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venerdì 22 agosto 2014

ESSERE ELETTROSENSIBILE, LA VITA AL BUIO DI GIULIA

Niente tv, cellulari, frigo, vive sotto una tenda schermata. «Non posso uscire di casa e spesso stacco anche il contatore»


UDINE. Niente cellulare. Niente televisione o radio. Niente microonde e neppure frigorifero. La lista dei “no” per un elettrosensibile è lunghissima. E si scontra con una società che non può fare a meno di tutto questo.
Ecco perché «se le onde elettromagnetiche ti fanno stare male, l’unica soluzione è isolarsi dal mondo», racconta Giulia, nome di fantasia per una donna friulana di 43 anni costretta insieme con il marito a rifugiarsi in montagna pur di trovare un po’ di respiro da quella malattia diagnosticata nel 2010.
Tutto comincia il 6 marzo di quell’anno. «Il suo corpo ha un tracollo che si manifesta con una chiara sensazione di corrente elettrica diffusa da testa a piedi, tachicardia e la sensazione di morire – racconta oggi il marito di Giulia, che chiameremo Andrea –. Intuendo che la causa del suo malessere fosse legata all’ambiente in cui vivevamo, all’alba del 7 marzo siamo scappati dalla casa che avevamo appena comprato. Soltanto con una valigia. Nei giorni seguenti le condizioni di Giulia sono leggermente migliorate, ma non riusciva a stare in piedi: aveva una fortissima emicrania e persisteva la sensazione di elettricità unita a un senso di congestione, bruciore in tutto il corpo. Il medico che avevamo non sapeva come occuparsene, ci ha solo prescritto alcuni esami».
Nel 2010 Giulia e Andrea non sanno neppure cosa siano le malattie ambientali. Giulia usa ancora il cellulare. Ma Andrea, sulla base dei sintomi, si impegna in una ricerca on line e risale alla dottoressa Anna Zucchero, medico dell’Ospedale dell’Angelo a Mestre e presidente della Associazione italiana elettrosensibili. ( Leggi QUI l’articolo completo di Michela Zanutto sul Messaggero Veneto online )


giovedì 21 agosto 2014

ACCESI SULLE ALPI TANTI FALÒ PER DIRE NO ALL’ELETTRODOTTO

UN CENTINAIO DI VOLONTARI SUI MONTI (ANCHE CARINZIANI) PER PROTESTARE CONTRO LA LINEA PER SOMPLAGO

TOLMEZZO. Legambiente accende la luce sulle montagne contro l’elettrodotto. Sabato di protesta quello scorso, che ha valicato i confini di Stato fra Austria e Italia.
Su sei colli in Italia, e su altri due in Austria, i falò delle associazione ambientaliste hanno detto “no” all’elettrodotto Wurmlach-Somplago di Alpe Adria Energia degli industriali Fantoni-Pittini-Burgo che ha ottenuto la certificazione Via (Valutazione di impatto ambientale) da parte del ministero dell’Ambiente.
I fuochi sono stati accesi da un centinaio di volontari, in Italia, in zone site in quota in modo che venissero visti da tutta la valle del But e dalla Conca tolmezzina. Un primo falò è stato acceso a Cesclans di Cavazzo Carnico, due a Verzegnis, a malga Avrint e a casera Presoldon, ben visibili da Tolmezzo, uno sul Pian delle Streghe sul Tenchia di Cercivento, uno sul Colle di San Daniele di Paluzza e uno a Passo Pramosio.
Gli austriaci hanno acceso un falò già il sabato precedente sui monti di Mauthen, al Zollnersee Hutte, cosa che hanno ripetuto questo ultimo fine settimana. I fuochi sono stati ben visibili dalle 21 sino alle 23 dai paesi del fondovalle anche a lunga distanza. Naturalmente tutti i falò sono stati accesi in sicurezza, con la presenza anche della guardia forestale. ( leggi QUI l’articolo completo di Gino Grillo )

FONTE : MessaggeroVeneto 

mercoledì 20 agosto 2014

ELETTROSMOG NELLE SCUOLE: ITALIANI PRUDENTI COME GLI INGLESI

Qui sotto riportiamo l'articolo di Aldo Domenico Ficara del 6 Agosto 2014 uscito sul sito http://www.tecnicadellascuola.it , ne condividiamo il contenuto anche se siamo un pò meno sicuri che gli italiani e le istituzioni siano prudenti in merito , assistiamo infatti ad una indiscriminata installazione di reti wi-fi e antenne radio base in edifici scolastici e nelle loro vicinanze in barba al principio di precauzione.

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Qualche lustro fa anni addietro ci si batteva molto affinché nelle scuole italiane si ottenesse il minor grado di inquinamento da elettrosmog. esisteva, una legge che determinava la distanza minima delle antenne Wi-Fi dalle strutture scolastiche primarie. Infatti, era fissata ad una distanza di circa 150 metri e ciò era stato fatto per preservare il più possibile la salute dei piccoli studenti dall'elettrosmog.
A tal proposito si ricorda che nel Regno Unito le reti wireless sono in corso di smantellamento in molte scuole, perché non esistono studi a lungo termine che ne dimostrino l'innocuità. Anche Il Times riferisce che sul banco degli imputati sono state poste le onde degli apparati di trasmissione WiFi. I genitori degli studenti le temono, per gli effetti che possono causare sui figli: emicranie, cali di memoria, minore capacità di concentrazione, e si arriva persino a parlare di rischio tumori. Le cause di preoccupazione sono le medesime descritte in vari studi e abstracts relativi alla telefonia mobile: i giovani studenti, in piena età dello sviluppo, hanno una struttura ossea e nervosa ancora fisicamente immatura.
In particolare, le ossa del cranio avrebbero uno spessore ridotto e una capacità di "schermatura" inferiore a quella di una persona adulta e fisicamente matura. Anche in Italia la questione è stata già dibattuta pubblicamente dove si è detto che dopo anni di studi nel 2013 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) ha definito i campi elettromagnetici a radiofrequenza “possibilmente cancerogeni per gli esseri umani”. Pertanto In attesa di dati scientifici certi, il Parlamento europeo nel 2008 e il Consiglio d’Europa nel 2011 hanno raccomandato agli Stati membri di far riferimento al principio di precauzione, e per le scuole consigliano connessioni internet cablate. Da segnalare che diversi Comitati scientifici internazionali continuano a segnalare i rischi per la salute che derivano dai campi elettromagnetici a radiofrequenza, in particolare per i più giovani. 


martedì 19 agosto 2014

OSTIA, ELETTROSMOG: I CITTADINI SI ORGANIZZANO CONTRO ‘ANTENNA SELVAGGIA’

Il ‘Coordinamento dei Comitati no elettrosmog’ del Municipio X, che si è riunito il 17 luglio scorso, ha designato una task force che provvederà a redigere un documento da sottoporre alle amministrazioni municipale e comunale e all’Osservatorio presieduto dal consigliere Eliseo Franzese. Tra gli obiettivi l'applicazione del Piano dei ripetitori e la sua regolamentazione

Ostia – No all’elettrosmog. E i cittadini si organizzano. Giovedì 17 luglio si è riunito ad Ostia il ‘Coordinamento dei Comitati No Elettrosmog del Municipio X’ nella sede del Co.Cid nella in via Desiderato Pietri, 113. Nel corso dell’ incontro è stato deciso di proseguire negli impegni presi nella riunione del 9 maggio scorso e di contribuire all’Osservatorio elettrosmog del Municipio X, dove rappresenteranno le richieste e le aspettative dei cittadini in materia di regolamentazione delle antenne e di monitoraggio dei livelli di elettrosmog.
Dopo la discesa ‘in campo’ del Coordinamento l’amministrazione municipale ha emanato la delibera di consiglio n. 3 del 20 marzo 2014 che impegna il presidente ad intervenire presso il sindaco e la giunta di Roma Capitale per sollecitare l’adozione del Regolamento e del Piano delle antenne per tutto il territorio comunale. E’ stato inoltre avviato l’Osservatorio elettrosmog del Municipio per una “regolamentazione efficace ed adeguata alle soluzioni urbanistiche, ambientali e di tutela della salute che, purtroppo, da oltre tredici anni tardano ad essere varate, lasciando il campo libero allo strapotere ed agli abusi delle società di telefonia”.
L’inerzia del comune di Roma, che ancora non ha adottato il Piano delle antenne ed il suo mancato rispetto delle minime misure di informazione ai cittadini fissate nel Protocollo d’intesa del luglio 2004, ha scatenato negli anni una corsa ad accaparrarsi nuove postazioni per il 4G /LTE . Questa aggressione delle società al territorio del Municipio X arrivata, negli ultimi mesi, a livelli non più sopportabili... ( leggi QUI l'articolo completo di Maria Grazia Stella )


FONTE : OSTIATV.IT

lunedì 18 agosto 2014

A ZURIGO LA PRIMA RESIDENZA CONTRO I DISTURBI DI ELETTROSENSIBILITÀ E SENSIBILITÀ CHIMICA MULTIPLA

La prima residenza per elettrosensibili è stata costruita a Zurigo

Per le vittime della sensibilità elettromagnetica e della sensibilità chimica multipla è sorto a Zurigo un edificio completamente schermato da ogni sostanza che innesca i disturbi in queste persone. Le vittime delle onde elettromagnetiche sono definite elettrosensibili, nel merito esiste anche in Italia una associazione l'A.I.E A, ossia di persone allergiche o intolleranti ai c.e.m ovvero i campi elettromagnetici. I sintomi possono anche essere consistenti e la ipersensibilità ai campi elettromagnetici si manifesta con disturbi del sonno, mal di testa, debolezza fisica, riduzione della concentrazione e della memoria, dolori sia localizzati sia diffusi, disturbi visivi, dell'equilibrio o uditivi e soprattutto le cure non hanno effetto. La sensibilità chimico multipla è un disturbo riconosciuto come malattia rara e i suoi sintomi sono confusi spesso con quelli di altre malattie per cui un paziente viene etichettato come malato psicosomatico o malato psichiatrico.
A Zurigo però è stata sviluppata un abitazione alla porte di Zurigo, nel tranquillo quartiere di Leimbach. La casa è circondata dalla campagna e da un boschetto con grandi alberi. L'edificio accoglie persone affette da MCS, ovvero ipersensibilità chimica multipla e da elettrosensibilità. Spiega Christian Schifferle affetto da sensibilità chimica multipla che ha ideato il progetto:
Abbiamo studiato delle misure di schermatura grazie anche alla collocazione naturale, di spalle a una montagna che offre un riparo protettivo. In più c'è assenza di antenne e una elevata qualità dell'aria.

Non è un lusso, ma una casa adatta a chi soffre di questi disturbi e non riesce a vivere in un appartamento tradizionale. L'edificio consiste in 15 appartamenti per cui l'80% degli occupanti beneficia dei sussidi per la casa con un costo di 1.050 franchi svizzeri al mese per due stanze. I materiali e le tecnologie usate hanno un impatto ambientale notevolmente migliore stimati in più del 25% rispetto alle costruzioni classiche di Zurigo. La cooperativa presieduta da Christian Schifferle ha ottenuto il terreno grazie al sostegno dell'amministrazione e anche un aiuto finanziario. ( leggi QUI l'articolo completo )

FONTE : ECOBLOG.IT
FONTE : SRF.CH
FONTE : LEMONDE.FR

sabato 16 agosto 2014

MONTESCUDO DIMEZZA L'ELETTROSMOG

Quasi completo lo smantellamento dei ripetitori

Il Comune di Montescudo si avvia a completare il piano di risanamento dell'inquinamento elettromagnetico, durato ben tre anni, che comporterà una riduzione del 50% dei valori dell’inquinamento rispetto a quelli attuali.
leggi QUI l'articolo completo

giovedì 7 agosto 2014

LA NOSTRA VITA DA ELETTROSENSIBILI

In fuga dalla tecnologia e costretti al ritiro sociale.
Sono quasi due milioni gli italiani affetti da quella che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce ipersensibilità ai campi elettromagnetici. Una patologia che colpisce il 3% della popolazione mondiale, di cui il 10% diventa gravemente disabile. Gli elettrosensibili attribuiscono il loro malessere alle onde elettromagnetiche a bassa frequenza, emesse dagli elettrodotti, e ad alta frequenza, emesse da stazioni radio base, antenne della telefonia mobile, sistemi Wi-Fi e cellulari. Oggetti che sono entrati nella nostra vita quotidiana, ma che per gli elettrosensibili si trasformano in un nemico da evitare ad ogni costo. «Noi – afferma Paolo Orio, vicepresidente dell’Associazione Italiana Elettrosensibili – come tutti, eravamo entusiasti delle possibilità offerte dallo sviluppo tecnologico. Ma tutto cambia radicalmente, quando ti accorgi che la fonte del tuo problema viene proprio da quella tecnologia che dovrebbe essere al tuo servizio e che, invece, ti rema contro».

Leggi QUI l’articolo completo di Marco Puelli sulla rubrica Voci di Milano ( LaStampa.it )


FONTE : LASTAMPA.it

mercoledì 6 agosto 2014

CITTADINI E SINDACI CONTRO ELETTRODOTTO E CENTRALE DI TERNA


Gli abitanti di Villadossola e Pallanzeno hanno depositato un dossier, parere negativo anche dagli amministratori

PALLANZENO - Una ventina di cittadini ossolani si è schierata contro l’elettrodotto di Terna, il progetto che prevede una nuova linea tra Formazza e Lombardia e una centrale nei territori di Pallanzeno e Villadossola. Si tratta di abitanti di Villadossola e Pallanzeno che hanno depositato un dossier di 24 pagine, ricco di osservazioni, sui nuovi elettrodotti da 220 e 380 kv del progetto Interconnector. 
«Terna non si preoccupa minimamente dell’impatto ambientale su chi vive nelle case adiacenti la nuova area industriale, soprattutto in riferimento ai problemi acustici e elettromagnetici» scrivono i firmatari delle osservazioni. Ricordano che la zona in cui Terna vuole realizzare la nuova centrale di conversione è in gran parte gravata da uso civico e sottoposta a protezione speciale dall’Unione europea.

«Nella sua relazione - rimarcano i firmatari - Terna non ha portato alcuna documentazione né studio di sostenibilità ambientale a sostegno di questa scellerata scelta progettuale». La critica non è isolata. Anche l’Unione dei Comuni delle valli dell’Ossola è scesa in campo contro Terna, trasmettendo alla Regione, al ministero dell’Ambiente e a Terna la richiesta di pagamento di ingenti somme dovute all’occupazione delle terre gravate da uso civico sulle quali sono stati messi, negli ultimi sessant’anni, tutti gli elettrodotti.  ( leggi QUI l’articolo completo )

FONTE : LASTAMPA

lunedì 4 agosto 2014

META-ANALISI CHE METTE IN RELAZIONE L'ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI A BASSA FREQUENZA E RISCHIO DI CANCRO AL SENO

In questo lavoro  si evince una correlazione statisticamente significativa dell'aumento del rischio  tra donne esposte a basse frequenze e tumore alla mammella. [ Con particolare riferimento alle donne in premenopausa. ]

Gli autori suggeriscono comportamenti precauzionali per minimizzare questo importante fattore di rischio.
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 2014;35(3):264-9.

Relationship between exposure to extremely low-frequency electromagnetic fields and breast cancer risk: a meta-analysis.

Abstract

OBJECTIVE:

To comprehensively analyze the relationship between human exposure to extremely low frequency electromagnetic fields (ELF-EMFs) and breast cancer and to discuss the potential risk of ELF-EMFs to human breast cancer.

MATERIALS AND METHODS:

Sixteen research reports of case-control studies which were published from 2000 to 2007 were collected. The fixed effect model (FEM) or the random effect model (REM) was chosen to calculate total ORs depending on the outcomes of the test of homogeneity (Q test): the subgroup was analyzed with the menopause and the non-menopause.

OUTCOME:

Sixteen research outcome was ORDL = 1.10, 95% CI = (1.01, 1.20), the OR(MH) of the non-menopause status group was 1.25, 95% CI = (1.05, 1.49), the OR(MH) of the menopause status group was OR(MH) = 1.04, 95% CI = (0.93, 1.18).

CONCLUSION:

The authors found that ELF-EMFs may be increase the risk of human breast cancer. The women's exposure to ELF-EMFs may be the risk factor of breast cancer when they are non-menopausal.


venerdì 1 agosto 2014

"SONO ELETTROSENSIBILE, CERCO CASA LONTANO DA WI-FI E ANTENNE"

LUGANO - "Cerco piccola casetta appartata nel Sopraceneri (...) e, per un'ipersensibilità alle microonde, lontana da wi-fi e antenne di telefonia mobile". È un'inserzione quantomeno singolare quella apparsa negli scorsi giorni sul portale di annunci Tutti.ch. A pubblicarla è un 39enne ticinese che si definisce "elettrosensibile", cioè affetto da un insieme di sintomi fisici e psicologici attribuiti dallo stesso a campi magnetici, elettrici o elettromagnetici.
L'elettrosensibilità, va detto, non è riconosciuta come una vera e propria malattia dalla organizzazione mondiale della sanità e dalla comunità scientifica. Tuttavia è una condizione non così rara, al punto da spingere Paesi come la Svezia, se non a riconoscerla come malattia, almeno a identificarla come causa di invalidità funzionale.
E dello stesso disturbo afferma di soffrire D. "I miei fastidi sono iniziati già da piccolo. Soprattutto per le lampade fluorescenti. Mi davano affaticamento agli occhi, mal di testa, e un certo tipo di malessere generale difficile da definire".
D., insomma, sembra essere uno di quelli che dal boom della tecnologia ha tratto pochi vantaggi. "Il mio primo cellulare è durato 10 giorni", racconta. "L'ho quindi dato via subito, le radiazioni mi davano fastidio. Lo scorso anno, invece, sono stato esposto a onde wi-fi per un lungo periodo. Ho avuto un crollo psico-fisico. Non è facile convivere con questo problema ed è per questo motivo che ho deciso di cercare un'abitazione che assecondasse le mie esigenze".
La risposta del medico - "Bisogna distinguere l'aspetto del disturbo percepito dai danni alla salute scientificamente provati", spiega Danuta Reinholz, medico cantonale aggiunto. "Dei campi elettromagnetici si sta occupando la recente legge federale sulla protezione dai pericoli delle radiazioni non ionizzanti e degli stimoli sonori (LRNIS)", aggiunge.
Tra le fonti di radiazioni non ionizzanti vi sono, per la precisione, i puntatori laser, i laser a uso medico e i solarium. Se non sono utilizzati in modo appropriato, spiega la LRNIS, tali prodotti possono nuocere alla salute. La nuova legge intende disciplinare il corretto utilizzo, l'importazione, il transito, la consegna e il possesso di prodotti che generano RNI o stimoli sonori.
"La nuova normativa prevede un divieto unicamente per gli apparecchi che costituiscono un rischio considerevole per la salute, in primo luogo i puntatori laser a elevata potenza - aggiunge la dottoressa -. Non stiamo parlando del telefonino o del wi-fi di casa. La ricerca scientifica, al momento, non conferma infatti la pericolosità di queste apparecchiature. Questo non vuol dire che qualcuno non abbia dei mal di testa o che in futuro non possa sviluppare un tumore in seguito alla sovraesposizione di queste apparecchiature. Ma non possiamo esprimerci sul fenomeno, non ci sono ancora dati o statistiche. Ci sono, invece, sicuramente persone che vivono questa sofferenza. Il consiglio è quello di crearsi attorno un ambiente lontano da queste fonti di onde elettromagnetiche. Consiglio che può essere applicato a tutti. Oggi le case non sono più quelle di 30 anni fa. Abbiamo attorno più televisoni, pc, telefoni e tablet. Cerchiamo magari di ridurli o comunque di spegnerli prima di andare a dormire. In questo modo otterremmo comunque una significativa riduzione delle onde. Che male non può fare".
Il caso di D., come quello di tutti gli elettrosensibili, coincide in parte con le recenti ricerche sugli effetti dei campi magnetici sulla salute. Tema, questo, che divide il mondo scientifico. Dall'ultimo rapporto dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) il 61% dei medici interrogati sul tema non esclude una possibile correlazione tra Campi Elettro Magnetici e problemi di salute, mentre il 27% è di parere opposto. Secondo il corpo medico, i problemi più comuni in questo senso sono cefalea e emicrania, oltre a disturbi del sonno e altri sintomi non specifici. Le principali fonti di radiazione citate sono le stazioni di base della telefonia mobile, i telefonini e le linee ad alta tensione. Il 69% di essi ha poi affermato di aver trattato almeno un caso di questo genere nel proprio studio. Come possibili provvedimenti, i medici intervistati hanno consigliato nell’ordine l'eliminazione dei campi elettromagnetici, il trattamento dei sintomi e le terapie psichiatriche o psicosomatiche. Il tasso di successo di ogni terapia o provvedimento adottato si aggirerebbe attorno al 40%.

FONTE : TICINO ONLINE