Domenica 13
aprile -di Andrea Isolani (comitato No Elettrosmog)
Intenso
pomeriggio di scienza ed informazione quello vissuto mercoledì presso l’Aula
Magna delle Scuole Medie di Portoferraio alla conferenza tenuta dal dottor
Fiorenzo Marinelli, biologo dell’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di
Bologna, il quale da circa 25 anni svolge ricerca sulla delicata questione
degli effetti biologici dei campi elettromagnetici. Appunto a questa tematica
era dedicata la conferenza durante la quale il Dr. Marinelli ha dato numerosi
spunti di riflessione al pubblico presente in sala. Sperando che questi spunti
siano raccolti e tradotti in azioni concrete da chi di dovere sul territorio
elbano, proponiamo un breve report della conferenza.
L’esposizione
di Marinelli prende le mosse da un dato molto importante, dai più (ahimè) sottovalutato
o per niente preso in considerazione nella valutazione dei rischi per la salute
derivati dai CEM (campi elettromagnetici) artificiali; discrete porzioni di
spettro elettromagnetico, inesistenti all’interno dei campi elettrico e
magnetico naturali del nostro pianeta, sono state introdotte a partire dagli
anni ’40 in poi nell'ambiente di fondo naturale, dapprima piano piano poi in
maniera sempre più consistente. Oggi l’introduzione di questi CEM artificiali
conosce una diffusione senza precedenti, legata al dilagare delle tecnologie
wireless, ma anche a linee elettriche e circuiti domestici. Il problema per le
cellule e gli organismi viventi è che nelle ere evolutive, questi si sono
adattati a condizioni di campo naturali entro certi valori e oggi queste
condizioni sono profondamente alterate grazie all’introduzione dei CEM
artificiali prodotti da cellulari, cordless, wi-fi, ripetitori della telefonia
mobile, wi-max, ecc., a tal punto da avere effetti biologici sulla materia
vivente. (…….) “Praticamente ogni cellula vivente è una massa brulicante di
correnti elettriche e di amplificatori elettrici e biochimici che sono
essenziali per la sua normale funzionalità.” (……)”I campi magnetici alternati
possono indurre un flusso di correnti alternate attraverso le cellule e i
tessuti viventi. Queste possono interferire con le normali correnti dirette e
le tensioni elettriche che sono essenziali per il metabolismo di tutte le
cellule” (Andrew Golsworthy, “Gli effetti biologici dei CEM deboli”).
I primi
studi che misero in luce una correlazione certa fra numerosi casi di leucemia e
CEM artificiali, prodotti in questo caso dalle trasmissioni radiotelevisive
emesse dalle Sutra Tower di San Francisco, risalgono agli anni ’80 (Neil
Cherry); in questo studio si vide come i picchi di condensazione delle
emissioni, disposti ad anelli concentrici attorno alla zona della sorgente,
corrispondessero in maniera precisa alle aree dove si erano registrati la quasi
totalità dei casi di leucemia.
Abbiamo
visto come l’irradiazione da CEM artificiali danneggi il DNA cellulare (test
del Comet Essay; il filamento danneggiato del DNA fuoriesce dal nucleo come la
coda di una cometa) tanto che ad un certo punto la cellula attiva i geni
dell’apoptosi, cioè della morte cellulare, ed in questo modo la cellula stessa
viene eliminata dall’organismo; però se l’esposizione viene prolungata si
attivano altri geni che inibiscono l’apoptosi e, anzi, nonostante gli ingenti
danni subiti, la cellula tende a duplicarsi e a produrre così cellule tumorali.
Nonostante
tutti gli studi e le scoperte in questo campo, la deriva elettromagnetica nella
società, nei luoghi pubblici, nelle scuole, va avanti, per evidenti scopi di
lucro, senza tenere in minimo conto i rischi per la salute. Così, come
riportato dal dr. Marinelli stesso, succede che in una scuola di Perugia i 700
studenti siano stati dotati, tutti, di tablet wi-fi a fini didattici, e là sono
stati rilevati valori di CEM altissimi. Di contro, in una scuola di Bolzano,
all’entrata vengono “sequestrati” i cellulari di tutti gli studenti, mentre
l’introduzione di internet a fini didattici è stata effettuata esclusivamente
via cavo; a dimostrazione che quando le cose si vogliono fare...a buon
intenditor poche parole.
Un elemento
preoccupante emerso durante la conferenza è l’aumento drammatico negli ultimi
anni di casi di elettrosensibilità e iperelettrosensibilità in relazione anche
al dilagare delle reti wireless (che sono andate a sommarsi alle preesistenti
emissioni radiotelevisive) in pressochè qualsiasi ambiente cittadino. I
soggetti che riferiscono aumentata sensibilità ai CEM necessitano di aree
libere da emissioni per disintossicarsi e ricaricarsi; ad esempio
sull’Appennino Emiliano sono state create queste aree, così come in Canada e in
Svezia (dove l’elettrosensibilità ormai da anni è riconosciuta come patologia
professionale).
Sul wi-fi,
cioè la connessione ad internet senza fili, il Dr. Marinelli ha messo in
evidenza la totale assurdità di tale tecnologia e della sua introduzione a fini
didattici in ambiente scolastico e, comunque, in tutte quelle situazioni in cui
si può tranquillamente adottare un collegamento via cavo. Chi è favorevole alla connessione wi-fi, giustifica ciò per ragioni di
economicità e praticità nell'installazione e nell'uso di tale supporto, ma non
tiene in minimo conto i rischi per la salute di chi lo utilizza e i possibili
ingenti costi sanitari, legati a questa tecnologia, che in futuro potrebbero
verificarsi. I CEM prodotti dal wi-fi, simili a quelli pulsati dei radar, sono
di un tipo ancora diverso da quello dei cellulari e non ci sono ancora
sufficienti studi sull’impatto di questi con la materia vivente e, quindi,
sugli effetti sulla salute umana. Nonostante ciò, ancora una volta è la scienza
che deve rincorrere l’ultimo ritrovato, è sempre funzionato così, prima si
mette in commercio qualsiasi cosa, basta che si venda; magari, poi, un giorno
la scienza ne proverà la nocività o meno, ma intanto la multinazionale o le
multinazionali di turno avranno già fatto i loro lauti guadagni. Nel corso del
dibattito che è seguito all’esposizione di Marinelli è emersa anche
l’intenzione da parte dell’Istituto Comprensivo Pascoli di Portoferraio di
dotarsi di connettività wi-fi, almeno limitatamente ad una aula (per ora?);
naturalmente, per le ragioni di cui sopra, vogliamo sperare che ciò non si
avveri. Al riguardo proprio gli elementi più giovani (vedi Risoluzione del
Consiglio d’Europa n. 1815/2011 e linee guida dell’OMS) dovrebbero essere i più
protetti dai CEM e, nel caso, educati ad un uso prudente e consapevole di
talune tecnologie e ad evitarne talaltre. Tra l’altro in alcuni studi è stata
trovata una correlazione tra esposizione a CEM artificiali e disturbi del
comportamento, dell’attenzione e dell’apprendimento.
Allarme è
emerso anche per lo stazionamento in porto di navi con il radar sempre acceso,
anche quando lo stesso stazionamento non lo richiede. Un fenomeno che andrebbe
indagato al più presto, e di cui dovrebbero farsi carico le autorità
competenti, soprattutto nella componente delle ricadute per la salute della
popolazione esposta.
Ivano,
giovane da poco laureato in Scienze Ambientali con una tesi proprio sugli
effetti dell’inquinamento da CEM artificiali sulla popolazione di Rocca di Papa
(RM), è intervenuto per lanciare l’allarme per il proliferare di ripetitori
della telefonia mobile sul territorio elbano e ha chiesto che almeno queste
vengano installate lontano dagli abitati e dalle case, venendo così incontro,
insieme, alle esigenze di comunicazione e al diritto alla salute, quest’ultimo
purtroppo sempre più sacrificato, senza ragione intendere, sull’altare del Dio
Progresso. Al riguardo, ricordiamo il clamore e le proteste per l’installazione
a Campo nell’Elba, l’estate dello scorso anno, dell’antenna poi mascherata da
improbabile quanto inquietante cipresso per la quale c’è ancora un ricorso
legale, di cui ci ha informato l’avvocato Cappelletti presente fra il pubblico
in sala. E intanto il Comune di Portoferraio nei giorni immediatamente
precedenti la conferenza ha informato tramite i media locali che la Vodafone ha
fatto richiesta di installazione di antenna per telefonia mobile, l’ennesima,
in loc. Scaglieri, per la quale ci sono comunque 30 giorni di tempo (dal 31
marzo) per presentare le osservazioni.
In ultimo,
le precauzioni da adottare nell’utilizzo del cellulare. Buon senso vorrebbe che
questo venisse bandito dalle mani di bambini e adolescenti, mentre in soggetti
adulti andrebbe utilizzato, se proprio non se ne può fare a meno, sempre e
comunque con l’auricolare o in modalità viva voce, insomma, distante dalla
testa. Lo stesso dispositivo utilizzato a contatto con l’orecchio inonda una
buona parte del contenuto della scatola cranica (molto più in profondità in
bambini e adolescenti) con potenze fino a 130 V/m (Volt/metro), quando i limiti
di Legge in Italia, come al solito molto blandi e compiacenti con l’industria
del settore più che in altri Paesi, sono di circa 6V/m; da notare come i limiti
sotto i quali la maggior parte della comunità scientifica internazionale
considera sicura l’esposizione ai CEM artificiali vadano da 0,2 V/m a non più di
0,6V/m. In realtà, come provato in alcuni esperimenti da Marinelli stesso,
l’unico modo affinché non si registrino effetti biologici nelle cellule (quindi
modificazioni dell’ambiente cellulare) è, semplicemente, spengnere l’apparecchio
trasmittente.