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venerdì 29 maggio 2020

STUDIO FRANCESE ESEGUITO SU UN CAMPIONE DI POPOLAZIONE RESIDENTE IN PROSSIMITÀ DI LINEE ELETTRICHE AD ALTA TENSIONE E RISCHIO DI TUMORE DEL CERVELLO




Studio francese recente, eseguito da autori in assenza di conflitto di interesse e finanziato con sovvenzioni della Fondation de France , dell'Agence Française de Sécurité Sanitaire de l'Environnement e del Travail , l'Associazione per la ricerca contro il cancro, la Ligue Contre le Cancer , l'Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale ATC Environnement et Santé.
Studio dove emergono chiaramente sugli effetti dei campi elettromagnetici in bassa frequenza emessi dagli elettrodotti entro 50 metri dalle abitazioni in rapporto ai tumori cerebrali, nello specifico per tutti i tumori cerebrali il dato quasi triplica con significatività statistica mentre per i Gliomi quasi quintuplica sempre con significatività statistica.
Come si può leggere nelle conclusioni “nonostante i limiti di questo studio, i risultati suggeriscono fortemente che il rischio di tumore al cervello, e in particolare i gliomi, potrebbe essere associato all'esposizione residenziale ELF-MF stimata dalla vicinanza di linee elettriche, come già sottolineato da numerosi studi precedenti. Questo studio dimostra come i dati cartografici pubblici possano essere utilizzati negli studi epidemiologici per stimare l'esposizione residenziale, anche se non sono stati progettati per questo scopo. Le limitazioni derivanti dallo scopo originale di questi dati potrebbero essere superate combinando con altre fonti di dati, come le caratteristiche della linea di alimentazione o la metrologia per migliorare l'accuratezza della valutazione dell'esposizione.
Praticamente le conclusioni che noi, osservando gli eventi in quartiere, affermavamo ai tavoli di confronto con ARPA e ATS durante i cosiddetti "tavoli tecnici" indetti dal comune.
E' per questo motivo che chiediamo di intervenire progressivamente interrando gli elettrodotti presenti sul territorio, basta parlare a sproposito affermando che "non ci sono significative evidenze scientifiche".
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RESIDENTIAL PROXIMITY TO POWER LINES AND RISK OF BRAIN TUMOR IN THE GENERAL POPULATION

Camille Carlesa,b,, Yolande Esquirolc,d, Maxime Turubana, Clément Piela, Lucile Migaulta,
Camille Pouchieua, Ghislaine Bouviera, Pascale Fabbro-Peraye, Pierre Lebaillyf,g,h, Isabelle Baldia,b
a Univ. Bordeaux, INSERM UMR 1219, Equipe EPICENE, F33000, Bordeaux, France b CHU de Bordeaux, Service de Médecine du Travail et pathologie professionnelle, F33000, Bordeaux, France c CHU, Toulouse, France d UMR 1027, Université Paul Sabatier III, Inserm, Toulouse, France e Nîmes University Hospital, BESPIM, Nîmes, France f Centre François Baclesse, Caen, France g Caen Normandie University, Caen, France
h INSERM, UMR1086-Anticipe, Axe Cancers et Préventions, Caen, France

ABSTRACT

The effect of ELF-MF on human health is still controversial, particularly as regards long-term health effects like cancer. The literature does suggest, however, that they could be involved in the occurrence of brain tumors, although results concerning residential exposure are scarce. Our objective was to investigate the association between residential proximity to power lines and brain tumors among adults in France by using a geographical information system.CERENAT is a population-based case-control study carried out in France in 20042006. We used geographical data sources on power line location to create exposure scores based on distance between residence and power lines, and on the number of lines near residences. Conditional logistic regression for matched sets was used to estimate Odds Ratios (ORs) and 95% confidence intervals (95%CI).We found significant associations between cumulated duration living at <50 m to high voltage lines and: i) all brain tumors (OR 2.94; 95%CI 1.286.75); ii) glioma (OR 4.96; 95%CI 1.5615.77). Further investigations are needed, particularly to improve the quality and availability of geographical and technical data on power lines.


CONCLUSIONS:


However, the publications in the literature are insufficiently conclusive, mainly because they focused on different types of tumors or assessed ELF-MF exposure in different ways.
Despite this study's limitations, our results strongly suggest that the risk of brain tumor, and particularly gliomas could be associated with residential ELF-MF exposure estimated by proximity of power lines, as several previous studies have already pointed out. This study demonstrates how public cartographic data can be used in epidemiological studies to estimate residential exposure, even if they were not designed for this purpose. The limitations resulting from the original purpose of these data could be overcome by combination with other data sources, such as power line characteristics or metrology to enhance exposure assessment accuracy.
LEGGI QUI LA PUBBLICAZIONE INTEGRALE DELLA RICERCA

FONTE: Sciencedirect.com

sabato 16 maggio 2020

MORTE DELL'AIRONE AL PARCO DELLA BERGAMELLA - INSTALLATI I CARTELLI DI DIVIETO MA SERVONO ANCHE BARRIERE FISICHE E CONTROLLI SANZIONATORI

Il giorno dopo l’uccisione dell’airone cenerino da parte di un cane lasciato libero, finalmente sono stati installati dei cartelli all'inizio dei sentieri (lato laghetto opposto agli orti) nel parco della Bergamella 

Quella è un’area dove molti animali come anatre, fagiani, aironi e, purtroppo, anche animali infestanti come nutrie (in numero sempre crescente a causa di nessuna politica di contenimento) piccioni e corvi (anche questi in quantità crescente riducendo la presenza di altre specie come i passeri), si rifugiano.

È impensabile che la posa di qualche cartello (con circa due anni di ritardo) possa essere una soluzione valida e definitiva, assomiglia per lo più ad uno scarico di responsabilità, per cui chiediamo che l’intervento venga completato con: 

  1. l’installazione di barriere fisiche sui sentieri (per bloccare l’accesso di persone con o senza cane) e nelle zone adiacenti al laghetto in prossimità del fossato (in modo da evitare l’attraversamento di persone o cani).
  2. Il ripristino della vegetazione composta per lo più da arbusti che risiedevano lungo il laghetto per una fascia di oltre due metri, (e magari capire chi ha dato l’autorizzazione alla rimozione in quanto poste come barriere naturale a protezione dell’area faunistica).
  3. Il controllo da parte della polizia locale e guardie GEV che sanzionino i comportamenti lesivi ai danni dell’ambiente e della fauna, almeno nelle ore di maggiore affluenza, questo al fine di educare i frequentatori abituali.

Quest’Ultimo punto lo consideriamo importante, poiché subito dopo l’installazione dei cartelli abbiamo assistito a “discussioni” animate fra gli ortisti, ambientalisti e persone che, nonostante i divieti e i cartelli ben in mostra, continuavano con arroganza a passare e mentre alcuni, educatamente tornavano indietro dopo aver ricevuto le segnalazioni, in un paio di casi la discussione è rapidamente degenerata

Lasciare agli ortisti tale compito rischia di diventare oggetto di ritorsioni, furti e atti vandalici, e ricordiamo che  la necessità di definire un'area protetta per la riproduzione faunistica era già stata segnalata, da noi come da altre realtà presenti sul territorio, così come la necessità di avere un’area cani (con punto di raccolta per gli escrementi lasciati all'interno del parco), visto che ad oggi all'interno dell’area Bergamella (ad esclusione del giardino “condominiale“ fine a se stesso realizzato da Uniabita) oltre alla mancanza di BONIFICHE, piste ciclo-pedonali, piantumazioni, panchine, aree attrezzate e tagli regolari dell’erba, non esiste nessun cestino apposito, siamo arrivati al  2020 e C’E’ DA COSTRUIRE UN PARCO!!!.

Concludiamo ricordando che l'area della Bergamella è un’area all'interno del parco regionale P.M.V.L. e questo problema si pone proprio nel punto di confine tra due parchi comunali suggeriamo che è necessario un coordinamento con il Comune di Milano.

Il Consiglio Direttivo dell’Ass.Sottocorno




venerdì 15 maggio 2020

NASCE IL RAB (Residential Advisory Board) DELLA BIOPIATTAFORMA DI SESTO SAN GIOVANNI

Nell'autunno del 2019 (da settembre a dicembre) si è lavorato per la stesura di un regolamento/statuto di partecipazione in modo da formalizzare in maniera ufficiale l’esigenza dei cittadini di avere strumenti riconosciuti per una verifica costante, autonoma e indipendente sull'attività del futuro impianto, cercando di non ripetere gli errori del passato.

Il percorso (lungo) iniziato alla fine nel 2017 ha avuto momenti di scontro e diffidenza (com'era giusto che sia dopo decenni di mancato dialogo sul problema ambientale generato dall'inceneritore), ora si sta definendo quello che si è deciso di chiamare R.A.B. (Residential Advisory Board) Biopiattaforma, ovvero un organismo con il compito di monitorare e controllare l’attività e l’impatto ambientale della Biopiattaforma composto dalle associazioni del territorio insieme alle aziende che promuovono il progetto (Gruppo CAP e CORE) ed ai rappresentanti delle cinque amministrazioni coinvolte (Sesto S. Giovanni, Cologno Monzese, Pioltello, Segrate, Cormano).


Questa scelta testimonia da una parte la ferma volontà di avere informazioni dirette ed aggiornate in merito ai possibili impatti sull'ambiente e quindi sulla salute degli abitanti del territorio e dall'altra (quella delle aziende e delle amministrazioni comunali coinvolte) di mantenere aperto un dialogo con la cittadinanza, dando vita a un luogo di scambio e di condivisione di informazioni oltre che ad un monitoraggio diretto.

Non è stato un lavoro semplice, i punti di vista erano differenti (ed ancora oggi in alcuni casi lo sono) e il tempo a disposizione non era molto, considerando che tutti i partecipanti hanno aderito in forma volontaria dedicando del tempo personale oltre agli impegni quotidiani familiari e di lavoro/istituzionali, l'Associazione Sottocorno vuole ringraziare tutti i partecipanti, che in un modo o nell'altro si sono messi in gioco, il regolamento nato forse non sarà perfetto, magari mancherà in qualche punto ma è sicuramente stato svolto con impegno da chi vi ha partecipato.

Per conoscere come partecipare clicca QUI


giovedì 14 maggio 2020

ATS MILANO RILEVA UN NUMERO SIGNIFICATIVO DI CASI DI ALZHEIMER E PARKINSON’S NELLA POPOLAZIONE RESIDENTE VICINO AGLI ELETTRODOTTI NELL'AREA METROPOLITANA NORD

Durante tutti i tavoli tecnici ai quali abbiamo partecipato abbiamo sempre e con costanza affermato che non si poteva e non si doveva ricondurre alla sola incidenza di leucemia infantile gli effetti determinanti dai campi elettromagnetici generati dagli elettrodotti, perché dalle testimonianze spontanee raccolte, da valutazioni oggettive di ciò che succedeva nel quartiere avevamo definito insieme ai nostri consulenti un elenco di patologie che a nostro avviso non potevano essere considerate “normali", come ad esempio un numero significativo di casi di demenza senile, Alzaimer e Parchinson’s in residenti che abitavano vicino all'elettrodotto da più di 20 anni.

Premesso che il risultato dell'indagine voluta dal comune e condotta da ATS Milano non l'abbiamo mai accettata, i perché sono molteplici e avremmo voluto spiegarli in un incontro pubblico in questo periodo (in modo che non venissero strumentalizzati da nessuno) ma l’emergenza sanitaria ha di fatto spostato tale evento a data da destinarsi, su una cosa però ci siamo congratulati con l’epidemiologo che ha condotto la ricerca, ovvero di non essersi fermato alla letteratura classica ma (come noi abbiamo sempre chiesto) di analizzare l'incidenza di altre patologie che l’impatto dei CEM poteva generare sulla popolazione residente nelle vicinanze degli elettrodotti.

Nell'incontro avuto ad ottobre 2019 ci venne presentata la ricerca, che andiamo a pubblicare oggi, perché se è vero, come il relatore afferma che non c’è certezza, è anche vero che per la prima volta ATS Milano accetta di sviluppare un'indagine al di fuori dei canoni dettati della "letteratura scientifica classica" e guarda caso trova un nesso casuale (come noi più volte affermammo), affermare che i dati sono "significativi" ma non "certi" è per noi rappresenta una contraddizione, (il dato sulle malattie neuro-degenerative è noto da anni), perché se sono significativi con la p< 0.05 non ci sono storie, il trend c'è.

Sappiamo che l'intervallo di confidenza con il valore più basso deve essere sempre superiore a 1 per dare significatività statistica, in questo studio siamo sui livelli di 0,93-0,95 quindi borderline. L’odd ratio per le due patologie è : 1.09/ 1.10 quindi con un incremento del rischio del 9 e del 10% per le due patologie neuro-degenerative.

Nelle conclusioni, molto diplomaticamente, si definisce una debole associazione tra esposizione e malattia, anche se siamo a conoscenza che la letteratura internazionale non solo conferma i dati rilevati ma correla il nesso casuale (lo abbiamo già visto e lo vedremo anche a breve con un' altro studio)

 

Ringraziamo il Dott. Antonio Giampiero Russo, nella speranza che tale studio non venga negato dalla classe politica e lo si utilizzi per definire una corretta “Distanza residenziale dalle linee elettriche ad alta tensione” senza attenersi a disposizioni di legge che poco hanno con valori cautelativi per la salute nel lungo periodo e sappia programmare interventi di bonifica ed interramento di linee esistenti sul territorio.

LE EVIDENZE SCIENTIFICHE CI SONO, BASTA NON NEGARLE

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RESIDENTIAL DISTANCE FROM HIGH-VOLTAGE OVERHEAD POWER LINES AND RISK OF ALZHEIMER’S DEMENTIA AND PARKINSON’S DISEASE: A POPULATION-BASED CASE-CONTROL STUDY IN A METROPOLITAN AREA OF NORTHERN ITALY


Federico Gervasi  ,1,2 Rossella Murtas,1 Adriano Decarli1 and
Antonio Giampiero Russo1*
1                                                                                                                                                                                                   2
Epidemiology Unit, Agency for Health Protection of Milan, 20122 Milan, Italy and Laboratory of Medical Statistics, Biometrics, and Epidemiology “G A Maccacaro”, Department of Clinical Sciences and Community Health, University of Milan, Milan, Italy
*Corresponding author. Epidemiology Unit, Agency for Health Protection of Milan, Corso Italia 19, 20122 Milan, Italy.
E-mail: agrusso@ats-milano.it
Editorial decision 5 June 2019; Accepted 19 June 2019

ABSTRACT

Background: The association between the extremely low-frequency magnetic field generated by overhead power lines and neurodegenerative disease is still a matter of debate. Methods: A population-based case-control study was carried out on the residents in the Milan metropolitan area between 2011 and 2016 to evaluate the possible association between exposure to extremely low-frequency magnetic fields generated by high-voltage overhead power lines and Alzheimer’s dementia and Parkinson’s disease. A statistical analysis was performed on cases and controls matched by sex, year of birth and municipality of residence (with a case to controls ratio of 1 : 4) using conditional logistic regression models adjusted for socio-economic deprivation and distance from the major road network as potential confounders.
Results: Odds ratios for residents <50m from the source of exposure compared with residents at 600m turned out to be 1.11 (95% confidence interval: 0.95–1.30) for Alzheimer’s dementia and 1.09 (95% confidence interval: 0.92–1.30) for Parkinson’s disease.

Conclusions:
The finding of a weak association between exposure to the extremely lowfrequency magnetic field and neurodegenerative diseases suggests the continuation of research on this topic. Moreover, the low consistency between the results of the already existing studies emphasises the importance of increasingly refined study designs.
LEGGI QUI LA RICERCA COMPLETA SUL SITO DI ATS MILANO




martedì 12 maggio 2020

AIRONE UCCISO DA UN CANE INCUSTODITO NEL LAGHETTO DELLA BERGAMELLA

Questo è lo scempio di un cane lasciato libero di fare quello che vuole all'interno del parco, l'inciviltà e l'ignoranza non ha freno, ed è così che un airone (animale protetto) è stato ucciso ieri da un cane nei pressi del vialetto (lato parco Adriano) che costeggia il laghetto di fronte agli orti.

Dopo le anatre sbranate da cani lasciati liberi nel laghetto e di altre anatre morte nel laghetto centrale del parco (e non per colpa della mollica di pane) l'ennesimo scempio, come se non fossimo capaci di vivere in armonia con l'ambiente, la stupidità delle persone non ha limiti e non ha rispetto per l'ambiente, per cui via ai cani lasciati liberi e a volte incustoditi, via ad utilizzare il parco come una pista di allenamento per il motocross, via ad utilizzare i vialetti come passaggi per auto, nell'unica cosa che una parte di questa società sembra riuscire a fare, distruggere.
Avevamo espressamente chiesto che non venissero tagliati i rovi e gli arbusti intorno ai laghetti perché proteggevano gli animali selvatici, creavano un area che per i perbenisti forse rappresentava un'area in disordine, ma per la fauna che viene a crearsi è fondamentale, ma evidentemente qualche politico non ha compreso l'importanza di quello che sostenevamo e questo è il risultato.
Nella speranza che il soggetto venga identificato e sanzionato ci auguriamo che incomincino i controlli, che si chiudano gli accessi su quel lato del laghetto e si ripristini la vegetazione folta atta a tutelare la fauna, ma soprattutto che si incominci a discutere di chi deve vigilare su un'area intercomunale così ampia, perché non si può rimanere impuniti solo perché ci si sposta su un'area comunale opposta ai controlli.
Noi come sempre ci siamo (anche a ripetere per l'ennesima volta le stesse cose).

domenica 10 maggio 2020

LA RISPOSTA DEL COMUNE DI SESTO S.G. AL NOSTRO ESPOSTO SULL'INTERRAMENTO DELL'ELETTRODOTTO DI CASCINA GATTI

A seguito dell’ottimo risultato ottenuto con l’interramento dell’elettrodotto passante lungo la via Sottocorno (interrato proprio un anno fa) e al fine di minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici in bassa tensione generati da linee di alta tensione ABBIAMO CHIESTO con urgenza (vedi anche il nostro post del 12/02/2020), che si verifichi la disponibilità economica per procedere allo studio di fattibilità o progetto preliminare per prevedere l’interramento della linea di alta tensione singola terna da 220 kV passante per Cascina de Gatti a partire dal giardino di via Rimembranze (vicino al cimitero vecchio) fino al giardino di via Pisa (al Parpagliona all'interno del parco Media valle del Lambro).




Purtroppo la risposta data dal comune (prima dell’emergenza sulla pandemia) che riportiamo qui sotto è risultata vaga e poco convincente, anche rimaniamo sempre fiduciosi 


Noi rimaniamo sempre disponibile per illustrare in un’eventuale incontro (al fine di chiarire meglio il problema) ricordando che all'esposto abbiamo allegato gli studi condotti da ATS, eseguiti dietro nostra esplicita richiesta, dopo la chiusura della indagine, da loro condotta, sull'elettrodotto di via Sottocorno nel 2016.

Rimaniamo convinti (per le esperienze appena concluse) che lo studio preliminare sia fondamentale per poter procedere all'interramento poiché apre direttamente le porte alla partecipazione ad eventuali bandi (e non lo studio epidemiologico!!), e non essendo molto costoso (poche decine di migliaia di euro) ne solleciteremo sempre l'esecuzione in tempi brevi.

Nei prossimi giorni seguiranno le pubblicazioni delle ultimi studi sugli effetti dei campi elettromagnetici in bassa frequenza emessi dagli elettrodotti, cabine di trasformazione ecc..



venerdì 8 maggio 2020

ENEA, ISS E SNPA LANCIANO PROGETTO PULVIRUS PER STUDIARE IL LEGAME FRA INQUINAMENTO E COVID-19

Per poter dare risposte e indicazioni che si basino su dati scientifici, competenze ed esperienze in tema di inquinamento atmosferico e COVID-19, il 29 aprile 2020 nasce, con il comunicato stampa che riportiamo qui sotto, un’alleanza scientifica fra ENEA, Istituto Superiore di Sanità (ISS) e Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA, composto da ISPRA e dalle Agenzie Regionali del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) che hanno dato l’avvio ad un progetto di ricerca congiunto denominato “PULVIRUS”.


 

 

Leggi QUI il comunicato in PDF 

FONTE: ISPRA


martedì 5 maggio 2020

NUOVA IGENIZZAZIONE DELLE STRADE QUESTA VOLTA CON UN PRODOTTO BIODEGRADABILE




Ne avevamo già parlato in un precedente post (leggi QUI) esprimendo anche le preoccupazioni per l'utilizzo di ipoclorito di sodio, a Sesto il disinfettante è stato utilizzato a bassa concentrazione (0,025%) come riportato dalla lettera ricevuta dal comune settore ambiente.
Il prodotto, anche se autorizzato può nuocere all'ambiente e alla salute, in caso di incidente, di errato utilizzo o di errore umano (errore nella composizione della soluzione o errato utilizzo che concentra più soluzione in determinati punti) ed è per questo abbiamo richiesto la scheda tecnica che evince in modo chiaro come tale prodotto non sia a rischio zero.


In questi giorni abbiamo letto (QUI il comunicato del comune) che, fortunatamente, il comune ha deciso di proseguire con una nuova igienizzazione della Città pulendo le strade le piazze e i marciapiedi di Sesto con un nuovo prodotto che considerano più efficace, a bassa schiumosità e soprattutto biodegradabile (e quindi non tossico).
Di questa scelta ce ne rallegriamo, ma siccome vogliamo conoscere in maniera più approfondita il prodotto utilizzato abbiamo richiesto con protocollo numero 0034350/2020 la relativa scheda tecnica e ulteriore documentazione.

martedì 21 aprile 2020

CORONAVIRUS E INQUINAMENTO, C'E' UN LEGAME SUL RATE DI CONTAGIO?

Il Coronavirus è arrivato spiazzando il mondo intero, ci ha fermato, ma in questi giorni di emergenza sanitaria mondiale stanno emergendo anche numerose ricerche che ci aiutano a capire di più dal punto di vista del contesto ambientale e meteo-climatico.
in Cina due studi (QUI per vedere lo studio pubblicato il 9 marzo ) hanno risaltato come il caldo e umidità possono influire anche in modo significativo sul rate di contagio, e un altro studio a nostro avviso significativo identifica nell'aria inquinata e in particolare modo nelle polveri sottili, un vettore che favorisce la virulenza di contagio da Covid-19, non è una certezza ma si spiegherebbe la correlazione diretta tra il contagio particolarmente elevato da Coronavirus sulla Valpadana, in particolare il rate innescato dai focolai lombardi. Non a caso Brescia e Bergamo sono le province più duramente colpite, province che di fatto risultano tra le mediamente più inquinate d'Italia.

Lo studio curato da ricercatori italiani e medici della Società italiana di Medicina Ambientale Sima ( QUI per leggere lo studio completo). ha incrociato i dati di qualità dell'aria e dei contagi da Covid-19 nel periodo 10- 29 febbraio. Da un lato infatti sono stati esaminati i dati provenienti dalle centraline di rilevamento delle Arpa, le agenzie regionali per la protezione ambientale, dall'altra i dati del contagio riportati dalla Protezione Civile, aggiornati al 3 marzo (questo al fine di considerare il tempo di incubazione medio di 14 giorni per i quali si manifestano i sintomi). Le analisi evidenziano una relazione tra i superamenti dei limiti di legge delle concentrazioni di Pm10 e Pm2,5 e il numero di casi infetti da Covid-19, facendo supporre che le polveri sottili si sarebbero comportate da accelerazione nel contagio dell'infezione.
Infatti è già noto che il particolato atmosferico funziona da carrier, ovvero da vettore di trasporto, per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus. I virus si “attaccano” (con un processo di coagulazione) al particolato atmosferico, costituito da particelle solide e/o liquide in grado di rimanere in atmosfera anche per ore, giorni o settimane, e che possono diffondere ed essere trasportate anche per lunghe distanze.
(2017) il numero di casi di morbillo su 21 città cinesi nel periodo 2013-2014 varia in relazione alle concentrazioni di PM2.5. I ricercatori dimostrano che un aumento delle concentrazioni di PM2.5 pari a 10 μg/m3 incide significativamente sull'incremento del numero di casi di virus del morbillo (6). per cui suggeriscono di ridurre le concentrazioni di PM2,5 per ridurre la diffusione dell’infezione
(2010) l’influenza aviaria può essere veicolata per lunghe distanze attraverso tempeste asiatiche di polveri che trasportano il virus. I ricercatori hanno dimostrato che vi è una correlazione di tipo esponenziale tra le quantità di casi di infezione (Overall Cumulative Relative Risk RR) e le concentrazioni di PM10 e PM2.5 (μg m-3)
Così durante una pandemia scopriamo (o meglio rendiamo evidente) gli effetti diretti dell'inquinamento e scopriamo anche come l'ambiente che ci circonda può migliorare esponenzialmente se ci fermassimo, l'acqua di Venezia ne è un esempio lampante, da canali torbidi a canali con acqua trasparente e pesci che vi nuotano, anche l’acqua del fiume Po a Torino è tornata trasparente, oltre alla riduzione dell'inquinamento sul Nord Italia, dato sul quale andrebbero eseguite analisi più dettagliate per meglio vedere come le varie forme d'inquinamento incidono dal traffico veicolare (quasi annullato su Milano in queste settimane), i riscaldamenti  e soprattutto l'impatto del traffico aereo (attualmente fermo) da sempre MAI considerato.

domenica 19 aprile 2020

LA RISPOSTA DEL COMUNE DI SESTO S.G. AL NOSTRO ESPOSTO SUL 5G


Alla fine del 2018/inizio del 2019 la sperimentazione del 5G è partita in città come Milano, Prato, L'Aquila, Matera e Bari, mentre la diffusione a tappeto del 5G nelle altre città, invece, è prevista per i prossimi 3 o 4 anni.

Le evidenze scientifiche disponibili oggi sugli effetti dell'elettromagnetismo e sull'alta frequenza in generale, in particolare, su quelle dell'esposizione a onde millimetriche, rende imprescindibile l'applicazione del principio di precauzione citato nell'articolo 191 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (UE) e riconosciuto dalla normativa nazionale italiana, il cui scopo è garantito a un livello alto di protezione dell'ambiente grazie a prese di posizione preventive in caso di rischio.
Consideriamo che, come in questo caso, il ricorso al principio di precauzione è giustificato quando riunisce tre condizioni, ovvero:
  • Individuazione degli effetti negativi;
  • la valutazione dei dati scientifici disponibili;
  • l'ampiezza dell'incertezza scientifica.

Ci sembra opportuno, come preliminare alla nostra breve analisi, ricordare l'articolo 32 della Costituzione, che sancisce il diritto alla salute dei cittadini italiani. Vogliamo inoltre ricordare l'articolo 41 della Costituzione (“L'iniziativa economica privata è libera ma non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana")
Ad oggi sappiamo che tutto il comparto delle emissioni elettromagnetiche ha effetti sull'ambiente e sulla salute di uomini e animali e quindi va sottoposto urgentemente a Valutazione Ambientale Strategica. Una storia di valutazione deve partecipare in un'ottica di assoluta trasparenza e scambio di informazioni oltre che Enti di Ricerca, Istituzioni preposte alla tutela ambientale e sanitaria e Commissioni governative anche cittadini, associazioni di categoria professionali, associazioni e comitati, nel nome della democrazia partecipativa, delle norme che regolano e di quelle sulla trasparenza degli atti amministrativi.
A fronte di questi dati, di fatto risulta agli scritti che non è stato richiesto dal Governo alcun parere sanitario sul 5G ai sensi della Legge di Riforma Sanitaria 833 del 1978. In particolare:
  • l'INAIL dichiarata di non avere alcuna documentazione sulla sicurezza del 5G;
  • il Ministero della Salute dichiara di non essere stato interpellato sulla sicurezza del 5G dal Ministero dello Sviluppo Economico prima della vendita delle frequenze del 5G e che anche il Consiglio Superiore di Sanità non si è interessato del problema;
  • il Ministero dello Sviluppo Economico risponde che la documentazione richiesta non è di sua competenza.
  • L'Istituto Superiore di Sanità ha dichiarato di non aver prodotto alcun parere sanitario ma di aver richiesto all'AGICOM che richiedeva la semplificazione delle procedure di installazione delle nuove antenne 5G.
Per questo motivo abbiamo scritto in data 19 dicembre 2019 al Sindaco con un esposto chiedendo, come già fatto in oltre 240 comuni italiani; di non autorizzare per il momento l’istallazione di antenne di ultima generazione aspettando che la ricerca (libera da conflitti economici) chiarisca meglio eventuali effetti sulla salute e sull'ambiente.
Qui sotto la risposta all'esposto presentato:
Apprezziamo che il comune condivida il principio di cautela citato, ci dispiace che si attenga in forma "rigida" alle disposizioni regionali e nazionali sull'argomento, avremmo preferito una maggior cautela, l'associazione rimane sempre disponibile ad organizzare eventi o incontri pubblici sull'argomento (una volta finita questa emergenza sanitaria) con ricercatori del settore per aggiornare sulle evidenze scientifiche che ad oggi enti e istituzioni purtroppo negano.