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giovedì 26 giugno 2014

SITUAZIONE ELETTRODOTTO VILLANOVA-GISSI

Duri a morire, quelli del Comitato “Cast”, che hanno dichiarato guerra a Terna S.p.a. e stanno organizzando una serie di incontri mirati nei Comuni abruzzesi che saranno attraversati dall’elettrodotto Villanova-Gissi, la cui realizzazione è stata affidata proprio a Terna. Filetto, in questo momento, rappresenta una sorta di crocevia, perché lo scorso 16 giugno i tecnici della società sono venuti proprio qui a incontrare la cittadinanza per illustrare il progetto, risultando però poco convincenti.
A riprova di ciò, c’è il fatto che domenica sera è stata organizzata un’altra riunione, questa volta con i soli componenti del “No Elettrodotto”, per spiegare meglio al “popolo” in cosa consisterà l’opera tanto contestata. Va ricordato che ogni paese sta ricevendo una somma in cambio del passaggio dell’elettrodotto, e nello specifico il Comune di Filetto ha riscosso ben 895.000 euro, che serviranno per riqualificare strade, aree ed edifici comunali. All’appuntamento dell’altro ieri, svoltosi presso l’ex Sepolcro, hanno preso parte i giovani Maria Paola Di Sebastiano e Marco Damiani, nonché il perito Antonio Di Pasquale, che ha trascinato la vicenda in tribunale, e Antonella La Morgia. presidente del Cast.
IL PAESAGGIO ELETTRICO
Maria Paola Di Sebastiano è una ragazza che ha indirizzato i propri studi nel campo medico; non è un caso se, durante il suo intervento, abbia insistito su quelli che saranno i rischi derivanti dall’esposizione cronica alle onde elettromagnetiche: si parla di tumori, disturbi del ritmo circadiano e complicazioni varie, come ad esempio il fatto che i campi Elf provocano una resistenza al tamoxifene, famoso farmaco antitumorale che viene usato spesso per la lotta contro il cancro al seno. Scusateci se è poco.
In riferimento all’impatto dell’elettrodotto sul territorio di Filetto, la Di Sebastiano ha dichiarato senza mezze misure che “si prospetterà un paesaggio ‘elettrico’; Filetto, celebre per le sue bellezze paesaggistiche, perderà tutto quanto, una volta che l’elettrodotto sarà stato realizzato”. Secondo Di Sebastiano, gli stranieri che si recano in Abruzzo (e a Filetto) per acquistare un immobile o avviare un’attività imprenditoriale faranno i bagagli e torneranno indietro dopo aver visto i tralicci, perchè “queste cose già ce le hanno a casa loro e, dunque, non vogliono ritrovarsele da un'altra parte. Anzi, è proprio per questo motivo che cercano luoghi dove la natura sia incontaminata. Anche io, che volevo comprare un terreno da queste parti, ci ho dovuto ripensare in attesa di vedere cosa succederà”. Filetto, sempre secondo Maria Paola, sarà uno dei Comuni più martoriati dal passaggio dell’elettrodotto, con 6.8km di linea lungo 13 km quadrati di superficie.
DAMIANI: "NON CI SARANNO BENEFICI PER I CITTADINI"
Si è mostrato pessimista anche Marco Damiani, che nella vita si occupa di energia e quindi conosce bene la tematica in questione: secondo Damiani, innanzitutto si palesa una speculazione economica, dal momento che, sia per la crisi sia per l’impiego delle energie rinnovabili, il consumo-richiesta di energia elettrica è sceso, e quindi non si capisce che bisogno ci sia di incrementare l’offerta quando si potrebbe tranquillamente fare a meno di tutto ciò. Le conseguenze, ha ammonito Damiani, saranno catastrofiche, in quanto condurranno all’abbandono dei terreni, alla svalutazione degli appezzamenti e, come detto, al danneggiamento della salute. “Insomma – ha concluso – non ci sarà alcun beneficio per i cittadini”.
C’è poi un altro punto da sottolineare, ed è Di Pasquale a farcelo notare: i tecnici di Terna, nel “famigerato” incontro del 16 giugno, non hanno fornito risposte plausibili “perché hanno sostenuto che l’iter autorizzativo sia stato curato da Abruzzo Energia. Hanno fatto a scaricabarile, lavandosene le mani: secondo loro la mancata concertazione, ad esempio, sarebbe stata colpa di Abruzzo Energia, non di Terna”.
LA CONFLITTUALITA' SOCIALE SECONDO ANTONELLA
Già, la mancata concertazione. Su questo aspetto si è espressa meglio Antonella La Morgia, che ha citato un protocollo d’intesa siglato nel 2007 tra Terna e Regione Abruzzo: secondo questo documento, le decisioni in materia ambientale devono essere prese in accordo (appunto, “in concerto”) con il territorio, altrimenti si genera una “conflittualità sociale” e il progetto può rischiare di essere sospeso. In attesa di coinvolgere “Super Luciano” D’Alfonso anche su tale argomento, La Morgia si è rivolta ai proprietari terrieri che vengono invitati dai tecnici di Abruzzo Energia a firmare per dare il loro “lasciapassare” ai tralicci, ribadendo che non devono assolutamente farlo, anche perché chi ingenuamente ha accettato la transazione ora non può più tornare indietro. Per bloccare l’iter, di conseguenza, bisogna quantomeno cercare di rallentare i tempi. “Troppo spesso c’è un’informazione di parte”, ha lamentato La Morgia. “Eppure non dobbiamo dimenticare che regioni come la Toscana e le Marche hanno detto di no a Terna, considerando inattuali le richieste di realizzazione di un impianto ad alta tensione”.
PROGETTI PER IL FUTURO
Ora è già tempo di pensare al domani. Di Pasquale, da noi interpellato, ci ha annunciato quali saranno i “progetti per il futuro” di questi battaglieri cittadini: la prima mossa sarà quella di chiedere l’annullamento in autotutela degli accordi stipulati tra Abruzzo Energia e i Comuni, provando sostanzialmente a invalidare tutto per poter ripartire da capo. E poi resta in piedi il fattore giudiziario: a Lanciano c’è un processo, la cui ultima udienza in ordine di tempo si è tenuta a fine aprile, ancora aperto per l’accusa di falso in atto pubblico, dopo che il procedimento per omissione in atti d’ufficio è stato archiviato. Il riferimento è agli avvisi dell’elettrodotto che i Comuni, per legge, dovevano obbligatoriamente pubblicare, mentre Di Pasquale è riuscito a dimostrare che non erano stati affissi. Si parla di possibile falso in atto pubblico in quanto è stato asserito mendacemente che gli atti fossero stati pubblicati, mentre nel secondo caso non si è riusciti a dimostrare che l’omissione (comunque avvenuta) fosse stata fatta con dolo. Di conseguenza, quest’ultima accusa è caduta. L’ultimo step è il ricorso (già partito) al Tar del Lazio: se verrà dimostrato che l’iter procedimentale di autorizzazione dell’elettrodotto è viziato, l’autorizzazione dovrà essere annullata. Chi vivrà, vedrà


FONTE : zonedombratv.it

venerdì 13 giugno 2014

BENEVENTO, ELETTRODOTTO DI TERNA: IL PRIMO ROUND AL COMUNE

Il Tar del Lazio respinge il ricorso della società: niente sospensiva, valido lo stop ai lavori

Dunque, almeno per ora e almeno per i prossimi sei mesi, lo stop imposto da Palazzo Mosti ai lavori avviati da Terna per la realizzazione dell’elettrodotto interrato a ridosso della pista ciclabile, resta valido.
Il Tar del Lazio, infatti, ha respinto il ricorso presentato dalla società che chiedeva l’immediata revoca dell’ordinanza di blocco imposta dal Comune puntando a riprendere subito i lavori. In sostanza, ai giudici del Tar Lazio, l’azienda aveva fatto ricorso nel tentativo di ottenere la sospensiva del provvedimento stabilito dall’amministrazione.
E invece, in seguito all’udienza svoltasi mercoledì e depositata in cancelleria ieri sera, i giudici si sono espressi in maniera diversa: il provvedimento del Comune resta efficace, niente sospensiva e rinvio dell’udienza per la trattazione di merito a novembre.
L’ordinanza è la numero 2548 del 20014 emessa dalla sezione terza, presidente Franco Bianchi, Vincenzo Blanda relatore, Emanuela Loria, consigliere.
Ed ecco la motivazione: «Ritenuto che le ragioni delle ricorrenti possono essere adeguatamente apprezzate in sede di merito; ravvisata - nelle more - la necessità di acquisire tutti gli atti del procedimento in esame nonché dettagliata relazione amministrativa sui fatti di causa e ogni altro atto o documento ritenuto utile con particolare riferimento alla possibilità di procedere a una eventuale, parziale modifica del progetto riguardante l’elettrodotto interrato, che possa contemperare le opposte esigenze rappresentate dalle parti, per questo motivo, il Tribunale dispone gli incombenti istruttori nei sensi e nei termini di cui in motivazione. Fissa per la discussione del ricorso l’udienza pubblica del 12 novembre 2014».
Il Comune di Benevento è costituito in giudizio con l’avvocato Eugenio Carbone; Terna è rappresentata da avvocati Mario Sannino, Filippo Di Stefano, Giancarlo Bruno. Tra le motivazioni a sostegno della tesi del Comune «il mancato rispetto dei limiti fissati per le emissioni elettromagnetiche», avendo l’onere, l’ente, di attivarsi per la tutela della salute pubblica. La suddetta motivazione fu tra quelle principali dell’atto con il quale furono bloccati i lavori di interramento degli elettrodotti sotto la pista ciclopedonale di contrada Pantano, luogo dove notoriamente si recano i cittadini di Benevento e dei Comuni limitrofi per passeggiare a piedi o in bici.
Inoltre, la pista è spesso meta di visite didattiche da parte degli alunni delle scuole di Benevento, in quanto è collocata all’interno di un’oasi faunistica. Terna, però, nel ricorso prodotto ha negato la funzione «ricreativa» della pista ciclabile, considerandola una vera e propria strada di transito, così giustificando il progetto del cavidotto interrato, che prevede l’emissione di 97,5 microtesla al posto dei 3 previsti per legge.
«Più che legittimo – dicono Alessandra Sandrucci e Vincenzo Fioretti per l’associazione Altrabenevento - il crescente allarme che si va diffondendo nella popolazione beneventana, derivante dall’atteggiamento che Terna sta portando avanti nella realizzazione di tutte le linee elettriche previste sul territorio comunale, preoccupazioni originate dalla convinzione che Terna non intenda rispettare le norme sui campi elettromagnetici poste a difesa della salute». ( Leggi QUI l’articolo completo )


FONTE : ILMATTINO.IT

giovedì 12 giugno 2014

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

Ecco come si devono usare al meglio, telefonini, computer e microonde

I consigli di Sergio Crippa, AIE Associazione Italiana Elettrosensibili che, insieme a La Lampada di Aladino onlus di Brugherio, all’associazione Lorenzo Perrone, per la prevenzione delle malattie oncologiche e oncoematologiche di Cologno Monzese e all’associazione di via Sottocorno di Sesto San Giovanni, sono da tempo in rete nel tentativo di occuparsi e di sensibilizzare su vari livelli relativamente ai temi dell’elettrosmog.

L’inquinamento elettromagnetico artificiale, generato da sempre più numerose e invadenti fonti-sorgente  utilizzate  quotidianamente, ha raggiunto valori milioni di volte superiori a quello del fondo naturale. Come possiamo proteggerci  dal “brodo elettromagnetico” nel quale siamo sempre più immersi e che da anni, con sempre più precisione, la scienza indipendente identifica come pericoloso per la salute umana e per l’ambiente?
In primo luogo con la consapevolezza, certificata da centinaia di studi indipendenti, che l’elettrosmog è dannoso per il delicato equilibrio bio-chimico di tutte le forme viventi, aumentando il rischio anche di gravi malattie neuro degenerative e tumori.
Poi, adottando comportamenti di attenzione-precauzione quotidiana, semplici e di buon senso, nell’utilizzo di tutti gli strumenti tecnologici con emissione elettromagnetica:
 Smartphone
cominciamo con l’inseparabile cellulare-smartphone (7 miliardi di utenze attive nel mondo) che non va portato acceso a contatto del corpo: in particolare nel taschino della camicia-giacca sul cuore e in tasca vicino agli organi genitali. Procuriamoci un portacellulare schermato (abbattimento anche del 70% delle alte frequenze) e utilizziamo gli auricolari o il viva voce nelle conversazioni, possibilmente sempre brevi e possibilmente non in auto. Nell’acquisto di un cellulare o smartphone, con l’aiuto di un esperto, scegliamo quello con il più basso valore di SAR (tasso di assorbimento specifico). I cellulari-smartphone non sono giocattoli o peluches e l’uso ai bambini dovrebbe essere proibito. Anche agli adolescenti che hanno meningi e scatola cranica più sensibile e in sviluppo, insegnamo ad utilizzarli con intelligenza: non accesi sotto il cuscino la notte, ad esempio.
 Computer
Passando ai computer e portatili: nelle connessioni ad internet (come ci raccomandano tra gli altri il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa) privilegiamo soprattutto negli ambienti chiusi il cavo e la fibra ottica (cablatura), piuttosto che le connessioni wireless (wi-fi) senza fili. Appoggiare il portatile per ore sulle gambe, connessi con chiavetta o in wifi, produce surriscaldamento e rischi accertati di riduzione della fertilità.
 Cordless
Anche i cordless è meglio utilizzarli con moderazione, perché sono di fatto delle piccole stazioni radio-base in casa, e possono emettere valori elevati di volt/metro. Verifichiamo che siano omologati e Eco-Dect ( bassi consumi e minori emissioni).
 Materassi a molle metalliche
Nella stanza da letto e quindi nel momento delicato del sonno, è molto importante che le nostre  funzioni vitali notturne non subiscano interferenze elettromagnetiche: perciò meglio evitare materassi a molle metalliche, cuscini, lenzuola e coperte in tessuto sintetico, testiere e strutture metalliche del letto, perché possono catalizzare la corrente “sporca” dispersa nella stanza; attenzione anche a radio sveglie e modem-router wi-fi accesi sul comodino.
Lampadine neon
Le lampadine al neon e in particolare quelle a basso consumo LFC, diversamente da quanto spesso propagandato, sono oggi considerate da diversi studi fortemente inquinanti: sia per la presenza di gas tossici, la difficoltà nello smaltimento, le emissioni di campi elettromagnetici non irrilevanti e possibili causa di disturbi oculistici e dermatologici. Molto meglio allora, illuminare la casa con lampade a led: più ecologiche e con ridotte emissioni elettromagnetiche.
 Microonde
Infine anche in cucina, meglio avere l’accortezza di tenersi a distanza (almeno 1 metro) mentre il forno elettrico e in particolare il microonde, sono in funzione. Le emissioni e le dispersioni causate da guarnizioni, griglie e sportelli difettosi o usurati possono essere elevate.

Molto si potrebbe ancora aggiungere e approfondire, in particolare riguardo gli strumenti di “difesa” attiva più tecnici (filtri, tessuti, vernici, cavi e pannelli schermanti) in caso di forti e disturbanti sorgenti elettromagnetiche domestiche o sul luogo di lavoro (cabine elettriche, elettrodotti, antenne radio o di telefonia).
Chi fa parte dell’AIE?
Uomini e donne, di ogni età, di diverse professioni (medici, fisici, ingegneri, impiegati, casalinghe, artigiani, studenti, professionisti) che vivono sparsi nel territorio nazionale.
Da alcuni anni si sono accorti di accusare disturbi in prossimità di campi elettromagnetici (c.e.m.) ad alta frequenza generati da telefonini, stazioni radiobase, ripetitori radio-televisivi, radar, ponti radio e a bassa frequenza generati da elettrodotti, elettrodomestici, computers, impianti elettrici delle abitazioni.  Le occasioni di esposizione si sono verificate per la maggior parte di loro all’interno delle case, situate in vicinanza di fonti elettromagnetiche ambientali, ma spesso anche nei luoghi di lavoro o in situazioni individuali; la folgorazione da incidenti elettrici può sensibilizzare ai c.e.m. alcuni dei soggetti colpiti. Tra i disturbi riferiti: cefalea, insonnia o sonno non ristoratore, debolezza e facile esauribilità fisica, riduzione della memoria e della concentrazione, dolori localizzati o diffusi sia brucianti che lancinanti, disturbi dell’equilibrio, uditivi, visivi, alterazioni dell’umore e del carattere, sbalzi pressori, palpitazioni cardiache.


FONTE : NOIBRUGHERIO.IT

mercoledì 11 giugno 2014

L'AQUILA ELETTRODOTTO TERNA: TIBERTI, ''SONO OPPORTUNE MISURAZIONI VICINO AI CAVI''

L'AQUILA - “L’Italia è il Paese con i limiti di emissioni elettromagnetiche tra le più rigide al mondo. Comunque è opportuno effettuare misurazioni in quei palazzi dove i cavi sono a distanze minime dagli appartamenti dei cittadini".
Lo afferma ad AbruzzoWeb Sergio Tiberti, professore di Medicina dell’università dell’Aquila, che ha grande competenza in materia, tanto che nel 2000 è stato chiamato dal ministro della Sanità Umberto Veronesi a valutare l’effetto dei campi elettromagnetici sulla salute umana e fissare i limiti di legge.
Giudizi tecnici che fanno seguito all’intenzione comunicata dal sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, di avviare misurazioni dei campi elettromagnetici nell’area Nord della città interessata dal passaggio della doppia linea ad alta tensione da 150 e 220 chilovolt. Che il Comune vorrebbe spostare.
"Se si oltrepassano i limiti - prosegue Tiberti - bisognerà prendere provvedimenti. Poi, certo, ci si dovrebbe chiedere chi ha consentito di costruire quei palazzi e anche le scuole così vicino all'esistente linea elettrica”.
Secondo il docente, “i tralicci è possibile spostarli. Per qualcuno sono esteticamente brutti, ma ai cittadini va spiegato che è un'operazione molto costosa. E Terna, che gestisce la rete elettrica italiana, è una società per azioni, pensano al profitto, spostano se paghi”.
L’interramento per Tiberti è sarebbe però un'operazione ancor più complessa, ai limiti dell’irrealizzabilità.
“Bisognerebbe scavare una trincea molto profonda, e riempirla di oli minerali per evitare il surriscaldamento dei cavi. E questa opera ciclopica non metterebbe al riparo dalle radiazioni, e renderebbe comunque incompatibile l’area interessata con interventi edilizi, in quanto il campo deve restare libero per le manutenzioni”.
Il sindaco Cialente aveva annunciato a questa testata anche un imminente accordo con l’Università per eseguire un monitoraggio epidemiologico delle patologie nell’area interessata dal passaggio della linea ad alta tensione.
Ma anche questa nobile intenzione, commenta Tiberti, non è cosa facile: “Un’indagine epidemiologica è una ricerca molto complessa che ha un costo notevolissimo che può avere una durata di anni”.
Il sindaco Cialente comunque conferma la necessità di spostare quei tralicci, e continua il pressing con Terna.


FONTE : ABRUZZOWEB.IT

LUCCA - ELETTRODOTTO : DA DIECI ANNI CHIEDIAMO PRECISE GARANZIE

Lucca, 10 giugno 2014 - Il comitato 2005 che da una decina di anni si batte contro l’elettrodotto esistente «La Spezia-Acciaiolo» torna alla carica. Alla luce della presentazione del nuovo progetto di Terna, dove si prevedono l’abbattimento del tratto di linea tra Fibbialla e Cerasomma e la creazione di una stazione di trasformazione a Balbano raggiunta da un diverso tracciato, il Comitato 2005 osserva: «In un incontro con il sindaco Tambellini è stato chiesto che venisse urgentemente inviata alla Regione anche la parte che riguarda l’attuale situazione. Nell’attesa che la procedura di analisi delle osservazioni al progetto, legittime da parte di tutti coloro che si sentono danneggiati, giunga a conclusione, è stato chiesto al sindaco che non venga dimenticata la situazione di rischio attuale che si protrae da circa 10 anni. È stato richiesto palesemente che venga sanata quanto prima la nostra situazione, indipendentemente dal fatto che sia dato seguito o meno a quanto già previsto nel progetto». Il «Comitato 2005» teme che le autorità competenti leghino la soluzione del problema presente nelle loro zone alla realizzazione o meno di una centrale di trasformazione elettrica, dovunque essa debba essere realizzata.
Concretamente il «Comitato 2005» pretende da parte dell’amministrazione comunale che venga applicata ai residenti dei paesi a maggior rischio sanitario come Maggiano e Nozzano San Pietro la stessa tutela sanitaria riservata agli abitanti delle zone di Sant’Alessio, La Cappella e Mutigliano, che, interessati dal passaggio di una linea Terna negli scorsi anni, possono contare su livelli massimi di microtesla non superiori a 0,3. Nelle zone dei paesi che hanno costituito il Comitato 2005, in alcuni periodi dell’anno, la media del campo magnetico creato dal passaggio di corrente è molto più alta e si attesta intorno a 3-4 microtesla con punte di 7-8 secondo i dati ufficiali dell’Arpat».
Intanto il «Comitato 2005» continua a lavorare, in collaborazione con il neonato «Comitato Starc», anche in stretto contatto con i residenti di altri paesi nel territorio pisano come Asciano, Agnano, Calci, dove il passaggio della stessa linea elettrica crea ancora più pericolo sia sanitario che statico rispetto alla zona della lucchesia fra Maggiano e Nozzano.


FONTE : LA NAZIONE.IT

venerdì 6 giugno 2014

INCENERITORE , CON L’IMPIANTO DI ALBANO ALLARME ASL PER NUOVI TUMORI

Il dirigente della Asl H al pm: «Molti fattori di rischio per la popolazione locale». I verbali parlano di neoplasie. Giovedì il processo a Cerroni; sospetti sul via libera della Regione

ALLARME ASL PER NUOVI TUMORI

ROMA - Ad Albano, industrializzata oltre i parametri consentiti, già si moriva di più. Perché, allora, non autorizzare anche il nuovo gassificatore di Manlio Cerroni, titolare della discarica maxima di Malagrotta? Secondo il trentennale gioco di sponda, al quale l’imprenditore dei rifiuti aveva abituato la Regione, quel via libera arriva a settembre 2009. Prodigio romano: il comune escluso dai papabili, in quanto già saturo, si aggiudica il nuovo impianto. Nuove testimonianze acquisite dai magistrati che hanno ricostruito le manovre per autorizzare l’impianto - Arcangelo Spagnoli, oggi deceduto, avrebbe mantenuto aperto «in maniera fraudolenta e illegittima il procedimento amministrativo» relativo alla valutazione di impatto ambientale per Albano- lasciano intravedere anche il costo pagato in termini di salute, ambiente e vivibilità dalla zona dei Castelli romani
«Qualche malformazione congenita»
Un prezzo sottolineato dalla Asl alla Regione che, pure, si assunse la responsabilità di autorizzare il gassificatore di Cerroni. «La realizzazione dell’impianto avrebbe determinato un aumento modesto di casi di tumore, stimabile fra 0.7 e 3 unità addizionali, nonché qualche caso di malformazione congenita e un numero non irrilevante di effetti della rumorosità, ipertensione, disturbi del sonno, fastidi (............leggi QUI l’articolo completo )

FONTE : CORRIERE DELLA SERA 

GORIZIA : STUDENTI DELL’ITI GALILEI A “CACCIA” DI ELETTROSMOG

Via libera della giunta comunale di Gorizia al monitoraggio che non si limiterà ai dati medi ma misurerà anche i picchi delle emissioni delle antenne di telefonia mobile

L’aveva annunciato due mesi fa. «L’intenzione del Comune di Gorizia è di far partire monitoraggi più accurati e stringenti sull’inquinamento elettromagnetico. L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) continuerà a percorrere la propria strada, effettuando le analisi di routine. Noi ci affideremo ad enti terzi e misureremo non soltanto il valore medio ma anche i picchi», disse l’assessore comunale Guido Germano Pettarin.
Detto e fatto. Sta per scattare l’attesissimo piano contro l’elettrosmog. A deciderlo la giunta comunale che ha approvato un’apposita delibera. «Fra gli obiettivi del Regolamento degli impianti di telefonia mobile, l’amministrazione persegue la “minimizzazione” dell’esposizione all'inquinamento elettromagnetico connesso alle installazioni per la telefonia mobile, fermi restando i valori-limite di esposizione e i valori di attenzione», si legge nella delibera. Ma c’è una novità, peraltro già anticipata da questo giornale: è in cantiere una collaborazione con l’Iti Galilei che è in possesso delle strumentazioni necessarie per la misurazione dei picchi di inquinamento elettromagnetico. «L’istituto statale d’istruzione superiore “G. Galilei” ha manifestato con propria nota dell’8 luglio 2013 l’impegno nella realizzazione di un progetto di “verifica delle emissioni di campo elettromagnetico presenti nel territorio del Comune di Gorizia e zone limitrofe”, depositando al contempo un piano di lavoro. L’obiettivo di tale progetto - si legge ancora nella delibera - è la verifica strumentale delle emissioni prodotte soprattutto dalle stazioni radio-base della telefonia cellulare, da ripetitori radio/Tv e da eventuali altre sorgenti. Peraltro, detto progetto per l’istituto statale d’istruzione superiore “G. Galilei”, si configura come un’ottima opportunità di crescita culturale e tecnica per gli studenti dell’indirizzo elettrico-elettronico. L’Azienda speciale farmaceutica di Gorizia, nel confermare l’interesse e la disponibilità al progetto quale impegno nel perseguire obiettivi di carattere sanitario e sociale finalizzati a garantire il diritto dei cittadini alla tutela della salute, ha richiesto una presa d’atto da parte del Comune di Gorizia nei termini del progetto». Il motivo? Saranno le farmacie comunale a finanziare il monitoraggio. ( leggi QUI l’articolo completo )




giovedì 5 giugno 2014

BENEVENTO : IN PREGHIERA CON L’ARCIVESCOVO PER DIRE NO ALL’ELETTRODOTTO

La giornata di riflessione voluta dal Comitato guidato da Alfonso De Rosa: «Ecosistema minacciato dalla sete di energia anche a costo di mettere in pericolo la vita altrui»

Benevento – “La finanza carente di etica ha bussato alle nostre porte sotto forma di progettualità calata sulle nostre vite come una pericolosa mannaia”. Non ha usato mezzi termini Alfonso De Rosa, presidente del comitato di contrada Pantano, per esporre il problema dei nuovi elettrodotti che Terna sta realizzando nella zona a ridosso della pista ciclabile, all’arcivescovo Andrea Mugione che ieri mattina ha celebrato una messa proprio a contrada Pantano, presso la struttura immersa nel verde dell’Associazione Malevento sport, alla presenza di decine di residenti e del sindaco Fausto Pepe. La messa, concelebrata dal pastore della diocesi beneventana con don Armando Valerino, parroco della chiesa di San Donato, (con la corale “Miria Gospel Choir” diretta dal maestro Innocenzo Iannitelli) è stata l’occasione per un momento di preghiera e di riflessione per dire no al passaggio di nuovi cavidotti interrati e di elettrodotti aerei che, come accade ormai da anni a Nord di Benevento, vengono costruiti lungo quello che da sempre è stato definito un corridoio energetico che interessa da vicino zone frequentate da bambini e famiglie, come quella della pista ciclabile, e abitazioni private che si trovano a fare i conti con tracciati posizionati su mappe non aggiornate o comunque dove spesso non vengono riportati i fabbricati. Una querelle che riemerge anno dopo anno proprio con la realizzazione dei nuovi progetti come quello, bloccato in parte dal Comune per la mancanza di requisiti di sicurezza per quanto riguarda i campi elettromagneti. Riunioni dopo riunioni durante le quali sono stati ascoltati pareri, avanzate proposte e presentate denunce, come quella dell’associazione Altrabenevento che si è schierata al fianco dei cittadini con la realizzazione di veri e propri dossier legali e tecnici dai quali sono emerse una serie di incongruenze progettuali da parte di Terna che, ora sono al vaglio dall’Ufficio tecnico di Palazzo Mosti, o meglio di Palazzo Impregilo. “L’equilibrio, l’ecosistema stesso che noi a giusta ragione da sempre consideriamo casa, – ha spiegato De Rosa prima della messa – è pesantemente minacciato da una città che ha sete di energia. Un’energia che deve a ogni costo essere trasmessa, trasportata anche a costo di mettere in pericolo la vita altrui”. Un messaggio forte che, dunque, ha voluto porre l’accento sull'alto concentramento di linee elettriche che attraversano i territori di San Vitale, Pantano e tutte le zone a Nord di Benevento. Durante il suo discorso, il presidente del comitato di zona ha più volte menzionato frasi e citazioni di Papa Francesco “che più volte ha esortato i fedeli a rispettare l’ambiente, coltivare e custodire ogni giorno la nostra terra”. Ed è per questo motivo che De Rosa ha ribadito la volontà di tutti i residenti di ostacolare la giungla energetica in modo da poter affermare di “aver condotto una buona battaglia in nome della natura e dell’uomo chiamato a preservare i territori e non a distruggerli”. Un discorso accorato, scritto con il cuore e con gli occhi di quanti si vedono sottrarre terreni, boschi e spazi pubblici in nome del progresso. Subito dopo l’Arcivescovo Mugione ha celebrato la messa. L’alto prelato si è soffermato a lungo sul significato dell’Ascensione di Gesù verso il Padre. “L’umanità ascende a Dio attraverso Gesù. Con lui tutta l’umanità raggiunge il Creatore. Vivere tenendo gli occhi protratti verso il cielo ma tenendo i piedi sulla terra, attaccati al nostro mondo. L’Ascensione è una festa di speranza gioia e consolazione che illustra qual è il nostro destino: vivere per sempre, in eterno anche oltre la vita terrena accanto a Dio. Per questo motivo la vetta dell’Ascensione è il filo di tutto il messaggio di Gesù” 

FONTE : BENEVENTO OTTOPAGINE.IT

ELETTROSMOG, DNA E TUMORI: IL LIBRO SHOCK

Un libro shock uscito negli Stati Uniti analizza ed espone gli studi che correlano i cellulari e le alterazioni biologiche negli esseri viventi. E l'autore afferma: "E' il più grande esperimento biologico mai autorizzato finora".

Nel 2013 l’Onu ha lanciato un allarme nel documento Millenium Developer Goals Report: nel giro di sei mesi si stimava che il numero di cellulari avrebbe potuto raggiungere quello degli abitanti sulla Terra. Questo non significa ovviamente che tutte le persone del mondo posseggono ad oggi un cellulare: ci sono infatti più di 91 Paesi che detengono una media di più di due cellulari a persona, altri meno. Ma il dato fa riflettere sull’uso spropositato di questo strumento da parte dell’uomo. Molti sono stati gli allarmi lanciati da studiosi e dalle istituzioni sugli effetti dannosi dei campi elettromagnetici, cellulari compresi, sulla salute dell’uomo. L’inquinamento elettromagnetico è, nell’opinione comune, uno dei temi maggiormente sentiti e avvertiti, uno dei temi su cui si ha poca informazione ma che crea, al tempo stesso, ansia e preoccupazione. La sua “intangibilità” e la sua “invisibilità” lo rendono ancor più preoccupante. Un libro, pubblicato negli Stati Uniti, ma non ancora in Italia, aiuta a fare maggiore chiarezza sull’argomento. Scritto da Martin Blank, docente universitario, ha un titolo eloquente, "Overpowered: What science tells us about the dangers of cell phones and other wifi-age devices”. L’autore spiega il problema dei campi elettromagnetici in modo diverso rispetto a quanto fatto finora. Egli afferma che tutti noi stiamo partecipando ad un esperimento non autorizzato, il “più grande esperimento biologico mai autorizzato finora, che si basa sul contatto giornaliero tra le nostre teste e i trasmettitori di onde ad alta frequenza, i cellulari appunto”. I conseguenti effetti negativi sulla salute umana possono richiedere decenni per svilupparsi. “Quindi dovremmo attendere molti anni per conoscere i risultati di questo esperimento globale – afferma l’autore – Ma ciò potrebbe essere troppo tardi per miliardi di persone”. Cosa fare allora? Da decenni oramai infuria un dibattito sulla questione. Un vero e proprio scontro a due facce. Da un lato ci sono coloro che sollecitano l’adozione di un approccio precauzionale al rischio (ed è questa la posizione di Blank), mentre si continuano a studiare gli effetti sulla salute umana all’esposizione dei campi elettromagnetici. Dall’altro lato ci sono coloro che insistono nell’aspettare una risposta definitiva e certa dei risultati prima di intraprendere qualsiasi azione. In questo gruppo ci sono ovviamente le industrie. Per il momento sta vincendo la seconda parte: è appunto sotto gli occhi di tutti il mercato tecnologico dei cellulari, con l’immissione nello stesso di nuovi e più sofisticati prodotti, sempre più appetitosi per l’uomo. L’industria infatti dà segnali tesi a tranquillizzare, mentre scienziati indipendenti e comitati di cittadini avvertono dei rischi. Gli Stati, che cedono all’asta le licenze, oscillano tra queste due posizioni.
Ma i cellulari non sono i soli generatori di campi elettromagnetici. Ci sono i forni a microonde, televisori e computer, l’intera rete elettrica, impianti di allarme di sicurezza, trasmettitori radiotelevisivi, e trasmettitori per la telefonia mobile. “Oggi, all’inizio del 21 secolo, siamo immersi pienamente in un calderone di radiazione elettromagnetica su base continua” – si legge nel libro. E, nonostante la scienza non abbia ancora risposto a tutte le domande poste sugli effetti dannosi o meno dell’elettromagnetismo sulla nostra salute, essa ha dimostrato però una vasta gamma di effetti biologici legati all’esposizione continua ai campi elettromagnetici. L’autore espone sedici studi scientifici che hanno ravvisato mutazioni del DNA a cui fa seguito lo sviluppo dei tumori, in particolare quelli cerebrali: si calcola che il rischio è superiore del 240% tra coloro che fanno un uso quotidiano e prolungato del cellulare per 10 anni. Non solo, ma uno studio israeliano ha scoperto che le persone che utilizzano i telefoni cellulari per almeno 22 ore al mese hanno una probabilità del 50% in più di sviluppare tumori alla ghiandola salivare. E gli individui che vivevano per più di 10 anni nel raggio di 400 metri da una torre di trasmissione di telefonia mobile avevano un tasso di cancro tre volte superiore a quelli che vivevano ad una distanza maggiore. Gli studi ci sono. E tanti. A tal punto da spingere l’Organizzazione Mondiale della Sanità a dichiarare ufficialmente che le microonde generate dall’uso dei cellulari,wi-fi, cordless o tablet sono “potenzialmente cancerogene”.
E in Italia qual è la situazione? Anche nel Bel Paese il problema è sentito, nonostante la presenza di leggi, non sempre rispettate. A regolare la materia è il Decreto Ministeriale n.381 del 10 settembre 1998, relativo al “Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana”. Esso fissa, tra le altre cose, il valore limite di 6 volt/metro dei campi elettromagnetici riguardanti la telefonia cellulare in corrispondenza di zone abitate. E demanda alle regioni e alle province la disciplina dell’installazione degli impianti al fine di garantire i limiti espressi dalla legge. Limiti che purtroppo nella maggior parte dei casi non sempre vengono rispettati. Ed è per questo che assume un’importanza elevata la vigilanza dei cittadini. Secondo il dott. Francesco Imbesi, del Centro Consumatori di Bolzano, sensibile alla materia, i cittadini attivi possono impegnarsi in molti modi per rendere migliori le nostre condizioni di vita, consigliando di porsi alcuni obiettivi: informare i consumatori, soprattutto giovani e bambini, sui rischi legati all’uso del cellulare; vigilare sulla pianificazione dei ripetitori da parte delle amministrazioni pubbliche; vietare l’utilizzo di cellulari nei mezzi pubblici; ridurre i valori di soglia, con l’obiettivo di sostituire i valori definiti unicamente in base agli effetti termici con valori stabiliti in base all’introduzione di principi medici di prevenzione.
In conclusione, analizzando con spirito critico gli studi scientifici pubblicati finora e considerando la sistematica sottostima del rischio che caratterizza il protocollo utilizzato, emerge con sufficiente chiarezza l’incremento del rischio di tumori alla testa osservabile dopo lunga latenza o uso prolungato dei telefoni cellulari.


mercoledì 4 giugno 2014

RINNOVABILI: SARDEGNA, NO A PALE ED ELETTRODOTTI NEL SARCIDANO

Cagliari, 3 giugno - Approda in parlamento il no delle comunità locali del Sarcidano alle nuove pale eoliche per le quali sono stati presentati progetti nei comuni di Nurri, Laconi, Nurallao, Isili, Genoni e Nuragus, fra le province di Cagliari e Oristano. Il deputato Mauro Pili (Unidos-Misto) ha presentato un'interrogazione urgente al ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti per denunciare e bloccare quello che definisce uno "scempio" ambientale. Il parlamentare raccoglie, in particolare la segnalazione dei consiglieri comunali di Laconi Salvatore Argiolas e Massimo Meleddu che si oppongono, in particolare, alla costruzione di elettrodotti cui hanno manifestato contrarietà anche il deputato sardo di Sel, Michele Piras, e il vicepresidente del Consiglio regionale Eugenio Lai. "In questo progetto scellerato e' prevista la costruzione di due linee elettriche parallele per una lunghezza di oltre 10 chilometri, con tralicci affiancati alti circa 40 metri, oltre il doppio del campanile della chiesa di Laconi, e cavi che possono giungere a circa 10 metri d'altezza", sottolinea Pili.
  "Il tracciato passerà a soli 40 metri di distanza dalle case piu' vicine e sara' realizzato su strade e terreni dove gli agricoltori lavorano o dove viene gestito e curato lo straordinario patrimonio boschivo". Secondo quanto riferisce il deputato, il progetto, riconducibile alla società Ensar srl, prevede l'installazione di 18 aerogeneratori da 3 MW nel territorio di Nurri e di due elettrodotti ad alta tensione nei comuni di Laconi, Nurallao, Isili, Genoni, Nuragus tra le due nuove stazioni elettriche situate a Isili e Laconi. "E' un progetto d'impatto devastante", denuncia Pili nell'interrogazione al ministro dell'Ambiente. "La potenza totale installata sarà di 54MW, la produzione attesa di circa 103 GWh/A".
  Secondo quanto riferiscono i due esponenti di Sel, Piras e Lai, la doppia linea elettrica ad alta tensione da 150mila volt, "oltre a deturpare il paesaggio, rischia di causare ulteriore inquinamento elettromagnetico e possibili danni alla salute delle popolazioni locali". "Riteniamo necessaria una presa di posizione ferma della Giunta regionale", insistono deputato e consigliere regionale, che sollecitano la sospensione di tutti i progetti privati in materia di rinnovabili fino all'approvazione del nuovo piano energetico regionale, come previsto in una proposta di legge di recente presentata dal gruppo Sardegna Vera in Consiglio regionale. "La produzione incontrollata di energia elettrica va fermata", sostengono Piras e Lai, "particolarmente in una terra che già produce energia oltre il fabbisogno locale, a maggior ragione se essa non prevede alcun beneficio per i consumatori e le imprese operanti in Sardegna.


FONTE : AGI.IT