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giovedì 18 settembre 2014

ERCOLANO, ELETTROSMOG E CASI DI TUMORI RARI TRA I BAMBINI. L'ESPERTO: «QUELLA SCUOLA VA CHIUSA»

Ercolano. «Da scienziato, mi sento di affermare che quella scuola dovrebbe essere chiusa. Almeno fino a quando non saranno portati a termine
tutti i rilievi e monitoraggi sulla qualità dell’aria e sull’emissione di onde elettromagnetiche». La scuola in questione è la media «Ungaretti» di via Case Vecchie a Ercolano, e a parlare è il professor Gerardo Ciannella, direttore dell’Unità di Medicina Preventiva dell’ospedale Monaldi di Napoli e docente di Tisiologia e Medicina del Lavoro.

Da tre anni, il medico è impegnato con il Gruppo Salute Ambiente Vesuvio nello studio sull’incidenza di patologie polmonari, leucemie ed altri tumori nella popolazione che vive in contrada San Vito, nella parte alta di Ercolano: una zona ribattezzata la «Terra dei Fuochi» vesuviana per la ultradecennale attività di discariche abusive e roghi tossici.

Ma l’immondizia non è l’unico pericolo. Nel corso delle sue ricerche, infatti, Ciannella ha scoperto che in quella zona diversi bambini si sono ammalati di rare neoplasie cerebrali e li ha collegati alla presenza dell’elettrodotto che attraversa quell’area con cavi e tralicci a pochi metri dalle abitazioni.

«Nell’ambito della ricerca effettuata a San Vito, è emersa un’incidenza anomala relativa a tumori al cervello e leucemie – dice il professor Ciannella – In particolare, sono stati riscontrati casi di neuroglioblastoma, un tumore rarissimo tra i ragazzi minori di 14 anni. Si tratta di una patologia che, secondo i più recenti studi internazionali, può essere correlata alle radiazioni elettromagnetiche dei cavi dell’alta tensione. Il nesso tra malattia e l’elettromagnetismo ha una causalità scientificamente accertata: in casi del genere, i bambini sono maggiormente a rischio perché la loro teca cranica non è ancora completamente sviluppata e quindi, essendo più sottile, protegge meno la massa cerebrale al suo interno».

Già qualche mese fa, il medico del Monaldi aveva parlato di questo rischio al sindaco di Ercolano e a un ispettore scolastico, invitandoli a chiudere l’istituto e ad avviare una campagna di monitoraggio delle radiazioni nella zona. La scuola Ungaretti, invece, ha regolarmente riaperto i battenti per l’inizio dell’anno scolastico: «In assenza di risposte dal Comune – commenta Ciannella – ho inoltrato la mia richiesta all’Arpac. I cavi dell’elettrodotto passano a meno di cinquanta metri dal tetto della scuola e non si conoscono i reali valori della potenza emessa dall’impianto: anche solo in via precauzionale, quell’istituto va chiuso. Il rischio è troppo alto, i giovanissimi studenti sono esposti almeno sei ore al giorno a queste radiazioni. Stiamo parlando di inquinamento elettromagnetico: un nemico invisibile che non puzza, ma che colpisce lo stesso. In casi del genere, l’unica soluzione definitiva per eliminare i rischi sarebbe interrare i cavi dell’alta tensione. Non chiedo di arrivare a questo, ma che almeno si faccia un serio monitoraggio della qualità dell’aria intorno all’elettrodotto e delle onde emesse dall’impianto».

A dare triste conferma dell’aumento di mortalità infantile è l’ex parroco della zona: «Non ho mai celebrato tanti funerali come nel periodo in cui sono stato a San Vito – conferma don Marco Ricci – Per questo decidemmo di rivolgerci al primario del Monaldi per chiedere un supporto scientifico».

A seguito di questa collaborazione, a inizio estate, il Gruppo Salute Ambiente Vesuvio presentò gli sconcertanti dati di una ricerca coordinata dal professor Ciannella a San Vito: su un campione di 314 famiglie, 203 avevano avuto casi di leucemia e tumori, per lo più polmonari, probabilmente causati dall’amianto bruciato nei roghi di immondizia.


FONTE : ILMATTINO.it

lunedì 15 settembre 2014

COULD MYELIN DAMAGE FROM RADIOFREQUENCY ELECTROMAGNETIC FIELD EXPOSURE HELP EXPLAIN THE FUNCTIONAL IMPAIRMENT ELECTROHYPERSENSITIVITY? A REVIEW OF THE EVIDENCE.

 Ecco una nuova ricerca del prof- Olle Johannson sull'elettrosensibilità.

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Redmayne M1, Johansson O.
Author information
1a Centre for Research Excellence on Health Effects of Electromagnetic Energy, Department of Epidemiology and Preventive Medicine , Monash University , Melbourne , Australia.
Abstract
Myelin provides the electrical insulation for the central and peripheral nervous system and develops rapidly in the first years of life, but continues into mid-life or later. Myelin integrity is vital to healthy nervous system development and functioning. This review outlines the development of myelin through life, and then considers the evidence for an association between myelin integrity and exposure to low-intensity radiofrequency electromagnetic fields (RF-EMFs) typical in the modern world. In RF-EMF peer-reviewed literature examining relevant impacts such as myelin sheath, multiple sclerosis, and other myelin-related diseases, cellular examination was included. There are surprisingly little data available in each area, but considered together a picture begins to emerge in RF-EMF-exposed cases: (1) significant morphological lesions in the myelin sheath of rats; (2) a greater risk of multiple sclerosis in a study subgroup; (3) effects in proteins related to myelin production; and (4) physical symptoms in individuals with functional impairment electrohypersensitivity, many of which are the same as if myelin were affected by RF-EMF exposure, giving rise to symptoms of demyelination. In the latter, there are exceptions; headache is common only in electrohypersensitivity, while ataxia is typical of demyelination but infrequently found in the former group. Overall, evidence from in vivo and in vitro and epidemiological studies suggests an association between RF-EMF exposure and either myelin deterioration or a direct impact on neuronal conduction, which may account for many electrohypersensitivity symptoms. The most vulnerable are likely to be those in utero through to at least mid-teen years, as well as ill and elderly individuals.



mercoledì 3 settembre 2014

IL WI-FI POTREBBE DANNEGGIARE LA SALUTE SPECIALMENTE QUELLA DEI BAMBINI

L’esposizione  alle onde elettromagnetiche del wi-fi potrebbe danneggiare la salute, specialmente dei bambini. L’ Organizzazione per la Difesa della Salute, la Vita Sana Foundation e la Fondazione per la salute geo-ambientale in Spagna hanno lanciato una campagna per rimuovere il wi-fi nelle scuole e nei luoghi pubblici, in quanto garantiscono che porta enormi rischi per la salute, soprattutto per i bambini.
Agustín Bocos, avvocato ambientalista, durante un’intervista pubblicata sul giornale iberico La Vanguardia avverte: “Il wi-fi emette una radiazione elettromagnetica di potenza molto elevata.
Le conseguenze sono dannose per tutti, ma soprattutto per i bambini, più vulnerabili perché sono in pieno sviluppo”.
In paesi come Inghilterra, Francia e Svezia alcuni comuni hanno “spento” il wi-fi gratuito nelle scuole, musei, biblioteche e luoghi pubblici. La tecnologia wireless non è stata ancora controllata da alcun organismo che potrebbe dirci quale potenza debba essere emessa e come tale emissione è controllata”. Per non correre rischi, lo specialista ha consigliato il classico “cavo” perché assicura che non ci sono studi che “iperattività, mal di testa e problemi del sonno del bambino per chi utilizza la connessione con queste onde”. Almeno, bisognerebbe disattivare il servizio in casa, quando la famiglia va a dormire.( leggi QUI l'articolo completo )

FONTE : IMPRONTAUNIKA.IT

martedì 2 settembre 2014

AQUILA ELETTRODOTTO TERNA: NESSUN INCONTRO; ''CASO IRRISOLTO''

L'AQUILA  -  "L’elettrodotto Terna? Ancora tutto fermo, del resto ad agosto solo qui all’Aquila c’è vita con la Perdonanza...” .
Risponde così il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, alla richiesta di lumi sullo spostamento dell’elettrodotto che taglia in due metà la città capoluogo, come più volte raccontato da questo giornale.
Il primo cittadino conferma che, nonostante le ripetute richieste, non ha ancora avuto luogo, né è stata fissata una data per l’incontro con Terna, la società che in Italia gestisce la rete elettrica.
Sul tavolo la delocalizzazione, lontano dai centri abitati, dell’elettrodotto a doppia linea ad alta tensione da 150 e 220 chilovolt che attraversa i quartieri di Pettino, San Francesco e Torrione.
Cialente garantisce comunque che “terminata la pausa estiva, rinnoverò l’invito ai vertici di Terna, per affrontare una volte per tutte la questione".
Quella dello spostamento del’elettrodotto è una vicenda che si trascina in modo inconcludente da almeno due decenni.
Lo conferma ad AbruzzoWeb Franco Mucciante, ex assessore comunale di centrodestra dal 1985 al 1988, e poi dal 1990 al 1995.
"Già agli inizi degli anni 90 ci incontrammo con i vertici dell’Enel che, ai tempi, come azienda pubblica gestiva anche le reti, servizio poi passato a Terna - ricorda - Spiegammo che L’Aquila rappresentava in Italia un‘anomalia, un caso quasi unico di una città attraversata da cavi ad alta tensione che potrebbero comportare a causa dell’inquinamento elettromagnetico problemi ala salute".
"Per non parlare poi dell’aspetto estetico! L’Enel - prosegue  - si disse disponibile a ragionar intorno a un progetto di interramento o di delocalizzazione. La prima ipotesi, però, fu subito scartata per i costi proibitivi. La seconda ipotesi è rimasta purtroppo solo sulla carta”.
L’ex assessore, convinto tutt'ora del necessità dell'intervento ricorda infine che “come Comune abbiamo fatto regolamenti per prevenire i rischi di inquinamento elettromagnetico delle antenne di telefonia mobile, stabilendo per esempio una distanza minima dalle scuole, sopra cui invece passano i tralicci dell’elettrodotto. È un'incongruenza - conclude - come minimo sarebbe opportuno un serio monitoraggio delle emissioni dell'elettrodotto Terna e controlli epidemiologici tra popolazione che risiede nei pressi dell'elettrodotto”.

FONTE : ABRUZZOWEB.IT

lunedì 1 settembre 2014

ELETTRODOTTO, IL COMITATO DI CHIATRI SCRIVE A RENZI

Un nuovo elettrodotto che oltre a deturpare l'ambiente comporterà una produzione in eccesso di energia elettrica. E’ quanto sostiene, scrivendolo al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al commissario per la spending review Carlo Cottarelli, oltre che al ministero dell'ambiente, alla Regione Toscana e ai sindaci dei Comuni coinvolti, l'avvocato Cesare Ciacca, presidente del comitato di Chiatri sorto contro il nuovo progetto di Terna che coinvolge l'Oltreserchio. L'avvocato chiede di bloccare quello che ritiene un inutile spreco di denaro pubblico.
A quanto sembra - sottolinea -, con lo stesso criterio di aumento non necessario della produzione dell’energia elettrica la Terna progetta la variazione e il potenziamento dell’elettrodotto Acciaiolo – La Spezia – area di Lucca, con deturpazione mostruosa dell’ambiente, dei valori culturali paesaggistici ed artistici, dei reperti archeologici, che integrano un valore primario assoluto, oggi ancora più prezioso nel declino o nella delocalizzazione dell’industria, che così verrebbe violato e gravemente menomato. L’area di Lucca è particolarmente dotata dei valori e dei reperti di cui sopra. La loro distruzione o menomazione in conseguenza dell’elettrodotto Acciaiolo – La Spezia provocherebbe con certezza un danno incalcolabile ed irreversibile a quanto rimane dei valori ambientali e paesaggistici, dei beni storici di millenaria memoria. Ritorna appropriato citare il Consiglio di Stato che in una recente decisione dell’aprile - maggio 2014 ha affermato che l’ambiente (e direttamente la salute) è un valore primario e assoluto cui devono essere subordinati tutti gli altri interessi e valori. Tale spreco di pubblico denaro dovrà essere oggetto di esame da parte della Corte dei Conti, ma in primo luogo del Governo”. A questo proposito Ciacca si rivolge al premier Matteo Renzi e a Carlo Cottarelli, Commissario per la spending review, al fine di verificare “se in relazione all’inutilità degli elettrodotti sussistano sprechi di pubblico danaro con conseguenti sovraccarichi ingiustificati nelle tasche degli italiani”.


venerdì 29 agosto 2014

ELETTROSMOG: STORIE DI ELETTROSENSIBILI

Notizie in fotocopia, mimetizzate, dirottate su stampa locale e di settore (forse per non far troppo rumore …) “L’appello: elettrosensibile chiede aiuto”, “Disperata per l’antenna, ma voglio restare a casa”, “Elettrosensibile, la vita al buio di Giulia”. Tragedie individuali, invisibili, vissute nell’indifferenza generale, per un disagio invero prodotto dai consumi della collettività (e non solo!).
Mass-media (nazional-generalisti) silenti, medici impreparati nella diagnosi/gestione di un’insidiosa malattia ambientale, classe politica nicchiante (Marino, sindaco capitolino, ha recentemente presenziato un convegno sul tema: restiamo alla finestra) e, tra conflitti d’interesse dei ricercatori e vuoto normativo, gli affari dei giganti TLC gongolano a discapito della salute. Nostra.
L’elettrosensibilità ti espone ad una battaglia continua, la gente non vuol credere che esista questa malattia – lo sfogo al Messaggero Veneto del marito di Giulia, una malata friulana in fuga da lavoro e casa per vivere in una tenda schermata tra le montagne della Carnia, al riparo da onde elettromagnetiche – Accettare una situazione del genere vorrebbe dire cambiare le proprie abitudini e nessuno è disposto a farlo finché la salute glielo permette”.
Sul mensile ecologista Terra Nuova la storia di una cinquantenne di Imperia in ritiro dalla vita sociale, rifugiatasi in un agriturismo del Piemonte in cerca di un’inesistente Free Elettrosmog Zone .... ( leggi QUI l'interessante articolo di Maurizio Martinucci )


martedì 26 agosto 2014

IRPINIA - PROGETTO ELETTRODOTTO

LA REPLICA DEL COMITATO "NO ALTA TENSIONE"

Leqqi QUI l'articolo completo sulla risposta del comitato NO ALTA TENSIONE pubblicata su IRPINIA 24.IT 



lunedì 25 agosto 2014

IRPINIA : ELETTRODOTTO A LACEDONIA,

IL COMITATO NO ALTA TENSIONE ACCUSA IL SINDACO : NON AVETE AVVERTITO I CITTADINI

In un manifesto si chiede al primo cittadino di chiarire la posizione dell’amministrazione locale e si lancia un appello alle componenti più giovani in consiglio che in questa fase non del dibattito non hanno fornito nessun contributo utile “

Leggi QUI l’articolo completo si irpinia focus.it

PETIZIONE CONTRO I NUOVI ELETTRODOTTI IN VAL FORMAZZA

I comitati chiedono a Terna linee interrate


DOMODOSSOLA - «Salviamo il paesaggio Valdossola». Con questo titolo è partita la nuova raccolta firme per fermare un grande elettrodotto dalla Svizzera a Milano attraverso la val Formazza. La petizione si pone all’interno di una questione più ampia che ha già visto Comuni e associazioni schierati contro Terna e il progetto «Interconnector» che prevede una nuova linea elettrica dall’alta Ossola a Milano e la costruzione di una centrale tra Pallanzeno e Villadossola. 
Sono stati organizzati due punti di raccolta firme: da «Rossi Casa» a Villadossola e in biblioteca a Pallanzeno. «Il progetto che riguarda l’Ossola è diviso in due parti: la prima prevede la razionalizzazione della rete dell’alta tensione in val Formazza con l’interramento di alcuni cavi e della costruzione di una sezione aerea, visibile, a cui ci opponiamo - spiega Filippo Pirazzi, presidente del comitato -. Chiediamo, per il bene del paesaggio, di interrare tutti i cavi. Intendiamo predisporre altri punti per la raccolta firme in tutti i Comuni coinvolti e saremo presenti anche a Domodossola. Puntiamo a mille firme prima che vengano prese decisioni finali». Altri comitati hanno messo in luce il fatto che Terna in Val Susa ha in cantiere un analogo progetto, ma le linee sono previste completamente interrate. 
«Il 28 settembre organizzeremo un grande incontro al lago Kastel in valle Formazza - conclude Pirazzi -: in quell’occasione mostreremo dal vivo il danno ambientale e paesaggistico che arrecheranno i cavi a vista in zone di grande pregio alpino come i laghi formazzini, l’alpe Cravariola e Matogno».


FONTE : LASTAMPA.it

venerdì 22 agosto 2014

ESSERE ELETTROSENSIBILE, LA VITA AL BUIO DI GIULIA

Niente tv, cellulari, frigo, vive sotto una tenda schermata. «Non posso uscire di casa e spesso stacco anche il contatore»


UDINE. Niente cellulare. Niente televisione o radio. Niente microonde e neppure frigorifero. La lista dei “no” per un elettrosensibile è lunghissima. E si scontra con una società che non può fare a meno di tutto questo.
Ecco perché «se le onde elettromagnetiche ti fanno stare male, l’unica soluzione è isolarsi dal mondo», racconta Giulia, nome di fantasia per una donna friulana di 43 anni costretta insieme con il marito a rifugiarsi in montagna pur di trovare un po’ di respiro da quella malattia diagnosticata nel 2010.
Tutto comincia il 6 marzo di quell’anno. «Il suo corpo ha un tracollo che si manifesta con una chiara sensazione di corrente elettrica diffusa da testa a piedi, tachicardia e la sensazione di morire – racconta oggi il marito di Giulia, che chiameremo Andrea –. Intuendo che la causa del suo malessere fosse legata all’ambiente in cui vivevamo, all’alba del 7 marzo siamo scappati dalla casa che avevamo appena comprato. Soltanto con una valigia. Nei giorni seguenti le condizioni di Giulia sono leggermente migliorate, ma non riusciva a stare in piedi: aveva una fortissima emicrania e persisteva la sensazione di elettricità unita a un senso di congestione, bruciore in tutto il corpo. Il medico che avevamo non sapeva come occuparsene, ci ha solo prescritto alcuni esami».
Nel 2010 Giulia e Andrea non sanno neppure cosa siano le malattie ambientali. Giulia usa ancora il cellulare. Ma Andrea, sulla base dei sintomi, si impegna in una ricerca on line e risale alla dottoressa Anna Zucchero, medico dell’Ospedale dell’Angelo a Mestre e presidente della Associazione italiana elettrosensibili. ( Leggi QUI l’articolo completo di Michela Zanutto sul Messaggero Veneto online )