita DA UN ENTE INDIPENDENTE una valutazione sanitaria sulle immissioni rilasciate e che venga riconosciuta una compensazione ambientale per il Quartiere di Cascina Gatti.
Non siamo contrari a prescindere, ma LA PERCEZIONE AVUTA È CHE SIA STATO GIÀ’STATO DECISO TUTTO, abbiamo assistito alla presentazione di un progetto in una fase già avanzata, l’incontro è apparso come una cortesia per informare la cittadinanza ne è la prova della quasi totale assenza di richieste, precisazioni o contestazioni da parte della politica locale, un ulteriore conferma arriva dal fatto che l’amministrazione comunale sembra non avere altri progetti per l’area di CORE, per la serie c’è solo questo e questo deve essere fatto come è già stato deciso.