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giovedì 8 maggio 2014

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO GENERATO DALLE CITTÀ DISORIENTA UCCELLI MIGRATORI

Studio sui pettirossi dell'università tedesca di Oldenburg

Parigi 8 mag. (TMNews) - L'inquinamento elettromagnetico generato dalle città ostacola il senso dell'orientamento del pettirosso, che come tutti i passeracei si orienta grazie al campo magnetico terrestre: è quanto risulta da uno studio dell'università tedesca di Oldenburg.
I principali "colpevoli" tuttavia non sono solo le antenne di telefonia mobile ad alta frequenza o le linee ad alta tensione, ma soprattutto i segnali radio in onda media e quelli emessi dai normali apparecchi elettronici.
A mettere fuori uso la "bussola naturale" dei pettirossi (una specie migratoria) sono sufficienti valori molto bassi del campo magnetico su un'ampio spettro di frequenze: il fenomeno, secondo lo studio, riguarda soprattutto i centri urbani dato che altri pettirossi studiati immediatamente fuori dai confini della città hanno dimostrato di potersi orientare perfettamente.


FONTE : LA STAMPA 

FONTE : METEOWEB

FONTE : GALILEO giornale di scienza

mercoledì 7 maggio 2014

L'AQUILA: ELETTRODOTTO TAGLIA LA CITTA',VERTICE PER TOGLIERE TRALICCI

L'AQUILA - “Ho inviato una lettera alla società di gestione Terna e spero che entro una quindicina di giorni ci si potrà finalmente incontrare per ragionare sullo spostamento dell’elettrodotto che attraversa L'Aquila, caso forse unico Italia, e che potrebbe determinare rischi per la salute’’.
Ad affermarlo ad AbruzzoWeb è il sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, e la speranza è dunque che finalmente si compia un passo decisivo verso l’eliminazione attesa da decenni, della doppia linea ad alta tensione da 150 e 220 chilovolt, che taglia in due i quartieri di Pettino, San Francesco e Torrione, a pochi metri dalle case e, soprattutto, da numerosi edifici scolastici.
L’obiettivo non è solo quello di carattere estetico e urbanistico, in quanto l’eliminazione del tralicci liberebbe preziosi ettari per la riqualificazione dei quartieri Nord della città. La questione è prima di tutto di salute pubblica: da decenni i cittadini e anche gli alunni delle numerose scuole lungo il tracciato dell’elettrodotto sono esposti ai campi elettromagnetici.
Un allarme rilanciato sempre a questo giornale da Federica Marola, dottoressa in medicina e chirurgia presso l'ospedale San Salvatore dell'Aquila, che ha denunciato il fatto che nel palazzo in cui vive nel quartiere di San Sisto, a pochi metri dall’elettrodotto, si sono avuti, nel corso degli ultimi dieci anni, ben quattro casi di malattie ematologiche.
Potrebbe essere un caso, ma per un ragionevole principio di precauzione, l’elettrodotto sarebbe opportuno spostarlo.
“Ci sono studi internazionali sui rischi di salute pubblica determinati dagli elettrodotti - conferma il sindaco, che è anche medico - sui nessi che potrebbero intercorrere tra esposizione ai campi elettromagnetici e l’insorgenza di malattie del sangue".
"Spiegheremo a Terna che il Comune è disposto a fare la sua parte, ma questa grande opera, perché di questo si tratta, va realizzata, pur nella consapevolezza della sua complessità e dei costi”, conclude Cialente.


FONTE : ABRUZZOWEB

lunedì 5 maggio 2014

“ROMPERE IL SILENZIO SUI DANNI DA INQUINANTI. UN PROGETTO POLITICO DI DONNE”


Convegno organizzato dal gruppo “Difendiamo la salute” del Tavolo Salute e Ambiente della Commissione pari opportunità del Comune di Milano. Relatrici: Antonella Nappi, sociologa, e Laura Masiero, presidente dell’Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettromagnetismo.

 “L’argomento più eclatante oggi è il diffondersi nell’ambiente di radiazioni elettromagnetiche nel silenzio istituzionale sulla nocività che molte ricerche nel mondo hanno mostrato. Alle consumatrici appaiono solo i benefici e così è impossibile fare un confronto con i danni. Le donne però hanno più degli uomini esperienza di osservazione, crescita e cura dei corpi. Noi non vogliamo essere le cavie degli interessi economici. Vogliamo rivalutare l’ottica delle donne sulla salute e farne un progetto politico collettivo”.
Intervento del gruppo “Difendiamo la salute” ( Antonella Nappi, Gabriella Grasso,  Franca Maffei, Giovanna Cifoletti, Maresa De Filippi, Silvia Bragonzi, Lea Melandri, Maria Carla Baroni, Tiziana Giacalone, Adalisa Innocenti, Vittoria Longoni ed altre…) al quinto incontro delle donne presso le pari opportunità del Comune di milano organizzato da Anita Sonego “sogni realizzati e sogni da realizzare, al quinto incontro delle donne presso le pari opportunità del Comune di milano organizzato da Anita Sonego “sogni realizzati e sogni da realizzare.

Vogliamo rendere la tutela primaria della salute una pratica non generica ma puntuale dell’amministrazione comunale e un progetto politico delle donne. Vogliamo rendere Milano più salubre e i cittadini più consapevoli di quanto corpo e salute siano il loro patrimonio di forza e di sicurezza a cui non rinunciare.
Il programma di Pisapia, fa accenno ad “un’idea più femminile di salute da trasmettere e far vivere”…”da affermare con campagne di prevenzione”e  con “la realizzazione di informazione e cura sul territorio”. Le donne infatti hanno più degli uomini esperienza di osservazione, crescita e cura dei corpi; questa cultura del costruire salute e benessere è rimasta arginata nel privato e oggi rischia di sparire anche di là, tanto prevale la cultura pubblica patriarcale che abusa dei corpi e della salute per raggiungere altri scopi: economici e di consenso. Noi vogliamo rivalutare l’ottica delle donne sulla salute e farne un progetto politico collettivo.
La salute dipende più dalla salubrità dell’ambiente che dalla medicina, lo scrivono epidemiologi , demografi e molti medici. Spesso non vogliamo pensare che l’ambiente in cui viviamo possa danneggiare gravemente la nostra salute: per non  aver paura, per non arrabbiarci,  per non sentirci impotenti! Ma è più conveniente dare voce al desiderio di difenderci e di essere difese, accettando una prospettiva di consapevolezza dei rischi che corriamo, diffondendo il sapere che ci viene dagli scienziati critici e indipendenti da interessi economici sugli inquinanti e chiedendo alla Giunta e agli assessori del Comune di Milano di aiutarci in questo, di condividere con i cittadini le difficoltà di rendere la Città più salubre e le rinunce che su altri fronti questo può comportare.
Il gruppo “Difendiamo la salute ” ha realizzato due incontri di informazione sugli inquinanti urbani e sulle ricadute che hanno sulla salute dei bambini e degli adulti. Abbiamo ascoltato scienziate/i parlarci di inquinamento atmosferico da traffico, da combustione della legna, di quella dei rifiuti (inceneritori); dei pericoli delle comunicazioni senza fili: cellulari e Wi-Fi; del costo economico della malattia e anche di quello in sofferenza ( Paolo Crosignani dell’Istituto dei tumori; Laura Masiero della associazione Associazione per la lotta all’elettromagnetismo (A.P.P.L.E.); Paola Marciani insegnante al corso di laurea di Scienze della Sicurezza Chimica e Tossicologica Ambientale; Maria Letizia Rabbone di Pediatri per un mondo possibile ed Elena Sisti economista di Genitori Antismog)
Vogliamo farne altri in tutte le zone di Milano (e presso le associazioni femminili ), abbiamo bisogno di un sostegno organizzativo più vasto e della partecipazione del Comune e degli Assessori perché questi diventino dei momenti di impegno e di responsabilità. Vogliamo che l’amministrazione pubblica accolga le informazioni scientifiche critiche a proposito delle ricadute sulla salute di prodotti, infrastrutture e comportamenti e assuma un atteggiamento più problematico verso gli interessi commerciali e verso il consenso consumistico, fino a realizzare un principio di precauzione.
Gli interessi economici  sospingono l’adozione e la diffusione di prodotti e innovazioni chimiche e fisiche di cui non sanno, o tacciono, la nocività; alle consumatrici, appaiono solo i benefici e così è impossibile fare un confronto con i danni. Viviamo in un contesto sconosciuto e siamo obbligate/i a subire danni fisici (e mentali) nella inconsapevolezza, e nella stessa inconsapevolezza è spesso chi ha le redini della comunità.
L’argomento più eclatante oggi è quello del diffondersi nell’ambiente di radiazioni elettromagnetiche nel silenzio Istituzionale sulla nocività che molte ricerche nel mondo hanno mostrato. Non è il caso di felicitarsi d’essere le cavie di sistemi di comunicazione senza fili che ci sottopongono a radiazioni elettromagnetiche e a microonde di cui non è dimostrata la innocuità e al contrario molte ricerche nel mondo segnalano i gravi rischi dei danni biologici ( non sono normati ) che si producono nel tempo.
I pericoli per la salute additati da studi scientifici onesti e indipendenti da interessi economici non devono più essere censurati e negati come si è fatto per tanto tempo davanti ai prodotti mossi dagli interessi del mercato. Troppe volte sedicenti "esperti" hanno rassicurato sulla innocuità di sostanze, prima che una conoscenza reale fosse stata raggiunta: così è stato per il DDT, i raggi X, la radioattività, il fumo, l'amianto, la BSE, l’esposizione a metalli pesanti, l'uranio impoverito, ecc, . Dire che sono innocui i prodotti o le soglie degli inquinanti, fino alla dimostrazione schiacciante del contrario,  è forse un crimine. Il silenzio che impedisce un confronto tra benefici e potenziali pericoli deve essere vinto. 
Vogliamo sia costantemente monitorato il livello dei Tesla e delle onde radio, e i cittadini possano facilmente vedere la situazione del loro quartiere e della loro casa, possano dire la loro sulle presenze inquinanti: come fili dell’alta tensione (anche interrati), cabine di scambio di energia anche interrate, stazioni base per cellulari e quelle per radio e televisione. Possano conoscere le distanze che hanno segnalato dei pericoli in qualche parte del mondo. Anche i funzionari devono imparare a conoscere questi fatti e porli in discussione.
Scienza e futuro della ricerca sono al centro del dibattito pubblico in questi giorni per iniziativa del Comune, sono un rilevante “fattore di traino economico” dice l’assessore Tajani, ma in questo stanno anche gli aspetti critici della ricerca: gli interessi mercantili denunciati da molti scienziati indipendenti. Il dibattito pubblico deve vertere anche sul senso delle ricerche e sul loro finanziamento. Ai tavoli di Pisapia per la stesura del programma le donne presenti misero in evidenza che l’attività scientifica è anche quella umanistica, non riguarda solo la cura medica ma anche la prevenzione dalla malattia, la ricerca scientifica si può occupare di come rendere sano l’ambiente, “una ricerca di contrasto al cancro”può essere quella che permette di togliere dall’ambiente una buona parte di cancerogeni!

L'incontro è Lunedì 5 maggio, h 17.30-20 alla CASA DELLE DONNE di via MARSALA  8 , angolo via Milazzo (MM2 Moscova; tram1;2;14;autobus 43, 94) a Milano                     




domenica 27 aprile 2014

TRALICCI, CHIATRI VA ALLA GUERRA: “SINDACO, DEVI TUTELARCI”

Sabato, 26 Aprile 2014 - Pericoli per la salute e un rischio serio anche per l'ambiente. I cittadini di Chiatri non hanno intenzione di restare a guardare. E’ per questo che intendono segnalare anche all'autorità giudiziaria alcuni aspetti legati alla realizzazione del nuovo tracciato dell'elettrodotto che sta sollevando l'Oltreserchio all'autorità giudiziaria. A farsi portavoce del malcontento della popolazione è ancora una volta l'avvocato Cesare Ciacca che con una lettera aperta si rivolge direttamente al sindaco Alessandro Tambellini. L'avvocato accusa il primo cittadino di non aver avvisato per tempo i cittadini di quanto stava avvenendo: “Su due profili - si rivolge Ciacca al sindaco - Lei non può e non deve rimanere neutrale: il primo è il pericolo di lesione del diritto costituzionale alla salute, anche se riguarda pochi individui; il secondo è la deturpazione dell’ambiente, del paesaggio e del panorama, che nella zona di Chiatri, unica finestra diretta verso il mare del Comune di Lucca, di cui è gioiello meraviglioso, è pubblicamente segnalato, con specifica dicitura in pietra, al passo del Quiesa, sul muro laterale di svolta dalla via Sarzanese verso la strada che sale verso i Monti di Chiatri. Qui appaiono, agli occhi degli stupefatti turisti, abitati, capanne, stalle di epoche dei secoli passati e anche un pregiato edificio del ‘500, che, in tale periodo, si dice fosse una succursale del Comune. E i Monti di Chiatri, come gli altri abitati del paese che si distende in una vasta area, verrebbero ad essere stretti in una morsa di due elettrodotti, con una moltiplicazione di giganteschi piloni, veri e propri ecomostri”.
In mezzo - prosegue Ciacca - verrebbero a trovarsi i ruderi del castello, risalente a prima degli anni mille, distrutto dal Comune di Lucca in una feroce guerra con il Castellano del luogo, il quale aveva rapito la principessa Ermengarda, figlia del re Lotario, il cui Stato si estendeva fra le coste dell’Inghilterra e della Francia, della quale si era follemente invaghito mentre la Principessa transitava lungo la via Francigena in pellegrinaggio di devozione verso il Centro della Cristianità. Di Ermengarda rimangono tracce in una tomba nei sotterranei dell’attuale Palazzo di Giustizia, in via Galli Tassi e in una maestosa lapide in marmo, in lingua latina, sul muro delle scale che salgono verso la Procura della Repubblica, nello stesso edificio. Nella Chiesa di Chiatri Giacomo Puccini aveva ascoltato il Te Deum, cantato dalle voci potenti dei contadini del luogo, forgiate dalle dura vita agreste, Te Deum da Lui riproposto, con la stessa robustezza nell’opera La Tosca, con il suono in lontananza della campane di Bargecchia, che ancora si possono udire. Storia, cultura ed ambiente rendono Chiatri un luogo incantato della memoria, selvaggio e delicato, intatto e sacro nello scorrere dei secoli, un altissimo pregio che si traduce in valore economico e turistico da esaltare e non da soffocare e annichilire con immensi piloni, alti 50 e 20 metri. Lei, forse, non si rende conto del tesoro che Chiatri costituisce per la città di Lucca? E’ assolutamente certo che i giganteschi piloni Terna, posti sul crinale delle colline, in vista del mare, visibili dalla costa Tirrenica, incombenti, con le loro immense campate di numerosi cavi, sulla delicata trina degli oliveti, dei campi lavorati, dei boschi, di una bellezza speciale per la varietà degli alberi e dei loro colori costituirebbero un disastro del patrimonio paesaggistico, storico-artistico, archeologico. Sono valori assoluti che devono essere tutelati con la più completa determinazione ed energia. Con l’attuazione del progetto Terna, il disastro ambientale e paesaggistico sarebbe immenso ed irreversibile”.
Sotto accusa anche i presunti rischi per la salute: “Le distanze di sicurezza degli habitat dagli elettrodotti calcolate da Terna - incalza Ciacca - non hanno nessuna certezza scientifica, mentre sono notori in Italia i frequenti casi di leucemia e di tumori lungo tali reti elettriche e il dibattito è ovunque in corso anche con molte controversie giudiziarie nei confronti della Terna e dell’Enel. Sarebbe gravemente turbata la serenità, l’identità della comunità del vasto paese di Chiatri, identità che si connette intrinsecamente all’ambiente”.
Noi - aggiunge Ciacca - non siamo disposti a fare da cavie e a sentirci dare ragione sull’insufficienza di tali distanze soltanto dopo avere constatato l’insorgenza dei tumori e delle leucemie, dopo essere stati colpiti da patologie letali connesse all’elettromagnetismo. A tale proposito le ricordo che lei è responsabile della salute dei cittadini e che non può e non deve tollerare spostamenti degli elettrodotti a favore di alcune zone e a discapito di altre, nel caso concreto a discapito di Chiatri, i cui abitanti pure Lei rappresenta. Spettava e spetta a Lei rilevare immediatamente con forza e con sdegno, già prima di introdurre la richiesta di indagine pubblica, che gli elettrodotti Terna, così come progettati e posizionati, costituirebbero un disastro ambientale ed un grave problema per la salute in tutte le zone in cui passano, specie per Chiatri, gioiello unico del Comune di Lucca. Ma, perché Lei, che è a capo del Comune più vasto e importante, ricco di storia, di cultura, di arte e di siti di archeologia, non ha reagito come il sindaco di Vecchiano che si è schierato subito con le comunità che appaiono coinvolte e sacrificate dagli stessi elettrodotti? Da un anno la Terna sta studiando il tracciato degli elettrodotti. Da mesi e mesi, dal maggio 2013, Lei ha partecipato a numerosi incontri con gli altri sindaci limitrofi e con la Terna, con i quali ha sottoscritto un Verbale del tavolo tecnico di concertazione, senza mai avvertire la nostra popolazione. Che senso ha giustificare tale carenza di informazione accampando l’assenza di un protocollo d’intesa da Lei non sottoscritto? Ma, la Terna ha già presentato la domanda di valutazione di impatto ambientale al Ministero dell’Ambiente, mostrando di aver superato e ritenuto irrilevante la fase del fantomatico protocollo di intesa, atteso che, per di più, il suddetto Verbale del tavolo tecnico è intestato: Attuazione Protocollo di Intesa tra la Regione Toscana e Terna”.
Non è stata sollecitata una consapevolezza e una partecipazione viva ed effettuale delle popolazioni - prosegue ancora Ciacca -. Queste sono come schermate dalla rappresentanza istituzionale di enti che, però, assai probabilmente, non ne rispecchiano gli umori, le proteste, gli interessi, le scelte di vita nell’amenità della campagna chiatrese. A questo punto, sembra, - in costanza di quel che apparirebbe una Sua accondiscendente inerzia – che, per quanto riguarda Chiatri, Lei non abbia preso posizione vigorosa contro i pericoli alla salute e i danni all’ambiente. In pratica, sembra che sia nell’aria il presentimento di una maturazione della procedura verso una attesa di giudizio positivo del Ministero sul progetto Terna. La quale sa che, quando arriva a presentare al Ministero dell’Ambiente la richiesta di Via, con tutta la ponderosa documentazione, anche se unilaterale e senza effettiva dialettica con la popolazione, totalmente esclusa, come sopra descritto, il risultato favorevole di accoglimento è già fortemente imbastito e quasi scontato. Tanto che operai della Terna, o di ditta delegata, stanno facendo in questi giorni una sistematica ricognizione del tracciato dei nuovi elettrodotti con segni di vernice in loco. Essi hanno rilasciato affermazioni, sulla strada, alle persone che chiedono spiegazioni del loro operato, nel senso che è già stato tutto deciso e che nessuno fermerà niente. Cosa dunque si aspetta e come si discute su un piano di sterile formalismo? Dum Roma consulitur, Saguntum espugnatur”.

giovedì 24 aprile 2014

ELETTRODOTTO DI VIA SOTTOCORNO - NUOVI RILIEVI DELL'ASL

Milano e Sesto chiedono di rimappare le emissioni elettromagnetiche.


Sesto San Giovanni - uno studio su malattie e decessi, nel quartiere attraversato dagli elettrodotti: la richiesta di un'indagine epidemiologica è stata inviata ail'ASL dai sindaci di Milano, Giuliano Pisapia, e di Sesto San Giovanni, Monica Chittò, che hanno scritto anche ad Arpa Lombardia, per approfondire l'esistenza di campi elettromagnetici nelle vie al confine tra le due città. Sotto accusa, ormai da tempo, è l'elettrodotto di via Adriano che corre vicino alle finestre di alcuni palazzi ed è diventato fonte di grandi preoccupazioni per i residenti della zona. «In seguito ad esposti dell'associazione di abitanti Sottocorno, già nel 2011 sono stati compiuti due rilievi in merito alle emissioni elettromagnetiche e recentemente Terna, gestore delle linee elettriche, ha presentato una studio di fattibilità dell'interramento e un progetto di massima chiesto dai due Comuni - rimarca in una nota l'amministrazione sestese -. Ora, per avere un quadro della situazione il più possibile chiaro, i sindaci di Milano e Sesto San Giovanni hanno chiesto ad Asl uno studio epidemiologico sistematico sugli abitanti delle vie Sottocorno, Lombardia e per Crescenzago». Obiettivo: verificare «la presenza o meno di un'incidenza, di valore superiore alle medie, di problematiche di salute nei residenti del quartiere» e, «qualora questa fosse verificata», effettuare «un ulteriore approfondimento per definire un'eventuale correlazione diretta tra la presenza dell'elettrodotto e le problematiche di salute dei cittadini».
Per l'associazione di via Sottocorno - che negli ultimi anni ha contato una ventina di morti per tumori o malattie degenerative e una quarantina di malati, in sole 150 famiglie - i due studi sono un risultato importante, ma che non allenteranno la pressione sulle istituzioni. Anzi: «Abbiamo chiesto che a condurre l'indagine sia l'équipe dell'Istituto Superiore della Sanità, che ne ha svolta una analoga in provincia di Roma spiega il presidente Massimiliano Corraini -: Asl e Regione posso coinvolgerla, per avvalersi della sua metodologia ed esperienza. Le rilevazioni del 2011 non ci hanno convinto perché si sono attenute solo ai limiti di legge, che non sono cautelativi, e non hanno tenuto conto di tutti i casi, ad esempio dei malati che hanno vissuto in via Sottocorno e si sono poi trasferiti». L'associazione auspica un maggior coinvolgimento diretto: «Nessuno ci ha mai chiamato ai tavoli tecnici per portare il nostro contributo in modo costruttivo - rimarca Corraini - E sia chiaro, si deve comunque procedere con l'interramento».
IL DUBBIO UN COLLEGAMENTO TRA INQUINAMENTO E DEPRESSIONI
TUMORI e disturbi cardiovascolari. Demenze senili e leucemie. Malattie degenerative come la SLA, infertilità e aborti spontanei. È lungo l'elenco dei problemi di salute, in molti casi sfociati in decessi, su cui l'associazione di via Sottocorno vuole capirne di più. Non solo. Negli ultimi mesi, un altro inquietante interrogativo si è fatto strada negli approfondimenti portati avanti insieme alle altre associazioni con cui ha fatto rete, la Lorenzo Perrone per la prevenzione delle malattie oncologiche e oncoematologiche di Cologno, La lampada di Aladino per l'assistenza al malato oncologico di Brugherio e l'Associazione italiana elettrosensibili: che ci possa essere una correlazione tra elettrosmog e depressioni culminate in suicidi. Il dubbio è iniziato a serpeggiare a Brugherio, proprio come avvenuto in via Sottocorno per i tumori: con il passaparola. «Molti nostri concittadini ricordano di tizio o di caio morti suicidi - racconta Davide Petruzzelli della Lampada di Aladino -. Secondo i dati Istat sulla provincia di Monza e Brianza, l'incidenza dovrebbe essere di 4,3 ogni centomila abitanti, che in una città di 33mila si riduce a 1,43. In quattro mesi siamo già a quattro casi». Coincidenze? «Può anche essere, non vogliamo fare allarmismo - rimarca Petruzzelli, che ne ha discusso all'interno della rete di associazioni -: chiediamo solo di approfondire. E, in attesa di capire quali possano essere tutti gli effetti dell'esposizione alle onde, sia in alta che in bassa frequenza, utilizzare il principio della cautela». Che significa: fare attività di prevenzione, ad esempio con suggerimenti pratici sull’utilizzo di cellulari, l'eliminazione del WI-FI nelle scuole a favore di un più affidabile cavo, maggiori limitazioni nella costruzione di nuovi palazzi vicino alle linee di alta tensione. «Chiediamo soprattutto l'istituzione di un Osservatorio e di un tavolo tecnico con i Comuni, per effettuare studi sul territorio».


FONTE : Articolo di Patrizia Longo - IL GIORNO GRANDE MILANO

mercoledì 23 aprile 2014

LE CONNESSIONI WI-FI NELLE SCUOLE? ORMAI È DERIVA ELETTROMAGNETICA

Domenica 13 aprile -di Andrea Isolani (comitato No Elettrosmog)

Intenso pomeriggio di scienza ed informazione quello vissuto mercoledì presso l’Aula Magna delle Scuole Medie di Portoferraio alla conferenza tenuta dal dottor Fiorenzo Marinelli, biologo dell’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Bologna, il quale da circa 25 anni svolge ricerca sulla delicata questione degli effetti biologici dei campi elettromagnetici. Appunto a questa tematica era dedicata la conferenza durante la quale il Dr. Marinelli ha dato numerosi spunti di riflessione al pubblico presente in sala. Sperando che questi spunti siano raccolti e tradotti in azioni concrete da chi di dovere sul territorio elbano, proponiamo un breve report della conferenza.
L’esposizione di Marinelli prende le mosse da un dato molto importante, dai più (ahimè) sottovalutato o per niente preso in considerazione nella valutazione dei rischi per la salute derivati dai CEM (campi elettromagnetici) artificiali; discrete porzioni di spettro elettromagnetico, inesistenti all’interno dei campi elettrico e magnetico naturali del nostro pianeta, sono state introdotte a partire dagli anni ’40 in poi nell'ambiente di fondo naturale, dapprima piano piano poi in maniera sempre più consistente. Oggi l’introduzione di questi CEM artificiali conosce una diffusione senza precedenti, legata al dilagare delle tecnologie wireless, ma anche a linee elettriche e circuiti domestici. Il problema per le cellule e gli organismi viventi è che nelle ere evolutive, questi si sono adattati a condizioni di campo naturali entro certi valori e oggi queste condizioni sono profondamente alterate grazie all’introduzione dei CEM artificiali prodotti da cellulari, cordless, wi-fi, ripetitori della telefonia mobile, wi-max, ecc., a tal punto da avere effetti biologici sulla materia vivente. (…….) “Praticamente ogni cellula vivente è una massa brulicante di correnti elettriche e di amplificatori elettrici e biochimici che sono essenziali per la sua normale funzionalità.” (……)”I campi magnetici alternati possono indurre un flusso di correnti alternate attraverso le cellule e i tessuti viventi. Queste possono interferire con le normali correnti dirette e le tensioni elettriche che sono essenziali per il metabolismo di tutte le cellule” (Andrew Golsworthy, “Gli effetti biologici dei CEM deboli”).
I primi studi che misero in luce una correlazione certa fra numerosi casi di leucemia e CEM artificiali, prodotti in questo caso dalle trasmissioni radiotelevisive emesse dalle Sutra Tower di San Francisco, risalgono agli anni ’80 (Neil Cherry); in questo studio si vide come i picchi di condensazione delle emissioni, disposti ad anelli concentrici attorno alla zona della sorgente, corrispondessero in maniera precisa alle aree dove si erano registrati la quasi totalità dei casi di leucemia.
Abbiamo visto come l’irradiazione da CEM artificiali danneggi il DNA cellulare (test del Comet Essay; il filamento danneggiato del DNA fuoriesce dal nucleo come la coda di una cometa) tanto che ad un certo punto la cellula attiva i geni dell’apoptosi, cioè della morte cellulare, ed in questo modo la cellula stessa viene eliminata dall’organismo; però se l’esposizione viene prolungata si attivano altri geni che inibiscono l’apoptosi e, anzi, nonostante gli ingenti danni subiti, la cellula tende a duplicarsi e a produrre così cellule tumorali.
Nonostante tutti gli studi e le scoperte in questo campo, la deriva elettromagnetica nella società, nei luoghi pubblici, nelle scuole, va avanti, per evidenti scopi di lucro, senza tenere in minimo conto i rischi per la salute. Così, come riportato dal dr. Marinelli stesso, succede che in una scuola di Perugia i 700 studenti siano stati dotati, tutti, di tablet wi-fi a fini didattici, e là sono stati rilevati valori di CEM altissimi. Di contro, in una scuola di Bolzano, all’entrata vengono “sequestrati” i cellulari di tutti gli studenti, mentre l’introduzione di internet a fini didattici è stata effettuata esclusivamente via cavo; a dimostrazione che quando le cose si vogliono fare...a buon intenditor poche parole.
Un elemento preoccupante emerso durante la conferenza è l’aumento drammatico negli ultimi anni di casi di elettrosensibilità e iperelettrosensibilità in relazione anche al dilagare delle reti wireless (che sono andate a sommarsi alle preesistenti emissioni radiotelevisive) in pressochè qualsiasi ambiente cittadino. I soggetti che riferiscono aumentata sensibilità ai CEM necessitano di aree libere da emissioni per disintossicarsi e ricaricarsi; ad esempio sull’Appennino Emiliano sono state create queste aree, così come in Canada e in Svezia (dove l’elettrosensibilità ormai da anni è riconosciuta come patologia professionale).
Sul wi-fi, cioè la connessione ad internet senza fili, il Dr. Marinelli ha messo in evidenza la totale assurdità di tale tecnologia e della sua introduzione a fini didattici in ambiente scolastico e, comunque, in tutte quelle situazioni in cui si può tranquillamente adottare un collegamento via cavo. Chi è favorevole alla connessione wi-fi, giustifica ciò per ragioni di economicità e praticità nell'installazione e nell'uso di tale supporto, ma non tiene in minimo conto i rischi per la salute di chi lo utilizza e i possibili ingenti costi sanitari, legati a questa tecnologia, che in futuro potrebbero verificarsi. I CEM prodotti dal wi-fi, simili a quelli pulsati dei radar, sono di un tipo ancora diverso da quello dei cellulari e non ci sono ancora sufficienti studi sull’impatto di questi con la materia vivente e, quindi, sugli effetti sulla salute umana. Nonostante ciò, ancora una volta è la scienza che deve rincorrere l’ultimo ritrovato, è sempre funzionato così, prima si mette in commercio qualsiasi cosa, basta che si venda; magari, poi, un giorno la scienza ne proverà la nocività o meno, ma intanto la multinazionale o le multinazionali di turno avranno già fatto i loro lauti guadagni. Nel corso del dibattito che è seguito all’esposizione di Marinelli è emersa anche l’intenzione da parte dell’Istituto Comprensivo Pascoli di Portoferraio di dotarsi di connettività wi-fi, almeno limitatamente ad una aula (per ora?); naturalmente, per le ragioni di cui sopra, vogliamo sperare che ciò non si avveri. Al riguardo proprio gli elementi più giovani (vedi Risoluzione del Consiglio d’Europa n. 1815/2011 e linee guida dell’OMS) dovrebbero essere i più protetti dai CEM e, nel caso, educati ad un uso prudente e consapevole di talune tecnologie e ad evitarne talaltre. Tra l’altro in alcuni studi è stata trovata una correlazione tra esposizione a CEM artificiali e disturbi del comportamento, dell’attenzione e dell’apprendimento.
Allarme è emerso anche per lo stazionamento in porto di navi con il radar sempre acceso, anche quando lo stesso stazionamento non lo richiede. Un fenomeno che andrebbe indagato al più presto, e di cui dovrebbero farsi carico le autorità competenti, soprattutto nella componente delle ricadute per la salute della popolazione esposta.
Ivano, giovane da poco laureato in Scienze Ambientali con una tesi proprio sugli effetti dell’inquinamento da CEM artificiali sulla popolazione di Rocca di Papa (RM), è intervenuto per lanciare l’allarme per il proliferare di ripetitori della telefonia mobile sul territorio elbano e ha chiesto che almeno queste vengano installate lontano dagli abitati e dalle case, venendo così incontro, insieme, alle esigenze di comunicazione e al diritto alla salute, quest’ultimo purtroppo sempre più sacrificato, senza ragione intendere, sull’altare del Dio Progresso. Al riguardo, ricordiamo il clamore e le proteste per l’installazione a Campo nell’Elba, l’estate dello scorso anno, dell’antenna poi mascherata da improbabile quanto inquietante cipresso per la quale c’è ancora un ricorso legale, di cui ci ha informato l’avvocato Cappelletti presente fra il pubblico in sala. E intanto il Comune di Portoferraio nei giorni immediatamente precedenti la conferenza ha informato tramite i media locali che la Vodafone ha fatto richiesta di installazione di antenna per telefonia mobile, l’ennesima, in loc. Scaglieri, per la quale ci sono comunque 30 giorni di tempo (dal 31 marzo) per presentare le osservazioni.
In ultimo, le precauzioni da adottare nell’utilizzo del cellulare. Buon senso vorrebbe che questo venisse bandito dalle mani di bambini e adolescenti, mentre in soggetti adulti andrebbe utilizzato, se proprio non se ne può fare a meno, sempre e comunque con l’auricolare o in modalità viva voce, insomma, distante dalla testa. Lo stesso dispositivo utilizzato a contatto con l’orecchio inonda una buona parte del contenuto della scatola cranica (molto più in profondità in bambini e adolescenti) con potenze fino a 130 V/m (Volt/metro), quando i limiti di Legge in Italia, come al solito molto blandi e compiacenti con l’industria del settore più che in altri Paesi, sono di circa 6V/m; da notare come i limiti sotto i quali la maggior parte della comunità scientifica internazionale considera sicura l’esposizione ai CEM artificiali vadano da 0,2 V/m a non più di 0,6V/m. In realtà, come provato in alcuni esperimenti da Marinelli stesso, l’unico modo affinché non si registrino effetti biologici nelle cellule (quindi modificazioni dell’ambiente cellulare) è, semplicemente, spengnere l’apparecchio trasmittente.


IN SVIZZERA IL CONDOMINIO SENZA INQUINAMENTO CHIMICO O ELETTROMAGNETICO

In Svizzera, a Leimbach periferia di Zurigo, è nato un condominio studiato per le esigenze di persone affette da Sensibilità Chimica Multipla (MCS) che non vogliono (o meglio non possono) avere nulla a che fare, almeno a casa propria, con l’inquinamento dovuto a fumo di sigaretta, onde elettromagnetiche, detergenti, detersivi e profumi ricchi di sostanze tossiche.
La MCS è una condizione cronica non ancora del tutto riconosciuta e inquadrata dal mondo scientifico. Tuttavia, coloro che ne soffrono, ritengono che a scatenarla sia l’alta esposizione a sostanze chimiche come appunto fumo di sigaretta, prodotti profumati, vernici, pesticidi, ecc. Un vero e proprio incubo per le persone che ne soffrono che accusano sintomi di diverso genere ma molto simili a quelli di gravi allergie e che spesso li costringono a limitare il contatto con il mondo esterno.
"Ho sofferto fin da quando ero un bambino. Questo (condominio) potrà davvero far cambiare rotta alla mia vita” ha dichiarato Christian Schifferle, il 59enne a capo della Healthy Life and Living Foundation, associazione che si è occupata di realizzare il progetto.
Il condominio, il primo nel suo genere in Europa, ha aperto già dal mese di dicembre 2013 e 12 dei 15 appartamenti disponibili sono stati subito affittati a persone affette da questa patologia. La maggior parte degli abitanti soffrono in particolare di ipersensibilità elettromagnetica, ovvero non sopportano la presenza nelle vicinanze di radiazioni che provengono da wireless o apparecchi elettrici. Proprio a questo scopo è stata costruita una speciale "rete" sulla facciata e il tetto del palazzo allo scopo di proteggere le persone all'interno dell'edificio dall’inquinamento elettromagnetico.
Chi entra nella palazzina è obbligato a spegnere i telefoni cellulari (che non funzionerebbero comunque) ma all’interno per tutte le esigenze dei residenti sono attivi telefoni fissi e internet via cavo. Le aree comuni sono quindi in parte “inquinate” mentre le zone completamente pure sono le camere da letto degli ospiti.
Le persone che abitano il condominio hanno problemi anche con profumi e sostanze utilizzate nella costruzione delle case, ecco perché questo edificio svizzero è stato realizzato con materiali speciali tra cui un intonaco completamente inodore. Gli operai coinvolti nel progetto si sono dovuti adeguare a regole molto rigide tra cui non fumare e non indossare alcun tipo di profumo durante il lavoro e sempre era presente un sistema di ventilazione che risucchiava via tutti gli odori.
Un bel sollievo per le persone affette da MCS, ma un luogo in cui probabilmente ci sentiremmo meglio un po' tutti quanti, non credete?


FONTE : GREENME.IT

“HO SCOPERTO QUASI PER CASO COME CALCOLARE L’ELETTROSMOG CON L’IPHONE”

20 aprile - Mi chiamo Ivan Colasanti, vengo dalla provincia di Roma e sono uno studente di 23 anni presso la facoltà di ingegneria informatica dell’università “La Sapienza”.
Tutto quello che riguarda i gadget elettronici è stato da sempre il mio pane quotidiano, tanto da non fermarmi solamente a voler utilizzare la tecnologia ma soprattutto ad avere una grandissima curiosità su tutto quello che c’è dietro: dalla costruzione fino ai minimi dettagli di tutto quello che c’è dietro.
La mia idea nasce per caso: mi stavo recando ad un appuntamento utilizzando ilprogramma di navigazione integrato nel mio smartphone, quando mi sono chiesto in che modo riuscisse a captare l’orientamento così accuratamente, promettendomi di indagare una volta rientrato a casa.
Una veloce ricerca su internet ed ecco la risposta: un magnetometro molto preciso, integrato direttamente nel device ed in grado rilevare costantemente i mutamenti del campo elettromagnetico di base del nostro pianeta.
Qui è nata l’idea di iElectrosmog: perché sfruttarlo solamente per far funzionare una bussola, quando con i dovuti accorgimenti avrebbe potuto trasformarsi in uno strumento professionale per la rilevazione delle onde elettromagnetiche e quindi dei livelli di elettrosmog ?
Da quel giorno si sono susseguite diverse nottate di programmazione e test, mettendo in campo alcune nozioni acquisite sui banchi dell’università, ma soprattutto molta fantasia e la volontà di creare qualcosa che potesse essere utile alla collettività.
Il mio obiettivo era quello di creare un’applicazione funzionante che riportasse valori reali e che permettesse, a quei pochi interessati, di fare seria prevenzione. Ovviamente non ho mai pensato di poter competere con i soliti giochini che sono molto in voga in questo periodo, avevo quindi la consapevolezza si trattasse di un software “di nicchia”, però perché non tentare?
Dal giorno dell’approvazione e quindi entrata in commercio, non mi sono curato del numero dei download, essendo preso da diversi impegni… fino a quando ricevo la telefonata di un giornale locale : “abbiamo scaricato la tua app, vogliamo intervistarti”. Controllo i dati di vendita : in 3 giorni sfiorati i 1000 download, molti blog ne parlano, recensioni ottime.
Ero convinto che il mondo della tecnologia stesse prendendo una piega sbagliata, ero convinto che per emergere si dovessero creare esclusivamente contenuti con il solo scopo di volerci lucrare sopra, molto spesso inutili sotto il punto di vista funzionale: mi sono ricreduto in fretta.
Sicuramente la serendipità ha giocato un ruolo fondamentale nel portare a termine questo progetto ma, a distanza di una settimana dalla conclusione di questo piccolo progetto, posso dire di essere veramente soddisfatto e di aver imparato sicuramente una lezione: conviene puntare sempre in alto, avere ottime aspettative si rivelerà decisivo per il raggiungimento dei vostri obiettivi.

IELECTROSMOG, L'APP PER MISURARE L'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO


Di tutte le forme di inquinamento con le quali ci roviniamo quotidianamente la vita, quello elettromagnetico è il meno conosciuto e il meno studiato, tanto che molti non ne sospettano neanche l'esistenza. E invece il cosiddetto elettrosmog è un problema più serio di quanto si pensi, e anche se la comunità scientifica non è unanime nel riconoscerne i pericoli (gli anti-onda sostengono che i campi elettromagnetici possano causare tumori) l'attenzione alla questione è sempre altissima.
Come lo è anche il rischio di esagerazioni: c'è chi smette di usare il cellulare per paura di ammalarsi nonostante l'OMS abbia dichiarato che «a oggi, nessun effetto dannoso per la salute è stato riconosciuto come causato dall'uso di telefoni mobili», chi vive nel terrore delle microonde, chi protesta se si ritrova un ripetitore dietro casa. E poi c'è l'oggettività dei dati: la maggior parte dei Paesi del mondo che hanno adottato una legislazione a riguardo tendono alla prudenza e alla conservazione, provando a limitare la diffusione di prodotti potenzialmente pericolosi e incoraggiando all'attenzione i propri cittadini, in attesa di avere conferme definitive sul rischio legato all'elettrosmog.
Prudenza o meno, c'è un'App che siede fieramente al primo posto tra quelle più acquistate su App Store. Si chiama iElectrosmog, è un prodotto italiano (il creatore di chiama Ivan Colasanti) e, sfruttando il magnetometro presente nella bussola di iPhone, è in grado di misurare il campo elettromagnetico della stanza dove ci si trova, e fornire informazioni riguardo al rischio (o meno) nel quale siamo immersi. La descrizione dell'App promette di rilevare qualsiasi campo elettromagnetico circostante: «Ferrovie, condutture elettriche, apparecchi elettronici, antenne che emettono radiazioni», e «tiene conto del naturale campo magnetico emesso dal nostro pianeta e di quello emesso dallo smartphone stesso, escludendoli quindi dalla rilevazione». Come potete vedere dalle foto che trovate qui sotto, l'interfaccia di iElectrosmog è semplicissima e di facile lettura: se ci si trova in un contesto pericoloso, la scritta WARNING! in rosso non dovrebbe essere complicata da interpretare. L'App costa, per ora, .99 cent, prezzo di lancio valido ancora per qualche giorno. Se siete preoccupati dallo smog elettromagnetico, la soluzione è a portata di clic.


FONTE : youtech.it

martedì 22 aprile 2014

ELETTROSMOG, ALLARME DEI PEDIATRI: ‘VIETARE IL TELEFONINO FINO A 10 ANNI’

Roma - «Vietare l’uso del telefonino ai bambini sotto i 10 anni». Più che un appello, quello lanciato dalla Società italiana di Pediatria preventiva e sociale, è un vero e proprio grido d’allarme nel nostro paese che è «al primo posto per numero di telefonini posseduti e in cui – specifica la dottoressa Maria Grazia Sapia, esperta delle relazioni tra il bambino e l’ambiente – l’età media degli utilizzatori si va abbassando sempre di più». Un allarme che si tradurrà al più presto in «linee guida per limitare il più possibile l’uso dei telefonino ai bambini, evitandone totalmente l’uso fino ai 10 anni e limitandone, con le dovute precauzioni, l’uso anche per i più grandi».

È vero che i bambini di oggi sono nativi digitali e che i telefonini ormai non servono più soltanto a comunicare e rappresentano per i bambini qualcosa di simile a un “parco giochi”, ma è anche vero che gli effetti dell’utilizzo dei cellulari sono sempre più evidenti.  «I telefonini – sottolinea Sapia – sono delle ricetrasmittenti che si appoggiano all’orecchio per parlare ed è provato che l’interazione dei campi elettromagnetici con un sistema biologico come quello umano provoca un aumento localizzato della temperatura nell’organismo. Le esposizioni molto prolungate possono determinare necrosi dei tessuti». Inoltre sono allo studio le relazioni tra l’uso del telefonino, la perdita di concentrazione e memoria, la minore capacità di apprendimento, l’aumento dell’aggressività e i disturbi del sonno dei più piccoli.  Un altro aspetto riguarda la dipendenza dal telefonino che può recare, dicono dalla SIPPS, «danni gravissimi allo sviluppo psichico e sociale, alla pari delle dipendenze da droga, alcol e fumo – conclude il presidente della SIPPS, Giuseppe Di Mauro -, oltre allo sviluppo di un vero e proprio isolamento dei ragazzi che invece di parlarsi continuano a comunicare tra di loro tenendo lo sguardo fisso sullo schermo». (wise society)

FONTE : OSTITV.IT