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martedì 8 luglio 2014

ELETTRODOTTO: PONTE NELLE ALPI SI AFFIDA A UN ESPERTO

Il Comune contatta alcune università per valutare la fattibilità delle varie soluzioni in campo.
PONTE NELLE ALPI. Caso elettrodotto: il Comune valuta l'idea di appoggiarsi a un esperto per capire la fattibilità di alcune soluzioni.
«In questi ultimi tempi si sta parlando di molte cose, dalla corrente continua al passaggio della linea lungo il corridoio autostradale», spiega l'assessore Ezio Orzes.
«Sono necessari approfondimenti tecnici per capire se sono fattibili, cosa comporterebbero per Ponte nelle Alpi, se sono attuabili in tempi brevi». L'assessore si è già messo all'opera per individuare l'esperto, sta contattando alcune università e sta anche cercando di capire se il bilancio consente di impegnare una certa cifra per pagarlo.
Quella di avere accanto una figura esperta, in una partita complessa com'è quella della razionalizzazione degli elettrodotti, è una richiesta che alcuni membri del comitato Stop elettrosmog fanno da anni ad Orzes.
Che lo sa e lo riconosce.
Nel contempo, l'assessore invita il comitato a individuare un referente, perché al gruppo spetta la nomina di un componente della commissione ambiente, che va rifatta dopo le elezioni.
La commissione è composta da 12 persone: sette nominate dalla maggioranza, tre dalla minoranza (Diana Broi è stata avvertita di indicare i tre nomi, con preghiera che si tratti di tecnici – architetti, ingegneri, periti, ecc. - per mantenere lo stesso profilo che l'ha contraddistinta dalla sua costituzione) e due vengono indicati di comitati “Salvaguardia ambiente” e “Stop elettrosmog”.
Servono i nomi anche per i tavoli tecnici, che sono stati richiesti dai comitati, ma anche dalla Regione (con la risoluzione 72) e dal Comune di Belluno, con la mozione approvata il 12 giugno.
Orzes auspica si faccia una sintesi, per non creare tre organismi che discutano della stessa materia e che rischiano di sovrapporsi.
«Bisogna essere concreti», afferma l'assessore. Il quale, poi, entra nel merito del progetto: «Siamo ad un passo dalla soluzione di un problema che Ponte nelle Alpi ha da 60 anni. Fermare la procedura oggi vorrebbe dire perdere altri anni, non ci sono le condizioni per rivedere il progetto in tempi rapidi, come sostengono i comitati».
Nel ricordare che il Comune di Ponte non potrebbe chiedere il risanamento del territorio, perché la normativa che lo disciplina è priva di decreti attuativi, Orzes conclude: «E' stato studiato ogni metro per capire dove far passare le linee in uscita dalla stazione di Polpet. Avevamo trovato un punto di equilibrio. Riteniamo però che debbano essere eliminati dal progetto gli elementi che rendono plausibile la caratterizzazione di quest'opera come un frazionamento di un piano di sviluppo più ampio. Il progetto dovrebbe riportare quale corrente di riferimento quella delle linee a cui si attestano i nuovi tratti, e quali sostegni e componenti quelli standard a 220 kV, come per le altre linee dello stesso progetto esercite alla medesima tensione».