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giovedì 20 agosto 2015

OSTIA, PARTE L’ABBATTIMENTO DI 150 TRALICCI DELL’ALTA TENSIONE

Sel X municipio: “L’abbattimento di queste strutture metalliche e dei restanti fili sospesi costituisce una importante opera di riqualificazione delle aree abitate così come delle aree sottoposte a tutela ambientale. Ringraziamo il “Comitato contro l’Elettrodotto” presieduto della presidente Fernanda Pascolini e tutti i comitati e le associazioni che da anni si battono con determinazione ed efficacia nel nostro territorio per denunciare le gravi conseguenze prodotte dai campi elettromagnetici”

Ostia - Sinistra Ecologia e Libertà X Municipio esprime soddisfazione per l’avvio del piano di abbattimento dei 150 tralicci dell’alta tensione “spenti” presenti sul nostro territorio. “Nel nostro municipio sono ancora ben piantati a terra alcuni tralicci dell’alta tensione, tecnicamente inutili in quanto “spenti”, che rappresentano un ingente danno ambientale e paesaggistico”, dichiara Marco Possanzini, coordinatore Sel X Municipio.
L’abbattimento di queste strutture metalliche e dei restanti fili sospesi costituisce una importante opera di riqualificazione delle aree abitate così come delle aree sottoposte a tutela ambientale. Nello specifico verranno abbattuti i tralicci "spenti" presenti nel quartiere della Longarina dove, grazie alle battaglie, allo studio epidemiologico e alle denunce del “Comitato Contro l’Elettrodotto” presieduto dalla signora Fernanda Pascolini, già erano stati interrati i cavi dell’alta tensione. Sel X municipio ringrazia il “Comitato Contro l’Elettrodotto” nella persona della presidente Fernanda Pascolini e ringrazia tutti i comitati e le associazioni che da anni si battono con determinazione ed efficacia nel nostro municipio per denunciare le gravi conseguenze prodotte dai campi elettromagnetici indotti dalle linee di trasmissione elettriche e dalle antenne”, conclude Marco Possanzini.


FONTE : OSTIATV.IT

martedì 11 agosto 2015

TREK CIELI LIBERI PER UN'OSSOLA SENZA MEGA-ELETTRODOTTI

Salviamo il Paesaggio VALDOSSOLA organizza un trekking di 3 giorni per vedere con i propri occhi le bellissime zone alpine interessate dal progetto INTERCONNECTOR Svizzera-Italia 380 kV.

Trek CIELI LIBERI per un'Ossola senza mega-elettrodotti 
Il 21, 22 e 23 agosto 2015 porteremo le bandiere di Salviamo il Paesaggio a sventolare sulle creste e a specchiarsi nei laghi alpini, camminando sugli antichi sentieri degli alpigiani, oggi Patrimonio Escursionistico della Regione Piemonte.

Vogliamo testimoniare che le nostre montagne, con i loro paesaggi, i loro profumi, i loro colori, valgono per noi molto, ma molto di più di qualsiasi compensazione che Terna ci possa dare per costruire un elettrodotto INTERCONNECTOR, utile solo alle industrie del milanese e agli azionisti di Terna.

Partenza con il trenino della Vigezzina fino a Prestinone, poi in funivia fino alla Piana di Vigezzo,e da lì ci si incammina, zaino in spalla e scarponi ai piedi, per ammirare ciò che potremmo perdere per sempre.

Due percorsi e tre tappe ciascuno:

una versione soft, per escursionisti a cui piace godersi gli attimi, passerà per i laghetti di Muino, il Panelatte, il rifugio Bonasson, salirà al lago Gelato e arriverà a Matogno, con una puntatina in Cravariola, per raggiungere Baceno passando da Aleccio e gli Orridi di Uriezzo;

una versione integrale per grandi camminatori su lunghe distanze, con buone capacità e allenamento fisico, proseguirà subito per il pernotto al lago di Matogno, attraverserà gli alpeggi di Cravariola, dormirà nel rifugio di Grossalp in Svizzera e raggiungerà Fondovalle di Formazza passando per il Lago Superiore.

Il trek sarà accompagnato dalle Guide Escursionistiche Ambientali Filippo Pirazzi, Francesco Annovazzi e Sonia Vella e sarà a carattere gratuito, fatte salve le spese dei mezzi di trasporto pubblici, il vitto dei tre giorni, il pernotto nel rifugio custodito e un contributo forfettario per l'organizzazione, con omaggio di maglietta Salviamo il Paesaggio Valdossola da indossare durante l'evento.



sito nazionale di Salviamo il Paesaggio: www.salviamoilpaesaggio.it

giovedì 6 agosto 2015

MINISTERO DEL’AMBIENTE : SI È INSEDIATO IL COMITATO INTERMINISTERIALE SULL'INQUINAMENTO

Ad annunciarlo un comunicato stampa sul sito del Ministero, non aspettiamoci grandi cose, soprattutto grandi tutele visto le forti pressioni che arrivano dai vari associati di confindustria .
Già si parla di metter mano alla legge quadro del 2001 che qualcuno considera troppo cautelativa !!!!!
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Presenti il ministro Galletti e i sottosegretari di Difesa, Interno, Beni Culturali, Salute, Lavoro, Istruzione e Sviluppo.

Roma, 4 ago - Si è insediato nel pomeriggio al ministero dell’Ambiente il Comitato interministeriale per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento elettromagnetico. Presenti il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, i sottosegretari alla Difesa Gioacchino Alfano, al lavoro Teresa Bellanova, all’Interno Gianpiero Bocci, ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni, alla Salute Vito De Filippo, all’Istruzione Gabriele Toccafondi, allo Sviluppo Economico Simona Vicari.
Il comitato è chiamato ad affrontare il problema dell’inquinamento elettromagnetico sotto diversi aspetti: nell'ambito della sicurezza sul lavoro, della tutela di ambiente, salute e paesaggio, della promozione della ricerca scientifica per valutare gli effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici magnetici ed elettromagnetici. 

La legge quadro 36 del 2001, che istituisce il comitato, si applica agli impianti, ai sistemi, alle apparecchiature per usi civili, militari, delle forze di polizia, agli elettrodotti e agli impianti radioelettrici, compresi quelli per telefonia mobile, per radiodiffusione e ai radar.
Nella prima riunione è stata svolta un’analisi dello schema della relazione informativa annuale da trasmettere al Parlamento sulle attività svolte nel 2014 sotto il profilo amministrativo, normativo, di controllo e monitoraggio delle sorgenti di campi elettromagnetici.



mercoledì 5 agosto 2015

ELETTRODOTTO VILLANOVA-GISSI RICORSI A PREFETTO E MAGISTRATURA DOPO GLI SCONTRI PER GLI ESPROPRI

Comune di Lanciano e comitati anti elettrodotto Villanova-Gissi annunciano esposti contro Terna per gli espropri. Lo scorso 8 luglio ci furono scontri tra manifestanti e incaricati Terna, con due feriti, durante un sit in in contrada Sant'Onofrio a Lanciano

LANCIANO - Esposti al prefetto di Chieti e alla magistratura contro la società Terna in merito agli espropri dei terreni sono stati annunciati in conferenza stampa questa mattina dal Comune di Lanciano e dai comitati anti elettrodotto Villanova-Gissi. Tutti denunciano le procedure non rispettate dalla società autorizzata a realizzare l’elettrodotto Villanova-Gissi, in relazione in particolare ai fatti dello scorso 8 luglio che hanno anche portato a scontri tra manifestanti e incaricati Terna durante un sit in a Lanciano, in contrada Sant'Onofrio. Due i feriti in quell'occasione, i quali avrebbero già presentato a loro volta denuncia per violenza e lesioni, mentre la polizia aveva inoltrato un rapporto in procura denunciando un tecnico Terna di Pescara, accusato di resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le generalità.
Il vicesindaco di Lanciano Pino Valente e i responsabili del Comitato Ambiente Salute e Territorio (Cast), Lab 61, Zona 22 e Nuovo Senso Civico hanno stigmatizzato "un'indebita prevaricazione operata dagli incaricati della società, che avrebbero dovuto comportarsi diversamente una volta giunti alla presenza dei proprietari, e invece agli occhi dei presenti hanno intenzionalmente forzato ogni libera manifestazione dei diritti e facoltà dei proprietari stessi". Valente ha ricordato che il Comune di Lanciano ha rinunciato a un milione di euro di eco ristoro. Sulla realizzazione dell'elettrodotto sono tuttora in corso al Tar i ricorsi del comuni di Lanciano, Castel Frentano e Paglieta, e al Consiglio di Stato quelli del CAST e privati, oltre a cittadini di Casalincontrada.

I COMITATI: TERNA NON DOVEVA AGIRE COSI - Quanto ai fatti dell'8 luglio a Sant'Onofrio, che hanno visto i terreni appartenenti alla signora Franca Colanero diventare teatro di uno “scontro frontale” tra cittadini e la società Terna, i comitati locali scrivono: “Davanti a decine di persone presenti sul fondo interessato da un decreto di occupazione, gli incaricati non solo hanno evitato di confrontarsi con il proprietario interessato, ma hanno messo in atto quella che è apparsa una provocazione nei confronti dei presenti. Questi si sono fatti avanti, arrivata l’ora della presentazione per l’immissione, visibilmente risoluti e senza manifestare, fin dall’inizio, nessuna dichiarazione verso il proprietario, cioè senza nemmeno cercare di parlare, porre le domande di rito, o ascoltare quanto volesse eventualmente dire. La proprietaria ha fatto quasi fatica a farsi sentire e subito gli incaricati di Terna sono stati visti letteralmente muovere addosso e contro le persone presenti. Era inevitabile che la situazione divenisse concitata e confusa, ma non è stata fatta violenza e del tutto accidentali o dovuti ad altro, devono considerarsi i danni alle persone”.

I Comitati precisano che dopo l’8 luglio e l'intervento del Prefetto, le operazioni di immissione in possesso sono avvenute diversamente, almeno finché cittadini e forze dell'ordine erano presenti, questa volta rispettando la volontà dei proprietari, e verbalizzando –quando manifestata – la loro semplice opposizione.“


martedì 4 agosto 2015

COMITATI NO ELETTRODOTTO: "TERNA NON DOVEVA AGIRE COSÌ"

Dopo i fatti dell'8 luglio scorso, comitati e cittadini denunciano il comportamento, a dir loro, violento dei funzionari a Sant'Onofrio.

LANCIANO - Le testimonianze e le storie che riportano all’8 luglio sono diverse, ma tutte simili. I tecnici Terna, incuranti dei cittadini e residenti, hanno letteralmente messo i loro piedi sulle proprietà dei lancianesi di Sant’Onofrio ed in modi che, per i manifestanti, sono al limite della legalità, hanno effettuato espropri ed immissioni, per la prosecuzione dell’elettrodotto Villanova-Gissi.
Ed ora, dopo quasi un mese, le associazioni CAST, Lab 61, Zona 22 e Nuovo Senso Civico, si trovano a denunciare l’accaduto, ancora sgomenti, ma con la volontà di non abbassare la guardia e di non far spegnere i riflettori su questa vicenda.
“La pressione psicologica effettuata da Terna - commenta Antonella La Morgia del CAST - è stata molta e, soprattutto lo scorso l’8 luglio, i tecnici si sono spinti molto oltre, ai limiti della legalità”.
“Comitati, privati e rappresentanti dell’amministrazione hanno in questi giorni ascoltato testimonianze, visionato video, confrontato ricordi comuni - si legge in una nota dei comitati -  e la conclusione è stata il riconoscimento unanime che si è trattato di un’indebita prevaricazione operata dagli incaricati dalla società”.
L’iter procedurale, in questa fase, prevede infatti che i funzionari di Terna parlino con i proprietari per capire cosa hanno da dire e, invece, l’8 luglio è accaduto tutto il contrario.
“I tecnici Terna - ricorda Franca Colanero, letteralmente messa a terra durante gli scontri dell’8 luglio e che ancora ne porta i segni addosso - non hanno voluto parlare con noi proprietari ed ho dovuto rincorrerli per dire le mie ragioni. Nessuno mi ha chiesto cosa volessi fare”.
Stesso racconto da Antonella Franceschini, una ragazza che, con la mamma è proprietaria di un terreno a Sant’Onofrio. “Avevamo provato a delimitare i nostri terreni - racconta Antonella - ma i funzionari sono entrati senza rispettare la nostra proprietà privata. Ma soprattutto non hanno rispettato noi come persone. Siamo cittadini, non sudditi, e non possiamo essere trattati solo come ostacoli”.
E sono molte le querele che, privatamente, i diretti interessati, come Alessandra Franceschini o la signora Franca Colanero, hanno sporto contro i singoli e contro Terna per le presunte ripetute situazioni di illegalità che hanno riscontrato.
“Al di là dello svolgimento dei fatti - si legge ancora nella nota dei comitati - su cui eventualmente ci saranno le indagini disposte dalle competenti autorità, i comitati ed il comune di Lanciano esprimono sincero disappunto per quanto accaduto”.
“Episodi di questo genere - conclude il vicesindaco Pino Valente - non devono più accadere. Con i nostri uffici stiamo facendo delle valutazioni su procedure e urbanistica e sull’iter da seguire. Intanto - sottolinea Valente - affermiamo ancora la nostra completa contrarietà a questo progetto”.


giovedì 30 luglio 2015

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO, L’APPELLO DI 190 SCIENZIATI ALL’ONU

Nel testo si richiede l’adozione di linee guida più rigide sull’esposizione ai campi elettromagnetici, incoraggiando misure precauzionali, ed educando il pubblico riguardo ai rischi per la salute, in particolare dei bambini e delle donne incinte. L’analisi della Dottoressa Fiorella Belpoggi, Direttore Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini di Bologna, tra i firmatari dell’appello.


Numerose pubblicazioni scientifiche recenti hanno dimostrato che i campi elettromagnetici non ionizzanti (EMF) influiscono sugli organismi viventi a livelli ben inferiori a molte linee guida sia nazionali che internazionali. Gli EMF includono le apparecchiature che emettono radiazione a radiofrequenza (RFR), quali i cellulari, i telefoni cordless e le loro stazioni base, il wi-fi, le antenne di trasmissione, gli smart-meter e i monitor per neonati, oltre alle apparecchiature elettriche e alle infrastrutture utilizzate nel trasporto e consegna di elettricità che generano un campo elettromagnetico a frequenza estremamente bassa (ELF EMF).
Gli effetti aumentano il rischio di tumori, lo stress cellulare, i radicali liberi dannosi, e apportano modifiche strutturali e funzionali del sistema riproduttivo, deficit di apprendimento e di memoria, disturbi neurologici, e impatti negativi sul generale benessere degli esseri umani. I danni non riguardano solamente la specie umana, ma anche quella animale e vegetale. Per questi motivi, 190 scienziati di 39 Paesi hanno inoltrato un appello all’Onu, fatto di 9 punti (leggi in basso), destinatari Ban Ki-moon, Segretario Generale, Margaret Chan, Direttore Generale, e tutti gli Stati membri, “per incoraggiare l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ad esercitare una forte leadership nella promozione dello sviluppo di linee guida più protettive nei confronti degli EMF, incoraggiando misure precauzionali, ed educando il pubblico riguardo ai rischi per la salute, in particolare per lo sviluppo dei bambini e del feto”.
«Siamo seriamente preoccupati riguardo all’esposizione ubiquitaria e agli effetti, spesso negati o sottovalutati, dei campi elettromagnetici», spiega la Dottoressa Fiorella Belpoggi, Direttore Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini di Bologna, tra i firmatari dell’appello. In esso, infatti, si sottolinea che l’OMS viene a mancare all’adempimento del suo ruolo quale preminente ente internazionale di salute pubblica. Ragion per cui le linee guida per gli EMF sono al momento inadeguate.
Ma facciamo un passo indietro.
Nel 1998 la Commissione Internazionale sulla Protezione dalle Radiazioni Non-Ionizzanti (ICNIRP) stabilì le “Linee guida per limitare l’esposizione ai campi elettromagnetici, magnetici, elettrici variabili nel tempo (fino a 300 GHZ)”. Linee guida che furono accettate dall’OMS e da molti Paesi in tutto il mondo. Undici anni dopo, nel 2009, l’ICNIRP rilasciò una dichiarazione, che riaffermava le proprie linee guida del 1998, perché secondo la loro opinione, la letteratura scientifica pubblicata fino ad allora “non aveva fornito prova di alcun effetto negativo al di sotto dei limiti stabiliti e non si rendeva necessaria una revisione immediata della sua guida per la limitazione dell'esposizione ai campi elettromagnetici ad alta frequenza”. Inoltre, l’OMS adottò la classificazione dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) del campo elettromagnetico a frequenza estremamente bassa (ELF EMF) e della radiazione a radiofrequenza (RFR), rispettivamente nel 2002 e nel 2011. Questa classificazione dichiara che l’EMF è un possibile cancerogeno umano. Nonostante entrambe le scoperte dello IARC, l’OMS continua a sostenere che non vi sono prove sufficienti per giustificare l'abbassamento di tali limiti quantitativi di esposizione.
Nell'appello si parla anche di "polemica circa un fondamento logico per fissare norme per evitare gli effetti negativi per la salute, raccomandandosi che il Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) convochi e finanzi un comitato multidisciplinare indipendente che esplori i pro e i contro di pratiche alternative a quelle correnti che possano abbassare sostanzialmente l’esposizione umana alle RF e ai campi ELF”. A cosa si riferisce? «La stessa Legge 81/2008 - afferma la Belpoggi - ha in realtà fissato limiti inferiori in Italia a quelli suggeriti dalla Commissione Internazionale sulla Protezione dalle Radiazioni Non-Ionizzanti (ICNIRP) e attualmente in vigore in molti altri paesi europei. La polemica nasce dalla mancanza di solide basi scientifiche per i limiti fissati dall’ICNIRP, per questo il legislatore italiano ha ritenuto di fissare limiti inferiori per maggiore precauzione».
Nell'elenco dei 9 punti, ce ne sono molti che si basano su una questione culturale, intesa come buon senso, volontà politica, educazione, formazione da parte dei "poteri forti", affinché il cittadino possa essere consapevole dei rischi che corre quotidianamente: «Il sonno della ragione genera mostri - conclude Fiorella Belpoggi - Non c’è niente di più pericoloso di una società che recepisce passivamente quanto le viene imposto, che spegne la ragione per gettarsi nelle mani del progresso. Solo se i cittadini chiedono, gli sarà (spesso dopo molto tempo) risposto. Gli oltre 25.000 soci che sostengono l’Istituto Ramazzini hanno ad esempio ritenuto importante finanziare i nostri studi sui campi elettromagnetici. Non tutti dormono».
Ricordiamo che i 190 scienziati hanno firmato come individui. Questo significa che la loro posizione non necessariamente rappresenta la visione dei loro datori di lavoro.

I 9 punti dell’appello:
1. Vengano protetti i bambini e le donne incinta;
2. Si rinforzino le linee guida e gli standard regolamentari;
3. I produttori vengano incoraggiati a sviluppare tecnologia più sicura;
4. I servizi di utilità pubblica (società dell’energia elettrica, telefonia, etc.) responsabili della produzione, trasmissione, distribuzione, e monitoraggio del mantenimento dell’elettricità, mantengano di un’adeguata qualità della corrente elettrica e assicurino cavi elettrici appropriati per minimizzare i danni prodotti dalla corrente a terra;
5. Il pubblico venga pienamente informato riguardo ai rischi potenziali per la salute derivanti dall’energia elettromagnetica e vengano loro insegnate le strategie per la riduzione del danno;
6. Ai professionisti del campo medico si provveda un’educazione adeguata riguardo agli effetti biologici dell’energia elettromagnetica e sia provvista una formazione al trattamento di pazienti che soffrono di elettrosensibilità;
7. I governi finanzino formazione e ricerca sui campi elettromagnetici e la salute che sia indipendente dall’industria e impongano la cooperazione tra industria e ricercatori;
8. I mass media rivelino i rapporti tra gli esperti della finanza con l’industria quando citano le loro opinioni riguardo gli aspetti sulla salute e la sicurezza delle tecnologie di emissione di EMF; e
9. Vengano stabilite delle zone-bianche (aree libere da radiazioni).


martedì 28 luglio 2015

FRIULI, BOCCIATO MEGATRALICCIO SULL’ISONZO. ‘IL MINISTERO NON FACCIA INTERESSI DIVERSI’

L'impianto doveva attraversare la piana da Udine a Redipuglia per 39 km con una doppia linea di tralicci da 61 metri. Comuni e associazioni sono contrari, la Regione sta alla finestra. Dal Tar si arriva al Consiglio di Stato che boccia definitivamente il tracciato che il Mibac ha avvallato, sulla base di valutazioni produttive che "esulano dalle sue attribuzioni"


Quel megatraliccio non attraverserà l’Isonzo. Non ferirà un luogo simbolo della storia italiana sconvolgendo il paesaggio e l’ambiente. Lo ha deciso il Consiglio di Stato con una sentenza depositata ieri (scarica) che ha definitivamente bocciato la Valutazione di impatto ambientale dell’elettrodotto di Terna che doveva fendere la piana del Friuli tra Udine e Redipuglia, lungo un tracciato di 39 km. Si erano opposti sette comuni, diverse associazioni, imprese agricole e linee di aviazione. L’impatto ci sarebbe stato eccome, visto che si tratta della più grande tipologia di elettrodotti, sorretta da tralicci alti 61 metri ad altissima tensione (380kw).

Terna è in fibrillazione, soddisfatti i comuni. Non parla la Regione che aveva tenuto un atteggiamento ambiguo, tanto che non si era voluta costituire in giudizio né in sede di Tar (2009), dove Terna l’aveva spuntata tre volte, né nel avanti il Cds dove il colosso energetico ha perso la sua battaglia. La sentenza è bella da leggere perché afferma una serie di principi importanti in materia di tutela del paesaggio. Su tutti, dove dovrebbe stare l’istituzione quando si contrappongono interessi diversi.
Nel caso specifico che il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali non poteva fare valutazioni comparative con altri interessi, doveva occuparsi della tutela del paesaggio. Punto. In sede di valutazione, infatti, la locale Soprintendenza già nel 2004 aveva dato un giudizio tecnico sfavorevole, ravvisando nel progetto un impatto potenzialmente devastante per l’ambiente e il paesaggio: dal “depauperamento della scenografia di tratti fluviali” all’esbosco di specie arboree di alto valore naturalistico ed ecologico. Avanza allora la proposta di interramento della linea nelle zone sottoposte a tutela paesaggistica. Ma non è solo Terna a dire di no, è il ministero da cui quella soprintendenza dipende: a distanza di sette anni, infatti, proprio il Ministero dei Beni Culturali cambia idea e si esprime favorevolmente al tracciato.

Illogico e quindi illegittimo, hanno stabilito ora i giudici, che il Ministero che ha bocciato quel tracciato lo potesse poi promuovere in virtù di considerazioni diverse, attinenti alla sfera produttiva. In soldoni, è vero che l’opera da 110 milioni di euro può garantire l’approvvigionamento alle acciaierie di Udine, ma questo non solleva il ministero dal fare il suo lavoro. “Nell’esercizio della funzione di tutela spettante al MIBAC – si legge nella sentenza – l’interesse che va preso in considerazione è solo quello circa la tutela paesaggistica, il quale non può essere aprioristicamente sacrificato dal MIBAC stesso, nella formulazione del suo parere, in considerazione di altri interessi pubblici la cui cura esula dalle sue attribuzioni”. E in una stagione dove non si capisce più chi fa l’interesse pubblico quando si parla di ambiente, pare un buon principio.


giovedì 23 luglio 2015

VIDEO SULLE MUTAZIONI DEGLI ORTAGGI ESPOSTI AD ALTE FREQUENZE ( ANTENNE RADIO BASE )


A Gaeta, in Provincia di Latina, due agricoltori notano strane mutazioni nei prodotti della loro terra, che coltivano da generazioni.
Lo strano fenomeno segue di poco l'installazione, nelle vicinanze, di alcune antenne per la telefonia mobile. Il reportage di TMO, a cura di Luigi Oliviero, mostra gli esiti sugli ortaggi di questo "strano" e imprevisto fenomeno.

mercoledì 22 luglio 2015

IN ALTO ADIGE UNA SCUOLA AZZERA L'ELETTROSMOG

Che effetto ha l’elettrosmog sugli esseri viventi? Un esperimento nella scuola di Merano ha portato ad abolire le fonti di inquinamento elettromagnetico
Ridurre l’elettrosmog tra i banchi di scuola. È la missione intrapresa dai ragazzi della quarta elementare nelle scuole De Amicis e Maia Alta di Merano, in provincia di Bolzano. Dopo aver partecipato alle lezioni in cui è stato invitato un consulente del Centro tutela consumatori, gli alunni hanno dato vita ad una iniziativa. L’intenzione era toccare con mano l’inquinamento elettromagnetico, per comprenderne le ricadute sulla natura e gli esseri viventi. Così, le classi quarte hanno condotto un esperimento sui vegetali: alcune vaschette, contenenti piantine di crescione, sono state coltivate in due punti distinti. Il primo ambiente era caratterizzato da un alto livello di elettrosmog, il secondo no. Si tratta di una metodologia di ricerca chiamata “esperimento caso-controllo”: un gruppo di soggetti con le stesse caratteristiche di partenza, in questo caso le piante, viene diviso in due. Uno soltanto viene sottoposto ad una specifica variazione del contesto, per scoprire se essa influisce e in che modo sul risultato finale.
In Alto Adige una scuola azzera l'elettrosmog«Il confronto tra il crescione irradiato e quello coltivato in ambiente meno esposto non ha lasciato dubbi – racconta il quotidiano on line Alto Adige – Le piantine irradiate sono risultate ingiallite e meno rigogliose rispetto a quelle collocate in ambiente meno esposto, pur curate e annaffiate nel medesimo modo».
La classe, poi, munita di strumenti appositi, ha mappato tutto l’edificio, scoprendo che era pervaso da segnali elettromagnetici fino ad un livello massimo di 3.000 microwatt per metro quadro. Hanno saputo dalla preside che servivano all’organizzazione della comunicazione con il personale non docente, per gestire la presenza dei ragazzi nella mensa o rispondere alle varie necessità logistiche all’interno della scuola.
Il plesso è completamente cablato, dunque non serve ad ogni costo un sistema di comunicazione senza fili. Così, è stata inoltrata una richiesta al Comune di Merano per ottenere la disattivazione dei ripetitori distribuiti all’interno della scuola. Il personale ha abbandonato i cordless e ricominciato ad utilizzare i normali telefoni interni. Una volte ripetute le misurazioni, sono stati ottenuti risultati sorprendenti: da 3 mila microwatt si era scesi ad appena 5. Il mentre il governo italiano cerca di alzare le soglie per facilitare la comunicazione 4G e promuove il Wi-Fi nelle scuole, nonostante una lettera firmata da 70 scienziati che chiede di evitare uno tsunami di onde elettromagnetiche nei luoghi di vita quotidiana.