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lunedì 28 maggio 2018

TOSCANA - IL CONSIGLIO DI STATO DICE NO ALL'INCENERITORE

Finalmente qualcosa cambia in questo paese, lentamente, ma cambia .........
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Confermata la sentenza con cui il TAR, un anno e mezzo, fa aveva accolto i ricorsi dei comitati e bocciato l’autorizzazione rilasciata il 23 novembre 2015 dalla Città Metropolitana di Firenze sulla costruzione nella Piana fiorentina. Vittoria anche per i Comuni di Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino contro il Comune di Firenze, che aveva puntato sulla struttura come un’opera strategica per le politiche sui rifiuti.
(leggi QUI l’articolo completo)


venerdì 25 maggio 2018

TERRAZZA BOTTONI PARCO DELLA BERGAMELLA - FORSE CI SIAMO..........


Cavalcata durante le ultime due campagne elettorali ha visto uno sviluppo progettuale molto lento, rimasto fino a poco tempo fa una bozza, doveva essere un progetto condiviso, ma in realtà si è condiviso poco,  e così tra i silenzi istituzionali a dicembre è stato dato il via libera al progetto esecutivo con la delibera di giunta n° 384/2017 del 19 dicembre 2017 si è resa esecutiva la realizzazione della "Terrazza Bottoni" all'interno del Parco del Borgo Rurale di Cascina Gatti nel Parco Media Valle (clicca QUI per accedere ai documenti pubblicati dal Comune)
immagine tratta dalla tavola 03 del progetto
Il progetto, fermo da anni, sembra essere arrivato in porto, i lavori inizieranno dopo aver concluso l’interramento dell’elettrodotto, prevede una configurazione simile ad una piazza con tre filari di platani posti in continuità con quelli esistenti in via Marx, con un tratto di pavimentazione per l’accesso ai box del condomino fronte parco delimitato da paracarri in granito, due gradinate consentiranno l’accesso al parco e sono previste anche cinque installazioni ginniche che permettono un percorso fitness.

immagine tratta dalla tavola 02 del progetto
Il progetto prevede inoltre Il collegamento ciclo-pedonale nord-sud tra la pista ciclabile di via Marx e la via Saragat a Milano con l’accesso al parco ai disabili tramite una rampa con pendenza inferiore al 4,5% e la riqualificazione dei due campi sportivi esistenti, il piccolo attualmente in conglomerato bituminoso sarà oggetto di una nuova pavimentazione in manto sintetico elastico impermeabile dove verranno eseguite le linee di area gioco (su questo punto abbiamo delle riserve soprattutto per la manutenzione che tale struttura richiede, avremmo preferito un'area in terra battuta) per mezzo di vernici sintetiche ad alta resistenza all'usura, mentre il prato dove attualmente c’è il campo da calcio verrà vangato e sistemato eliminando buche e avvallamenti riposizionando le porte.
immagine tratta dalla tavola 06 del progetto
Sarebbe stato bello partire veramente da una soluzione condivisa incominciando anche dal nome, ci sembrava più corretto per uno spazio comune indire una consultazione cittadina che proponesse anche un nome, nel nostro piccolo invece di terrazza Bottoni avevamo preferito "Terrazza Bergamella" o "Belvedere Bergamella" in omaggio ad un territorio devastato dalla speculazione e dall'inquinamento.


giovedì 24 maggio 2018

SITUAZIONE BANDO ATS PER MEDICO DEFINITIVO A CASCINA DE GATTI


Ormai ci siamo, nelle settimane precedenti abbiamo ricevuto la comunicazione che il bando è stato pubblicato il 26 aprile 2018 e ad oggi ATS sta ricevendo le domande per poi allestire la graduatoria, prevediamo che venga nominato il nuovo medico durante il mese di giugno 2018.
Nel frattempo, da maggio il sostituto attuale del dott. Tomatis si è trasferito presso l’ambulatorio di Via Marx (presso l’ambulatorio della guardia medica) probabilmente per contenere i costi di questa breve sostituzione.
Invitiamo il comune di Sesto San Giovanni a rispettare gli accordi presi in Regione Lombardia nel mese di dicembre 2017 mettendo a disposizione i locali di Piazza della Chiesa 8 a Cascina Gatti, sito concordato e da noi preferito ad un eventuale ambulatorio messo a disposizione da privati che farebbe risaltare probabili se non evidenti conflitti d’interesse.


mercoledì 23 maggio 2018

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO GENERATO DAGLI SMARTPHONE - COS'È IL S.A.R.


Lunedì 7 maggio è andato in onda un bel servizio di SkyTg24 sui veleni quotidiani che ci circondano (clicca QUI per vedere la versione integrale del servizio di Sky) e affronta gli attuali problemi moderni che vengono molte volte sottovalutati per mancanza di una informazione corretta, durante il servizio è stato affrontato anche il problema dell’elettrosmog generato dagli smartphone, e spiegato (in un modo a noi parso un po’ impreciso) la definizione del S.A.R. ovvero il tasso di assorbimento specifico (così viene definito il SAR come acronimo di Specific Absorption Rate) che dovrebbe esprime la misura della percentuale di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano quando questo viene esposto all'azione di un campo elettromagnetico a radiofrequenza (RF).
Il SAR viene usato per misurare l'esposizione ai campi elettromagnetici con frequenza portante compresa tra 100 kHz e 10 GHz, in realtà è una unità di misura "inventata” dai produttori di telefoni cellulari e difficilmente riconducibile al Sistema di Unità di misura Internazionale e dovrebbe rappresentare la quantità di energia elettromagnetica assorbita dal tessuto biologico, la sua unità di misura è espressa in W/Kg.
Purtroppo i laboratori dell'ICNIRP lo hanno definito solo in base all'effetto termico, infatti NON considera gli effetti di natura non termica che invece avvengono anche per valori di radiazione ben al di sotto dei limiti attuali di legge, rendendolo di fatto un riferimento parziale e non cautelativo per la salute, diventando di fatto una unità di misura obsoleta ai riferimenti di “sicurezza” indicati che non devono superare i  1.6 W/Kg in USA e 2 W/Kg in Europa , questi valori non rappresentano valori cautelativi (come invece si pensa) oltre il quale siano noti gli effetti sulla salute, ma bensì coefficienti stabiliti dai laboratori dell’ICNIRP definiti su manichini di plastica con rivestimento inerte e riempiti di gel proteico che, secondo gli autori, dovrebbero essere comparabili al contenuto organico interno di un essere umano, cosa un po’ impropria per poter essere considerato “cautelativo per la salute”.
Se si analizzano le prescrizioni indicate dai produttori di telefonia mobile ci si accorge che in realtà tali indicazioni non vengono mai ottemperate, in quanto l’abitudine dell’utenza, poiché non è informata dei pericoli, tende a tenerli attaccati sempre al corpo ed in questo caso, come ha dimostrato l'Agenzia francese delle Frequenze, il valore di SAR assorbito TRIPLICA, senza poi considerare che un manichino “standardizzato” nelle dimensioni e peso come quello utilizzato nel laboratorio non può essere rappresentativo per le varie categorie di peso, altezza, capacità dielettriche differenti, come ad esempio lo sono neonati, bambini, preadolescenti, adolescenti, giovani, anziani ecc.
Ricordiamo che con semplici accorgimenti nell'utilizzo quotidiano del cellulare
si può migliorare molto l’esposizione a tali campi che basta tenere a mente come:

1 ) utilizzare sempre l’auricolare o il viva-voce (in auto cercare di posizionare lo smartphone vicino all'antenna ricevente) per limitare gli effetti delle onde elettromagnetiche del dispositivo sul cervello. 
2 ) evitare chiamate lunghealternando spesso un orecchio con l'altro durante le conversazioni. 
3 ) effettuare chiamate solo c'è pieno campo, (altrimenti il cellulare aumenta la sua potenza di emissione per riuscire a garantire la chiamata). 
4 ) non tenere vicino lo smartphone quando si dorme e non caricarlo vicino al letto
5 ) evitare il più possibile il contatto del telefonino con il proprio corpo (meglio tenerlo sul tavolo o in borsa piuttosto che in tasca)


Qui sotto pubblichiamo il vademecum (più articolato e completo) pubblicato sul sito dell'Associazione Elettrosensibili Italiano.

mercoledì 16 maggio 2018

WI-FI DALLO SPAZIO: LA NUOVA FRONTIERA DELL’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO


In occasione della Giornata della Terra, l’ Unione Globale contro la Diffusione delle Radiazioni dallo Spazio (GUARDS) avverte che è essenziale che la pubblica opinione sia consapevole di quanto gli esperti già sanno riguardo i danni provocati alla salute umana, di flora e fauna, causati dalle radiazioni delle tecnologie senza filo. 
Questa non è una scoperta nuova, ma manca un’azione globale. Il rapporto del 2010 sui Possibili Effetti dei Ripetitori di Comunicazione sulla Natura compresi Uccelli e Api, commissionato dal Ministero dell’Ambiente e delle Foreste dell’India, ha esaminato la letteratura scientifica sull’impatto sulla salute e sull’ambiente delle radiazioni delle telecomunicazioni. Come mostrato nella figura 2 (sotto), la maggioranza degli oltre 900 studi scientifici analizzati dimostra che le radiazioni da radiofrequenza causano effetti biologici negativi sugli esseri umani, su altri animali, come api e uccelli, e sulle piante.
Le tecnologie basate sulla radiofrequenza sono promosse dall’industria come tecnologie “verdi” e innocue, ma non lo sono. Oltre agli effetti biologici dannosi, contribuiscono in modo sostanziale alle emissioni globali di biossido di carbonio e all’accelerazione dei cambiamenti climatici.
Considerando 
il consumo di energia fra reti cablate e wireless, “le tecnologie wireless continueranno a consumare almeno 10 volte più energia rispetto alle tecnologie cablate a parità di numero di accessi e volumi di traffico”.
C’è anche una forte azione degli 
scienziati che si sono schierati a favore del divieto dello sviluppo delle reti 5G che, come altre tecnologie wireless, non è mai stata sottoposta a test di sicurezza e avrà probabilmente un effetto negativo immenso sugli insetti impollinatori.
L’attuale struttura normativa si concentra esclusivamente sulla prevenzione dai danni prodotti dagli effetti termici dei campi elettromagnetici sugli utenti. Non c’è alcuna prevenzione in merito ai danni ambientali. I limiti di esposizione per le tecnologie senza fili non sono mai stati impostati per prevenire i danni all’ambiente e questo è un errore. 
Gli alberi, che sono cruciali per l’equilibrio globale di anidride carbonica e sono necessari per la produzione di ossigeno, vengono danneggiati e uccisi, così come gli impollinatori e altri animali selvatici.



Leggi QUI l’articolo completo



martedì 15 maggio 2018

WIRELESS PHONE USE AND RISK OF ADULT GLIOMA: EVIDENCE FROM META-ANALYSIS


Metanalisi che include dieci studi sull'associazione nel lungo termine tra la cancerogenesi cerebrale e l'utilizzo del telefono cellulare.


Nelle conclusioni si evidenzia come possa aumentare il rischio di un glioma negli utenti della telefonia a lungo termine.

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Wireless Phone Use and Risk of Adult Glioma: Evidence from Meta-analysis
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ABSTRACT

Objective

Wireless phone use has been increasing rapidly and is associated with the risk of glioma. Many studies have been conducted on this association, but did not reach an agreement. The aim of this meta-analysis was to determine the possible association between wireless phone use and the risk of adult glioma.

Methods

Eligible studies were identified by searching Pubmed and Embase till July 2017. The random- or fixed-effects model was used to combine the results depending on the heterogeneity of the analysis. Publication bias was evaluated using Begg’s funnel plot and Egger’s regression asymmetry test. Subgroup analysis was performed to evaluate the possible influence of these variables.

Results

A total of 10 studies about the association of wireless phone use and the risk of glioma were included in this meta-analysis. The combined odd’s ratio (OR) of adult glioma associated with ever use of wireless phone was 1.03 (95% CI=0.92–1.16) with high heterogeneity (I2=54.2%, P=0.013). In the subgroup analyses, no significant association was found amongtumor location in the temporal lobe and adult glioma risk, with ORs of 1.26 (95% CI=0.87–1.84), 0.93 (95%CI=0.69–1.24), 1.61 (95%CI=0.78–3.33), respectively. Significant association was found in long-term users (≥10 years) with OR 1.33 (95%CI =1.05–1.67) and risk of glioma.

Conclusions

Our analysis suggested that ever use of wireless phone was not significantly associated with the risk of adult glioma, but could increase the risk in long-term users.
FONTE : ScienceDirect

lunedì 14 maggio 2018

TERNA CANCELLA INTERCONNECTOR AUSTRIA-ITALIA (FORSE NO)

Domenica 8 aprile abbiamo pubblicato un post ( leggi QUI ) che riprendeva dei comunicati usciti a mezzo stampa ai quali avevamo dato credito perché confermati da articoli usciti anche su giornali di caratura nazionale.
In questo giorni invece siamo stati avvisati dal Comitato per la Vita del Friuli Rurale (comitato con il quale siamo in contatto) che la notizia della cancellazione dell'Interconnector Austria-Italia diramata ad arte dal supplemento del Piano 2018 e dalle agenzie di stampa non corrisponde al vero.
Sembra che sia stata emessa per scongiurare che le Amministratori locali presentino un ricorso avverso al Consiglio dei Ministri che ha approvato l'elettrodotto aereo delle Dolomiti nonostante la contrarietà del Ministero delle Attività Culturali. 

Noi ovviamente ci auguriamo che tale progetto venga effettivamente annullato, per correttezza riportiamo qui sotto il comunicato stampa 668 del 10 aprile 2018 ricevuto in data 12 maggio 2018 dal Comitato per la Vita del Friuli Rurale.
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Nell'incondizionato abuso di posizione dominante i padroni dell'energia dettano legge con la complicità della politica e degli organi di controllo: intanto a pagare il conto dei loro inganni siamo sempre noi.

Fallacia alia alium trudit: per dirla con le parole di Publio Terenzio Afro, oggi più che mai un inganno tira l'altro e la cosa è tanto plateale, che nessuno ci fa più caso. A dispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione, con le nostre tasche e la nostra dignità ad essere colpiti sono i beni comuni e i bisogni più vitali ed irrinunciabili, quali l'acqua e l'energia.
Con le istituzioni letteralmente appecoronate, o per meglio dire drogate dalle loro stesse presunzioni e impunità, nessuno si sogna di mettersi di traverso agli interessi particolari. Basti dire che all'indomani della batosta elettorale del PD, i poteri forti non hanno perso tempo e, timorosi che nel fuggi fuggi generale non volassero gli stracci, hanno subito puntellato la baracca renziana. Senza paura del ridicolo, ecco dunque quel tal Calenda, messo di proposito a fare il ministro per conto della Confindustria, chiedere la tessera del PD nell'esclusivo intento di tenerlo sotto controllo. Come dire che di fronte al gregge impazzito i lupi avessero deciso di affidare le pecore ad uno dei loro. Lo hanno visto entrare al Nazareno fischiettando bandiera rossa e in quel preciso istante gli ultimi quadri di Berlinguer hanno preferito staccarsi dalle pareti per andarsene a gambe levate... mentre quelli di Gramsci erano fuggiti il giorno prima, all'arrivo del “compagno” Tommaso Cerno inviato alla bisogna da De Benedetti!  
E allora come pretendere che in un siffatto clima il funzionario regionale non distolga l'attenzione dalle scartoffie per dedicarsi alle prime mosche primaverili e decida di seguirne con trepida attenzione l'incerto volo, tanto da passare notti insonni in attesa di ritrovarle al rientro in ufficio. In questo contesto, tutto torna e anche le cose più abominevoli possono prendere forma e decollare grazie ai materni elogi delle scorte mediatiche. 
Grazie ai cospicui incentivi economici e alla collaborativa cecità del burocrate, le nostre montagne vengono deturpate dalle centraline idroelettriche che devono funzionare quel tanto che basta per passare all'incasso e che non hanno nemmeno un bacino di utenza da servire;  ben per questo veniamo inebriati dagli slogan taumaturgici fatti di sostenibilità, di low carbon, di green economy e dei buoni propositi acchiappamerli, con la stessa fondatezza scientifica della supercazzola prematurata con doppio scapellamento a destra di Monicelliana memoria.

Così è stato anche in occasione della presentazione del Bilancio di Sostenibilità presentato di recente dalla società A2A, quella che per intenderci ha l'incontrastato “merito” di rubarci le acque della Carnia, da una parte, e l'aria di Monfalcone, inquinata dalla centrale a carbone dall'altra. Ebbene, in una Regione che a prescindere dal colore politico della compagine di governo rinuncia a gestire in proprio l'Idroelettrico, l'A2A si è presentata in forze e con grandi mezzi per imbambolare gli effefugini con i suoi buoni propositi e il mal celato fine di farsi strada nel mercato libero della elettricità e del gas. Non a caso si sono insediati nel museo di storia naturale di Udine e in quella sede votata all'amore per la natura hanno pontificato davanti ad un numero di selezionatissimi e mansueti portatori di interessi (gli stakeholders!). Cosicché i trentadue eletti sono stati suddivisi secondo i criteri che in Ciociaria distinguono gli antipasti di montagna da quelli di mare: assegnati i primi a rappresentare la montagna invasa dall'idroelettrico e i secondi la costa, interessata dalla centrale a carbone.
Non essendo stati ammessi fra gli eletti, ci siamo presi la soddisfazione di curiosare e di capire come si costruiscono i collaborazionisti, cioè come si fa ad imbonire la gente con proposte accattivanti, per poi metterle in bocca le conclusioni e le proposte già stabilite a priori dagli organizzatori. Cosicché le cavie si sono sentite dire che “La presenza del gruppo A2A in un territorio di alto valore storico e paesaggistico richiede un particolare impegno per una gestione attenta e responsabile.” Che: “L'attenzione per mantenere minimo l'impatto di ogni attività produttiva si completa con l'attenzione alle persone, attraverso progetti educativi nelle scuole e iniziative per la valorizzazione turistica e sportiva della zona” E ancora: ”Da sempre l'ascolto delle esigenze dei cittadini guida le scelte del Gruppo!” Commossi da cotanto altruismo e rifocillati dal generoso buffet, le cavie hanno fatto la ola e astenendosi da ogni imbarazzante questione, si sono guardate dal chiedere la vita per il lago di Cavazzo, soffocato dai fanghi dell'idroelettrico. Fra la gioia degli organizzatori hanno invece  sottolineato l'utilità di qualche pista ciclabile, il che, in mezzo alle nevi della montagna, o sotto la ciminiera di Monfalcone, è un vero toccasana.

La verità è che l'energia suscita grandi appetiti, soprattutto dove le istituzioni sono corrotte o inette e le privatizzazioni non servono a stimolare la concorrenza e ad abbattere i costi, bensì a moltiplicare gli intrallazzi. Lo abbiamo visto nel recente incontro avutosi con il presidente  dell'Autorita per l'energia elettrica, il gas e il servizio idrico. Ebbene a dimostrazione che l'Autorità non controlla un bel niente, ma serve ai poteri forti, i soggetti ammessi alla fornitura dell'energia in Italia sono per il momento più di 500, senza contare le agenzie di vendita cui i titolati affidano in subappalto l'acchiappo dei clienti: senza il benché minimo controllo e garanzia di qualità. Una situazione fuori dal controllo visto che inizialmente dovevano essere non più di venticinque!
Basti dire che in Inghilterra, dove la privatizzazione è in corso da decenni, il numero dei fornitori non supera le trentacinque unità, dunque addirittura inferiore ai 50 e oltre che operano nel soloFriuli Venezia Giulia, con poco più di un milione di abitanti. E allora come non escludere che in mezzo ai 500 non si annidi la malavita organizzata, il riciclaggio di denaro sporco, o solo qualche imbroglione che alla fine della fiera taglia la corda col malloppo? Sì perché costoro oltre al fatto di istupidire gli utenti presentando offerte non confrontabili, non sono nemmeno tenuti a versare una garanzia fideiussoria che ci metta al riparo dal solito fallimento! Sono tutte cose che abbiamo contestato al Presidente dell'Autorità, non senza sottolineare lo scandalo degli aiuti alle società energivore e lo strapotere conferito alla Terna, la quale agisce in piena libertà al di là delle iniziali mansioni conferitele e, al di fuori di ogni controllo, determina scelte nella programmazione del sistema elettrico e industriale della intera Nazione, che gravando sulle tasche dell'utente servono a consolidare il monopolio e ad ingrassare i suoi azionisti, cinesi o americani che siano. Gli astanti hanno applaudito in segno di palese condivisione, ma lui -elegante uomo di gomma- in ossequio alle ragioni che lo hanno elevato a cotanta carica, ha fatto orecchie da mercante.
Li mettono apposta, così come è avvenuto con la nostra compianta governante o la decaduta assessora che il mondo intero ci invidia per sagacia e competenza scientifica, tant'è che dopo due mila anni i tre re sono già messi in cammino per rendere omaggio alla sua persona. Ebbene, dopo essersi vantata di aver fatto interrare l'elettrodotto della Carnia, che in realtà è finito sotto terra per merito della magistratura austriaca, la nostra ha lasciato il campo promettendo che la nuova linea seguirà “Un percorso partecipato che conduca ad una definizione  condivisa del tracciato e di tutti gli aspetti relativi alla tutela della salute e dell'ambiente”; cioè esattamente come per suo merito non è stato fatto con l'elettrodotto Udine ovest-Redipuglia. Parole che illumineranno la storia dell'umanità, tanto da essere subito riprese dal tengofamiglia di turno che ha fornito i nomi degli illustri tecnici incaricati di imbonire i Carnici: gli stessi che hanno impedito di interrare l'ecomostro della Terna!

Siamo davvero in buone mani! Lo abbiamo constatato con Renzi, quando si è piegato al volere della Terna nella approvazione dell'elettrodotto aereo del Friuli ed ora lo vediamo con Gentiloni il quale, in linea con chi comanda in Italia, si è macchiato della stessa nefandezza approvando in sede di Consiglio dei Ministri l'elettrodotto aereo del medio Piave che provenendo dall'Austria costeggia le Dolomiti. Un'approvazione che in barba ad un patrimonio dell'Umanità, al buon senso e alla inequivocabile bocciatura da parte del Ministero delle attività culturali, irride all'articolo 9 della Costituzione repubblicana e infanga le nostre coscienze di uomini liberi. Un consenso attribuito sulla base di vistose menzogne costruite ad arte e dell'avvallo di quel Ministero che anziché tutelare l'ambiente ne favorisce la predazione in ossequio agli interessi particolari.
Una vicenda squallida che per non suscitare l'immediata reazione delle Amministrazioni locali e della gente, ha messo in campo dei mercenari   per disinformare la popolazione, per condizionare la stampa locale con l'idea che l'opera appena approvata non è più in programma! Davvero squallidi: gettano il sasso e nascondono la mano!               

martedì 8 maggio 2018

SKATEPARK ALLA BERGAMELLA - UN PROGETTO IN RITARDO


“Resta ancora sulla carta lo skatepark, tanto desiderato dagli starters dell’hinterland e da loro stessi disegnato insieme agli uffici comunali. Dopo quasi due anni, la progettazione non si è ancora chiusa e l’iter burocratico ha bisogno di un altro step prima di vedere iniziare finalmente i lavori alla Bergamella……………. “ Incomincia così l’articolo uscito sul Giorno ( leggi QUI ) relativo al ritardo per la definizione dell’impianto, non conosciamo i motivi ci pareva che il progetto, portato avanti in maniera un po unilaterale dal comune fosse però ad un buon punto tant'è che con la delibera di giunta n° 153/2017 relativa a LAVORI DI REALIZZAZIONE IMPIANTO SKATE PARK DI VIA MOLINO TUONO-APPROVAZIONE PROGETTO DI FATTIBILITÀ' TECNICO ECONOMICA del 16/05/2017 che doveva essere esecutiva dal 09/06/2017, sembrava porre un punto di svolta visti anche i pareri di regolarità contabile e tecnica espressi.




Invece siamo ancora fermi …

Lo skate park nascerà, come da progetto pubblicato, in via Mulino Tuono nell’area adiacente alla nuova tensostruttura della Geas al Manin, dopo il parcheggio pubblico della nuova via della Bergamella, passando via Molino Tuono. Uno spazio oggi vuoto, dove ci saranno anche aree attrezzate per bambini e famiglie.

Ci auguriamo  non sia una classica colata di cemento, ma, come indicato dai progetti pubblicati venga debitamente integrata con una folta piantumazione che sappia riprendere la vena puramente ambientale presente nel parco.

Immagini estrapolate dalla documentazione pubblicata sul sito del comune di Sesto San Giovanni alla delibera di giunta n°153/2017

venerdì 4 maggio 2018

L'INQUINAMENTO MUTA I PESCI NEL "FIUME" LAMBRO



A causa dell’inquinamento presente nel fiume Lambro abbiamo pesci mutanti ovvero i pesci maschi che diventano femmine.
Ne abbiamo parlato più volte dell'inquinamento presente nei fiumi Lambro e Seveso, questa è l'ennesima conferma che i limiti di legge e il buonismo che si continua a tenere nei confronti di chi inquina NON SONO MAI STATI SUFFICIENTI a garantire la sicurezza ambientale e sanitaria serve un approccio diverso molto più rigido, non è tollerabile che chi inquina rischi solo un’ammenda.
A causa degli scarichi chimici nell'acqua, molti esemplari di pesci stanno cambiando sesso entrando di fatto nella catena alimentare, cosa succede alle culture (che pescano acqua dai fiumi) non si sa, come non si sanno (o non si vogliono dire) gli effetti sulla popolazione di questi interferenti endocrini uniti a metalli pesanti e inquinanti vari che " l'idiota di turno" provvede a smaltire nei fiume e pensare che in un passato non molto lontano la pesca nel tratto milanese del fiume Lambro era una pratica diffusa insieme alla pesca di gamberi di acqua dolce (anche questi diffusi).

Leggi QUI l’articolo sul Giorno sulla mutazione dei pesci nel fiume Lambro

Leggi QUI l’articolo sulla Gazzetta della Martesana sulla mutazione dei pesci nel  fiume Lambro

Leggi QUI l’articolo su Repubblica sulla mutazione dei gamberi 


mercoledì 2 maggio 2018

OCCUPATIONAL EXTREMELY LOW FREQUENCY MAGNETIC FIELDS (ELF-MF) EXPOSURE AND HEMATOLYMPHOPOIETIC CANCERS - SWISS NATIONAL COHORT ANALYSIS AND UPDATED META-ANALYSIS.


Pubblicato nuovo studio scientifico che rivela un incremento significativo del rischio di mortalità per leucemia mieloide in soggetti esposti (per motivi lavorativi) a campi magnetici a bassa frequenza (come quelli emessi ad esempio dagli elettrodotti).
Nelle conclusioni si evidenzia come le analisi eseguite non hanno fornito prove convincenti di un aumento del rischio di morte per una serie di tumori ematolinfopoietici in lavoratori esposti a livelli magnetici ELF di livello medio o alto ma hanno rilevato un aumento del rischio di leucemia mieloide acuta in lavoratori esposti a livelli elevati e che i rischi osservati sono in linea con le precedenti relazioni meta-analisi sull'esposizione ELF-MF.



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Occupational extremely low frequency magnetic fields (ELF-MF) exposure and hematolymphopoietic cancers - Swiss National Cohort analysis and updated meta-analysis.

Author information

  1. Institute for Risk Assessment Sciences, Utrecht University, PO Box 80178, 3508 TD Utrecht, The Netherlands; Institute of Social and Preventive Medicine (ISPM), University of Bern, Switzerland. Electronic address: a.huss@uu.nl.
  2. Institute of Social and Preventive Medicine (ISPM), University of Bern, Switzerland.
  3. Institute of Social and Preventive Medicine (ISPM), University of Bern, Switzerland; School of Social and Community Medicine, University of Bristol, United Kingdom.
  4. Institute for Risk Assessment Sciences, Utrecht University, PO Box 80178, 3508 TD Utrecht, The Netherlands.
  5. Institute for Risk Assessment Sciences, Utrecht University, PO Box 80178, 3508 TD Utrecht, The Netherlands; Julius Centre for Public Health Sciences and Primary Care, University Medical Centre, Utrecht, The Netherlands.


ABSTRACT
PURPOSE:
Previous studies have examined risks of leukaemia and selected lymphoid malignancies in workers exposed to extremely low frequency magnetic fields (ELF-MF). Most studies evaluated hematolymphopoietic malignancies as a combined category, but some analyses suggested that effects may be contained to some specific leukaemia or lymphoma subtypes, with inconsistent results.
METHODS:
We examined exposure to ELF-MF and mortality 1990-2008 from different types of hematolymphopoietic cancers in the Swiss National Cohort, using a job exposure matrix for occupations recorded at censuses 1990 and 2000. We analysed 3.1 million workers exposed at different levels to ELF-MF: ever-high, only-medium, only-low exposure using Cox proportional hazard models. We evaluated risk of death from acute myeloid leukaemia (AML), chronic myeloid leukaemia, lymphoid leukaemia, diffuse large B-cell lymphomas, follicular lymphoma, Waldenström's macroglobulinemia, multiple myeloma and Hodgkin lymphoma.
RESULTS:
Mortality from hematolymphopoietic cancers was not associated with exposure to ELF-MF with the exception of an increase in ever-high exposed men of myeloid leukaemias (HR 1.31, 95% CI 1.02-1.67), and AML (HR 1.26, 95%CI 0.93-1.70). If workers had been high exposed during their vocational training and at both censuses, these HR increased to 2.24 (95%CI 0.91-5.53) and 2.75 (95%CI 1.11-6.83), respectively.
CONCLUSIONS:
Our analysis provided no convincing evidence for an increased risk of death from a range of hematolymphopoietic cancers in workers exposed to high or medium levels of ELF magnetic fields. However, we observed an increased risk of acute myeloid leukaemia in workers exposed to high levels for a longer duration. Observed risks are in line with meta-analysed previous reports on ELF-MF exposure and AML risk, with a summary relative risk of 1.21 (95%CI 1.08-1.37).
FONTE: NCBI- The National Center for Biotechnology Information