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Carissimisono Aldevis Tibaldi presidente del Comitato per la Vita del Friuli Rurale che da 8 anni lotta contro la realizzazione di imponenti elettrodotti aerei attraverso la nostra Regione, come tale voglio esprimere la nostra più sentita solidarietà alla vostra lotta.
Con i migliori saluti invio uno degli ultimi comunicati del Comitato. Aldevis Tibaldi
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COMUNICATO
STAMPA 475, 27/4/2015
LA MANDRAKATA
Se da una parte, la Regione ha fatto poco o niente per
esibire le sue eccellenze all'EXPO, dall'altra si sta dando un gran da fare per
addobbare il nostro territorio con i mostruosi elettrodotti. Cosa non farebbe
per renderci felici e attirare i turisti di qualità!
Vedere
come l'assessore Sara Vito ci tenga alla realizzazione degli elettrodotti
regionali prende il cuore. Per l'elettrodotto Wurmlach-Sompago non sono bastate
tre legislature regionali, né ogni sorta di trucchi e trucchetti, né il gran da
farsi di generazioni di politici effevuggini, di elettrizzati giornalisti, di
servili burocrati. L'Austria si è rivelata insensibile al grido di dolore di
una Regione che aveva gettato il cuore oltre l'ostacolo al punto di aver
spacciato il socio di Pittini per l'autorità nazionale austriaca e avergli
chiesto il da farsi sul territorio italiano. Una mandrakata bella e buona,
colta a piene mani dai media locali per affermare la necessità di avallare un
elettrodotto aereo a scapito di ogni ragionevole tutela ambientale. Tutto è
stato vano. E' stato vano il patrocinio di Illy, inutile la dichiarazione di
pubblica utilità di una linea privata, vana la furbata di Tondo che per
imbrogliare le carte ha promosso un elettrodotto mezzo interrato e mezzo aereo,
vana la solerzia della Debora nazionale.
Insensibile
ai trucchi dei ministeri italiani che hanno istruito quel progetto
transfrontaliero fingendo di non accorgersi che era incompleto e si
interrompeva su di un crinale di confine: proprio in corrispondenza di una
trincea del primo conflitto mondiale. E' stato come comprare un cavallo con tre zampe o fare il
collaudo di un automobile priva dell'avantreno... Insomma, ciò che sanno fare i
nostri tengo famiglia ministeriali per favorire il progresso ha un che di
eroico: nemmeno i lavavetri agli incroci stradali sono tanto disponibili ed
efficaci.
Si
erano illusi che gli Austriaci fossero come noi, che si lasciassero
abbindolare; invece il magistrato d'oltralpe non ha sentito ragioni, pur di far
prevalere l'interesse generale su quello particolare.
Sara
Vito, non abituata a simili comportamenti, l'ha presa male e, mai doma, oggi si
appresta a dimostrare il suo attaccamento ai promotori dell'elettrodotto,
riconvocando i sindaci della zona: potrebbe essere il momento del pianto, o di
una novena, o per converso il momento di digrignare i denti e di approfittare
del centenario del primo conflitto mondiale per dichiarare guerra all'Austria.
Non
c'è da escludere che una volta infiammati dal patrio furore e dalla abusata
minaccia del ricatto occupazionale, i sindaci della Carnia si convincano di
sorteggiare uno di loro vicino al PD per immolarlo in un atto di forte presa
simbolica. Per non rendere vani anni di traffici, fiumi di inchiostro amico,
complicità inenarrabili, ci vorrebbe un novello Enrico Toti che, carico di
patriottico odio e satollo di un buon distillato, raggiunga l'impervio confine
del Pramosio per scagliare una stampella a mo' di elettrodottino contro il
nemico Stato di diritto.
La
governante effevuggì vigila senza posa sui nostri destini, ma impegnata com'è
nelle vicende renziane non ce la fa a seguire tutte le modeste quisquiglie di
casa nostra. Tuttavia, per non classificarla fra quelli che lanciano il sasso e
poi nascondono la mano, avremmo pensato di incontrarla a Roma, dove il 21 di
aprile al Consiglio di Stato si è celebrato l'atto finale del ricorso contro la
realizzazione dell'elettrodotto aereo Redipuglia-Udine ovest. Inutilmente. Ci
saremmo aspettati di vedere anche l'arrivo dei tanti complici che in tutti
questi lunghi anni hanno sacrificato il nostro territorio e la nostra dignità
per favorire la TERNA: un Tondo, un Riccardi, un Ciriani per citarne qualcuno.
Cosa sarebbe costato alla Savino fare una capatina, almeno durante l'orario di
chiusura dei negozi! Il disoccupato Asquini che tanto si è prodigato in
servizievoli favori, perché non è venuto? Non gli hanno forse pagato il
biglietto? Inutilmente il presidente del collegio giudicante ha cercato fra gli
astanti Lodovico Sonego, l'indimenticato Colautti, la querula Sara Vito. Non si
è fatto vivo nemmeno uno dei fraccabottoni che sbarcano il lunario nella
Capitale e la sera si aggirano per le trattorie di Trastevere, del tutto
incapaci di competere persino con i venditori di rose e con i posteggiatori
romeni. Insomma, a tifare per la TERNA e a cogliere il frutto di tanti anni di
sputtananti complicità, nemmeno un cane! Visto che l'elettrodotto doveva
servire al Friuli e al suo progresso, dove sono finiti i tanti tengo famiglia
delle testate giornalistiche regionali? I sindacalisti della CGIL? Gli
industriali del ricatto occupazionale?
Certo
è che l'avvocato della TERNA c'è rimasto alquanto male, al punto di dover
ricorrere ad una nuova mandrakata. Con la stessa abilità del prestigiatore di
paese quando tira fuori il coniglio dal cilindro, o la malizia della
spogliarellista che nel finale travolgente si tira giù le mutande, quel
furbacchione ha estratto un fatidico documento, ancor fresco di stampa!
Nemmeno
il celebre avvocato Perry Mason sarebbe giunto a tanto, ma lui, consapevole
della fatica che serve per guidare il destino degli umani, non ha badato al
voltastomaco che ne sarebbe derivato! Ebbene, il fatidico documento altro non
era che un decreto emesso per la circostanza con una puntualità cronometrica
nientemeno che dal direttore generale del Ministero per le attività culturali.
Un documento con il quale il Ministero si è rimangiato le precedenti
prescrizioni assunte per tutelare le qualità ambientali dell'alveo del Torre.
Un modo come un altro per tenere tutto in sospeso: un fumogeno lanciato a bella
posta per fuorviare il collegio giudicante. Roba da ladri di galline!
A
Roma succede questo ed altro. A Roma capita persino di incontrare nei pressi
del Panteon il presidente della Regione Piemonte e di chiedergli come abbia
fatto a convincere la TERNA ad interrare i 190 chilometri della linea ad alta
tensione in costruzione fra la Savoia e Torino. Capita anche di sentirsi dire
che gli è bastato chiederlo... che non ha fatto come la Serracchiani!
In
attesa della sentenza del Consiglio di Stato, di tutto ciò evitiamo di farne
parola con gli Austriaci: incivili come siamo, potrebbero prenderci a
cannonate!