Che
effetto ha l’elettrosmog sugli esseri viventi? Un esperimento nella
scuola di Merano ha portato ad abolire le fonti di inquinamento
elettromagnetico
Ridurre
l’elettrosmog tra i banchi di scuola. È la missione intrapresa dai
ragazzi della quarta elementare nelle scuole De Amicis e Maia Alta di
Merano, in provincia di Bolzano. Dopo aver partecipato alle lezioni
in cui è stato invitato un consulente del Centro tutela consumatori,
gli alunni hanno dato vita ad una iniziativa. L’intenzione era
toccare con mano l’inquinamento elettromagnetico, per comprenderne
le ricadute sulla natura e gli esseri viventi. Così, le classi
quarte hanno condotto un esperimento sui vegetali: alcune vaschette,
contenenti piantine di crescione, sono state coltivate in due punti
distinti. Il primo ambiente era caratterizzato da un alto livello di
elettrosmog, il secondo no. Si tratta di una metodologia di ricerca
chiamata “esperimento caso-controllo”: un gruppo di soggetti con
le stesse caratteristiche di partenza, in questo caso le piante,
viene diviso in due. Uno soltanto viene sottoposto ad una specifica
variazione del contesto, per scoprire se essa influisce e in che modo
sul risultato finale.
In
Alto Adige una scuola azzera l'elettrosmog«Il confronto tra il
crescione irradiato e quello coltivato in ambiente meno esposto non
ha lasciato dubbi – racconta il quotidiano on line Alto Adige –
Le piantine irradiate sono risultate ingiallite e meno rigogliose
rispetto a quelle collocate in ambiente meno esposto, pur curate e
annaffiate nel medesimo modo».
La
classe, poi, munita di strumenti appositi, ha mappato tutto
l’edificio, scoprendo che era pervaso da segnali elettromagnetici
fino ad un livello massimo di 3.000 microwatt per metro quadro. Hanno
saputo dalla preside che servivano all’organizzazione della
comunicazione con il personale non docente, per gestire la presenza
dei ragazzi nella mensa o rispondere alle varie necessità logistiche
all’interno della scuola.
Il
plesso è completamente cablato, dunque non serve ad ogni costo un
sistema di comunicazione senza fili. Così, è stata inoltrata una
richiesta al Comune di Merano per ottenere la disattivazione dei
ripetitori distribuiti all’interno della scuola. Il personale ha
abbandonato i cordless e ricominciato ad utilizzare i normali
telefoni interni. Una volte ripetute le misurazioni, sono stati
ottenuti risultati sorprendenti: da 3 mila microwatt si era scesi ad
appena 5. Il mentre il governo italiano cerca di alzare le soglie per
facilitare la comunicazione 4G e promuove il Wi-Fi nelle scuole,
nonostante una lettera firmata da 70 scienziati che chiede di evitare
uno tsunami di onde elettromagnetiche nei luoghi di vita quotidiana.
FONTE
: RINNOVABILI.IT