Il sinologo veneziano Scarpari guida la mobilitazione dei cittadini: «C'è pericolo per la salute dei cittadini e per l’ambiente»
MESSINA –
Non si fermano le proteste contro la realizzazione dell’elettrodotto Sorgente
Rizziconi nella zona tirrenica del messinese, dopo Pace del Mela, Serro e Rocca
Valdina anche i residenti di Venetico Superiore si sono mobilitati da diverse
settimane per dire no all’ultimazione della struttura e sono insorti contro
Terra. Il comitato di cittadini, guidato da un veneziano il professore Maurizio
Scarpari, sinologo di fama internazionale che da anni passa le sue vacanze nel
bel borgo da fiaba, sono agguerriti e nei giorni scorsi hanno messo in atto una
fiaccolata per manifestare contro l’opera. “Da anni passo diversi mesi qui –
spiega Scarpari – , questo era un posto fantastico e tranquillo. Mi sono reso
conto qualche mese quando ho visto il pilone installato da Terna del pericolo
per la salute dei cittadini e per l’ambiente. Qui i residenti non sapevano
nulla e appena si sono accorti che la struttura passava in mezzo al centro
cittadino e non dietro la collina si sono allarmati. E’ sotto gli occhi di tutti
anche l’impatto ambientale pazzesco di questa struttura, che distrugge un paese
storico. I danni si vedranno tra 10 o 20 anni quando i bambini di oggi che
hanno tra l’altro, un campetto di calcio vicino al traliccio risentiranno di
problemi di salute come è possibile vista la vicinanza di questa struttura.
Terna non ha mai risposto alle nostre richieste e ci ha ignorato rimanendo
sulle sue posizioni”.
DENUNCIA 170
PERSONE – “Noi così abbiamo presentato una esposto firmato da 170 abitanti alla
Procura della Repubblica per ‘l’invasione’ di Terna nel nostro comune senza
avvertire prima i cittadini. E’ chiaro a tutti che questo progetto non
interessa la Sicilia, ma è solo una pedana di lancio per l’Africa, un progetto
che interessa i produttori di energia europei che venderanno energia altrove.
Noi non avremo nessun beneficio, ma il prezzo lo pagherà il nostro territorio.
Stanno distruggendo un paese che ha una vocazione turistica con reperti
architettonici e artistici unici e creeranno problemi alla salute. E non è un
caso secondo me che sono tre i ministeri coinvolti nella fase autorizzativa
quello dell’Ambiente, dello Sviluppo e dei Beni culturali, ma manca quello che
dovrebbe essere il primo ad essere interessato: quello della Salute. Noi
comunque, abbiamo scritto formalmente anche al ministero dell’Ambiente
spiegando le nostre ragioni e speriamo che obbligherà Terna a fare una variante
che non costa niente e che salverebbe un paese, spostando tutto dietro la
collina. Il comitato chiede a Terna solo che sia modificato il tracciato
riprendendo quello vecchio senza creare nessun impatto ambientale. E anche
l’attuale amministrazione comunale, ha deciso nelle scorse settimane di
proporre una variante all'azienda e a tutti gli enti interessati”. ( leggi QUI l’articolo completo ).
FONTE : CORRIERE DEL MEZZOGIORNO