E’ passato
un anno dall'incontro dell’anno scorso e poco è stato fatto, certo si sono
concluse le pratiche cosiddette burocratiche per la definizione del parco, “
tecnicismi “ da far parlare e giustificare i burocrati ma nulla è cambiato all'interno del parco della Bergamella e poco all'interno del P.M.V.L. anche dopo
lo stanziamento di fondi da parte della regione per poter connettere i diversi
parchi fra di loro , che vogliamo ricordarlo attualmente sono frantumati dalla
rete stradale.
La nostra
osservazione si riferisce principalmente al parco Adriano e Bergamella perché è
li che ci troviamo ci fa piacere notare che puntualmente si premia il comune di
sesto per il progetto degli orti che ha avuto una importanza sociale
fondamentale in un contesto di abbandono totale in cui versava l’area.
Al di la di
questo però poco o nulla è stato fatto, si è sempre incominciato a discutere ma
niente più.
Le bonifiche
del terreno incominciate nell'area di piazza della chiesa per poter costruire
si quelle si sono eseguite , e speriamo fatte a dovere , ma nel resto dell’area
no, incominciano ora dopo anni, e allora come non ricordare anche il problema
dell’acqua di prima falda inquinata da cromo esavalente e nitrati proprio quell'acqua che nel progetto iniziale degli orti doveva servire a riempire 2
laghetti e le rogge per permettere l’irrigazione , bene oggi di questo problema
non se ne parla.
Come non
ricordare che il primo lotto è stato costruito praticamente sotto
l’elettrodotto e che le due linee che li attraversano sono attive , certo
attualmente viene sotto utilizzato ma in futuro ?
Come non
ricordare che gli stessi orti stanno a cento metri dall'inceneritore e
tangenziale come il resto del quartiere che rimane attraversato da un flusso di
traffico anomalo generato da un casello autostradale che non ha ragione di
esserci.
E allora, come riporta la stampa, che sia veramente SESTO SAN
GIOVANNI LA CITTÀ VERDE, che si affrontino i grossi nodi e problemi della zona
che risultano poi essere i problemi dell’area est metropolitana, che venga fatta
propria la nostra “Condicio sine qua
non ” come condizione di partenza per qualsiasi tipologia di
progetto ovvero L’INTERRAMENTO
DELL’ELETTRODOTTO perché , e lo ribadiamo di nuovo
UN PARCO ATTRAVERSATO DA UN ELETTRODOTTO NON E’
UN PARCO USUFRUIBILE
perché’ in prossimità
dell’elettrodotto a doppia terna da 220 kv non è possibile sviluppare nessuna attività
, una pista ciclabile ,panchine o orti urbani, perché l’obiettivo di qualità di
legge 3 micro-tesla attualmente rispettato
verrebbe superato nel momento in cui lo
stesso torna in funzione e questo è un dato confermato da tutte le rilevazioni
eseguite dal 1996 ad oggi una qualsivoglia progettazione del parco verrebbe
fatta senza minimante considerare il principio di precauzione richiamato dall’O.M.S.
e siccome non stiamo parlando di un giardino ma di un PARCO ribadiamo le nostre linee guida, che al
momento ci risultano essere l’unico lavoro con senso compiuto presentato negli
ultimi 3 anni se questa area e che ci sembra sia sempre più attuale ovvero
•
la NATURA e gli elementi naturali come legno,
acqua e pietra devono dominare
•
NO a cemento, ferro e costruzioni che deturpano il
paesaggio
•
«Cambiare mentalità meno cemento, più verde e
più controlli" , Ambiente, alberi, animali, inquinamento,
consumo del territorio, sono spesso considerati dalle istituzioni argomenti
marginali benché tanto strettamente legati alla salute delle persone, al loro
denaro, alle aspettative materiali e psicologiche incoraggiate da una crescente
sensibilità nei riguardi del contesto in cui viviamo sempre vendibile e
rinunciabile a favore di chi vuole costruire .
•
PIANTUMAZIONE «FORTE» all'interno del parco della Bergamella e successivamente al resto del parco un po’
sulla linea del parco di Cologno monzese , con piste ciclo pedonali che
attraversano la natura in modo da creare un «POLMONE VERDE» all'interno di una città con problemi di smog ed
inquinamento , ovvero Semplicemente creare quello che la
letteratura moderna definisce ormai non più parchi ma « foreste urbane “ necessarie per migliorare la
qualità della vita.
•
VEGETAZIONE FOLTA sui confini del parco per attenuare la cementificazione dell’area
metropolitana e non con 15 gelsi ma con qualche migliaio di piante e un progetto vero applicabile nel breve e medio
termine
•
RIPOSIZIONAMENTO DELLA COLLINA prevista in una posizione più
centrale rispetto alla posizione proposta questo permetterebbe una maggiore
usufrutto con più punti di accesso e creazione di una terrazza «belvedere» che
dominerebbe il parco, e non deve servire invece a nascondere l’inceneritore
•
PANCHINE posizionate all'ombra
•
PERCORSO FITNESS/SALUTE lungo le piste ciclo pedonali
•
SERVIZI IGIENICI e non solo per gli
ortisti giusto per evitare scene poco
piacevoli durante una passeggiata cosa che invece già accade,
•
ILLUMINAZIONE a led limitata ai passaggi esterni al parco che collegano i
caseggiati, magari auto alimentata da una centrale a pannelli solari e magari
con strutture in legno
•
GIARDINO DIDATTICO magari vicino agli orti richiamando gli studenti delle
scuole del quartiere
•
CAMPO/I DI CALCETTO in terra battuta ( non cemento !!! ) magari protetta
da reti
•
identificare
aree di ritrovo e di svago ubicate lontano dalle abitazioni.
•
Evitare
piazze e cementificazioni inutili
•
Salvaguardia
della fauna e monitoraggio di animali cosiddetti “infestanti “
•
Eliminazione
delle barriere architettoniche e parcheggi che ne impediscano l’accesso
Ovviamente tutto questo, che noi ci poniamo come fine non può
esserci se non si persegue una DISMISSIONE GRADUALE DELL’INCENERITORE, non
manca molto tempo al 2020 ma sicuramente manca un progetto politico nel medio
termine che porti alla sua chiusura, non è assolutamente sufficiente aver
aumentato la quantità riciclata di rifiuti se tale misura non diminuisce la parte
incenerita ,senza accettare questi punti rimane difficile etichettarsi come
“città verde “ ,e se tale analisi invece risultasse superata , signori stupiteci !!!
ne danno pubblicazione:
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