L’incredibile e infinita storia dell’opera imposta
in Abruzzo dalle mille incongruenze
ABRUZZO. Si allunga all’infinito l’elenco delle stranezze, incongruenze, irregolarità presunte e sviste legate alla mega opera dell’elettrodotto Villanova-Gissi. Così ieri l’Autorità dei Bacini ha dichiarato che finora sono stati esaminati 7 tralicci su quaranta con richiesta di spostamento di tre.
Lo ha confermato al Tg3 il Commissario
dell’Autorità dei Bacini che spiega come siano stati controllati fino ad oggi
solo 7 sostegni su 40, un controllo che sarebbe avvenuto solo sulla carta e non
sul campo. L’ennesima stranezza è nel fatto che nonostante le denunce e gli
allarmi degli ambientalisti l’opera è ormai ultimata ed il controllo che doveva
essere preventivo non solo è tardivo ma addirittura postumo.
Antonio Di Pasquale, il perito
che da mesi sta studiando le carte, ha sottoscritto decine di esposti alle
procure d’Abruzzo ed ha condotto una personalissima indagine raccogliendo
registrazioni di pubblici ufficiali deputati a controllare e valutare il
progetto, ha dichiarato che tutto
questo è «incredibile» ed ha aggiunto che «l’opera è stata realizzata senza
attendere il preventivo e propedeutico nulla osta da parte delle Autorità
Pubbliche competenti preposte alla vigilanza ed al controllo della corretta
osservanza delle prescrizioni impartite con il Decreto VIA n. 510 del 13
settembre 2011».
«In questo meandro di assurde ed
acclarate omissioni», ha aggiunto, «Terna, dopo aver intimorito decine e decine
di persone attraverso denunce milionarie e richieste di risarcimento danni,
prosegue senza nessun apparente problema la costruzione dell’opera mentre
tantissime persone attendono da diverso tempo ed a questo punto oserei dire
necessario, l’intervento della Magistratura più volte chiamata ad intervenire».
Magistratura che settimana dopo
settimana rimane in silenzio assumendo una pericolosa posizione di inerzia e
“svogliatezza” verso le numerose notizie di reato che per legge dovrebbero
imporre una verifica.
Eppure si è assistito in questi
mesi all'apertura di fascicoli lampo e di indagini poco attente da parte di
sguarnite squadre di investigatori, anche non esperti in materia, che si sono
persi nella marea di carte, leggi ed autorizzazioni determinando l’inevitabile
archiviazione dei fascicoli. Eppure gli esposti sono stati sempre molto dettagliati e documentali ma l’idea
ormai è che le istituzioni e la stessa magistratura dovrebbero smentire questo
fastidioso sentore di timore reverenziale verso il gigante dell’energia e
questa opera imposta dal governo centrale e dalla politica stessa.
E Di Pasquale ricorda che «i
Dirigenti Ministeriali che avrebbero dovuto interrompere la costruzione
dell’opera per oggettivo ed acclarato non rispetto dell’art. 3 dell’atto di
autorizzazione che recita: la presente
autorizzazione è subordinata al rispetto delle prescrizioni contenute negli
assensi, pareri e nulla osta allegati al presente decreto nonché delle
determinazioni di cui ai resoconti verbali della Conferenza di Servizi allegati
(…) tacciono e non rispondono, omettendo, con abuso d’ufficio, anche alle
richieste di sospensione dei lavori inviate da diversi Enti Locali a fronte
delle risultanze delle verifiche effettuate sui propri territori, primo fra
tutti il Comune di Lanciano».
«In questo groviglio di
omissioni, con la messa in onda da parte del TG Regionale dell’intervista fatta
al Commissario dell’Autorità dei Bacini, Luciano Di Biase una cosa è più
chiara», conclude Di Pasquale, «Terna attraverso numerosi atti di citazione e
denuncia ha riportato una ricostruzione dei fatti del tutto inveritiera,
fantasiosa, offerta al lettore in modo tale da far passare per vero ciò che è
falso, il tutto in modo malizioso, denigratorio e diffamatorio».