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sabato 16 maggio 2015

NO ALLA NUOVA GRONDA NORD CHE VORREBBERO FAR PASSARE DA SESTO SAN GIOVANNI

Ci uniamo alla protesta esprimendo la nostra solidarietà a chi protesta contro un progetto nato senza interpellare la cittadinanza e che non tiene conto dell’impatto ambientale che si avrebbe su una zona sulla quale già grava un flusso di traffico nato dalla scelta scellerata di porre il casello sulla tangenziale est di Milano.

Concordiamo su tutte le proposte fatte e ci fa piacere che vengano riprese le stesse proposte che da anni stiamo portando avanti come l’eliminazione del casello ( ricordiamo che nel 2020 scade la convenzione con il Comune di Sesto )

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“SINDACO, ECCO LE NOSTRE SETTE PROPOSTE PER EVITARE CHE VIALE EDISON DIVENTI LA TANGENZIALE DEI VELENI”

“IN CONCOMITANZA ALLE MODIFICHE DEL PIANO PER LA MOBILITA’ ATTORNO ALLE AREE EX FALCK, il COMITATO CITTADINI DI VIALE EDISON ed il COMITATO CASCINA GATTI hanno presentato al Sindaco di Sesto San Giovanni una PETIZIONE con le seguenti richieste :

  1. Viale EDISON e viale ITALIA dovranno sostenere gli stessi flussi di traffico; ed il prolungamento di viale EDISON non deve trasformarsi in una vera e propria tangenziale fra le case.
  2. La rotonda EDISON -MARZABOTTO non solo va mantenuta, ma deve essere adeguata alle normative.
  3. I parcheggi su viale EDISON vanno mantenuti, con un significativo incremento di quelli per le persone con disabilità.
  4. L’immissione su viale EDISON, dai passi carrai direttamente sfocianti sullo stesso viale, dovrà essere la più semplice e meno pericolosa possibile.
  5. Servono soluzioni praticabili per i pedoni, con rallentatori atti a mantenere la sicurezza nell’attraversamento per non rischiare incidenti. Serve inoltre la realizzazione di una pista ciclabile, che colleghi PARPAGLIONA e CASCINA GATTI alla metropolitana di SESTO MARELLI.
  6. Impegni concreti per la riduzione del traffico di attraversamento, da cui la città è quotidianamente travolta. Primo obiettivo la CHIUSURA DEL CASELLO PER IL PEDAGGIO SULLA TANGENZIALE NORD -A 52.
  7. Convocazione di una ASSEMBLEA CITTADINA sugli argomenti posti in evidenza.

Il Sindaco, in base all’art. 18 dello Statuto Comunale vigente, è tenuto a fornire risposta scritta e motivata entro il 25 maggio prossimo.
Legato al futuro di viale EDISON, e con tutte le problematiche connesse, siamo di fronte al progetto del comune di Milano di fare sfociare su via PORTO CORSINI –FIUME –SESTO MARELLI -EDISON la famigerata tangenzialina di collegamento est-ovest.

Per questo, ci siamo affrettati a presentare richiesta scritta al Sindaco ed agli Assessorati competenti, affinché vengano attuati i seguenti controlli :
  • rilevamento del numero di veicoli che transitano in via Fiume;
  • specifico rilevamento della qualità dell’aria nella suddetta via Fiume;
  • controlli relativi all'inquinamento acustico sempre su via Fiume.

Ovviamente auspichiamo che le risultanze di queste verifiche forniscano ulteriori argomentazioni all'Amministrazione Comunale, contro l’ipotesi di tangenzialina.
Tutti i problemi che andiamo evidenziando rispetto a viale EDISON, verrebbero amplificati a dismisura con il progetto di Milano su via Fiume.

venerdì 15 maggio 2015

COMUNE DI ROMA : ELETTROSMOG E ANTENNE, ARRIVANO LE REGOLE

Aspettando che MILANO e tutta l’area metropolitana si svegli dal “torpore tecnologico “ nel quale è caduta, pubblichiamo un sunto delle nuove regole che il comune di Roma sta adottando .
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 Roma, 15 maggio – Niente più “antenne selvagge”: d’ora in poi gli impianti per la telefonia mobile potranno venir installati solo in zone con precise caratteristiche, lontano dalle comunità come scuole e ospedali. Lo prescrive il “piano regolatore” delle antenne telefoniche approvato a larghissima maggioranza dall’Assemblea Capitolina. Piano che, tra l’altro, dà il via a una serie di attività per censire gli impianti e per monitorare l’inquinamento elettromagnetico.



In primis, dunque, via le antenne da ospedali, case di cura e di riposo, scuole, asili nido, oratori, orfanotrofi, parchi giochi. Quelle attualmente installate presso questo siti saranno spostate altrove. Vietato collocare impianti su edifici costruiti abusivamente.


Ecco, invece, dove potranno esser poste le antenne telefoniche: su aree libere, prevalentemente non edificate o “a basso carico urbanistico”, preferibilmente su centri commerciali e grandi complessi alberghieri. Da privilegiare: il co-siting (accorpamento degli impianti su strutture comuni di supporto), l’interramento delle antenne, la collocazione sugli edifici più alti in un gruppo di palazzi vicini.

Le altre regole istituite dal provvedimento: redazione di un piano territoriale della telefonia mobile; costituzione di un registro cittadino delle antenne e di un osservatorio sull’inquinamento elettromagnetico (che servirà anche a “rendere più trasparente il percorso delle varie autorizzazioni”); pubblicazione sul web del "piano antenne"; dislocazione sul territorio cittadino di centraline per la misurazione dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, le cui rilevazioni saranno periodicamente pubblicate sul web e liberamente consultabili online.


mercoledì 13 maggio 2015

DAL FRIULI SOLIDARIETÀ ALLA LOTTA DELLA ASSOCIAZIONE SOTTOCORNO

Riceviamo e con piacere pubblichiamo 
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Carissimi
sono Aldevis Tibaldi presidente del Comitato per la Vita del Friuli Rurale che da 8 anni lotta contro la realizzazione di imponenti elettrodotti aerei attraverso la nostra Regione, come tale voglio esprimere la nostra più sentita solidarietà alla vostra lotta.

Con i migliori saluti invio uno degli ultimi comunicati del Comitato. Aldevis Tibaldi 
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COMUNICATO STAMPA 475, 27/4/2015
LA MANDRAKATA
Se da una parte, la Regione ha fatto poco o niente per esibire le sue eccellenze all'EXPO, dall'altra si sta dando un gran da fare per addobbare il nostro territorio con i mostruosi elettrodotti. Cosa non farebbe per renderci felici e attirare i turisti di qualità!                      
Vedere come l'assessore Sara Vito ci tenga alla realizzazione degli elettrodotti regionali prende il cuore. Per l'elettrodotto Wurmlach-Sompago non sono bastate tre legislature regionali, né ogni sorta di trucchi e trucchetti, né il gran da farsi di generazioni di politici effevuggini, di elettrizzati giornalisti, di servili burocrati. L'Austria si è rivelata insensibile al grido di dolore di una Regione che aveva gettato il cuore oltre l'ostacolo al punto di aver spacciato il socio di Pittini per l'autorità nazionale austriaca e avergli chiesto il da farsi sul territorio italiano. Una mandrakata bella e buona, colta a piene mani dai media locali per affermare la necessità di avallare un elettrodotto aereo a scapito di ogni ragionevole tutela ambientale. Tutto è stato vano. E' stato vano il patrocinio di Illy, inutile la dichiarazione di pubblica utilità di una linea privata, vana la furbata di Tondo che per imbrogliare le carte ha promosso un elettrodotto mezzo interrato e mezzo aereo, vana la solerzia della Debora nazionale.
Insensibile ai trucchi dei ministeri italiani che hanno istruito quel progetto transfrontaliero fingendo di non accorgersi che era incompleto e si interrompeva su di un crinale di confine: proprio in corrispondenza di una trincea del primo conflitto mondiale. E' stato come  comprare un cavallo con tre zampe o fare il collaudo di un automobile priva dell'avantreno... Insomma, ciò che sanno fare i nostri tengo famiglia ministeriali per favorire il progresso ha un che di eroico: nemmeno i lavavetri agli incroci stradali sono tanto disponibili ed efficaci.
Si erano illusi che gli Austriaci fossero come noi, che si lasciassero abbindolare; invece il magistrato d'oltralpe non ha sentito ragioni, pur di far prevalere l'interesse generale su quello particolare.
Sara Vito, non abituata a simili comportamenti, l'ha presa male e, mai doma, oggi si appresta a dimostrare il suo attaccamento ai promotori dell'elettrodotto, riconvocando i sindaci della zona: potrebbe essere il momento del pianto, o di una novena, o per converso il momento di digrignare i denti e di approfittare del centenario del primo conflitto mondiale per dichiarare guerra all'Austria.   
Non c'è da escludere che una volta infiammati dal patrio furore e dalla abusata minaccia del ricatto occupazionale, i sindaci della Carnia si convincano di sorteggiare uno di loro vicino al PD per immolarlo in un atto di forte presa simbolica. Per non rendere vani anni di traffici, fiumi di inchiostro amico, complicità inenarrabili, ci vorrebbe un novello Enrico Toti che, carico di patriottico odio e satollo di un buon distillato, raggiunga l'impervio confine del Pramosio per scagliare una stampella a mo' di elettrodottino contro il nemico Stato di diritto.
La governante effevuggì vigila senza posa sui nostri destini, ma impegnata com'è nelle vicende renziane non ce la fa a seguire tutte le modeste quisquiglie di casa nostra. Tuttavia, per non classificarla fra quelli che lanciano il sasso e poi nascondono la mano, avremmo pensato di incontrarla a Roma, dove il 21 di aprile al Consiglio di Stato si è celebrato l'atto finale del ricorso contro la realizzazione dell'elettrodotto aereo Redipuglia-Udine ovest. Inutilmente. Ci saremmo aspettati di vedere anche l'arrivo dei tanti complici che in tutti questi lunghi anni hanno sacrificato il nostro territorio e la nostra dignità per favorire la TERNA: un Tondo, un Riccardi, un Ciriani per citarne qualcuno. Cosa sarebbe costato alla Savino fare una capatina, almeno durante l'orario di chiusura dei negozi! Il disoccupato Asquini che tanto si è prodigato in servizievoli favori, perché non è venuto? Non gli hanno forse pagato il biglietto? Inutilmente il presidente del collegio giudicante ha cercato fra gli astanti Lodovico Sonego, l'indimenticato Colautti, la querula Sara Vito. Non si è fatto vivo nemmeno uno dei fraccabottoni che sbarcano il lunario nella Capitale e la sera si aggirano per le trattorie di Trastevere, del tutto incapaci di competere persino con i venditori di rose e con i posteggiatori romeni. Insomma, a tifare per la TERNA e a cogliere il frutto di tanti anni di sputtananti complicità, nemmeno un cane! Visto che l'elettrodotto doveva servire al Friuli e al suo progresso, dove sono finiti i tanti tengo famiglia delle testate giornalistiche regionali? I sindacalisti della CGIL? Gli industriali del ricatto occupazionale?
Certo è che l'avvocato della TERNA c'è rimasto alquanto male, al punto di dover ricorrere ad una nuova mandrakata. Con la stessa abilità del prestigiatore di paese quando tira fuori il coniglio dal cilindro, o la malizia della spogliarellista che nel finale travolgente si tira giù le mutande, quel furbacchione ha estratto un fatidico documento, ancor fresco di stampa!
Nemmeno il celebre avvocato Perry Mason sarebbe giunto a tanto, ma lui, consapevole della fatica che serve per guidare il destino degli umani, non ha badato al voltastomaco che ne sarebbe derivato! Ebbene, il fatidico documento altro non era che un decreto emesso per la circostanza con una puntualità cronometrica nientemeno che dal direttore generale del Ministero per le attività culturali. Un documento con il quale il Ministero si è rimangiato le precedenti prescrizioni assunte per tutelare le qualità ambientali dell'alveo del Torre. Un modo come un altro per tenere tutto in sospeso: un fumogeno lanciato a bella posta per fuorviare il collegio giudicante. Roba da ladri di galline! 
A Roma succede questo ed altro. A Roma capita persino di incontrare nei pressi del Panteon il presidente della Regione Piemonte e di chiedergli come abbia fatto a convincere la TERNA ad interrare i 190 chilometri della linea ad alta tensione in costruzione fra la Savoia e Torino. Capita anche di sentirsi dire che gli è bastato chiederlo... che non ha fatto come la Serracchiani!
In attesa della sentenza del Consiglio di Stato, di tutto ciò evitiamo di farne parola con gli Austriaci: incivili come siamo, potrebbero prenderci a cannonate!                 

Tibaldi Aldevis              Comitato per la Vita del Friuli Rurale  www.facebook.com/comitato.friulirurale

martedì 12 maggio 2015

ELETTRODOTTO SORGENTE-RIZZICONI TERNA RISPONDA DEI SUOI ERRORI

Di Maurizio Scarpari

Continua in Sicilia la polemica intorno alla realizzazione dell’elettrodotto Sorgente-Rizziconi che ha segnato il passo nei mesi scorsi in conseguenza al sequestro del sostegno 40 da parte dell’autorità giudiziaria e al recente ricorso in Cassazione da parte di Terna. Diverse testate giornalistiche locali e nazionali sono intervenute, per lo più in appoggio a Terna, limitandosi a riportare acriticamente le ragioni che la società è solita divulgare nei suoi comunicati stampa: oltre 5 anni di trattative, più di 100 riunioni, tutte le autorizzazioni di legge regolarmente ottenute, il benessere e lo sviluppo economico della Sicilia e dell’Italia messi in serio pericolo se l’elettrodotto non si dovesse realizzare, il rischio black-out per l’isola, ecc. ecc. Secondo i dati forniti da Terna stessa, sembrerebbe però che la Sicilia non abbia alcuna necessità di avere energia elettrica, avendo da decenni un surplus di produzione (Figura 1), caso mai il problema è l’adeguamento della rete esistente.

Tra i temi diventati rilevanti oggi nelle strategie di propaganda di Terna, soprattutto dopo il sequestro giudiziario del sostegno 40, vi è il presunto danno causato dai ritardi, che Terna vorrebbe addebitare ad altri e non a se stessa, e in particolare a “sediziosi gruppi di ambientalisti ostili a ogni forma di progresso” (leggi: i cittadini che protestano) e a “magistrati compiacenti” (quali?) che si lasciano sedurre dalla tentazione di far rispettare la legge. Un danno che Terna stima in circa 600 milioni di euro l’anno, per complessivi 4 miliardi di euro: si tratterebbe dei mancati risparmi, presunti ovviamente, non di soldi reali… Una stima effettuata sulla base di chissà quali calcoli, cifre in libertà sbandierate per convincere un’opinione pubblica ignara e impossibilitata, non avendone la competenza, di verificare l’attendibilità di queste affermazioni: come abbiamo più volte denunciato, Terna si muove in piena autonomia, in una situazione di assoluto monopolio, avendo a disposizione strumenti tecnici sofisticati, mezzi economici enormi e una rete di relazioni estesa che usa per i propri fini nei modi più disparati. Nessuno è veramente in grado di esercitare un reale controllo sulla validità dei suoi progetti, delle stime che presenta e delle sue molteplici attività, fungendo lei stessa in molti casi da consulente degli enti che dovrebbero controllarla e, quindi, da controllore di sé stessa…
Il comune cittadino ha il sacrosanto diritto-dovere di difendere l’ambiente dove vive e lavora, la sua abitazione e le sue proprietà, la sua salute e quella dei suoi familiari; ciò nonostante il suo coinvolgimento nella fase di elaborazione, condivisione e autorizzazione del progetto non è previsto a nessun livello, anzi è fortemente ostacolato. Il compito di salvaguardare i suoi diritti è demandato agli amministratori pubblici e ai politici con cui Terna tratta, ma come s’è visto anche nel caso di altre grandi opere raramente essi fanno gli interessi della gente e dei luoghi che dovrebbero tutelare. Dato che alla fine è il comune cittadino che dovrà convivere con l’elettrodotto, è del tutto legittimo che egli cerchi di far sentire comunque la sua voce, manifestando il proprio dissenso e le proprie paure come può, con quale incisività è facile intuire: posso assicurare che ha ben poca possibilità di farsi sentire da quegli amministratori e da quei politici che hanno il potere di rilasciare le necessarie autorizzazioni. Autorizzazioni che spesso violano vincoli, prescrizioni e leggi, che il comune cittadino, dal quale invece si pretende sempre e comunque il ferreo rispetto di ogni normativa, non capisce come Terna possa riuscire a ottenere (le ipotesi però non mancano). Per difendere i propri diritti il cittadino deve spesso rivolgersi alla magistratura, che talvolta è costretta a intervenire per riportare alla legalità procedure e situazioni che, evidentemente, tanto in regola non sono. Perché stupirsene? La magistratura fa solo il suo lavoro… Perché gridare allo scandalo? Scandalo sarebbe che la magistratura girasse la testa dall’altra parte!
I tecnici di Terna hanno impiegato anni per progettare l’elettrodotto Sorgente-Rizziconi, ma non sempre con la necessaria competenza: hanno infatti commesso errori incredibili, come ad esempio quando a Valdina si è dovuto costruire in fretta e furia, con variante in corso d’opera, un nuovo traliccio per risolvere un’imprevista (!) sovrapposizione di cavi dell’alta tensione che si sarebbe creata tra il nuovo elettrodotto e un altro, più piccolo, esistente da decenni, della cui presenza gli ingegneri non avevano tenuto conto in fase di progettazione! Poca cosa in confronto ad altri gravi errori che sono stati commessi. Ad esempio, si sono persi anni per costruire la stazione di Torrente Gallo, nei pressi di Villafranca Tirrena, a causa delle caratteristiche geologiche della collina che si è letteralmente sbriciolata per l’effetto degli sconsiderati sbancamenti e per contenere la quale sono stati spesi milioni e milioni di euro (questi reali, non presunti). Anche per posizionare gli ultimi piloni del tracciato aereo è stato necessario intervenire in modo molto più pesante rispetto a quanto preventivato e questo ha richiesto tempi più lunghi rispetto a quelli previsti; la causa, anche in questo caso, è addebitabile al terreno calanchivo (da sempre, non da ora) sul quale si è deciso di impiantarli.
Meglio sarebbe stato valutare in anticipo la natura particolare del suolo, così da evitare sorprese dell’ultimo minuto e, soprattutto, possibili future sciagure. Questi errori, ed altri, sono responsabilità di Terna e non dei cittadini. E che dire del collegamento tra la Nuova Stazione Elettrica di Torrente Gallo e la Cabina Primaria di Messina Riviera di Torre Faro, a tutt’oggi non completato, nonostante rientrasse tra gli interventi macchinosamente estrapolati dal progetto sottoposto a VIA e autorizzati il 20 febbraio 2009 per la dichiarata urgenza di assicurare, sia pure in via transitoria e con esercizio a tensione ridotta, un minimo di potenziamento dell’interconnessione tra la Sicilia e il Continente? Tantomeno si possono imputare ritardi alla magistratura, che finora non ha mai intralciato il lavoro di Terna, essendo intervenuta solo di recente in occasione del sequestro del sostegno 40, fatto questo che non ha comunque impedito a Terna di continuare a lavorare sul resto dell’elettrodotto.
Insomma, né le proteste dei cittadini né la magistratura hanno condizionato il cronoprogramma di Terna. Hanno semmai infastidito Terna, denunciando soprusi e irregolarità. Gli eventuali ritardi dipendono piuttosto da errori progettuali, da procedure tutt’altro che trasparenti che hanno favorito lunghe trattative riservate e portato alla concessione di autorizzazioni che sono talvolta in contrasto con le leggi di protezione ambientale (ricordiamo che giacciono da tempo diversi esposti al tribunale di Messina e di Barcellona, e ricorsi al Tar del Lazio e al Consiglio di Stato). La gente non sembra più disposta ad affidare il proprio futuro a multinazionali senza scrupoli il cui unico interesse è fare soldi. Non è un caso che siano sempre più numerose le associazioni e i comitati spontanei di cittadini che cercano di contrastare lo scempio quotidiano che avviene sotto gli occhi di tutti per gli interessi di pochi, né che di recente essi si siano costituiti in Coordinamento nazionale, lanciando una petizione contro la realizzazione delle opere che impattano negativamente sull'ambiente senza apportare reali benefici alla collettività (https://www.change.org/p/nuovi-elettrodotti-grandi-opere-devastanti-usiamo-il-denaro-dei-cittadini-per-manutenere-la-rete-esistente).
Terna prevede perdite per il Paese per 4 miliardi di euro? Chi li pagherà? Non certo Terna, che ogni anno macina utili sempre più cospicui, ma noi cittadini, quando invece dovrebbero essere chiamati i suoi super-stipendiati dirigenti a risponderne: se non sono riusciti a gestire nei modi e nei tempi previsti le opere finanziate è a loro che lo Stato e l’Europa (finanziatori di Terna) dovrebbero presentare il conto e non ai cittadini. Invece lo Stato, azionista di Terna con quasi il 30% del suo capitale, si limita a incassare gli utili. Un sistema che crea un conflitto d’interesse, che favorisce Terna e i suoi azionisti e impone ai cittadini e al territorio che viene irrimediabilmente deturpato il pagamento delle passività causate dalla cattiva gestione di Terna. Quando invece, proprio per la sua natura a partecipazione statale, Terna dovrebbe promuovere l’interesse della comunità piuttosto che la massimizzazione degli utili, mentre gli organi dello Stato, ai vari livelli, dovrebbero vigilare affinché la realizzazione di queste grandi opere avvenga nella piena legalità e nel rispetto dell’ambiente e della gente.
È arrivata l’ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità: si obblighi Terna a pagare per i suoi errori, di progettazione e di realizzazione, e le si imponga di lavorare con maggior attenzione per l’ambiente e per le popolazioni che con gli elettrodotti dovranno convivere, com’è avvenuto ad esempio per l’elettrodotto dei Pirenei tra Francia e Spagna, di cui ci siamo occupati di recente, dove l’opinione dei cittadini è stata tenuta in debito conto e ha convinto la società costruttrice dell’elettrodotto a cambiare il progetto e a interrare l’elettrodotto, inizialmente previsto aereo, per tutti i 65 chilometri della sua lunghezza (http://www.inchiestaonline.it/ambiente/maurizio-scarpari-la-magistratura-blocca-terna-in-sicilia-era-ora).
Un esempio, quello franco-spagnolo, di civiltà.
Risponda dunque Terna dei presunti utili che si sarebbero persi per i suoi ritardi (se le stime sbandierate hanno un reale fondamento come vorrebbero farci credere) e paghi Terna ogniqualvolta la magistratura blocca un suo elettrodotto perché è stata violata la legalità!

FONTE : INCHIESTAONLINE.IT

domenica 10 maggio 2015

CALIFORNIA U.S.A.- LE SCUOLE DI LOS ANGELES DECIDONO VALORI CAUTELATIVI DI RF

mercoledì 6 maggio 2015 – Sul blog della Rete NO Elettrosmog Italia viene data notizia di questa importante decisione presa in California
Nel Febbraio 2013 il L.A.U.S.D.  ( Ente locale che coordina le scuole del territorio di Los Angeles) ha stabilito che, invece  dei valori limite di radiofrequenze ammesse dal FCC (Ente Federale Governativo per le telecomunicazioni) pari a 1000 microW/cm2 , in rispetto di un sano principio di precauzione,  ha adottato il valore proposto dal BIOINITIATIVE REPORT :  0,1 microW/cm2.



venerdì 8 maggio 2015

PROF. ANGELO GINO LEVIS, ESPERTO DI MUTAGENESI AMBIENTALE "C'È UN NESSO TRA RADIOFREQUENZE E TUMORI"

Parla il docente dell'Università di Padova che, da anni, si batte su questi problemi. "La legislazione a tutela della salute è degenerata: troppo permissiva". E attacca i ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità e dell'Organizzazione mondiale della Sanità: "Troppi conflitti d'interessi". "A Niscemi i limiti ammessi sono molto elevati"
"In Italia, con il progredire delle conoscenze, la legislazione delle strutture che dovrebbero tutelare la salute è andata via via degenerando verso una permissività  che sta dando luogo a delle preoccupazioni spaventose". Il Professor Angelo Gino Levis, ordinario di mutagenesi ambientale all'Università di Padova e tra i massimi esperti italiani degli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici, è scettico verso le istituzioni chiamate ad esprimere un parere sulla nocività dell'impianto Muos che sorgerà a Niscemi. Eppure è proprio sulla base del parere espresso dall'Istituto superiore di sanità (Iss) e dell'Organizzazione mondiale di sanità (Oms) che dipenderà non solo il futuro della nuova installazione ma anche della grande stazione radio già esistente. "Sono anni che questi organismi si rifiutano di riconoscere quello che una vastissima letteratura scientifica ha ormai ampiamente dimostrato - spiega  - non occorre la certezza del 100% per poter stabilire il nesso tra le radiofrequenze e l'incidenza di alcune forme tumorali".

Professor Levis, che parere ha dell'Iss e dell'Oms?
"Pessimo. Mi sono scontrato spesso con l'Iss. Diversi esponenti dell'istituto sono stati parti avverse in molti processi sugli effetti delle radiazioni elettromagnetiche sulla salute. L'Oms poi, sta vivendo il secondo grande scandalo dopo quello che ha subito per il fumo di tabacco. È arrivata a stabilire la cancerogenicità del fumo con 20 anni di ritardo su quello che era stato già assodato da una corposa letteratura scientifica".

Questo è dovuto ad un diverso parere sui dati scientifici?
"No. i dati parlano chiaro, ma ci sono sovrastrutture che condizionano questi istituti. Le faccio un esempio: nel reparto campi elettromagnetici dell'Oms, esiste un progetto  omonimo, diretto da Michael Repacholi. Questo scienziato ha dovuto ammettere in udienze pubbliche, come quella al parlamento australiano, ma anche in altre occasioni  - ultima in ordine di tempo l'inchiesta del programma "Report" - di essere finanziato dalle compagnie elettriche e di telefonia mobile. Quindi non poteva essere scelto un organismo peggiore per  dare un parere sul Muos . Soprattutto se non si tiene conto dei numerosi conflitti d'interesse".

L'Oms non ha ancora dato un parere però

"Si ma basta vedere la classificazione delle emissioni elettromagnetiche stabilita dallo Iarc (International agency for research on cancer) - che è una delle strutture che fanno capo all'Oms - per nutrire forti dubbi. Le radiazioni a bassissima frequenza e le radiofrequenze, ad esempio, sono state classificate - le prime nel 2001, le seconde nel 2011 - come possibili cancerogene. Cioè con un'evidenza abbastanza significativa sull'uomo, ma con mancanza di dati sugli animali e sui meccanismi d'azione. Ma anche qui, avendo fatto una ricerca sui partecipanti ai gruppi di ricerca che hanno portato a questa classificazione, ho scoperto che circa il 60 per cento di loro aveva pesantissimi conflitti d'interesse. L'ho scritto e pubblicato su numerose riviste scientifiche, e non sono mai stato contestato. Già nel 2002, lo stesso fondatore ed ex direttore dell'Iarc, l'italiano Lorenzo Tomatis, ha denunciato l'aumento tra il 10 e il 30 per cento di esponenti  dei gruppi di ricerca viziati da conflitti d'interesse".

Come dovrebbero essere classificate le onde elettromagnetiche allora?
"In Italia, Pietro Comba, uno dei migliori epidemiologi in attività, già nel 1998 pubblicava dei rapporti, certificati anche dall'Iss, in cui queste frequenze venivano classificate come probabili agenti cancerogeni, cioè classe 2A, dietro solo alle radiazioni ionizzanti, che sono sicuri cancerogeni. Al di là delle classificazioni comunque, ci si dovrebbe sempre attenere al principio di precauzione, cioè se esistono delle indicazioni, anche non dati certi, di effetti dannosi per la salute umana, bisogna optare per il rischio zero".

Leggi QUI l’articolo completo


FONTE : REPUBBLICA.it

mercoledì 6 maggio 2015

ELETTRODOTTO SOTTOCORNO / ADRIANO - COMUNICATO STAMPA

Visto che dopo 7 mesi dall'incontro avuto a Palazzo Marino con la quale si dichiarava aperta un'indagine epidemiologica sul quartiere, non abbiamo avuto nessun riscontro, a parte le indagini strumentali condotte da ARPA svolte rispettando un preciso calendario concordato , visto la totale estraneità dall'Unità Sanitaria Locale nel definire un protocollo di condivisione e incominciare a dialogare, visto come i comuni che ne hanno richiesto l'esecuzione si nascondano dietro una formale disponibilità che non si concretizza in nulla, in barba alle linee guida dell' I.S.E.E. accettate allora da tutti i presenti al tavolo di lavoro dopo sei solleciti dai quali non abbiamo avuto risposte sostanziali ma soltanto una formale disponibilità abbiamo la necessità di comprendere la reale volontà nel risolvere tale problema, quindi come richiesto da molti residenti abbiamo provveduto ad invitare il Sindaco di Sesto San Giovanni ad un incontro pubblico da tenersi in uno dei seguenti giorni 19 , 20 o il 21 maggio 2015 alle ore 18,00 in via Sottocorno o direttamente sotto i tralicci in via Adriano ( tempo permettendo ) , per spiegare come sta procedendo l'indagine epidemiologica sul quartiere e l'evolversi del progetto d'interramento ( argomento considerato di importanza primaria durante la campagna elettorale ) visto che abbiamo notato come il comune di Sesto San Giovanni non abbia allocato nessuna risorsa nel budget di previsione per il prossimo anno.

Il consiglio direttivo dell'Associazione Sottocorno ha scelto la data e l'orario considerandolo il più consono per un breve incontro informativo e di confronto, reputiamo che tale incontro e le risposte che ci devono essere date siano importanti visto l’impegno che abbiamo messo su ogni argomento in questi 4 anni sui temi ambientali, urbanistici e sanitari che abbiamo trattato e sollevato.

L’Associazione nel rinnovare l'invito, visto che ad oggi non è giunta nessuna risposta, rimane ottimista in una conferma (e non in un rifiuto) e comunque rimane disponibile a modificare la data dell’incontro richiesta.

Associazione di via P.SOTTOCORNO
via P.Sottocorno 18 - 20099 - Sesto San Giovanni (Milano)

martedì 5 maggio 2015

CAPONAGO: ASSEMBLEA PUBBLICA SU AMBIENTE E SALUTE

Venerdì 8 maggio 2015 alle ore 21,
l’Associazione Lorenzo Perrone onlus , in collaborazione con : 

  • La Lampada di Aladino onlus di Brugherio 
  • Associazione Sottocorno di Sesto San Giovanni
  • Associazione Italiana Elettrosensibili

darà vita ad un evento pubblico presso l'Oratorio di Caponago - Via Don Panigada proprio su questo argomento, e i temi trattati potrebbero essere di grande interesse anche per la zona in cui vivete.

Il relatore parlerà dei legami esistenti tra territorio, informazione e salute.

Seguirà un dibattito aperto


domenica 3 maggio 2015

RISULTATO PETIZIONE PER LA DIFESA DELLA SALUTE DALLE RADIAZIONI

La Dott.ssa Francesca Romana Orlando Vice Presidente di A.M.I.C.A. ci comunica che in data 30 aprile è stata spedita la petizione che ha ottenuto 12.794 adesioni raccolte su tutto il territorio nazionale .

Le firme raccolte dal 21 febbraio al 10 aprile , sono state consegnate in originale al primo destinatario, il Presidente della Repubblica.
Ne diamo notizia pubblicando qui sotto il ringraziamento di Francesca e il comunicato stampa ufficiale.
"E’ stato davvero commovente essere testimone di tanta buona volontà e di tanto impegno e desidero ringraziare a nome della Task Force dell’Elettrosmog tutti coloro che si sono attivati.Speriamo di avere presto dalle istituzioni un riscontro.A presto,Francesca"
 


lunedì 27 aprile 2015

COORDINAMENTO NAZIONALE NO ELETTRODOTTI

E' nato da poco, il suo intento è ammirevole , diamo il benvenuto al coordinamento nazionale NO Elettrodotti , e a tutti i comitati e le associazioni che come noi ne fanno parte.



Il coordinamento ha una pagina Facebook raggiungibile al link : https://www.facebook.com/noelettrodotti?fref=nf