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giovedì 10 luglio 2014

VICENZA : « SIAMO ACCERCHIATI DALL'ELETTRODOTTO »

Nasce un comitato di protesta, in località Sottobroli in cui vivono 400 persone, contro il progetto della nuova linea da 220 mila volt
Ancora critiche sulla stazione elettrica di Malo. Stavolta a far sentire la sua voce è un gruppo di cittadini di San Vito di Leguzzano, i cui componenti abitano in località Sottobroli, quartiere di circa 400 abitanti al confine fra i due Comuni. «Saremo accerchiati dagli elettrodotti», denunciano. Secondo il progetto esecutivo presentato da “Terna Spa”, che gestisce la rete elettrica nazionale, i nuovi cavi da 220 mila volt dovrebbero passare non lontano dalle loro case e sui loro terreni: «Una soluzione che - sostengono i residenti - comporta sprechi di denaro pubblico, richiedendo la costruzione di nuove strade e di oltre 3 chilometri di linee elettriche. Oltre ai disagi per residenti e proprietari dei campi». Per questo, attraverso il portavoce Francesco Casato, hanno presentato al Ministero le loro osservazioni al progetto in cui portano avanti una richiesta precisa: «Ritornare alla soluzione iniziale, a Monte di Malo, meno invasiva da tutti i punti di vista». 


mercoledì 9 luglio 2014

ELETTROSMOG: SI CHIUDE LA BOCCA AI CRITICI E SI FA IL GIOCO DELLE COMPAGNIE

I nuovi regolamenti dell’Inail hanno soppresso i dipartimenti deputati a fare ricerca e studiare gli effetti dei campi elettromagnetici. E l’associazione Amica teme che si voglia chiudere la bocca a chi mette in guardia la popolazione. Intanto scattano esposti e interrogazioni parlamentari.
«Il nuovo Regolamento di Organizzazione - Titolo III dell'Ibail sopprime i Dipartimenti di Tecnologie di Sicurezza e quello di Impatto Ambientale degli Insediamenti Produttivi di cui faceva parte il Laboratorio di Inquinamento da Radiazioni e Ultrasuoni diretto dal Prof. Livio Giuliani» spiega l’associazione Amica che tutela le persone elettrosensibili.«Questo laboratorio Ispesl è stato determinante nella formulazione dei limiti di esposizione per i campi elettromagnetici (DM 381/1998 e Legge 36/2001), compreso il valore di attenzione di 6 volt/metro, che fa dell'Italia un Paese tra più avanzati nella protezione dalle radiazioni non ionizzanti – prosegue Amica - Temiamo che quanto sta avvenendo oggi all’Inail sia solo uno dei tanti passi per abbattere questo livello di attenzione e innalzare i limiti di legge per i campi elettromagnetici che non permettono il pieno sviluppo della telefonia di nuova generazione a banda larga. Il nuovo Regolamento prevede che i dipartimenti centrali dell'ex Ispesl siano ridotti a due e che vadano "in staff al Direttore Generale", mentre i dipartimenti periferici, ridotti a unità operative, devono essere "in staff ai dirigenti regionali". Questa previsione mette di fatto la ricerca in soggezione alla dirigenza amministrativa dell'Istituto, in netto contrasto sia con la Costituzione, che stabilisce che la ricerca è libera, sia con la legge che stabilisce "la competenza della dirigenza amministrativa non si estende alla gestione della ricerca e dell'insegnamento".  L’Inail ha, per giunta, disposto il riordino dei dipendenti dell’Ispesl con soppressione del Laboratorio di Inquinamento da Radiazioni e Ultrasuoni. Contro tale provvedimento la maggioranza dei dipendenti dell’Ispesl ha proposto ricorso al TAR e alcuni ricercatori universitari, tra cui il prof. Mauro Cristaldi dell’Università di Roma e la Prof.ssa Caterina Tanzarella dell’Università Roma Tre, e associazioni, tra cui noi di Amica, hanno deciso promuovere un ricorso ad adiuvandum per dare forza davanti al giudice al ricorso dei dipendenti ex-Ispesl. La prima udienza si terrà il 29 ottobre». «Che i ricercatori dell’ex ISPESL fossero scomodi per le loro posizioni cautelative era evidente anche dal fatto che non sono stati chiamati ad esprimersi sul MUOS – prosegue l’associazione - La Regione Sicilia infatti ha vincolato il proprio parere in merito al MUOS alla relazione dell’Istituto Superiore di Sanità, senza chiedere parere anche all’Ispesl nonostante le norme prevedano ancora oggi che l’Ispesl  (incorporato dall’Inail a cui sono state demandate tutte le competenze) abbia una competenza concorrente con l’ISS in materia di radiazioni elettromagnetiche e quindi gli enti locali dovrebbero chiedere parere ad entrambe queste istituzioni, cosa che in Sicilia non è stata fatta. Non è tutto. La soppressione del Laboratorio di Inquinamento da Radiazioni e Ultrasuoni rappresenta un insulto alla tutela della salute pubblica, ma anche alla ricerca scientifica in quanto tale laboratorio è all'avanguardia a livello internazionale per la ricerca degli effetti benefici dei campi elettromagnetici in particolare per la cura dell'infarto. Ha pubblicato, infatti, su due autorevoli riviste scientifiche (Electromagnetic Biology  and Medicine, 2008; Oxford Cardiovascular Research, 2009) uno studio sugli effetti dei campi elettromagnetici estremamente bassi (ELF) sulla differenziazione di cellule staminali cardiache autologhe. Un progetto volto alla prosecuzione di questa ricerca così innovativa, a cui collaborano ricercatori del CNR di Bologna e di Roma, medici dell'Università di Ricerca e il Premio Nobel Luc Montagnier, ha passato positivamente il vaglio dei referee, il National Institute for Environmental Health and Safety (NIEHS), incaricato dal Ministero della Salute di valutare i progetti di ricerca presentati nell'ambito del Piano ministeriale del 2009. I fondi sono stati assegnati nel 2011, ma da allora l'INAIL non li ha erogati. Nel frattempo un'equipe americana ha pubblicato i risultati di una ricerca simile».Il senatore Felice Casson ha presentato una interrogazione parlamentare al riguardo e il prof. Morando Soffritti, presidente dell'Istituto Ramazzini per la ricerca sul cancro di Bolgona, e il dott. Fiorenzo Marinelli del CNR di Bologna hanno presentato un esposto-denuncia  alla Procura di Firenze».


martedì 8 luglio 2014

LUCCA ELETTRODOTTO, COMITATI E COMUNI RIBADISCONO IL NO

I comitati contro l'elettrodotto incassano un'altra, importantissima, vittoria. Il primo atto che segue all'incontro di oggi pomeriggio (25 giugno) a Palazzo Orsetti tra rappresentanti dei cittadini, dall'Oltreserchio alla Versilia fino a Vecchiano e a San Giuliano, e le cinque amministrazioni comunali coinvolte, sarà la richiesta a Terna dell'opzione zero, ovvero: niente nuovo elettrodotto sulle colline, niente centrale elettrica alle ex cave di Balbano e, soprattutto, manutenzione e interventi per l'adeguamento dei tralicci dell'elettrodotto che esiste già e pende sulle teste della gente di Maggiano, Nozzano San Pietro, Formentale, Stabbiano e Farneta, anche loro tutti presenti alla riunione che è stata convocata dal sindaco Alessandro Tambellini.
Alla riunione di oggi erano presenti veramente tutti, dal comitato Starc sorto contro il nuovo progetto dell'elettrodotto nell'Otreserchio, fino al comitato 2005 contro i tralicci a Maggiano, il comitato di Chiatri e semplici cittadini, insieme ai rappresentanti delle cinque amministrazioni coinvolte e della Provincia di Lucca. Il prossimo step sarà una nuova assemblea pubblica già convocata dai comitati per lunedì prossimo (30 giugno) alle 21,30 agli impianti sportivi di Nozzano, per illustrare le osservazioni presentate al progetto entro la scadenza fissata dalla procedura di Via e a prepararsi al prossimo decisivo incontro. Quello cioè fissato in Regione Toscana per il prossimo 1 luglio. In quella sede si metterà probabilmente un punto decisivo nel percorso avviato fino ad ora e alla riunione sono convocati tutti i rappresentanti degli enti coinvolti nel progetto.
Alla partecipata riunione di oggi pomeriggio a Palazzo Orsetti, il presidente del comitato Starc, Simone Lena, accompagnato dai legali e dai tecnici forniti dalla famiglia Marcegaglia, l'avvocato Elena Cirri di Firenze e il dottor Paolo Parma della società di consulenza Made Hse, ha illustrato gli obiettivi dei cittadini. “Il progetto - ha detto Lena - a tutti gli effetti non sembra essere necessario visto l'andamento della richiesta di energia sul territorio e la realizzazione del progetto è incompatibile con il territorio su cui verrebbe collocato. E’ per questo che si chiede a gran voce l'opzione zero. In attesa di dismetterlo - ha aggiunto poi Lena - Terna deve ancora risolvere i problemi di sicurezza relativi al vecchio elettrodotto, ormai obsoleto e costruito in un periodo in cui evidentemente la sensibilità per l'ambiente e la salute dei cittadini era piuttosto carente”.
Solo se Terna dimostrerà che un nuovo elettrodotto è davvero “necessario” - sostengono i cittadini - “dovrà presentare eventuali progetti alternativi che saranno sottoposti ad opportuna valutazione”. Ma i cittadini insistono comunque nel richiedere l'opzione zero: ovvero niente elettrodotto e graduale dismissione di quello esistente.
Per quanto riguarda la previsione della stazione elettrica nella Cava di Batani, le amministrazioni chiedono di conoscere le effettive esigenze alla base della proposta di Terna ed in tal senso è intenzione dei Comuni di chiedere che i fondi che la stessa Terna, in qualità di soggetto che propone il progetto deve versare all’autorità competente, vale a dire al Ministero per l’Ambiente, nell’ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, siano destinati anche a conferire un incarico ad un istituto universitario e di ricerca, in grado di fornire risposte terze ed imparziali sull’intera proposta progettuale.
L’amministrazione comunale di Lucca che ha voluto promuovere l’incontro di ieri proprio nell’ottica di coordinare l’azione dei diversi soggetti -Enti locali e comitati- in vista della riunione del tavolo di concertazione, ha ribadito la necessità di procedere nella direzione indicata anche dai rispettivi consigli comunali.
La vera partita, dopo quella vinta oggi con il sostegno di tutte le amministrazioni comunali coinvolte, sarà quella che si giocherà martedì prossimo in Regione Toscana.
“Lucca si presenterà al tavolo in Regione – afferma il sindaco Alessandro Tambellini – portando con sé tutte le osservazioni che sono pervenute in Comune da parte dei cittadini, delle associazioni e dei comitati”.


ELETTRODOTTO: PONTE NELLE ALPI SI AFFIDA A UN ESPERTO

Il Comune contatta alcune università per valutare la fattibilità delle varie soluzioni in campo.
PONTE NELLE ALPI. Caso elettrodotto: il Comune valuta l'idea di appoggiarsi a un esperto per capire la fattibilità di alcune soluzioni.
«In questi ultimi tempi si sta parlando di molte cose, dalla corrente continua al passaggio della linea lungo il corridoio autostradale», spiega l'assessore Ezio Orzes.
«Sono necessari approfondimenti tecnici per capire se sono fattibili, cosa comporterebbero per Ponte nelle Alpi, se sono attuabili in tempi brevi». L'assessore si è già messo all'opera per individuare l'esperto, sta contattando alcune università e sta anche cercando di capire se il bilancio consente di impegnare una certa cifra per pagarlo.
Quella di avere accanto una figura esperta, in una partita complessa com'è quella della razionalizzazione degli elettrodotti, è una richiesta che alcuni membri del comitato Stop elettrosmog fanno da anni ad Orzes.
Che lo sa e lo riconosce.
Nel contempo, l'assessore invita il comitato a individuare un referente, perché al gruppo spetta la nomina di un componente della commissione ambiente, che va rifatta dopo le elezioni.
La commissione è composta da 12 persone: sette nominate dalla maggioranza, tre dalla minoranza (Diana Broi è stata avvertita di indicare i tre nomi, con preghiera che si tratti di tecnici – architetti, ingegneri, periti, ecc. - per mantenere lo stesso profilo che l'ha contraddistinta dalla sua costituzione) e due vengono indicati di comitati “Salvaguardia ambiente” e “Stop elettrosmog”.
Servono i nomi anche per i tavoli tecnici, che sono stati richiesti dai comitati, ma anche dalla Regione (con la risoluzione 72) e dal Comune di Belluno, con la mozione approvata il 12 giugno.
Orzes auspica si faccia una sintesi, per non creare tre organismi che discutano della stessa materia e che rischiano di sovrapporsi.
«Bisogna essere concreti», afferma l'assessore. Il quale, poi, entra nel merito del progetto: «Siamo ad un passo dalla soluzione di un problema che Ponte nelle Alpi ha da 60 anni. Fermare la procedura oggi vorrebbe dire perdere altri anni, non ci sono le condizioni per rivedere il progetto in tempi rapidi, come sostengono i comitati».
Nel ricordare che il Comune di Ponte non potrebbe chiedere il risanamento del territorio, perché la normativa che lo disciplina è priva di decreti attuativi, Orzes conclude: «E' stato studiato ogni metro per capire dove far passare le linee in uscita dalla stazione di Polpet. Avevamo trovato un punto di equilibrio. Riteniamo però che debbano essere eliminati dal progetto gli elementi che rendono plausibile la caratterizzazione di quest'opera come un frazionamento di un piano di sviluppo più ampio. Il progetto dovrebbe riportare quale corrente di riferimento quella delle linee a cui si attestano i nuovi tratti, e quali sostegni e componenti quelli standard a 220 kV, come per le altre linee dello stesso progetto esercite alla medesima tensione».


lunedì 7 luglio 2014

ELETTRODOTTO SORGENTE-RIZZICONI, IL DEPUTATO VILLAROSA (M5S) PRESENTA UN’INTERROGAZIONE ALLA CAMERA

Con un’interrogazione scritta, Villarosa, D’Uva, Cancelleri, Segoni e Daga del Movimento Cinque Stelle, ripropongono alla Camera l’increscioso tema dell’Elettrodotto Sorgente Rizziconi, che Terna sta completando tra Calabria e Sicilia. In particolare, risulta ultimato il tratto compreso tra Sorgente e Pace del Mela, nel quale i cavi sono stati interrati. E’ stato avviato inoltre anche il posizionamento dei cavi aerei, contemporaneamente a quello degli ultimi piloni monostelo. L’argomento viene tenuto sempre caldo dalle associazioni presenti sul territorio.
In particolare, diversi servizi giornalistici sono stati realizzati a Pace del Mela, dove il quartiere di Passo Vela viene tristemente rinominato “quartiere delle donne con le parrucche” e anche a Venetico, dove, lo ricordiamo, sono state invitate, dopo quelle di Rai News 24, anche le telecamere di Striscia La Notizia. Da quel servizio televisivo, però, il Comitato di tutela non ottenne l’effetto sperato.
Sull’onda di questo generale malcontento e senso di paura ormai diffuso, è stata dunque indirizzata al Ministro della giustizia, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, un’interrogazione scritta, della quale riportiamo il testo integrale. Pare infatti che, nel Piano di Sviluppo 2013, Terna abbia proposto di realizzare un secondo elettrodotto nel territorio siciliano, dalla stazione elettrica nel torrente Gallo a Sergente.

 Al Ministro della giustizia, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
l’iter e la valutazione del progetto di elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi sono caratterizzati da numerose «anomalie» nell’applicazione delle norme vigenti (regionali, nazionali e comunitarie), anche se l’opera è in possesso delle autorizzazioni previste dalla legge; ( leggi QUI l’articolo completo )


FONTE : STRETTOWEB.COM

RIORGANIZZAZIONE DEGLI ELETTRODOTTI: PREMIO VERDE AL COMUNE DI CALENZANO

Il municipio di Calenzano Il Comune di Calenzano ha ricevuto il Green Pride Toscana, il premio per le eccellenze toscane della Green Economy. Il riconoscimento, consegnato al Sindaco Alessio Biagioli, si riferisce alla riorganizzazione degli elettrodotti. Il premio è della Fondazione Univerde, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e con Terna ed ha avuto il patrocinio della Regione Toscana. 
È stato assegnato a Calenzano per il lavoro condiviso tra Amministrazione e Terna nella riorganizzazione degli elettrodotti, che ha portato alla definizione di un piano degno di nota.   “Oggi viene premiato il lavoro preventivo che abbiamo fatto insieme a tutti i soggetti interessati – ha detto il Sindaco di Calenzano Biagioli – un impegno che ha portato risultati positivi, non solo dal punto di vista organizzativo ma soprattutto per l’ambiente. Dopo questa riorganizzazione avremo meno cavi aerei dell’alta tensione, minori emissioni e un paesaggio più bello da vedere”.

FONTE: COMUNE DI CALENZANO

FONTE : GONEWS.IT

domenica 29 giugno 2014

BENEVENTO - POSSIBILE INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO: ASSOCIAZIONI E COMITATI DIFFIDANO IL SINDACO

L'Associazione Altrabenevento, il Comitato Pantano, il Comitato San Vitale – Pantano, il Comitato c.da Corvacchini, il Comitato c.da Malecagna, il Comitato voce per la contrada, l'Associazione Pro Vita c.da Acquafredda e l'Associazione ANTA (Associazione Nazionale Tutela Ambientale)

 annunciano di aver depositato al protocollo del Comune di Benevento 

un atto di diffida al sindaco affinchè eserciti i suoi poteri per la tutela della salute pubblica. Le motivazioni sono spiegate in un dettagliato comunicato stampa.

“All’Albo Pretorio di alcuni comuni, con eccezione di quello di Benevento, è stata pubblicato l'avviso con il quale la società Terna Rete Italia comunica che dal 29/06/2014 sarà messo in funzione il nuovo elettrodotto ad Alta Tensione (380 KV) da Foggia a Benevento. I Ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico con decreto del 21/06/2011 hanno autorizzato il nuovo elettrodotto ma con un diverso tracciato rispetto a quello attuale per allontanarlo dalla città di Benevento in modo che nella fascia di rispetto di almeno 53 metri a destra e sinistra dai tralicci, non vi fossero case e luoghi di permanenza dei cittadini.

Nel territorio del Comune di Benevento, TERNA avrebbe dovuto quindi realizzare 45 nuovi sostegni (tralicci alti 70 metri) da contrada Corvacchini (al confine con il comune di Pietrelcina) fino alla stazione elettrica di Benevento 2, in contrada Ciancelle. Terminato il nuovo impianto, la società elettrica, a totale capitale pubblico, avrebbe dovuto smantellare il vecchio elettrodotto per porre fine alla esposizione di centinaia di residenti al notevole inquinamento elettromagnetico.

Ed invece, TERNA ha sostituito solo 6 tralicci su 45 ed ha installato i nuovi cavi sul vecchio tracciato realizzando in tal modo il potenziamento della linea ad Alta Tensione senza tener conto delle prescrizioni della commissione di Valutazione di Impatto Ambientale e in dispregio alla autorizzazione Ministeriale.

Infatti, la installazione dei nuovi cavi potenziati sui vecchi tralicci, comporta che nella fascia di rispetto di almeno 53 metri, dove non dovrebbero esserci abitazioni ed insediamenti ove si sosta per più di 4 ore, ci sono oltre un centinaio di abitazioni e luoghi stabilmente frequentati dai cittadini, costruiti quando la legge non imponeva fasce di rispetto. Terna con un comunicato di ieri ha dichiarato che si tratterebbe di una “soluzione” temporanea, fino al costruzione di una nuova stazione elettrica, estesa quattro ettari da realizzare in contrada La Francesca.
Si tratta di un’opera non prevista dalla autorizzazione ministeriale che comporta un ulteriore pesante inquinamento elettromagnetico per altri numerosi abitanti delle contrade e che seppure definitivamente autorizzata nonostante i numerosi ricorsi ed opposizioni, richiederebbe tempi lunghi per la costruzione. Intanto, secondo TERNA, centinaia di cittadini che risiedono e lavorano nelle contrade Acquafreda, Olmeri,San Chirico,La Badessa,Mosti,SanVitale,Pantano,Pino,Ciancelle,Cardilli, a pochi metri dall’elettrodotto potenziato che domenica dovrebbe entrare in funzione, dovrebbero essere sottoposti ad inquinamento elettromagnetico nonostante le leggi di tutela.”


FONTE : NTR24.TV

venerdì 27 giugno 2014

CON IL CELLULARE SEMPRE IN TASCA FERTILITÀ A RISCHIO PER GLI UOMINI

Un nuovo studio sul rapporto tra fertilità maschile e radiazioni punta il dito ancora una volta contro i cellulari: spermatozoi indeboliti dell’8 per cento.
Telefonini e organi riproduttivi maschili, un legame a rischio. Una nuova ricerca sul rapporto tra onde elettromagnetiche e spermatozoi conferma quel che già altri studi avevano affermato: meglio che i primi stiano lontani dai secondi. Gli ultimi dati sono britannici, compilati dalla facoltà di biologia dell’università di Exeter, nel Devon, e arrivano alla conclusione che l’abitudine reiterata di riporre il cellulare nella tasca dei pantaloni o comunque a stretto contatto con i genitali maschili sia responsabile di un calo della fertilità dell’8 per cento rispetto alle potenzialità medie di procreazione.
Calano velocità e mobilità
Gli scienziati inglesi hanno usato i risultati incrociati di dieci studi diversi svolti in passato e preso in esame i dati rispetto alla velocità e alla mobilità degli spermatozoi di circa 1.500 uomini adulti, oltre a valutare la qualità del liquido seminale e la sua concentrazione. Per arrivare a concludere che le radiazioni causate dal campo elettromagnetico del telefono cellulare, se particolarmente vicine all’organo maschile, finiscono per incidere sugli elementi chiave della fertilità, ovvero le caratteristiche di azione degli spermatozoi. E se il gruppo di controllo degli uomini analizzati presenta una percentuale statistica di mobilità degli spermatozoi che va dal 50 all’85 per cento, negli uomini che abitualmente usano tenere il cellulare in tasca questo numero calerebbe dell’8 per cento. «Un dato particolarmente importante per quella fascia di uomini che già sono in una situazione di confine tra fertilità e infertilità», commenta la ricercatrice inglese Fiona Mathews, autrice dello studio. Nel mondo, secondo i dati statistici, il 14 per cento delle coppie che vive in condizioni economiche e di salute buone o medie ha difficoltà di concepimento.

Dal cellulare al tablet
Ma come precisa la ricercatrice, prima di arrivare a dare la colpa ai cellulari e alle onde elettromagnetiche, nonostante i molti studi che continuano a legare radiazioni e problemi di fertilità maschile, è necessario svolgere ulteriori studi epidemiologici, aggiungendo al portare con sé il cellulare anche altri elementi fondamentali dello stile di vita maschile, che vanno dall’alimentazione al sonno, al fumo, all’attività fisica. Per ora questa ricerca si inserisce nella ricca letteratura sul tema: una delle ultime a mettere in guardia la popolazione maschile era americano-argentina e diceva che con quattro ore di laptop o di tablet sulle gambe, per via della connessione Wi-Fi, si danneggiava la mobilità degli spermatozoi fino al 25 per cento. Ancor prima (era il 2010 e l’uso degli smartphone non era così diffuso) uno studio dell’ateneo dell’Ohio su oltre 300 uomini aveva calcolato che chi usava molto il cellulare vedeva calare la mobilità degli spermatozoi del 30 per cento

FONTE : CORRIERE DELLA SERA

giovedì 26 giugno 2014

SITUAZIONE ELETTRODOTTO VILLANOVA-GISSI

Duri a morire, quelli del Comitato “Cast”, che hanno dichiarato guerra a Terna S.p.a. e stanno organizzando una serie di incontri mirati nei Comuni abruzzesi che saranno attraversati dall’elettrodotto Villanova-Gissi, la cui realizzazione è stata affidata proprio a Terna. Filetto, in questo momento, rappresenta una sorta di crocevia, perché lo scorso 16 giugno i tecnici della società sono venuti proprio qui a incontrare la cittadinanza per illustrare il progetto, risultando però poco convincenti.
A riprova di ciò, c’è il fatto che domenica sera è stata organizzata un’altra riunione, questa volta con i soli componenti del “No Elettrodotto”, per spiegare meglio al “popolo” in cosa consisterà l’opera tanto contestata. Va ricordato che ogni paese sta ricevendo una somma in cambio del passaggio dell’elettrodotto, e nello specifico il Comune di Filetto ha riscosso ben 895.000 euro, che serviranno per riqualificare strade, aree ed edifici comunali. All’appuntamento dell’altro ieri, svoltosi presso l’ex Sepolcro, hanno preso parte i giovani Maria Paola Di Sebastiano e Marco Damiani, nonché il perito Antonio Di Pasquale, che ha trascinato la vicenda in tribunale, e Antonella La Morgia. presidente del Cast.
IL PAESAGGIO ELETTRICO
Maria Paola Di Sebastiano è una ragazza che ha indirizzato i propri studi nel campo medico; non è un caso se, durante il suo intervento, abbia insistito su quelli che saranno i rischi derivanti dall’esposizione cronica alle onde elettromagnetiche: si parla di tumori, disturbi del ritmo circadiano e complicazioni varie, come ad esempio il fatto che i campi Elf provocano una resistenza al tamoxifene, famoso farmaco antitumorale che viene usato spesso per la lotta contro il cancro al seno. Scusateci se è poco.
In riferimento all’impatto dell’elettrodotto sul territorio di Filetto, la Di Sebastiano ha dichiarato senza mezze misure che “si prospetterà un paesaggio ‘elettrico’; Filetto, celebre per le sue bellezze paesaggistiche, perderà tutto quanto, una volta che l’elettrodotto sarà stato realizzato”. Secondo Di Sebastiano, gli stranieri che si recano in Abruzzo (e a Filetto) per acquistare un immobile o avviare un’attività imprenditoriale faranno i bagagli e torneranno indietro dopo aver visto i tralicci, perchè “queste cose già ce le hanno a casa loro e, dunque, non vogliono ritrovarsele da un'altra parte. Anzi, è proprio per questo motivo che cercano luoghi dove la natura sia incontaminata. Anche io, che volevo comprare un terreno da queste parti, ci ho dovuto ripensare in attesa di vedere cosa succederà”. Filetto, sempre secondo Maria Paola, sarà uno dei Comuni più martoriati dal passaggio dell’elettrodotto, con 6.8km di linea lungo 13 km quadrati di superficie.
DAMIANI: "NON CI SARANNO BENEFICI PER I CITTADINI"
Si è mostrato pessimista anche Marco Damiani, che nella vita si occupa di energia e quindi conosce bene la tematica in questione: secondo Damiani, innanzitutto si palesa una speculazione economica, dal momento che, sia per la crisi sia per l’impiego delle energie rinnovabili, il consumo-richiesta di energia elettrica è sceso, e quindi non si capisce che bisogno ci sia di incrementare l’offerta quando si potrebbe tranquillamente fare a meno di tutto ciò. Le conseguenze, ha ammonito Damiani, saranno catastrofiche, in quanto condurranno all’abbandono dei terreni, alla svalutazione degli appezzamenti e, come detto, al danneggiamento della salute. “Insomma – ha concluso – non ci sarà alcun beneficio per i cittadini”.
C’è poi un altro punto da sottolineare, ed è Di Pasquale a farcelo notare: i tecnici di Terna, nel “famigerato” incontro del 16 giugno, non hanno fornito risposte plausibili “perché hanno sostenuto che l’iter autorizzativo sia stato curato da Abruzzo Energia. Hanno fatto a scaricabarile, lavandosene le mani: secondo loro la mancata concertazione, ad esempio, sarebbe stata colpa di Abruzzo Energia, non di Terna”.
LA CONFLITTUALITA' SOCIALE SECONDO ANTONELLA
Già, la mancata concertazione. Su questo aspetto si è espressa meglio Antonella La Morgia, che ha citato un protocollo d’intesa siglato nel 2007 tra Terna e Regione Abruzzo: secondo questo documento, le decisioni in materia ambientale devono essere prese in accordo (appunto, “in concerto”) con il territorio, altrimenti si genera una “conflittualità sociale” e il progetto può rischiare di essere sospeso. In attesa di coinvolgere “Super Luciano” D’Alfonso anche su tale argomento, La Morgia si è rivolta ai proprietari terrieri che vengono invitati dai tecnici di Abruzzo Energia a firmare per dare il loro “lasciapassare” ai tralicci, ribadendo che non devono assolutamente farlo, anche perché chi ingenuamente ha accettato la transazione ora non può più tornare indietro. Per bloccare l’iter, di conseguenza, bisogna quantomeno cercare di rallentare i tempi. “Troppo spesso c’è un’informazione di parte”, ha lamentato La Morgia. “Eppure non dobbiamo dimenticare che regioni come la Toscana e le Marche hanno detto di no a Terna, considerando inattuali le richieste di realizzazione di un impianto ad alta tensione”.
PROGETTI PER IL FUTURO
Ora è già tempo di pensare al domani. Di Pasquale, da noi interpellato, ci ha annunciato quali saranno i “progetti per il futuro” di questi battaglieri cittadini: la prima mossa sarà quella di chiedere l’annullamento in autotutela degli accordi stipulati tra Abruzzo Energia e i Comuni, provando sostanzialmente a invalidare tutto per poter ripartire da capo. E poi resta in piedi il fattore giudiziario: a Lanciano c’è un processo, la cui ultima udienza in ordine di tempo si è tenuta a fine aprile, ancora aperto per l’accusa di falso in atto pubblico, dopo che il procedimento per omissione in atti d’ufficio è stato archiviato. Il riferimento è agli avvisi dell’elettrodotto che i Comuni, per legge, dovevano obbligatoriamente pubblicare, mentre Di Pasquale è riuscito a dimostrare che non erano stati affissi. Si parla di possibile falso in atto pubblico in quanto è stato asserito mendacemente che gli atti fossero stati pubblicati, mentre nel secondo caso non si è riusciti a dimostrare che l’omissione (comunque avvenuta) fosse stata fatta con dolo. Di conseguenza, quest’ultima accusa è caduta. L’ultimo step è il ricorso (già partito) al Tar del Lazio: se verrà dimostrato che l’iter procedimentale di autorizzazione dell’elettrodotto è viziato, l’autorizzazione dovrà essere annullata. Chi vivrà, vedrà


FONTE : zonedombratv.it

venerdì 13 giugno 2014

BENEVENTO, ELETTRODOTTO DI TERNA: IL PRIMO ROUND AL COMUNE

Il Tar del Lazio respinge il ricorso della società: niente sospensiva, valido lo stop ai lavori

Dunque, almeno per ora e almeno per i prossimi sei mesi, lo stop imposto da Palazzo Mosti ai lavori avviati da Terna per la realizzazione dell’elettrodotto interrato a ridosso della pista ciclabile, resta valido.
Il Tar del Lazio, infatti, ha respinto il ricorso presentato dalla società che chiedeva l’immediata revoca dell’ordinanza di blocco imposta dal Comune puntando a riprendere subito i lavori. In sostanza, ai giudici del Tar Lazio, l’azienda aveva fatto ricorso nel tentativo di ottenere la sospensiva del provvedimento stabilito dall’amministrazione.
E invece, in seguito all’udienza svoltasi mercoledì e depositata in cancelleria ieri sera, i giudici si sono espressi in maniera diversa: il provvedimento del Comune resta efficace, niente sospensiva e rinvio dell’udienza per la trattazione di merito a novembre.
L’ordinanza è la numero 2548 del 20014 emessa dalla sezione terza, presidente Franco Bianchi, Vincenzo Blanda relatore, Emanuela Loria, consigliere.
Ed ecco la motivazione: «Ritenuto che le ragioni delle ricorrenti possono essere adeguatamente apprezzate in sede di merito; ravvisata - nelle more - la necessità di acquisire tutti gli atti del procedimento in esame nonché dettagliata relazione amministrativa sui fatti di causa e ogni altro atto o documento ritenuto utile con particolare riferimento alla possibilità di procedere a una eventuale, parziale modifica del progetto riguardante l’elettrodotto interrato, che possa contemperare le opposte esigenze rappresentate dalle parti, per questo motivo, il Tribunale dispone gli incombenti istruttori nei sensi e nei termini di cui in motivazione. Fissa per la discussione del ricorso l’udienza pubblica del 12 novembre 2014».
Il Comune di Benevento è costituito in giudizio con l’avvocato Eugenio Carbone; Terna è rappresentata da avvocati Mario Sannino, Filippo Di Stefano, Giancarlo Bruno. Tra le motivazioni a sostegno della tesi del Comune «il mancato rispetto dei limiti fissati per le emissioni elettromagnetiche», avendo l’onere, l’ente, di attivarsi per la tutela della salute pubblica. La suddetta motivazione fu tra quelle principali dell’atto con il quale furono bloccati i lavori di interramento degli elettrodotti sotto la pista ciclopedonale di contrada Pantano, luogo dove notoriamente si recano i cittadini di Benevento e dei Comuni limitrofi per passeggiare a piedi o in bici.
Inoltre, la pista è spesso meta di visite didattiche da parte degli alunni delle scuole di Benevento, in quanto è collocata all’interno di un’oasi faunistica. Terna, però, nel ricorso prodotto ha negato la funzione «ricreativa» della pista ciclabile, considerandola una vera e propria strada di transito, così giustificando il progetto del cavidotto interrato, che prevede l’emissione di 97,5 microtesla al posto dei 3 previsti per legge.
«Più che legittimo – dicono Alessandra Sandrucci e Vincenzo Fioretti per l’associazione Altrabenevento - il crescente allarme che si va diffondendo nella popolazione beneventana, derivante dall’atteggiamento che Terna sta portando avanti nella realizzazione di tutte le linee elettriche previste sul territorio comunale, preoccupazioni originate dalla convinzione che Terna non intenda rispettare le norme sui campi elettromagnetici poste a difesa della salute». ( Leggi QUI l’articolo completo )


FONTE : ILMATTINO.IT