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mercoledì 22 aprile 2015

LYMPHOMAS IN E MU-PIM1 TRANSGENIC MICE EXPOSED TO PULSED 900 MHZ ELECTROMAGNETIC FIELDS.

Storico articolo del 1997 ( quasi 20 anni fa ) dove i cellulari non erano certamente così diffusi e potenti, di Reapacholi che stranamente abbandonò la ricerca indipendente per diventare un oppositore del Principio di Precauzione, determinando quel fronte negazionista  che imperversa ancora oggi, con questo studio dimostrò un incremento di 2,4 volte di linfomi per topi esposti alle frequenze di un GSM 900 MHz. ( lo studio venne poi replicato per 2 volte con successo da ricercatori indipendenti australiani )

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Radiat Res.
 1997 May;147(5):631-40.

Author information

·  1Royal Adelaide Hospital, Australia.

Abstract

Whether radiofrequency (RF) fields are carcinogenic is controversial; epidemiological data have been inconclusive and animal tests limited. The aim of the present study was to determine whether long-term exposure to pulse-modulated RF fields similar to those used in digital mobile telecommunications would increase the incidence of lymphoma in E mu-Pim1 transgenic mice, which are moderately predisposed to develop lymphoma spontaneously. One hundred female E mu-Pim1 mice were sham-exposed and 101 were exposed for two 30-min periods per day for up to 18 months to plane-wave fields of 900 MHz with a pulse repetition frequency of 217 Hz and a pulse width of 0.6 ms. Incident power densities were 2.6-13 W/m2 and specific absorption rates were 0.008-4.2 W/kg, averaging 0.13-1.4 W/kg. Lymphoma risk was found to be significantly higher in the exposed mice than in the controls (OR = 2.4. P = 0.006, 95% CI = 1.3-4.5). Follicular lymphomas were the major contributor to the increased tumor incidence. Thus long-term intermittent exposure to RF fields can enhance the probability that mice carrying a lymphomagenic oncogene will develop lymphomas. We suggest that such genetically cancer-prone mice provide an experimental system for more detailed assessment of dose-response relationships for risk of cancer after RF-field exposure.


sabato 18 aprile 2015

ELETTROSMOG, DNA E TUMORI: IL LIBRO SHOCK

Un libro shock uscito negli Stati Uniti analizza ed espone gli studi che correlano i cellulari e le alterazioni biologiche negli esseri viventi. E l'autore afferma: "E' il più grande esperimento biologico mai autorizzato finora".

Nel 2013 l’Onu ha lanciato un allarme nel documento Millenium Developer Goals Report: nel giro di sei mesi si stimava che il numero di cellulari avrebbe potuto raggiungere quello degli abitanti sulla Terra. Questo non significa ovviamente che tutte le persone del mondo posseggono ad oggi un cellulare: ci sono infatti più di 91 Paesi che detengono una media di più di due cellulari a persona, altri meno. Ma il dato fa riflettere sull’uso spropositato di questo strumento da parte dell’uomo. Molti sono stati gli allarmi lanciati da studiosi e dalle istituzioni sugli effetti dannosi dei campi elettromagnetici, cellulari compresi, sulla salute dell’uomo. L’inquinamento elettromagnetico è, nell’opinione comune, uno dei temi maggiormente sentiti e avvertiti, uno dei temi su cui si ha poca informazione ma che crea, al tempo stesso, ansia e preoccupazione. La sua “intangibilità” e la sua “invisibilità” lo rendono ancor più preoccupante. Un libro, pubblicato negli Stati Uniti, ma non ancora in Italia, aiuta a fare maggiore chiarezza sull’argomento. Scritto da Martin Blank, docente universitario, ha un titolo eloquente, "Overpowered: What science tells us about the dangers of cell phones and other wifi-age devices”. L’autore spiega il problema dei campi elettromagnetici in modo diverso rispetto a quanto fatto finora. Egli afferma che tutti noi stiamo partecipando ad un esperimento non autorizzato, il “più grande esperimento biologico mai autorizzato finora, che si basa sul contatto giornaliero tra le nostre teste e i trasmettitori di onde ad alta frequenza, i cellulari appunto”. I conseguenti effetti negativi sulla salute umana possono richiedere decenni per svilupparsi. “Quindi dovremmo attendere molti anni per conoscere i risultati di questo esperimento globale – afferma l’autore – Ma ciò potrebbe essere troppo tardi per miliardi di persone”. Cosa fare allora? Da decenni oramai infuria un dibattito sulla questione. Un vero e proprio scontro a due facce. Da un lato ci sono coloro che sollecitano l’adozione di un approccio precauzionale al rischio (ed è questa la posizione di Blank), mentre si continuano a studiare gli effetti sulla salute umana all’esposizione dei campi elettromagnetici. Dall’altro lato ci sono coloro che insistono nell’aspettare una risposta definitiva e certa dei risultati prima di intraprendere qualsiasi azione. In questo gruppo ci sono ovviamente le industrie. Per il momento sta vincendo la seconda parte: è appunto sotto gli occhi di tutti il mercato tecnologico dei cellulari, con l’immissione nello stesso di nuovi e più sofisticati prodotti, sempre più appetitosi per l’uomo. L’industria infatti dà segnali tesi a tranquillizzare, mentre scienziati indipendenti e comitati di cittadini avvertono dei rischi. Gli Stati, che cedono all’asta le licenze, oscillano tra queste due posizioni.
Ma i cellulari non sono i soli generatori di campi elettromagnetici. Ci sono i forni a microonde, televisori e computer, l’intera rete elettrica, impianti di allarme di sicurezza, trasmettitori radiotelevisivi, e trasmettitori per la telefonia mobile. “Oggi, all’inizio del 21 secolo, siamo immersi pienamente in un calderone di radiazione elettromagnetica su base continua” – si legge nel libro. E, nonostante la scienza non abbia ancora risposto a tutte le domande poste sugli effetti dannosi o meno dell’elettromagnetismo sulla nostra salute, essa ha dimostrato però una vasta gamma di effetti biologici legati all’esposizione continua ai campi elettromagnetici. L’autore espone sedici studi scientifici che hanno ravvisato mutazioni del dna a cui fa seguito lo sviluppo dei tumori, in particolare quelli cerebrali: si calcola che il rischio è superiore del 240%tra coloro che fanno un uso quotidiano e prolungato del cellulare per 10 anni. Non solo, ma uno studio israeliano ha scoperto che le persone che utilizzano i telefoni cellulari per almeno 22 ore al mese hanno una probabilità del 50% in più di sviluppare tumori alla ghiandola salivare. E gli individui che vivevano per più di 10 anni nel raggio di 400 metri da una torre di trasmissione di telefonia mobile avevano un tasso di cancro tre volte superiore a quelli che vivevano ad una distanza maggiore. Gli studi ci sono. E tanti. A tal punto da spingere l’Organizzazione Mondiale della Sanità a dichiarare ufficialmente che le microonde generate dall’uso dei cellulari,wi-fi, cordless o tablet sono “potenzialmente cancerogene”.
E in Italia qual è la situazione? Anche nel Bel Paese il problema è sentito, nonostante la presenza di leggi, non sempre rispettate. A regolare la materia è il Decreto Ministeriale n.381 del 10 settembre 1998, relativo al “Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana”. Esso fissa, tra le altre cose, il valore limite di 6 volt/metro dei campi elettromagnetici riguardanti la telefonia cellulare in corrispondenza di zone abitate. E demanda alle regioni e alle province la disciplina dell’installazione degli impianti al fine di garantire i limiti espressi dalla legge. Limiti che purtroppo nella maggior parte dei casi non sempre vengono rispettati. Ed è per questo che assume un’importanza elevata la vigilanza dei cittadini. Secondo il dott. Francesco Imbesi, del Centro Consumatori di Bolzano, sensibile alla materia, i cittadini attivi possono impegnarsi in molti modi per rendere migliori le nostre condizioni di vita, consigliando di porsi alcuni obiettivi: informare i consumatori, soprattutto giovani e bambini, sui rischi legati all’uso del cellulare; vigilare sulla pianificazione dei ripetitori da parte delle amministrazioni pubbliche; vietare l’utilizzo di cellulari nei mezzi pubblici; ridurre i valori di soglia, con l’obiettivo di sostituire i valori definiti unicamente in base agli effetti termici con valori stabiliti in base all’introduzione di principi medici di prevenzione.
In conclusione, analizzando con spirito critico gli studi scientifici pubblicati finora e considerando la sistematica sottostima del rischio che caratterizza il protocollo utilizzato, emerge con sufficiente chiarezza l’incremento del rischio di tumori alla testa osservabile dopo lunga latenza o uso prolungato dei telefoni cellulari.

FONTE : ILCAMBIAMENTO 

venerdì 17 aprile 2015

SI PARLA DI BUONA SCUOLA, MA IL DECRETO SVILUPPO DEL 2012 AUMENTA IL RISCHIO DA ELETTROSMOG

I medici, gli scienziati e le associazioni chiedono di "riportare la misurazione dei campi elettromagnetici su una media di 6 minuti anziché di 24 ore, questa richiesta riguarda anche gli edifici scolastici che per legge devono tenere sotto controllo gli effetti dell’elettrosmog.

In particolare sappiamo che l'attuale limite italiano per le radiofrequenze è di 6 Volt per metro per i luoghi ove si soggiorna per più di 4 ore.
A tal proposito in un articolo pubblicato su Repubblica.it il 26 febbraio, stabilito dal Dpcm dell'8 luglio del 2003, era riferito a una misurazione calcolata su una media di 6 minuti, che è il tempo in cui avviene la compensazione degli effetti termici dei campi elettromagnetici. Nel 2012 l'allora Governo Monti decise con il Decreto Sviluppo, e senza alcuna valutazione di carattere sanitario, di innalzare il tempo di misurazione dei campi a 24 ore, creando di fatto un artificio per aumentare i limiti di legge: di notte le antenne hanno emissioni molto basse perché i dispositivi mobili non sono in uso e tali valori compensano i limiti più elevati delle ore diurne nel calcolo della media". Quindi questi limiti aumentati possono elevare anche nelle scuole il livello di rischio da elettrosmog.
Nel caso specifico degli edifici scolastici il Decreto Sviluppo del 2012 risulta nel complesso incongruente con le tesi di messa in sicurezza delle scuole, tanto decantate nelle recenti riforme.

martedì 14 aprile 2015

ELETTROSMOG SE NE PARLA A MUGGIO' IL 16 APRILE 2015


Dopo le serate organizzate a Brugherio ( da ottobre a dicembre 2014 ) e a Cologno Monzese ( a febbraio e marzo 2015 ) le associazioni Sottocorno di Sesto S.G , ALP di Cologno M. ,La Lampada di Aladino di Brugherio e l’associazione Elettrosensibili  sono state invitate tenere un incontro con una singola serata informativa sul tema dell’inquinamento elettromagnetico 

“ELETTROSMOG: SAPERE, CAPIRE, PREVENIRE”


il 16 aprile 2015 alle ore 21.00 presso la sala civica di Palazzo Isimbardi  - Piazza IX Novembre a Muggiò




Ingresso libero 

lunedì 13 aprile 2015

FRIULI : ELETTROSMOG OLTRE I LIMITI IN NOVE LOCALITÀ, LA REGIONE: VANNO BONIFICATE

UDINE. Elettrosmog, la Regione dà il via al Piano di risanamento. Nell’ultima seduta di giunta, su proposta dell’assessore all’Ambiente, Sara Vito, è stato approvato il “Piano di risanamento degli impianti radioelettrici” e il “Rapporto ambientale - Valutazione ambientale strategica” del medesimo piano, in precedenza passati al vaglio del Consiglio delle autonomie locali. Ora i documenti, dopo la pubblicazione dell’avviso in Gazzetta ufficiale, saranno consultabili per i 60 giorni successivi, presso la Direzione centrale dell’Ambiente e presso le quattro Province del Fvg.
Parte del Piano di risanamento riguarda i siti nei quali le rilevazioni dell’Arpa hanno confermato l’esistenza di situazioni di superamento dei limiti di campo elettromagnetico indicati dalla normativa. Complessivamente si tratta di nove siti, 5 dei quali in provincia di Udine (due a Porzus, uno a Faedis, uno a Tarvisio e uno a Gemona), due in provincia di Pordenone (a Caneva Coda di Bosco e località Belvedere) e altri due in provincia di Trieste (a Chiampore e a Concorello). Per ciascuno dei siti nel Piano viene allegata la mappa con la localizzazione del punto di superamento, del punto di controllo e l’indicazione della sorgente.
A Porzus, nei pressi del Cimitero, il primo superamento è stato riscontrato nel 2005. Successivamente le misure in contraddittorio alla presenza di tecnici del ministero dello Sviluppo economico hanno coinvolto 17 emittenti, di cui tre installate in prossimità del punto di superamento e le rimanenti nel sito di Porzus malghe. Verificata la regolarità degli impianti, l’Arpa ha comunicato i coefficienti di riduzione, ma i progetti per la riduzione a conformità degli impianti coinvolti non sono stati presentati. Nel 2010 è pervenuta all’Arpa la richiesta di parere per un nuovo traliccio da installare a nord-est dell’abitato, allo scopo di spostare alcuni degli impianti.
Il monitoraggio della situazione è in corso. Anche per il secondo sito, sempre a Porzus, il superamento è datato, si risale al 2003. In tempi più recenti è stato dato parere favorevole per lo spostamento di due degli impianti presenti, ma misurazioni successive avrebbero confermato la persistenza del superamento fino al 2013, quando il traliccio “incriminato” è stato dismesso.
Decisi ulteriori monitoraggi del campo elettromagnetico dell’area per verificare l’eliminazione del problema. A Pedrosa (Faedis) nonostante la demolizione di alcuni impianti non conformi, è stata rilevata la permanenza di valori superiori ai limiti. Successivamente è stata comunicata la modifica di alcuni impianti e lo spostamento di altri. Anche in questo caso il risultato delle azioni sarà oggetto di verifica.
A Tarvisio l’ultima rilevazione del 2014 conferma la presenza di valori superiori a quelli di attenzione presso il terrazzo di un rifugio. In programma lo spostamento delle emittenti installate e nuove misurazioni. Livelli elevati pure a Gemona per l’impianto di un’emittente radio che avrebbe chiesto l’autorizzazione per lo spostamento in altro sito. A Caneva un sito presenta una complessa situazione legata ad un condono edilizio da superare e ovviamente è oggetto di misurazioni; l’altro sito è in relazione con la presenza di 17 emittenti per il quale è in atto la modifica di un impianto. A Muggia e a Trieste i casi sicuramente più complicati che prevedono la delocalizzazione di diversi impianti.
Nel Piano si ricorda, infine, che «nell’ambito dei pericoli alla salute umana causati dalle fonti di inquinamento elettromagnetico, va evidenziato come l’esposizione dovuta all’uso non corretto di cellulari e tablet può, in alcuni casi, risultare notevolmente maggiore rispetto a quella conseguente alla vicinanza di tralicci Tv e Radio». Da qui la previsione di «una campagna di comunicazione sul corretto uso delle tecnologie».

sabato 11 aprile 2015

EFFECTS OF 2.4 GHz RADIOFREQUENCY RADIATION EMITTED FROM WI-FI EQUIPMENT ON microRNA EXPRESSION IN BRAIN TISSUE.

In questo articolo di recente pubblicazione, si evidenzia un danno a carico delle MicroRNAs del tessuto cerebrale dei topi esposti alle frequenze del wi-fi (2.4 Ghz) AL CONTRARIO DI CHI CONTINUA A SOSTENERE UN SOLO AUMENTO DELLA TEMPERATURA SULLA PELLE.
Gli autori, nelle conclusioni, sottolineano come questo specifico tipo di danno possa essere incluso nella genesi di malattie neurodegenerative.
Si ricorda che l'esposizione 24/24 ore delle cavie è proseguita per 1 (solo) anno 

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Int J Radiat Biol. 2015 Mar 16:1
EFFECTS OF 2.4 GHz RADIOFREQUENCY RADIATION EMITTED FROM WI-FI EQUIPMENT ON microRNA EXPRESSION IN BRAIN TISSUE.

ABSTRACT

PURPOSE:
MicroRNAs (miRNAs) play paramount role in growth, differentiation, proliferation and cell death by suppressing one or more target genes. However, their interaction with radiofrequencies is still unknown. The aim of this study was to investigate the long term effects of radiofrequency radiation emitted from a Wireless Fidelity (Wi-Fi) system on some of the miRNAs in brain tissue.
MATERIALS AND METHODS:
The study was carried out on sixteen Wistar Albino adult male rats by dividing them into two groups such as sham (n: 8) and exposure (n: 8). Rats in the exposure group were exposed to 2.4 GHz radiofrequency (RF) radiation for 24 hours a day for twelve months (one year). The same procedure was applied to the rats in the sham group except the Wi-Fi system was turned off. Immediately after the last exposure, rats were sacrificed and their brains were removed. miR-9-5p, miR-29a-3p, miR-106b-5p, miR-107, miR-125a-3p in brain were investigated in detail.
RESULTS:
The results revealed that long term exposure of 2.4 GHz Wi-Fi radiation can alter expression of some of the miRNAs such as miR-106b-5p (adjP* = 0,010) and miR-107 (adjP* = 0,005). We observed that mir 107 expression is 3.3 times and miR-106b-5p expression is 3.65 times lower in the exposure group than in the control group. However, miR-9-5p, miR-29a-3p and miR-125a-3p levels in brain were not altered.
CONCLUSION:
Long term exposure of 2.4 GHz RF may lead to adverse effects such as neurodegenerative diseases originated from the alteration of some miRNAs expression and more studies should be devoted to the effects of RF radiation on miRNAs expression levels.

martedì 7 aprile 2015

IMPIANTI PER LA TELEFONIA MOBILE: UNA SHORT LIST DEI GESTORI PER TUTELARE LA SALUTE PUBBLICA E INDIVIDUARE I SITI IDONEI

Non si capisce il perché a volte in qualche comune d'Italia si riesca ad attuare un minimo di prevenzione mentre nel nostro comune sembra tutto così difficile .
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Il Comune di Avellino ha deciso di redigere uno strumento di pianificazione per la localizzazione e la gestione degli impianti a servizio della telefonia mobile e di altri sistemi di telecomunicazione dotandosi di una short list dei gestori del servizio. Il provvedimento è stato pensato principalmente per tutelare la salute dei cittadini e allo stesso tempo per venire incontro alle esigenze dei gestori. Dotandosi di questo strumento l'Ente di Piazza del Popolo supera le carenze dell'attuale regolamento e riesce a minimizzare l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici e l'impatto paesaggistico e ambientale.
Da queste considerazioni nasce l'avviso pubblico per la creazione della short list dei fornitori dei servizi relativi alla redazione di Piani di localizzazione degli impianti a servizio della telefonia mobile e al relativo monitoraggio dei campi elettromagnetici a radiofrequenza. Con l'approvazione della "Short list telecomunicazioni" l'Amministrazione comunale intende procedere alla definizione della localizzazione dei siti idonei ad ospitare le strutture nel rispetto del principio di "minimizzazione degli impianti e del livello di inquinamento elettromagnetico" e punta a dotarsi di assistenza altamente qualificata. Una volta redatto il Piano e creata la short list si realizzeranno le condizioni per poter assicurare la fornitura della consulenza specialistica di supporto alla redazione e all'aggiornamento periodico del Piano stesso sulla base di indagini fisicoradioelettriche. Inoltre si provvederà al monitoraggio continuo dei campi elettromagnetici a radio frequenza, alla predisposizione e all'aggiornamento del catasto urbano delle antenne, alla mappatura elettromagnetica e all'analisi di impatto per questi impianti tecnologici e per le successive tecnologie assimilabili. Saranno anche garantiti il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti, quindi la tutela dei cittadini dai rischi che possono derivare dall'esposizione ai campi elettromagnetici e dei luoghi considerati "socialmente sensibili".

domenica 5 aprile 2015

DIFENDIAMO LA SALUTE DALLE RADIAZIONI EMESSE DA CELLULARI, TABLET, WI-FI, WI.MAX, RIPETITORI E ANTENNE GSM, UMTS, LTE (4G)

Riceviamo e pubblichiamo l'invito ad una conferenza che si terrà a Milano 

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Mercoledì 8 Aprile 17,30 - 20,30 alla CASA DELLE DONNE  di Via Marsala 8, angolo via Milazzo ( Metro 2 fermata Moscova, autobus 94, 43; tram 1, 14, 2, 7 )  

Cordless, cellulari, sistemi wireless, circuiti elettrici della casa e dell’ufficio; tralicci, linee interrate e cabine di scambio: conosciamo il contesto in cui viviamo e i rischi per la salute che stiamo correndo?
Vogliamo lasciare che lo spazio in cui viviamo si riempia di pericoli per la salute, a cui nessuno può sottrarsi, senza interessarci dei danni biologici che si paventano e che sono stati già conosciuti?
Le donne conoscono l’importanza dei corpi e la forza della salute, mentre le scelte politiche privilegiano profitti e commerci invece della prevenzione delle malattie.
Ne discuteremo con: Antonella Nappi, ricercatrice universitaria di sociologia, per Difendiamo la salute  e Laura Masiero, presidente della  Associazione per  la Prevenzione e la Lotta all’Elettromagnetismo ( www.applelettrosmog ) dopo avere ascoltato Eva Tibaldi, ricercatrice dell’Istituto Cesare Maltoni Cancer Research Centre Ramazzini Institute di Bologna che presenterà una relazione dal titolo:
           
“ I campi elettromagnetici e i pericoli per la salute “

Convegno organizzato dal gruppo “Difendiamo la salute” del Tavolo Salute e Ambiente della Commissione pari opportunità del Comune di Milano con il sostegno del gruppo Città Bene Comune della casa delle donne.
La salute dipende dalla salubrità ambientale ed oggi ci si ammala dieci anni prima di dieci anni fa (Gennaro, Epidemiologia Genova); una persona su due nell’arco della vita potrebbe ammalarsi di cancro (Associazione di Oncologia Medica, 2011) e la percentuale dei tumori infantili ha continuato a crescere in questi anni in Italia e in Europa (Rabbone, Pediatri per un mondo possibile). Un gruppo di esperti di Salute Pubblica di tutto il mondo ha studiato tutte le ricerche che sono state fatte sugli effetti biologici e gli effetti negativi sulla salute delle radiazioni non ionizzanti: campi elettromagnetici compresi quelli di bassa frequenza e quelli a radiofrequenza/microonde (BioInitiative Working Group, Cindy Sage and David O. Carpenter, Editors. BioInitiative Report: A Rationale for Biologically-based Public Exposure Standards for Electromagnetic Radiation www.bioinitiative.org, December 31, 2012). Raccogliamo alcune cose che vengono dette nella loro “Sintesi destinata al pubblico” (C.Sage pp.3-7).  
Le radiazioni elettromagnetiche “non si possono vedere, non hanno gusto ne odore ma sono una delle esposizioni ambientali più pervasive oggi a cui sono esposti” miliardi di soggetti “ tuttavia queste tecnologie non sono state pensate con in mente quali effetti biologici hanno sulle persone.” (…) “Gli esseri umani sono sistemi bioelettrici. I nostri cuori e cervelli sono regolati al loro interno da segnali bioelettrici. Esposizioni ambientali a campi elettromagnetici artificiali possono interagire con i fondamentali processi biologici nel corpo umano e questo può causare disagio e malattia” (…) “ e anche la morte”.
Negli ultimi decenni “ il livello dei campi elettromagnetici da sorgenti elettriche di fondo è aumentato in modo esponenziale e con la crescente popolarità delle tecnologie wireless come telefoni cellulari, telefoni cordless , reti WI - MAX WI-FI si sono raggiunti livelli senza precedenti. Diversi decenni di ricerca scientifica internazionale confermano che i campi elettromagnetici sono biologicamente attivi  negli animali come negli esseri umani, e potrebbero avere gravi conseguenze per la salute pubblica. Non tutto si sa ancora su questo argomento ma ciò che è chiaro  è che gli standard pubblici esistenti e i limiti di sicurezza pubblica di queste radiazioni, in quasi tutti i paesi del mondo sono migliaia di volte troppo indulgenti” (…): “gli effetti si verificano a livelli migliaia di volte più bassi”. (…) “ Dobbiamo correggere le abitudini che sono deflagrate grazie al totale silenzio sui pericoli già conosciuti e stimabili e grazie soprattutto ad una formazione culturale che è stata spinta sempre più a rinunciare alla previdenza, alla previsione, all'interessamento sanitario preventivo verso la popolazione e all'accoglimento della cura invece come salvaguardia a posteriori rispetto ai prodotti messi in circolo dai mercati.” (…) “ Si devono trovare  alternative che non presentino lo stesso livello di potenziali rischi per la salute per prevenire una estensione dei danni alla salute, in particolare per chi in questo contesto ha iniziato a vivere da poco tempo.”

venerdì 3 aprile 2015

C'È ELETTROSMOG: SOLO DUE ORE AL GIORNO IN ALCUNE AULE

A Spinea in provincia di Venezia sopra la scuola Mantegna passano i cavi dell'alta tensione, "zona rossa" in una parte  dell'edificio

SPINEA. Bambini in mensa e nel laboratorio non oltre le due ore, per non restare troppo esposti all’elettrosmog. Scatta una nuova rilevazione dell’Arpav alla scuola Mantegna di Spinea, al quartiere Graspo de Ua, dopo che i genitori hanno chiesto una verifica urgente dei livelli di emissioni del campo elettromagnetico sopra l’edificio. I controlli sono previsti forse già nei prossimi giorni.
Il “caso” è noto, ma molti genitori ne sono venuti a conoscenza solo di recente, dopo che una rilevazione ambientale datata 2006, aveva confermato la necessità di misure di tutela della salute degli alunni della scuola. «Abbiamo scoperto che parte della scuola non risulta agibile per più di due ore al giorno a causa dei valori elevati di elettrosmog causati dal passaggio, nei pressi della scuola, di un elettrodotto ad alta tensione», scrivono i genitori della Mantegna in una lettera al Comune e all’Arpav.
La “zona rossa” riguarda solo un’ala dell’edificio, quella formata dai due locali mensa, dall’aula informatica, dalla biblioteca e dalle aule insegnanti e pittura, oltre che dell’atrio, motivo per cui finora non è stato necessario chiudere l’intera scuola, ma solamente limitare la permanenza dei bambini nei locali incriminati. Due ore al massimo, poi gli insegnanti hanno il compito di riportare gli alunni in classe. «Ma tenendo conto del fatto che le aule frequentate dai bambini per 8 ore al giorno sono solo a pochi metri dall’area “limitata”», continuano mamme e papà, «siamo molto preoccupati per la salute dei nostri figli». Anche perché i genitori hanno scoperto il problema solo di recente, dopo che da alcuni di loro era partita la richiesta di istituire due classi prime per il prossimo anno scolastico, viste le numerose richieste di iscrizione. Gli spazi sembravano esserci e pure vuoti. La richiesta, però, ha avuto esito negativo e il motivo è stato loro presto spiegato: parte della scuola non risulta agibile a causa dei campi elettromagnetici aerei. «Questo clima d’incertezza sta causando forte preoccupazione e sta maturando in noi l’idea non solo di non iscrivere i nostri figli in prima, ma anche di spostare i bambini che già frequentano la Mantegna in un’altra scuola», concludono i genitori, che ora vogliono sapere se la parte agibile dell’edificio, quella più frequentata dai bambini, sia abbastanza sotto la soglia prevista per legge quando a elettrosmog.



giovedì 2 aprile 2015

CONFIRMATION STUDIES OF SOVIET RESEARCH ON IMMUNOLOGICAL EFFECTS OF MICROWAVES: RUSSIAN IMMUNOLOGY RESULTS.

In questo studio pubblicato (nel 2010) dal Prof. Grigoriev e collaboratori, vengono replicati  i dati ottenuti da studi precedenti condotti tra il 1974 ed il 1991 dai ricercatori dell'ex Unione Sovietica, con particolare riferimento all'azione delle microonde sul sistema immunitario dei ratti esposti.
Dai test si riscontra una  produzione di autoanticorpi diretti contro gli antigeni della struttura cerebrale con manifestazioni cliniche quali ridotta capacità di movimento e stress comportamentale, Il tutto a valori di CEM non termici.
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Bioelectromagnetics. 2010 Dec;31(8):589-602. doi: 10.1002/bem.20605. Epub 2010 Sep 20.
Confirmation studies of Soviet research on immunological effects of microwaves: Russian immunology results.

1Federal Medical Biophysical Centre FMBA, Moscow, Russia. profgrig@gmail.com

ABSTRACT
This paper presents the results of a replication study performed to investigate earlier Soviet studies conducted between 1974 and 1991 that showed immunological and reproductive effects of long-term low-level exposure of rats to radiofrequency (RF) electromagnetic fields. The early studies were used, in part, for developing exposure standards for the USSR population and thus it was necessary to confirm the Russian findings. In the present study, the conditions of RF exposure were made as similar as possible to those in the earlier experiments: Wistar rats were exposed in the far field to 2450 MHz continuous wave RF fields with an incident power density in the cages of 5 W/m² for 7 h/day, 5 days/week for a total of 30 days, resulting in a whole-body SAR of 0.16 W/kg. Effects of the exposure on immunological parameters in the brain and liver of rats were evaluated using the complement fixation test (CFT), as in the original studies, and an additional test, the more modern ELISA test. Our results, using CFT and ELISA, partly confirmed the findings of the early studies and indicated possible effects from non-thermal RF exposure on autoimmune processes. The RF exposure resulted in minor increases in formation of antibodies in brain tissue extract and the exposure did not appear to be pathological. In addition, a study was conducted to replicate a previous Soviet study on effects from the injection of blood serum from RF-exposed rats on pregnancy and foetal and offspring development of rats, using a similar animal model and protocol. Our results showed the same general trends as the earlier study, suggesting possible adverse effects of the blood serum from exposed rats on pregnancy and foetal development of intact rats, however, application of these results in developing exposure standards is limited.