VIAREGGIO. Con una lettera aperta i Comitati toscani
che si battono contro l’elettrosmog rivolgono al Presidente della Regione
Toscana un appello affinché la tutela della popolazione dalla sovraesposizioni
ai CEM (Campi Elettromagnetici) divenga materia prioritaria del loro impegno
politico.
“La preoccupazione per l’esposizione sempre più
massiccia dei cittadini a CEM prodotti da dispositivi per le comunicazioni
mobili – dispositivi presenti nei luoghi di lavoro, negli ospedali, negli spazi
in cui si trascorre il tempo libero, nelle scuole e università – ci porta a
chiederLe una riflessione e un impegno verso le connessioni via cavo, non solo
più efficienti e sostenibili ma anche meno dannose per la specie umana.
Come sostenuto dai 70 ricercatori e medici firmatari
dell’appello per la difesa della salute dalle radiazioni a radiofrequenza e
microonde – inviato a Matteo Renzi, Pietro Grasso, Laura Boldrini, ai Deputati
e Senatori del Parlamento Italiano ai Deputati italiani al Parlamento Europeo,
ai Presidenti delle Regioni tuttora in carica, al Presidente della Repubblica
Italiana Sergio Mattarella e al Presidente dell’ANCI – nell’ultimo decennio si sono profuse le raccomandazioni da parte
della comunità scientifica per l’adozione di limiti di sicurezza più restrittivi.
Quelli attuali sono ormai considerati obsoleti perché tengono conto solo del
riscaldamento prodotto dal campi elettromagnetici (effetti termici), mentre
importanti effetti biologici avvengono anche per esposizioni a campi
elettromagnetici deboli, a livelli non termici.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro
ha classificato nel 2011 la radiofrequenza come “possibile cancerogeno per
l’Uomo” in Classe 2B, ma già nel 2014 nuove pubblicazioni scientifiche
suggeriscono una classificazione maggiore: uno studio italiano propone di
considerare la radiofrequenza “probabile cancerogeno per l’Uomo”, uno studio
svedese e uno francese propongono la classificazione come “sicuro cancerogeno
per l’Uomo”. Il timore che un conflitto di interessi nella ricerca scientifica
e nelle agenzie di salute pubblica possa condizionare pesantemente le
conoscenze sui campi elettromagnetici ci porta a chiederLe di considerare in
modo serio anche gli studi indipendenti per avere delle valutazioni del rischio
efficaci.
Alla luce di quanto evidenziato dalla Task Force sui
campi elettromagnetici invitiamo il Presidente della Regione Toscana a:
– farsi portavoce della necessità di riportare la
misurazione dei campi elettromagnetici su una media di 6 minuti anziché di 24
ore;
– sostenere l’approvazione di un decreto attuativo della Legge 36/2001 per quanto riguarda i dispositivi mobili con l’adozione degli stessi limiti di esposizione delle antenne fisse;
– impegnarsi per la revisione dei limiti di esposizione per tutte le radiofrequenze e le microonde a 0,6 V/m per i luoghi ove si permanga per più di 4 ore e di 0,2 V/m come obiettivo di qualità, come promosso dalla Risoluzione 1815 del maggio 2011 dall’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa (punto 8.2.1) basandosi sulle posizioni dell’ICEMS e di Bioinitiative;
– promuovere investimenti pubblici e detassazione per la connettività in fibra ottica e via cavo che è la tecnologia più efficiente e sicura per la salute;
– trasmettere come necessario il divieto di installazione di reti Wi-Fi negli asili e nelle scuole frequentate da bambini al di sotto dei 16 anni, nei luoghi di cura e negli ospedali, in tutti i luoghi ove operano professionisti il cui lavoro richiede concentrazione e precisione, come le sale operatorie;
– muoversi per il divieto di installazione di reti Wi-Fi nei luoghi di cura e negli ospedali, perché la radiofrequenza del Wi-Fi promuove lo stress ossidativo e interferisce con la vitalità cellulare e con la funzione riproduttiva;
– sostenere il divieto di installazione di reti Wi-Fi in tutti i luoghi ove operano professionisti il cui lavoro richiede concentrazione e precisione, come le sale operatorie;
– promuovere l’obbligo da parte delle Agenzie di Salute Pubblica di assumere le proprie valutazioni del rischio per la salute connesse alla radiofrequenza, selezionando gli studi scientifici indipendenti ed escludendo quelli finanziati dall’industria dell’energia e delle telecomunicazioni o da fondazioni ed enti no-profit sovvenzionati dalla stessa;
– trasmettere agli enti locali l’urgenza di adottare piani regolatori degli impianti radioelettrici e di telefonia mobile per bloccarne la proliferazione, trasmettere la necessità di pianificare in anticipo lo sviluppo delle reti dei diversi gestori, stimolando le amministrazioni locali affinché tali piani per le antenne – una volta approvati – non abbiano tempi lunghi di realizzazione.
– sostenere l’approvazione di un decreto attuativo della Legge 36/2001 per quanto riguarda i dispositivi mobili con l’adozione degli stessi limiti di esposizione delle antenne fisse;
– impegnarsi per la revisione dei limiti di esposizione per tutte le radiofrequenze e le microonde a 0,6 V/m per i luoghi ove si permanga per più di 4 ore e di 0,2 V/m come obiettivo di qualità, come promosso dalla Risoluzione 1815 del maggio 2011 dall’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa (punto 8.2.1) basandosi sulle posizioni dell’ICEMS e di Bioinitiative;
– promuovere investimenti pubblici e detassazione per la connettività in fibra ottica e via cavo che è la tecnologia più efficiente e sicura per la salute;
– trasmettere come necessario il divieto di installazione di reti Wi-Fi negli asili e nelle scuole frequentate da bambini al di sotto dei 16 anni, nei luoghi di cura e negli ospedali, in tutti i luoghi ove operano professionisti il cui lavoro richiede concentrazione e precisione, come le sale operatorie;
– muoversi per il divieto di installazione di reti Wi-Fi nei luoghi di cura e negli ospedali, perché la radiofrequenza del Wi-Fi promuove lo stress ossidativo e interferisce con la vitalità cellulare e con la funzione riproduttiva;
– sostenere il divieto di installazione di reti Wi-Fi in tutti i luoghi ove operano professionisti il cui lavoro richiede concentrazione e precisione, come le sale operatorie;
– promuovere l’obbligo da parte delle Agenzie di Salute Pubblica di assumere le proprie valutazioni del rischio per la salute connesse alla radiofrequenza, selezionando gli studi scientifici indipendenti ed escludendo quelli finanziati dall’industria dell’energia e delle telecomunicazioni o da fondazioni ed enti no-profit sovvenzionati dalla stessa;
– trasmettere agli enti locali l’urgenza di adottare piani regolatori degli impianti radioelettrici e di telefonia mobile per bloccarne la proliferazione, trasmettere la necessità di pianificare in anticipo lo sviluppo delle reti dei diversi gestori, stimolando le amministrazioni locali affinché tali piani per le antenne – una volta approvati – non abbiano tempi lunghi di realizzazione.
Considerato che il tema dell’elettromagnetismo
riguarda la collettività e che le patologie legate all’elettrosensibilità sono
in continuo aumento tanto da interessare dall’1 al 3% della popolazione
mondiale; tenuto conto che suddetta malattia, seppur invalidante e non
riconosciuta dallo stato italiano si sta comunque diffondendo nel nostro Paese
con l’incremento costante di cittadini che accusano mal di testa, problemi
articolatori e al sistema cardiocircolatorio, difficoltà respiratorie e
alterazioni della pelle, apatia e difficoltà nella elaborazione del pensiero,
irritabilità e perdita della memoria, instabilità dell’umore, disturbi del
sonno e vertigini; verificate le continue installazioni di antenne e ripetitori
sui campi sportivi, vicino alle scuole e asili, sugli acquedotti e accanto ai
tralicci dell’alta tensione, in centri storici e su beni artistici chiediamo al
Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi di:
– rappresentare in modo concreto il bisogno di tutela e diritto
alla salute dei cittadini minimizzando l’esposizione ai campi elettromagnetici
della popolazione;
– promuovere in modo capillare l’informazione sui rischi legati all’elettromagnetismo artificiale;
– applicare il principio giuridico di precauzione.
– Legiferare affinché i Comuni toscani si dotino obbligatoriamente di Piani regolatori delle installazioni ed eseguano il monitoraggio costante delle emissioni nei loro territori
– promuovere in modo capillare l’informazione sui rischi legati all’elettromagnetismo artificiale;
– applicare il principio giuridico di precauzione.
– Legiferare affinché i Comuni toscani si dotino obbligatoriamente di Piani regolatori delle installazioni ed eseguano il monitoraggio costante delle emissioni nei loro territori
Infine, vogliamo sottolineare che l’inquinamento da
elettrosmog richiama alla memoria le malattie e le morti causate dall’uso
dell’amianto; entrambi sono agenti nocivi, striscianti e silenti, alcuni dei
quali possono manifestarsi dopo anni di esposizione e proprio per questo
chiedono alla politica e a chi ha il compito di amministrare i territori, di
assumersi responsabilità precise ed importanti particolarmente verso le nuove
generazioni”.
Comitato Infanzia senza elettrosmog (Casentino,
Arezzo)
Altri Comitati toscani che sottoscrivono la lettera:
- La Rete Versiliana per l’Ambiente:
- Comitato Marco Polo
- Amici della terra Versilia
- Associazione per la Tutela Ambientale della Versilia (Co.As.Ver.)
- Comitato Capezzano Vive (Co.As.Ver.)
- Comitato Marco Polo (Co.As.Ver.)
- Comitato Pedona Ambiente e Salute
- Comitato Salviamo Viareggio
- Comitato dalla parte del Cittadino Forte dei Marmi
- Comitato Via Matteotti
- Italia Nostra Versilia
- Medicina Democratica Viareggio (Movimento Di Lotta Per La Salute)
- Nuova Civiltà Mediterranea
- No Wi-Fi Toscana (Firenze)
FONTE : VERSILIATODAY