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sabato 8 novembre 2014

LACEDONIA, ( AVELLINO ) IL COMITATO "NO ALTA TENSIONE" PROSEGUE L’IMPEGNO A DIFESA DEL TERRITORIO

La tenacia che ha sempre dipinto con colori vivaci l’animo della nostra gente, oggi trova, ove ce ne fosse necessità di conferma, un suo ulteriore motivo di evidenza. Il Dipartimento della Salute e delle Risorse Naturali, settore UOD Foreste della Regione Campania con nota del 03.11.2014 protocollo 731325 ha comunicato all’Avv. Vito Nicola Cichetti e all’Ing. Valeriano Monaco (legale e tecnico incaricati dal comitato “No Alta Tensione”) e al Signor Sindaco del Comune di Lacedonia che le osservazioni e le ragioni dei cittadini espresse prima sul campo, in sede di presa di possesso dei terreni, e poi nel convegno “La Svendita del Territorio in favore di parchi eolici ed elettrodotti, tra i beni demaniali espropriati e i silenzi della Pubblica Amministrazione” tenutosi in Lacedonia trovano un primo puntuale riscontro negli atti demaniali in possesso del medesimo settore regionale.
Nella citata nota il Dirigente scrive: “….il mero sorvolo aereo dell’elettrodotto Lacedonia e Bisaccia (opera connessa al parco eolico “Macchialupo” proposto da Alisea S.r.l. n.d.r.), interessa, diversamente da quanto affermato dal delegato dell’ex Settore Bilancio e Credito Agrario, in sede di Conferenza dei Servizi del 1° giugno 2011, seppure per porzioni estremamente esigue e senza installazione di alcun traliccio ed altre opere infisse al suolo, anche il Foglio 53, particelle 7 e 19, tuttora gravate dal vincolo di Uso Civico…”
Il risultato ottenuto dal Comitato “No Alta Tensione” e dai Tecnici e Legali da esso incaricati, seppur parziale e ancora non definitivo, rappresenta una sconcertante e lapalissiana conferma delle ragioni di coloro che hanno sempre sostenuto, al contrario di chi è chiamato a farlo per il ruolo istituzionale ricoperto e quale rappresentante dell’Ente Esponenziale della Collettività Lacedoniese, la legittimità di tutti quegli atti e comportamenti volti della tutela di diritti collettivi millenari che ancor oggi trovano la loro ragione di esistere. Il Comitato ha affrontato la questione a viso aperto con certezza e convinzione delle proprie ragioni supportate dalla competenza dei tecnici e legali incaricati, non adducendo quale paravento e/o infantile scusa la sussistenza di convenzioni che solo qualcuno ritiene cogenti anche se in contrasto con precise e specifiche disposizioni normative.
La difesa del territorio, la tutela della salute, il dovere di consegnare ai nostri figli un Paese vivibile impongono un rinnovato forte e condiviso impegno anche in considerazione della “latitanza” delle istituzioni a ciò preposte. Su richiesta del comitato il Comune aveva incaricato lo stesso legale poi incaricato dal Comitato per risolvere le “Problematiche relative all’eolico” (delibera G.C. 29/2014). Dopo aver sollevato la questione “usi civici” in alcuni pareri formulati in Conferenze di Servizi il legale in parola è stato “licenziato” dal Sindaco: perché? Ad oggi alle nostre domande formulate pubblicamente, ancora una volta alla luce del sole, il Sindaco non ha mai dato risposta. E’ lecito quindi chiedere: il Sindaco voleva davvero affrontare le “Problematiche relative all’eolico o semplicemente “accontentare” il comitato e preparare il terreno a future molli candidature? Forse a parlare di usi civici si correva il rischio di disturbare i “manocratori” che ben hanno il controllo degli Uffici?

Di tutto questo parleremo nell'imminente prossimo incontro pubblico e, speriamo, che il Sindaco intervenga per dare risposte ai cittadini.




venerdì 7 novembre 2014

STUDIO CHE LEGA LA QUALITÀ DEL SONNO IN SOGGETTI ESPOSTI ALLE BASSE FREQUENZE

OCCUPATIONAL ELECTROMAGNETIC FIELD EXPOSURES ASSOCIATED WITH SLEEP QUALITY: A CROSS-SECTIONAL STUDY.


Liu H1, Chen G2, Pan Y1, Chen Z1, Jin W1, Sun C2, Chen C2, Dong X3, Chen K4, Xu Z2, Zhang S1, Yu Y1.


Abstract

BACKGROUND:

Exposure to electromagnetic field (EMF) emitted by mobile phone and other machineries concerns half the world's population and raises the problem of their impact on human health. The present study aims to explore the effects of electromagnetic field exposures on sleep quality and sleep duration among workers from electric power plant.

METHODS:

A cross-sectional study was conducted in an electric power plant of Zhejiang Province, China. A total of 854 participants were included in the final analysis. The detailed information of participants was obtained by trained investigators using a structured questionnaire, which including socio-demographic characteristics, lifestyle variables, sleep variables and electromagnetic exposures. Physical examination and venous blood collection were also carried out for every study subject.

RESULTS:

After grouping daily occupational electromagnetic exposure into three categories, subjects with long daily exposure time had a significantly higher risk of poor sleep quality in comparison to those with short daily exposure time. The adjusted odds ratios were 1.68 (95%CI: 1.18, 2.39) and 1.57 (95%CI: 1.10, 2.24) across tertiles. Additionally, among the subjects with long-term occupational exposure, the longer daily occupational exposure time apparently increased the risk of poor sleep quality (OR (95%CI): 2.12 (1.233.66) in the second tertile; 1.83 (1.073.15) in the third tertile). There was no significant association of long-term occupational exposure duration, monthly electric fee or years of mobile-phone use with sleep quality or sleep duration.

CONCLUSIONS:

The findings showed that daily occupational EMF exposure was positively associated with poor sleep quality. It implies EMF exposure may damage human sleep quality rather than sleep duration.


giovedì 6 novembre 2014

IMPORTANTE CONFERENZA SULL’ELETTROSMOG A VELLETRI SABATO 8 NOVEMBRE

VELLETRI - Appuntamento l'8 novembre dalle ore 10 presso la sala "Il Pigneto" di Velletri. L'evento ha ottenuto il riconoscimento del Ministero dell'Ambiente.

Si terrà  sabato l'8 novembre dalle ore 10 a Velletri presso la sala “il Pigneto” in via di Cori n°18 il convegno "Elettrosmog: il pericolo invisibile che ci circonda" organizzato dal Comitato StopAntenna.

L'evento, che ha ottenuto il riconoscimento costituito dal patrocinio del Ministero dell'Ambiente, tratterà tematiche relative all'impatto sull'ambiente e sulla salute delle nuove fonti di inquinamento costituite, in particolare, dalle cosiddette antenne per la telefonia mobile.



Il convegno vedrà la partecipazione di relatori di indiscussa fama nazionale, provenienti dai più importanti istituti di ricerca nazionali e dipartimenti universitari, che illustreranno le tematiche di competenza. Alla manifestazione, infatti, oltre agli interventi della professoressa Gaudenzi, del dott. Greci, dell'arch. Limardo, della dott.ssa Orlando, dell'avv. Roscioni, interverrà anche la prof. Brandimarte, docente di Biofisica applicata all'università di Tor Vergata di Roma, che illustrerà l'impatto biologico prodotto dalle antenne; il prof. Genovesi, docente di Medicina sperimentale dell'università Sapienza di Roma, che chiarirà gli effetti patologici delle onde elettromagnetica e il dott. Marinelli, ricercatore del CNR di Bologna, che presenterà i suoi studi in materia di inquinamento elettromagnetico.
Gli interventi si concluderanno con un ampio dibattito prima delle considerazioni finali dell'arch. Pezzotti, coordinatrice del Comitato StopAntenna.



( leggi QUI anche l'interessante articolo su Roma Today su come è nato il comitato StopAntenne )

mercoledì 5 novembre 2014

INCONTRO A BRUXELLES SULL'ELETTROSENSIBILITA'

Ieri 4 novembre  si è tenuto a Bruxelles un’udienza sull’elettrosensibilità voluta dalla European Economical and Social Committee, ente consultivo della Commissione Europea.
Erano presenti diversi rappresentanti di associazioni italiane tra cui il Dott. Ivano Lonigro in rappresentanza dell'associazione A.M.I.C.A. e personalità del calibro di Olle Johansson, massimo esperto internazionale sulla patologia .

Per info visita la paginaEESC EHS web-page
 
 



venerdì 31 ottobre 2014

NISCEMI, ALLARME DA UNO STUDIO: IL MUOS ALTERA LE CELLULE UMANE

Destano allarme i risultati preliminari di una ricerca condotta da due scienziati sulla emissione delle onde elettromagnetiche



NISCEMI. Allarmanti i risultati preliminari di uno studio condotto da due scienziati sugli effetti tumorali che possono causare le emissioni elettromagnetiche presenti nella zona adiacente al sistema di trasmissione Nrtf 46 della base militare della Marina statunitense di contrada Ulmo. In questo sito, dove recentemente è stato realizzato il contestatissimo Muos, sono funzionanti dal 1991 una quarantina di antenne tradizionali.
Sono proprio le onde elettromagnetiche di questi trasmettitori a essere state oggetto dello studio, commissionato da un gruppo di cittadini, al dottor Fiorenzo Marinelli, ricercatore presso l’Istituto di Genetica Molecolare del Cnr di Bologna, e al professor Massimo Caraddu del Politecnico di Torino. «Le conclusioni dello studio – fanno sapere i consiglieri Giuseppe Rizzo e Sandro Tizza, del gruppo consiliare Idv - confermano i gravissimi rischi per la salute umana determinati dal sistema di trasmissione Nrtf 46 KHz di Ulmo». Nel documento dei due ricercatori si legge: «I risultati mostrano una tendenza all’alterazione della regolazione genica delle cellule esposte al campo elettromagnetico di 46 KHz sia in laboratorio sia in campo.


mercoledì 29 ottobre 2014

COORDINAMENTO ROMA NORD: PROPOSTA N. 114/2014 NON MINIMIZZA ESPOSIZIONE DA ELETTROSMOG

Il Coordinamento dei comitati di Roma Nord contro l'elettrosmog critica la proposta di deliberazione del Consiglio di Roma Capitale n. 114/2014 poiché "non dimostra di poter raggiungere il più importante degli obiettivi dichiarati nella premessa, cioè la minimizzazione dell'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici (cem) emessi dalle antenne delle stazioni radio base dei gestori telefonici e neanche di poterla contenere". Il coordinamento dei comitati di Roma Nord ne elenca quindi i motivi:
1. La proposizione di localizzazioni per sistemi di microcelle che determineranno una sensibile minor distanza delle sorgenti dalla popolazione, seppur con una minore potenza di trasmissione, e un loro maggior numero in quanto l’area di copertura della microcella è assolutamente contenuta. E ciò invece di verificare a priori quale potrebbe essere, in questo processo di completa proliferazione delle antenne, la migliore combinazione di tipologie di celle al fine di ridurre l’esposizione della popolazione ai cem.
2. Il divieto all'installazione soltanto sopra i luoghi sensibili (asili nido, scuole, ospedali, case di cura e di riposo, oratori, orfanotrofi, parchi gioco), invece che anche intorno ad essi. Quest’ultimo divieto è già presente nel protocollo d’intesa fra il comune di Roma e i gestori telefonici e, in un mondo normale, dovrebbe essere sancito in un valido regolamento.
3. La deroga al suddetto divieto se quei siti, per le attività in essi svolta, richiedono una puntuale copertura radioelettrica. Quindi il diritto costituzionale alla salute viene subordinato alla necessità del servizio.
4. La possibilità di installare impianti provvisori, anche fino ad un anno, in attesa del compimento delle procedure di pianificazione dei siti programmati, stabilendo così una norma senza precedenti e in assoluto favore dei gestori telefonici.
5. Nessun obbligo per il gestore di giustificare tecnicamente il piano di sviluppo annuale della propria rete.
6. La disposizione di mascherare e mimetizzare le sorgenti per motivi paesaggistici, estetici e di decoro urbano, sottoponendo la popolazione ad un’esposizione inconsapevole.

( Leggi QUI l’interessante articolo che evidenzia altre criticità )


FONTE : MAINFATTI.it

martedì 28 ottobre 2014

L’ELETTROSMOG FA DAVVERO MALE?

Qui sotto pubblichiamo un articolo apparso sul sito di OGGI che riepiloga sinteticamente molti aspetti legati al fenomeno elettrosmog , e anche se non condividiamo la sicurezza espressa sui campi generati in alta frequenza ( wi-fi e cellulari compresi ) giunge a delle conclusioni importanti sull’esposizione ai campi in bassa frequenza ( elettrodotti ).

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Il fenomeno definito “inquinamento elettromagnetico” è legato alla generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali.
Per spiegare meglio questa punto tocca ritornare un attimo sul banco di scuola per una rapida lezione di fisica. I campi elettromagnetici si propagano sotto forma di onde elettromagnetiche, per le quali viene definito un parametro, detto frequenza, che indica il numero di oscillazioni che l’onda elettromagnetica compie in un secondo.
L’unità di misura della frequenza è l’Hertz (1 Hz equivale a una oscillazione al secondo). Sulla base della frequenza viene effettuata una distinzione tra: inquinamento elettromagnetico generato da campi a bassa frequenza (0 Hz – 10 kHz), quello ad esempio dai tralicci dell’alta tensione; inquinamento elettromagnetico generato da campi ad alta frequenza (10 kHz – 300 GHz) nel quale rientrano i campi creati dagli impianti radio-TV e di telefonia mobile.
È ormai scientificamente assodato che i campi elettromagnetici interagiscono con i tessuti biologici. L’interazione è tanto più potente quanto più ci si trova vicini alla sorgente e varia in base alla frequenza.
Il principale effetto dei campi elettromagnetici (soprattutto quelli a radiofrequenza) sul corpo umano è il riscaldamento: lo stesso principio sfruttato nei forni a microonde per riscaldare i cibi. Tuttavia, i livelli ai quali siamo normalmente esposti, per esempio mentre guardiamo la televisione o utilizziamo il computer, sono molto inferiori ai valori richiesti per produrre un riscaldamento significativo. La legge italiana, inoltre, prevede limiti di esposizione che sono molto al di sotto di questi valori (detti valori soglia); se tali limiti sono rispettati, non vi sono prove scientifiche di rischi per la salute. Almeno per ora.
«Il problema dell’elettrosmog rispetto a tante altre fonti di inquinamento è la mancanza di dati epidemiologici: non esistono ancora studi che inequivocabilmente accertino danni alla salute causati dall’esposizione a onde elettromagnetiche di tutte le frequenze. Infatti mentre per le basse frequenze diversi studi hanno portato a risultati certi, come dimostra l’aumento dell’incidenza delle leucemie infantili e di quelle linfatiche croniche, la stessa cosa non si può dire per le altre frequenze», sostiene dice la professoressa Maria Rosaria Boni della Facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza di Roma.

Quindi se ci limitassimo alle evidenze attuali, è possibile affermare che vivere vicino a un traliccio dell’alta tensione fa sicuramente male, mentre parlare al cellulare non è detto. Un punto certo quindi lo possiamo smarcare visto che già nel 2001 lo IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha inserito i campi elettromagnetici nella classe 2B dei “possibili cancerogeni”, affermando che sussiste una “consistente associazione statistica” tra l’esposizione a campi elettromagnetici al di sopra di 0,4 microtesla.


FONTE : OGGI.it

lunedì 27 ottobre 2014

BENVENUTO AL NUOVO COMITATO "NO ECOMOSTRO" A SETTIMO MILANESE

Diamo il benvenuto al comitato cittadino di Settimo Milanese, nato da poco per opporsi al Progetto INTERCONNECTOR Svizzera - Italia (All'acqua - Pallanzeno - Baggio) di Terna spa.



Per altre informazioni sul comitato, potete visitare:
La pagina facebook:  facebook.com/noecomostrosettimo

sabato 25 ottobre 2014

CELLULARI E RISCHIO TUMORI, I MEDICI DELL’ISDE AL FIANCO DEL PROFESSOR LEVIS

L’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia (affiliata all’International Society of Doctors for the Environment – ISDE) esprime ancora una volta grande apprezzamento e convinto sostegno all’azione e al lavoro di studio e ricerca del Prof. Angelo Gino Levis, uno tra i più illustri scienziati e studiosi internazionali in tema di interazioni tra campi elettromagnetici e sistemi viventi.
Il Prof. Angelo Gino Levis, già Ordinario di Mutagenesi ambientale all’Università di Padova e vicepresidente dell’Associazione APPLE (Associazione Per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog) è anche tra i protagonisti che, sulla scorta di studi, perizie e di una comprovata e rigorosa documentazione scientifica, hanno chiesto al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio di ordinare al Ministero della Salute e al Governo di effettuare immediatamente una campagna di informazione pubblica su scala nazionale per rendere noto il rischio di tumori determinato dall’utilizzo dei telefoni cellulari, e sulle modalità per annullare o ridurre l’esposizione delle persone e in particolare dei bambini a questi dispositivi tecnologici che emettono onde elettromagnetiche ad altissima frequenza e che ogni giorno vengono utilizzati da oltre 40 milioni di italiani.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro il 31 Maggio 2011 ha classificato le radiazioni a radiofrequenza emesse dai telefoni mobili come “agente possibile cancerogeno” per l’uomo, sulla base dell’aumento del rischio di tumori cerebrali – fino al raddoppio, dimostrato in studi epidemiologici effettuati su larga scala.
Il rischio di incidenza di neurinomi acustici nel lato della testa ove si è utilizzato il telefono cellulare è più che raddoppiato nelle persone che utilizzano telefoni cellulari da circa 10 anni e che abbiano un tempo di esposizione giornaliero compreso tra 6 e 32 minuti per un totale di 1000/2000 ore complessive.
Con questa azione legale, che non ha precedenti in Italia, è stato chiesto al TAR del Lazio di applicare il Principio di precauzione (art. 191 Trattato dell’Unione europea) ovvero che anche in assenza di certezze definitive sul legame causale tra esposizione a campi elettromagnetici e tumori, si ordini in via di urgenza al Governo una azione di informazione diffusa e corretta al fine di una concreta prevenzione nell’interesse della collettività nazionale.


Roberto Romizi, presidente dell’Isde Italia

venerdì 24 ottobre 2014

A.P.P.L.E. RICORRE CONTRO IL MINISTERO DELLA SALUTE

Lo scorso mese di marzo l’Associazione A.P.P.L.E. ed il Sig. Marcolini (sentenza di Brescia) hanno lanciato una causa, senza precedenti per il nostro paese: chiedono al TAR Lazio di ordinare al Ministero della Salute e al Governo l’effettuazione immediata di una campagna di informazione pubblica su scala nazionale sui rischi di insorgenza di tumori per l’utilizzo dei telefoni cellulari, e sulle modalità da attuare per annullare o ridurre l’esposizione. Nel corso della prima udienza sono intervenuti “ad adiuvandum” il CODACONS e MEDICINA DEMOCRATICA. Contro di noi è intervenuta l’ASSOTELECOMUNICAZIONI che riunisce gestori delle reti e produttori (http://www.asstel.it/gli-associati/). 
La successiva udienza avrà luogo nei prossimi mesi.




CLICCA QUI PER IL COMUNICATO STAMPA DEL 20-03-2014