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martedì 2 marzo 2021

NUOVE PIANTUMAZIONI AL PARCO DELLA BERGAMELLA - MA IN REALTA' STANNO TRASFORMANDO UN PARCO IN UN GIARDINO, UN PARCO E' COSA DIVERSA

Il Parco Bergamella diventa sempre più verde con 84 nuovi alberi! Annuccio (leggi QUI) che sembra far ben sperare, soprattutto dopo la devastazione della vegetazione nei pressi della terrazza, ma se affrontiamo meglio l’argomento rimaniamo delusi.

Le essenze piantumate (con tanto di selfie con la pala e rastrello in mano!!!!!) in realtà sono piccoli alberelli che prima di vent’anni non saranno visibili all’interno del parco, le specie indicate sono quattro e le essenze dichiarate sono:

  1. Gelso bianco (Morus alba)
  2. Ibisco cinese (Hibiscus syriacus)
  3. Mirto crespo (Lagerstroemia indica)
  4. Acero riccio (Acer platanoides)

Se le analizziamo notiamo che sono tutte di origine asiatica, sono piante ornamentali e producono frutti (come le piante abbattute qualche settimana prima), di autoctono tranne l'acero riccio (forse) NON c’è nulla, nonostante, abbiamo passato anni (anche in questo caso)  a richiedere appositamente uno studio specifico che rilevasse le piante autoctone da installare, ma evidentemente abbiamo sopravvalutato gli interlocutori.

Molti chiedono il perché è vantaggioso utilizzare le piante autoctone nei giardini e soprattutto nei parchi urbani, la risposta è semplice, perché si contribuisce alla salvaguardia della biodiversità., (proprio quella che invece si è distrutta con gli ultimi abbattimenti), maggiore è la diversità di piante autoctone, maggiore è la diversità degli animali che si tutelano, infatti insetti, uccelli e mammiferi si nutrono sulle piante: alcuni si cibano di nettare e polline sui fiori, altri di frutti e semi, altri ancora di foglie e germogli.

La flora e la fauna di ogni territorio si sono evolute in milioni di anni adattandosi l’una all’altra: è per questo motivo che le specie autoctone possiedono un valore ecologico decisamente superiore a quello delle piante esotiche, che possono apparire a volte più appariscenti e decorative ma risultano prive di attrattività e utilità per la fauna autoctona, in particolare per quella impollinatrice o coinvolta nella dispersione dei semi.

A titolo di esempio, si stima che il corniolo sanguinello (Cornus sanguinea) nel Canton Ticino (CH) offra nutrimento ad almeno 8 specie di api selvatiche, 24 specie di uccelli e 8 specie di mammiferi mentre il suo corrispondente esotico - il corniolo serico (Cornus sericea) - attira solo 2 specie di uccelli. (dal sito di ARPA)

Analizziamo meglio le specie piantumate:

Il gelso bianco (Morus alba) è un albero originario dell’Asia orientale introdotto in Italia secoli fa per utilizzarne le foglie, unico nutrimento per il baco da seta, può raggiungere i 10-15 m di altezza e presenta, nelle forme selvatiche, una chioma molto ampia e ramosa

L’Hibiscus syriacus o ibisco cinese è un arbusto a foglie caduche della famiglia delle Malvacee originario dell’Asia meridionale ed è diffuso anche nelle isole del Pacifico; è il fiore nazionale della Malesia, ha fiori molto grandi; è una pianta che cresce lentamente conservando una dimensione compatta. può superare il metro e mezzo-due metri di altezza, diventando un piccolo arbusto molto decorativo.

Lagerstroemia o mirto crespo, è una pianta appartenente alla famiglia delle Lytraceae, originaria del sud-est asiatico, generalmente piantato sui marciapiedi essendo ornamentale e non raggiunge grosse dimensioni


L'Acero riccio o platanoide, appartenente alla famiglia delle Sapindaceae, è una pianta spontanea in molti boschi di latifoglie umidi e riparati, viene spesso coltivato a scopo ornamentale, tant’è vero che viene considerato l’albero ornamentale da città, resistente a smog, vento forte e salinità; ama il sole e non teme il freddo cresce rapidamente e può vivere fino a 150 anni, teme l’oidio (o mal bianco) che sì manifesta con una patina biancastra sulle foglie. Può subire l’attacco da parte dei lepidotteri, i quali si cibano delle sue foglie.

E’ l’unico albero che salviamo visto che è adatto alla forestazione urbana e per la costituzione di barriere antirumore e frangivento, adatta per il verde pubblico (parchi, aree cittadine, aree stradali, parcheggi), si adatta ad ogni temperatura, vive in terreni da asciutti a umidi, da normali a sciolti, di media profondità. Teme la compattazione del suolo.

Sull’installazione delle panchine lungo i vialetti del parco, per ora non ci pronunciamo, ma avendo richiesto da anni uno studio e una discussione con chi conosce il territorio, che consideri le posizioni di installazione rispetto all’esposizione giornaliera del sole e alle nuove piantumazioni per poter identificare almeno in una parte della giornata di una ombreggiatura che permetta a chi vuole riposarsi di non stare sotto il sole cuocente dopo una passeggiata o dopo aver fatto attività fisica, non abbiamo una grande fiducia e ci aspettiamo un piano molto superficiale.