Alla fine del 2018/inizio del 2019 la sperimentazione del 5G è
partita in città come Milano, Prato, L'Aquila, Matera e Bari, mentre la
diffusione a tappeto del 5G nelle altre città, invece, è prevista per i
prossimi 3 o 4 anni.
Le evidenze scientifiche disponibili oggi sugli effetti
dell'elettromagnetismo e sull'alta frequenza in generale, in particolare, su
quelle dell'esposizione a onde millimetriche, rende imprescindibile l'applicazione
del principio di precauzione citato nell'articolo 191 del trattato sul
funzionamento dell'Unione europea (UE) e riconosciuto dalla normativa nazionale
italiana, il cui scopo è garantito a un livello alto di protezione
dell'ambiente grazie a prese di posizione preventive in caso di rischio.
Consideriamo che, come in questo caso, il ricorso al principio di
precauzione è giustificato quando riunisce tre condizioni, ovvero:
- Individuazione degli effetti negativi;
- la valutazione dei dati scientifici disponibili;
- l'ampiezza dell'incertezza scientifica.
Ci sembra opportuno, come preliminare alla nostra breve analisi,
ricordare l'articolo 32 della Costituzione, che sancisce il diritto alla salute
dei cittadini italiani. Vogliamo inoltre ricordare l'articolo 41 della
Costituzione (“L'iniziativa economica privata è libera ma non può svolgersi in
contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla
libertà, alla dignità umana")
Ad oggi sappiamo che tutto il comparto delle emissioni
elettromagnetiche ha effetti sull'ambiente e sulla salute di uomini e animali e
quindi va sottoposto urgentemente a Valutazione Ambientale Strategica. Una
storia di valutazione deve partecipare in un'ottica di assoluta trasparenza e
scambio di informazioni oltre che Enti di Ricerca, Istituzioni preposte alla
tutela ambientale e sanitaria e Commissioni governative anche cittadini,
associazioni di categoria professionali, associazioni e comitati, nel nome
della democrazia partecipativa, delle norme che regolano e di quelle sulla
trasparenza degli atti amministrativi.
A fronte di questi dati, di fatto risulta agli scritti che non è
stato richiesto dal Governo alcun parere sanitario sul 5G ai sensi della Legge
di Riforma Sanitaria 833 del 1978. In particolare:
- l'INAIL dichiarata di non avere alcuna documentazione sulla sicurezza del 5G;
- il Ministero della Salute dichiara di non essere stato interpellato sulla sicurezza del 5G dal Ministero dello Sviluppo Economico prima della vendita delle frequenze del 5G e che anche il Consiglio Superiore di Sanità non si è interessato del problema;
- il Ministero dello Sviluppo Economico risponde che la documentazione richiesta non è di sua competenza.
- L'Istituto Superiore di Sanità ha dichiarato di non aver prodotto alcun parere sanitario ma di aver richiesto all'AGICOM che richiedeva la semplificazione delle procedure di installazione delle nuove antenne 5G.
Qui sotto la risposta all'esposto presentato:
Apprezziamo che il comune condivida il principio di cautela citato, ci dispiace che si attenga in forma "rigida" alle disposizioni regionali e nazionali sull'argomento, avremmo preferito una maggior cautela, l'associazione rimane sempre disponibile ad organizzare eventi o incontri pubblici sull'argomento (una volta finita questa emergenza sanitaria) con ricercatori del settore per aggiornare sulle evidenze scientifiche che ad oggi enti e istituzioni purtroppo negano.