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martedì 27 agosto 2019

METANALISI CONDOTTA DAL'ISTITUTO SUPERIORE DELLA SANITA' SUGLI SMATPHONE - PARTE 2

NESSUN PUNTO FERMO è stato messo dall'Istituto Superiore della Sanità sull'uso del cellulare come invece molte testate e molti giornalisti, e pseudo informatori scientifici in maniera "viscida" affermano.

Qui
sotto riportiamo il testo della petizione di Agostino
Di Ciaula (Presidente Comitato
Scientifico International Society of Doctors for Environment) e
di Benedetto Terracini
(Professore di Epidemiologia dei
Tumori, Università di Torino)

Sottoscrivi cliccando QUI la petizione 



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Il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sui rapporti tra esposizione a radiofrequenze e cancro è inadeguato a garantire al meglio la salute pubblica
Il recente rapporto “ISTISAN 19/11” (“Radiazioni a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche”,  http://old.iss.it/binary/publ/cont/19_11_web.pdf conclude che “l’uso comune del cellulare non sia associato all’incremento del rischio di alcun tipo di tumore cerebrale”, pur attribuendo “un certo grado d’incertezza riguardo alle conseguenze di un uso molto intenso… agli effetti a lungo termine dell’uso del cellulare iniziato da bambini e di un’eventuale maggiore vulnerabilità a questi effetti durante l’infanzia”.Gli Autori del rapporto ritengono che le evidenze disponibili “non giustificano modifiche sostanziali all'impostazione corrente degli standard internazionali di prevenzione dei rischi per la salute”.

In sintesi, il rapporto ISTISAN 19/11:

- Ai fini della tutela della salute pubblica ritiene adeguati e sufficienti gli standard ICNIRP, basati in modo arbitrario sulla sola possibilità di indurre effetti termici acuti e ignorando i risultati di numerosi studi che suggeriscono effetti biologici non-termici successivi a esposizioni croniche anche inferiori ai limiti attuali. Ai fini di proteggere in maniera adeguata e piena la popolazione dovrebbero essere considerate tutte le evidenze scientifiche disponibili sugli effetti delle radiofrequenze e non solo una parte di esse.

- Ignora completamente il documentato rischio di patologie non-oncologiche da esposizione a radiofrequenze e l’ipersensibilità ad esse.

- Nelle conclusioni parla timidamente di incertezze scientifiche ma evita di esplicitare la sostanza di tali incertezze e non propone  quale utilizzo farne a fini di prevenzione primaria, data l’affermata maggiore vulnerabilità dei bambini, alla quale sarebbe da aggiungere quella verosimile delle donne in gravidanza, e dei  soggetti elettrosensibili.

- Basa le sue conclusioni su un esame della letteratura incompleto degli studi descrittivi dei trend di incidenza dei tumori de sistema nervoso centrale. Nel riferimento ad alcune meta-analisi, ignora il fatto che in esse sono stati inseriti studi “negativi” con limiti dichiarati dagli stessi Autori. Infine, sono sottovalutate le evidenze sperimentali robuste e  recenti che hanno confermato in maniera diretta la capacità delle radiofrequenze di promuovere la cancerogenesi anche per esposizioni inferiori a quelle dei limiti ICNIRP.

- Afferma che “le evidenze scientifiche correnti, sebbene non consentano di escludere completamente la possibilità di effetti a lungo termine … non giustificano modifiche sostanziali all'impostazione corrente degli standard internazionali di prevenzione dei rischi per la salute” senza specificare quali indicazioni e quali evidenze giustificherebbero modifiche sostanziali.

- Riconosce come la normativa nazionale sia in questo momento inadeguata a verificare l’esistenza di livelli di esposizione alle frequenze del 5G certamente sicure per la salute pubblica, che lo sviluppo del 5G avverrà “in un futuro non facilmente prevedibile”, che “al momento, non è possibile formulare una previsione sui livelli di campo elettromagnetico ambientale dovuti allo sviluppo delle reti 5G” e che “sarà dunque necessaria una revisione della normativa nazionale”. Tuttavia, non propone alcuna soluzione immediata finalizzata a garantire la piena tutela sanitaria degli esposti né misure di prevenzione primaria. E’ da ricordare che già attualmente  l’infrastruttura 5G ha  interessato in via “sperimentale” circa 4 milioni di italiani ed è in fase di avanzata implementazione su tutto il territorio nazionale.

Per le motivazioni sinteticamente descritte, si propone il ritiro del documento da parte dell’Istituto Superiore di Sanità e una sua rielaborazione più ampia (non limitata alle sole patologie oncologiche), che:

·      utilizzi in maniera completa e adeguata la letteratura scientifica esistente;
·      consideri nel dettaglio gli effetti delle esposizioni che deriveranno dall'integrazione dell’infrastruttura 5G con gli attuali sistemi di radiotelefonia e, preliminarmente i rischi potenziali che queste potrebbero comportare alla luce delle evidenze scientifiche già esistenti (Di Ciaula, Int J Hyg Environ Health. 2018;221:367) e dei limiti della normativa vigente. Ai fini della prevenzione primaria e della tutela della salute pubblica non appare giustificabile ignorare o sottovalutare ciò che già sappiamo e declassificare come irrilevante ciò che ancora non sappiamo. Questo potrebbe trasformarsi in un’inaccettabile rilevazione e quantificazione a posteriori di danni altrimenti evitabili;
·      rivaluti i limiti oggi utilizzati alla luce delle incertezze emergenti dai risultati degli studi epidemiologici e di quelli sperimentali;

·      fornisca indicazioni concrete in termini di prevenzione primaria che tengano soprattutto in considerazione le fasce più vulnerabili della popolazione.

Agostino Di Ciaula
Presidente Comitato Scientifico
International Society of Doctors for Environment

Benedetto Terracini
già Professore di Epidemiologia dei Tumori, Università di Torino

domenica 25 agosto 2019

METANALISI CONDOTTA DAL'ISTITUTO SUPERIORE DELLA SANITA' SUGLI SMATPHONE - PARTE 1

COMUNICATO STAMPA dell'Associazione Italiana Elettrosensibili del 14 agosto 2019
Oggetto: Studio Istisan ‘Esposizione a radiofrequenze e tumori’ dell’Istituto Superiore della Sanità: la valutazione da parte della Associazione Italiana Elettrosensibili

Dopo aver attentamente preso visione del documento redatto dall’ISS, l’Associazione Italiana Elettrosensibili vuole pubblicamente esprimere la propria valutazione sul documento e sull’operato di detto Istituto Pubblico.
    1-Gli Autori hanno sapientemente bilanciato studi positivi e studi negativi al fine di neutralizzare gli evidenti effetti nocivi sulla salute umana, introducendo vizi di forma, sostanza ed omissione qui sotto elencati:
      A - Non sono stati valutati i conflitti di interesse dei ricercatori e le relative fonti di finanziamento degli studi, inserendo lavori gravati da ricerca dipendente dall’industria notoriamente rassicuranti rispetto la nocività sulla salute.
      B - Non hanno voluto servirsi dell’enorme raccolta organica, aggiornata e completa di ricerca bibliografica pubblicamente disponibile (Bionitiative Report) la quale, dopo la ‘pulizia’ da lavori dipendenti dal finanziamento privato, riporta (ben documentandoli) un numero enormemente superiore di articoli scientifici con un fortissimo sbilanciamento a favore di effetti sull’uomo.
      C - Gli Autori, sorprendentemente, non hanno citato i due lavori più importanti degli ultimi dieci anni, a conclusione delle due più rilevanti ricerche tossicologiche su animali mai svolte nel Mondo: dell’americano NTP National Toxicological Program e dell’italiano Istituto Ramazzini (Bologna) che porteranno, con certezza, alla revisione della classificazione della IARC (WHO) del livello di pericolosità delle radiazioni non ionizzanti da possibili cancerogene a probabilecancerogene (se non a cancerogene)!
    2) - L’istituto Superiore di Sanità conferma palesemente con questo documento la sua posizione Negazionista che ha saputo costantemente reiterare in questi due decenni! Sempre impegnati a sostenere la validità del paradigma coniato dall’Istituto tedesco ICNIRP (con il quale l’Istituto ha tessuto un rapporto di dipendenza e di interazione sistematici) che vede solamente negli effetti termici i potenziali danni da radiazioni.
    3) - L’ISS abdica al suo ruolo statutario ed istituzionale di tutela della salute pubblica per essere sinergico alla strategia economica della nostra Nazione finalizzata alla realizzazione del nuovo protocollo di connessione dati wireless, 5G, che comporta un forte ed ubiquitario incremento dei già altissimi livelli di inquinamento elettromagnetico. Infatti nel momento in cui, grazie all’impegno di piccolissime associazioni locali e nazionali, arriva dalla ‘periferia’ la richiesta di moratoria, finalizzata ad una valutazione scientifica della salubrità del 5G, ecco che scende in campo l’ISS con il suo ruolo Negazionista.
    4) - A proposito di Negazionismo, con la implementazione del 5G voluto dalla industria e dal Governo, si disattende al Protocollo di Norimberga (1948) sulla indispensabilità dello esplicito assenso alla sperimentazione da parte di chi la subisce (che sarebbero poi tutti i cittadini!) poiché tale tecnologia non è stata ancora doverosamente valutata per i suoi effetti sanitari in studi e verifiche di laboratorio indipendenti.

    Associazione Italiana Elettrosensibili      www.elettrosensibili.it

martedì 13 agosto 2019

ANTENNA RADIO BASE DI TELEFONIA MOBILE SUL TERRAZZO? SOLO SE L'AMMINISTRATORE INFORMA DEI RISCHI SULLA SALUTE E VIENE ACCETTATA ALL'UNANIMITA'

L'installazione di un’antenna telefonica su un lastrico solare condominiale è lecita soltanto in presenza di una delibera assunta all'unanimità dai condomini perché la sottrazione di una rilevante porzione del tetto, prima liberamente fruibile, pregiudica il diritto di comproprietà sul bene comune di cui godono tutti i condomini. 
La questione di un’autorizzazione all'installazione di un’antenna per la telefonia mobile sul tetto del palazzo, a delibera condominiale, è stata affrontata dai giudici in tutti e tre i gradi di giudizio. In un recente contenzioso una condomina, ad esempio, aveva contestato che l’antenna telefonica installata sul lastrico solare ne comprometteva l’utilizzo; inoltre, sempre secondo la condomina, la delibera era viziata poiché era stata approvata senza l’unanimità dei partecipanti.
Il Tribunale di Milano ha accolto la domanda e dichiarato la nullità della delibera. In secondo grado, la Corte di Appello di Milano ha confermato la pronuncia. Difatti, a parere dei giudici d’appello, vi è stata la violazione dell’art. 1120, comma 2, c.c., che disciplina le innovazioni in condominio, perché l’antenna, a causa delle dimensioni dell’impianto e delle sue caratteristiche, pregiudicava l’utilizzo del lastrico solare.Nel giudizio di legittimità, la Corte di Cassazione, con pronuncia del 8 ottobre 2018, n. 24767, ha condiviso il ragionamento espresso dai giudici di merito, rigettando il ricorso proposto da uno dei condomini favorevoli all'installazione dell’antenna. Pertanto, secondo la Suprema Corte, la delibera dell’assemblea condominiale che autorizzi l’installazione della stazione radio per la telefonia mobile cellulare - con l’occupazione permanente di una parte del lastrico di proprietà condominiale - deve essere adottata, a pena di nullità radicale, con il consenso unanime di tutti i condomini.
Siamo di fronte a un’innovazione “vietata” ai sensi dell’art. 1120, comma 2, c.c., anche per due ordini di motivi: per le caratteristiche strutturali dell’edificio, in quanto l’installazione comporta una disarmonia e un’alterazione del decoro architettonico; per l’utilizzazione della cosa comune, in quanto l’opera implica una riduzione quantitativa del tetto e un pregiudizio intollerabile poiché permanente.
Di contro, l’amministratore può essere autorizzato dall'assemblea condominiale a stipulare un contratto con una società telefonica per l’installazione in una parte comune dell’edificio di una stazione radio-base per la telefonia mobile, purché abbia preventivamente informato i condomini dei possibili rischi che le onde elettromagnetiche emesse possono arrecare alla salute e siano stati conseguentemente posti in grado di valutare tali rischi (Trib. Milano 23 ottobre 2002, n. 12663)



venerdì 9 agosto 2019

LA PRESA DI POSIZIONE SUL 5G CHE NON TI ASPETTI (MA FORSE ABBIAMO SOPRAVALUTATO IL NUOVO CHE AVANZA)


Sono mesi che si susseguono articoli molto rassicuranti sull'utilizzo del 5G, tecnologia di prossima applicazione, e su questo nulla di male siamo abituati a leggere vere e proprie fake news sul tema soprattutto da blog, comitati del paranormale, giornali o pseudo scienziati pagati o molto vicini alle grandi lobby delle telecomunicazioni.
Ma quello che è successo qualche mese fa ha lasciato esterrefatti (forse perché da questo movimento CI SI ASPETTAVA DI PIÙ, soprattutto in termini ambientali e di protezione sanitaria e invece notiamo una continuità politica con i governi precedenti che fa preoccupare), un politico non comune e che ricopre una carica istituzionale (sulla quale bisognerebbe fare anche qualche considerazione) si è espressa in uno slogan composto da informazioni completamente, errate una vera FAKE NEWS fatta e confezionata gratuitamente.

Così, mentre nel MONDO aumentano i ricercatori, scienziati, biologi, medici che lanciano allarmi sull'uso indiscriminato della tecnologia del 5G, (mentre in Italia l’Istituto Superiore della Sanità tranquillizza tutti ma di questo ne approfondiremo in seguito) aumentano i perplessi che ne richiedono quanto meno un approfondimento di quelle ricerche svolte da istituti indipendenti come l’istituto Ramazzini di Bologna o il Il National Toxicology Program (NTP) USA che ne hanno definito la pericolosità (studi svolti su esposizioni generate da tecnologia 3G!!!!!!!) la signora Mirella Liuzzi (M5S) segretario di presidenza della camera con un video afferma: “basta disinformazione, nessun pericolo per la salute”.


Le affermazioni sono un connubio di dichiarazioni basate sul nulla e valori citati a caso e considerati in modo errato.
“È vero che con il 5G saremo più esposti ai campi elettromagnetici?” – Verissimo, non solo sono aumentante i valori delle frequenze e perché questa tecnologia rappresenta un salto generazionale rispetto alle altre ponendosi come obbiettivo la totale connessione di cose e persone e per fare questo necessita di un campo di esposizione TOTALE sulla superficie terrestre  ( cosa estremamente differente a quanto succede ora dove il cellulare può aver campo o meno).
Altro errore FONDAMENTALE è considerare la legge italiana una legge cautelativa per la salute pubblica, errore che non si può trascurare soprattutto perché arriva da un esponete di governo, il limite italiano è giunto dopo scontri epici tra le lobby e il mondo scientifico e non è il risultato che pone in maniera cautelativa la salute pubblica, è un compromesso che è stato poi “eroso” nel tempo da governi compiacenti grazie alle forti pressioni economiche.
Per essere corretti è vero che il valore di legge è 6 v/m, ma detta così e comparandola ai valori europei ci prendiamo in giro, tale valore è un valore medio calcolato sulle esposizioni avute sulle 24 ore, molto differente dal limite originario che veniva calcolato invece sulla media delle 6 ore, valore che è comunque ben lontano dal valore cautelativo che il mondo scientifico in maniera indipendente ha stabilito in 0,6 V/m (vedi Bioinitiative Report), senza considerare che in altri paesi esistono le cosiddette zone bianche a tutela dei soggetti elettrosensibili.
La deputata riferisce a studi che stabiliscono come limite per la salute i 50 v/m per 19 ore/giorno senza però riferire di quali studi parla e soprattutto di quali effetti intende, la legge attuale considera effetti il solo riscaldamento E NON GLI EFFETTI BIOLOGICI che esso determina e che guarda caso sono alla base delle ricerche scientifiche che negli ultimi 10 anni stanno contestando il limite di legge.
Non è vero che l’OMS “ha già studiato gli effetti dei campi elettromagnetici anche per le frequenze utilizzate dal 5G. “ – anzi ha più volte raccomandato l’applicazione del principio di precauzione soprattutto nell'applicazione di tecnologie non conosciute che prevedono intense esposizioni sulla popolazione.

Ci fermiamo qui, rimane il rammarico che questo sproloquio sia stato fatto da un esponente di quel movimento che in campagna elettorale e nei consigli comunali italiani si è sempre espresso in maniera cautelativa su tutti i problemi ambientali che possono avere ripercussioni sulla salute pubblica, e non possiamo che condividere quanto scritto in una lettera aperta da parte di un gruppo di medici e associazioni ambientali, lettera alla quale non è seguita nessuna risposta.


giovedì 8 agosto 2019

APPROVATA LA COSTRUZIONE DELLA VASCA DI CONTENIMENTO DEL SEVESO AL PARCO NORD - PURTROPPO


Non sarà l’ultima «barricata» del complesso sistema di difesa di Milano come riportato sull’articolo del corriere della sera, sarà sicuramente l’ultima follia di una Metropoli che ha costruito sui fiumi, di una Regione che non ha fatto nulla sugli scarichi abusivi presenti in Brianza, e così via alla pazzia di una vasca immersa nel Parco Nord in pieno centro urbano, si perché anche se siamo nell’hinterland la densità di popolazione nel nord Milano è pari a quella della grande metropoli (forse anche più densa grazie alle politiche speculative eseguite negli ultimi 50 anni da giunte di vario tipo).
Non risolverà il problema perché il problema non si risolve con una vasca ma andando a modificare (e a punire) chi in maniera autonoma e arbitraria continua a scaricare nel Seveso (che per la cronaca non è un fiume ma un torrente!!!!!) generando così un nuovo problema ambientale in un’area che ne presenta già troppi.
C’è poco da cantar vittoria, poco contano gli elementi di compensazione messi in atto perché quando la vasca diventerà un lago di veleni e le esalazioni colpiranno le popolazioni allora, forse, si capirà cosa oggi non si vuole comprendere, perché è questo è il timore reale, visto che non agiamo su chi inquina, su chi scarica abusivamente scarichiamo semplicemente il problema generandone un altro.
Per affrontare questi problemi serve una visione e una cultura differente che purtroppo ad oggi non c’è, e a nulla servono le compensazioni perchè non rispettano il parco e non rispettano la salute delle persone.

Alle associazioni del Parco,a Bresso e alla sua cittadinanza va la nostra solidarietà

ANIMALI MORTI AL LAGHETTO DELLA BERGAMELLA


Come riporta l’articolo del Giorno del 6 agosto sono stati trovate diverse anatre e pesci morti nel laghetto artificiale creato nel parco della Bergamella, ora sono state richieste ad ARPA  e ATS le analisi sull'acqua e sulle carcasse degli animali per conoscerne i motivi (QUI).

Noi abbiamo da sempre contestato l’uso dell’acqua di prima falda perché storicamente inquinata da metalli pesanti come il cromo esavalente e solventi, anche se non ci sorprenderemmo se la morte di questi animali fosse avvenuta per avvelenamento o comportamenti "incivili" da parte di qualcuno (anche se l'ipotesi che le anatre siano state nutrite in eccesso con il pane da parte dei frequentatori del laghetto ci pare poco credibile).

Aspettiamo i risultati delle analisi (dei quali chiederemo copia).

martedì 6 agosto 2019

A SCANZANO JONICO IN BASILICATA IL SINDACO VIETA IL 5G: «È PERICOLOSO PER LA SALUTE»


A volte succede che qualcuno si ferma e ponendosi delle domande ragiona, e così accade che in Basilicata ci sia il primo comune in Italia a prendere questa decisione.
Il sindaco si appella al principio di precauzione perché manca qualsiasi valutazione del rischio, o meglio nessuno può garantire che sia innocuo.
Come si legge sull'articolo del Corriere per il ricercatore Polichetti dell’Istituto superiore di sanità la nuova tecnologia è innocua, peccato che nella sua audizione alla Camera dei Deputati ci risulta manchino i riferimenti a ricerche indipendenti e siano frutto più di considerazioni personali, anche errate poiché l'affermazione «la nuova tecnologia è ampiamente al di sotto dei limiti per l’esposizione ai campi elettromagnetici stabiliti dalle normative, in particolare dalla Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 12 luglio 1999» non è propriamente corretta, le lobby oggi stanno facendo di tutto per aumentare di 10 volte tali limiti dopo che li hanno fatti modificare a loro piacimento in questi ultimi anni (ma qui ci sarebbe da aprire un capitolo a parte) e  perché gli studi del National Toxicology e dell’istituto Ramazzini svolti sui topi da laboratorio, esponendoli a radiazioni (parliamo di studi sul 3G non 4G o 5G !!!!) su tutto il corpo per 19 ore, è una situazione che nei grossi centri urbani e nelle loro periferie è già realistica da diversi anni NON, come afferma, che è “difficilmente comparabili con la situazione a cui si trovano esposti gli uomini”, soprattutto se consideriamo che il fine della tecnologia 5G è quello di coprire interamente la superficie nazionale per avere un segnale costante che consenta di connettere tutto e tutti.

Ci auguriamo che anche il comune di Sesto San Giovanni segua l'esempio e tuteli la salute pubblica della cittadinanza in attesa di ricerche che chiariscano i risultati ottenuti fino ad oggi, e nella speranza che il governo affronti quanto prima IL PROBLEMA DEL CONFLITTO D'INTERESSI.


lunedì 5 agosto 2019

LA RICERCA INDIPENDENTE E' CONTRARIA AL 5G E BISOGNERÀ ANCHE SMETTERLA DI FAR PROPAGANDA E PORSI QUALCHE DOMANDA


Mentre qualche comune (leggi QUI) incomincia ad opporsi alle nuove installazioni di antenne per il 5G continua la campagna denigratoria di giornali e giornalisti legati alle lobby della telefonia mobile (altrimenti non ci sarebbe giustificazione per le stupidate che scrivono) nei confronti di chi espone ricerche SCIENTIFICHE che invece danno evidenze e nessi causali.

Qui sotto l'intervento della dottoressa Fiorella Belpoggi dell'istituto Ramazzini di Bologna nella conferenza tenuta in Svizzera a Mendrisio il 29 giugno 2019 organizzata dall'associazione STOP5GTICINO.



Ritagliatevi del tempo e guardate, giusto per capire chi alle soglie del 2020 racconta FAKENEWS.

giovedì 1 agosto 2019

CAMPAGNA INFORMATIVA RIDICOLA SUI PERICOLI DELLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE EMESSE DAI CELLULARI


È partita la campagna informativa, (in ritardo di anni) del ministero della Salute Istruzione e Ambiente, dal titolo “Il tuo cellulare è intelligente. Usalo con intelligenza” sui rischi relativi all'uso dei telefoni cellulari, come deciso dal Tar del Lazio (numero 500/2019) e pubblicata il 15 gennaio scorso, accogliendo il ricorso dell’associazione A.P.P.L.E. (Associazione per la prevenzione e lotta all'Elettrosmog) riconoscendo l’illegittima inerzia dei dicasteri soccombenti, inosservanti da quasi vent'anni su un obbligo di legge previsto dal 2001 nell'attuazione di una campagna informativa sui pericoli dell’elettrosmog per la salute nell'uso di tecnologie per le comunicazioni senza fili.



Peccato che la richiesta era per una informazione consapevole sul rischio di una inconsapevole esposizione ai campi elettromagnetici in alta frequenza e non ad un uso da "babbeo" che ne puoi fare.
Il messaggio che ne deriva è quello di prestare maggior attenzione, nessun cenno ai pericoli a cui si va incontro con un uso “inconsapevole” ai campi elettromagnetici e alle frequenze a cui si viene esposti.
Cambiano i governi ma i risultati sono sempre uguali, una campagna informativa di questo livello è semplicemente ridicola.


Follia è fare sempre la stessa cosa ed aspettarsi risultati diversi (Albert Einstein)

martedì 23 luglio 2019

RICHIESTA RILEVAZIONI DELLA QUALITÀ DELL’ARIA IN CONCOMITANZA DELLA CHIUSURA DELL’AEROPORTO DI LINATE

Il 27 Luglio chiude l'aeroporto di Linate, occasione unica se si vuole comprendere come il trasporto aereo incida sulla qualità dell'aria nel milanese, noi ci proviamo e sollecitiamo una indagine ambientale , nella speranza che venga condotta in modo professionale e soprattutto senza conflitti d'interesse o pressioni politiche.


qui sotto il testo inviato in data 18 luglio 
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Al Sindaco di Milano e della città Metropolitana

Nel parlare di emissioni CO2, di particolato PM 2,5 e PM 10 si tende a pensare immediatamente alle automobili o alle ciminiere delle industrie presenti nell'hinterland di Milano, ed effettivamente queste ultime due coprono una buona parte delle cause determinanti del problema dell’effetto serra ma non sono le sole.
Tra le fonti antropiche di emissioni di gas serra troviamo anche i voli aerei e gli utilizzi delle vecchie caldaie per riscaldamento. Finora l’attenzione dei governi (locali e nazionali) sul settore aereo è stata praticamente NULLO o volutamente assente considerandolo un effetto marginale nonostante siano già stati rilevati rilevanti variazioni durante la chiusura dello spazio aereo in Europa dovuto all'eruzione del vulcano islandeseEyjafjallajökull nel 2010.
Negli anni passati il settore del trasporto aereo civile è stato spesso esonerato dal rispetto degli impegni internazionali sul clima e avvantaggiato fiscalmente anche dall'assenza di accise sul carburante utilizzato dagli aeromobili (kerosene) oggi sappiamo invece che, come per gli autoveicoli, anche per gli aeromobili esistono motorizzazioni “ecologiche”, ovvero che producano emissioni ridotte.
Su questa breve sintesi e sul fatto che l’aeroporto di Milano Linate chiude dal 27 luglio per una ristrutturazione, chiediamo che vengano eseguiti, durante i tre mesi di fermo, delle rilevazioni sulla qualità dell’aria in prossimità dell’aeroporto e nei comuni interessati dai corridoi di decollo (Sesto San Giovanni) e atterraggio in modo da poter aver dei dati oggettivi e poter valutare eventuali azioni.
Sia chiaro che NON siamo qui a chiederne la chiusura, ma un'analisi (PRIVA DI CONFLITTI D'INTERESSE) che tenda a minimizzare l’inquinamento prodotto migliorando la qualità dell’aria magari limitando l’uso dell’aeroporto ai solo mezzi “ecologici” (un po’ come avviene per l’area C o B a Milano) e magari anche limitando il numero dei voli (aumentato a dismisura con EXPO nel 2015 e mai riportato ai livelli precedenti).