Ci hanno provato il lunedì 9 dicembre, con una gru, ma evidentemente è andata male.......................
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lunedì 14 dicembre 2020
INSTALLATO L'ALBERO DI NATALE A CASCINA GATTI
mercoledì 2 dicembre 2020
LE CAMPAGNE INFORMATIVE SUI RIFIUTI SONO ALTRE ........
A Sesto San Giovanni, Comune e impresa Sangalli insieme nella campagna contro i mozziconi a terra, "Cinque sigarette giganti sono spuntate nelle piazze Petazzi, Oldrini, Montanelli e alla Bergamella, ma presto ne arriveranno altre 45 in tutti i quartieri della città. Sono i “raccogli-mozziconi con ballottaggio”, i nuovi cestini installati dall’Amministrazione nell’ambito della campagna “No mozziconi a terra” lanciata dal Comune insieme all’impresa Sangalli per combattere la diffusa – e cattiva – abitudine di gettare per strada uno dei rifiuti più inquinanti” così si legge sugli articoli apparsi sui quotidiani locali (QUI l'articolo di nordmilano24 e QUI l'articolo del Gazzettino Metropolitano).
Iniziativa che reputiamo debole, soprattutto in una città che si avvia alla dismissione dell’inceneritore grazie al
quale i politici locali han sempre permesso una raccolta differenziata
“allegra” e mai correttamente seguita perché agevolata da una tariffazione
molto bassa per i rifiuti indifferenziabili o diffenziati (ma non correttamente separati
che finiscono poi nel forno dell’inceneritore).
Fino ad ora è andata
bene, ma è quasi ridicolo che la prima campagna di informazione sui rifiuti sia sui
mozziconi delle sigarette, con tutti i problemi che abbiamo come ad esempio raccolta efficiente dell’umido.
Sulla raccolta dell’umido i dati sono impetuosi, tra i
cinque comuni del consorzio che smetteranno di usufruire dell’inceneritore a
marzo 2021, Sesto San Giovanni è l’unico comune che ad oggi non può garantire un
livello qualitativo dell’umido raccolto, questo è grave perché con la nuova
biopiattaforma tutto
l’umido e la sostanza organica verrà trasformata in biometano mentre gli scarti, il materiale non compostabile (come plastica, vetro, inerti pannolini) saranno separati in fase di pretrattamento
e successivamente smaltito/recuperato in impianti esterni con costi aggiuntivi
che alla fine incideranno
sulle tariffe che saremo costretti a sostenere.
Il concetto è poi molto semplice e la riduzione del MNC (Materiale Non Compostabile) per il futuro della biopiattaforma si può riassumere in:- Dato fornito da CAP per il progetto BioPiattaforma-
Meno Scarti = Meno camion in uscita dall’impianto
Meno Scarti = Meno costi di trattamento
Meno Scarti = fertilizzante/compost di maggior qualità
- Dato fornito da CAP per il progetto BioPiattaforma-
Come si può vedere l' eliminazione di PANNOLINI e PLASTICA che molti continuano erroneamente (e siamo gentili) ad inserire nella raccolta dell'umido portano ad avere una qualità bassa ed un elevato costo di gestione che ricade necessariamente sulla TARI.
Senza fare tanta propaganda, consigliamo campagne di sensibilizzazione più mirate sulla corretta separazione
dei rifiuti, perché se continuiamo di questo
passo oltre ad avere strade invase dai mozziconi di sigaretta (che non
diminuiranno certo per qualche totem e un paio di selfie), la già agognata TARI
(aumentata a dismisura e non per colpa del governo) raddoppierà a causa delle
multe che arriveranno e dei costi aggiuntivi che dovremo sostenere.
mercoledì 18 novembre 2020
VIA DI VITTORIO / VIA DEI PARTIGIANI LO SCEMPIO E' COMPIUTO
Domenica 15 novembre è stato inaugurato il primo parco per bimbi con disabilità con il nuovo McDonald’s, tutto bello nuovo ma non possiamo accettare affermazioni del tipo:
“Laddove c’era un’area dismessa, oggi c’è anche un parchetto inclusivo, …….”.
Sia chiaro quell’area NON ERA UN AREA DISMESSA, era un prato verde NON CONTAMINATO da scarichi industriali abusivi o autorizzati, che costeggiava una strada ad alto scorrimento dove i valori di inquinamento sono sempre stati elevati e dove si potevano osservare, fino a qualche anno fa i cavalli che pascolavano liberi e sereni (ma di questo ne abbiamo già parlato in due post precedenti QUI quello del mercoledì 6 marzo 2019 e QUI quello di mercoledì 18 dicembre 2019).
Lo scempio, se mai, è proprio la colata di cemento e l’aumento
scellerato del consumo del suolo che si continua a perpetrare in una città che lo
ricordiamo è un SIN (Sito d’Interesse Nazionale) ci si sarebbe aspettati una differente sensibilità urbanistica e
non l’attuazione di norme da piano regolatore stile anni 80.
Non siamo mai stati contrari all'apertura di un McDonald's e dell’autolavaggio,
ma abbiamo sempre detto che andavo portati su aree industriali o commerciali realmente
dismesse per poterle bonificare e riqualificare NON DISTRUGGERE AREE che stranamente si
erano salvate da industriali senza scrupoli e politici compiacenti.
Lo scempio è compiuto, quello che succederà successivamente
lo osserveremo, si perché abbiamo permesso che un ristorante noto per la
sua possibilità di asporto e un autolavaggio venissero costruiti su una delle
arterie più trafficate presenti in città (e senza fare nulla per il traffico
di attraversamento causato dal casello di Serravalle) oltre ad aver
introdotto un numero
considerevole di rider che devono destreggiarsi ad attraversare il quartiere per le consegne a domicilio in
un quadro urbanistico che negli ultimi vent'anni non li aveva neanche
considerati.
Sarebbe stato bellissimo creare un bosco dove installare all’interno delle aree giochi per bambini attrezzate per le disabilità e dei percorsi ciclo pedonali quello sarebbe stato un evento da festeggiare ma ci vuole una visione e competenze che probabilmente in questa città ancora non esistono.
lunedì 16 novembre 2020
PARCO DELLA BERGAMELLA ENNESIMO DEGRADO (E PERICOLO)
Sono giorni che nel parco della Bergamella a causa di una rottura di un tubo o di un canale l’acqua di prima falda pescata per riempire i laghetti fuoriesce allagando parte del parco.
La situazione sta diventando drammatica perché la fuoriuscita ha creato una vasta “palude” in prossimità di percorsi ciclopedonali e pericolosa perché l’acqua di prima falda stando alle ultime analisi comunicate dal comune del 2017 (perché poi non sono state più eseguite analisi, neanche quest'anno) dell'acqua di prima falda (quindi non trattata) si rilevano concentrazioni incompatibili con il parametro di potabilità per il tetracloroetilene, nelle acque depurate e poi riutilizzate in agricoltura a uso irriguo i composti alogenati (tetracloroetilene+tricloroetilene) non devono superare i 10 microgrammi/Litro (DM 185/2003), mentre qui arriviamo a 14 microgrammi/Litro, qui non si tratta di acque reflue, ma il tipo di riutilizzo è assimilabile, quindi l'acqua di prima falda non è adeguata alle coltivazioni agricole.
lunedì 2 novembre 2020
IL SERVIZIO MEDICO DOMICILIARE NON È MORTO; È SVOLTO SOLO DA POCHI !!!!!!!!!!!!!!!!
È il servizio medico che abbiamo sempre avuto e che stranamente, con i vari rinnovi contrattuali nazionali, è sparito, stiamo parlando dell’assistenza domiciliare del medico di famiglia.
Oggi sul corriere c’è una intervista
al dottor Riccardo Munda, in tutta l’intervista c’è un passo che ci ha colpiti,
soprattutto vedendo come gli studi medici a Sesto San Giovanni (in particolar
modo a Cascina Gatti) rispondono chiudendosi sempre di più (visite solo su appuntamento
o solo via telefono, sale di aspetto chiuse, difficoltà o impossibilità di
contattare il medico, ecc…) e sollecitato dalle domande del giornalista su come
è riuscito a contenere il Covid tra i suoi pazienti a risposto in questa
maniera:
«Me lo spiego con una ragione semplice: l’assistenza domiciliare. Andare
a casa di un mutuato non è la stessa cosa che fare il medico stregone via cavo.
Tanto per cominciare andare significa fare una visita accurata, capire se ci sono
problemi respiratori e quanto sono seri, valutare lo stato generale del
paziente, prescrivere i farmaci giusti...».
Sappiamo bene che non è l’unico, che la
figura del medico di base sia fondamentale lo abbiamo sempre sostenuto, come
abbiamo sempre sostenuto che le visite domiciliari andassero salvaguardate
soprattutto per le persone più fragili e per determinate situazioni, invece
abbiamo SEMPRE ricevuto risposte negative in merito.
Consigliamo
a qualche politico (da destra a sinistra) di farsi anche un esame di coscienza,
se non avessimo devastato il servizio sanitario così in profondità forse
avremmo risposto a questa pandemia in modo differente.
Clicca Qui il link per leggere l’articolo del Corriere della Sera.
mercoledì 14 ottobre 2020
A SESTO SAN GIOVANNI IL PROBLEMA E' LA LOCALIZZAZIONE DELL'IMPIANTO DI BONIFICA O IL CROMO ESAVALENTE NELL’ACQUA POTABILE?
Il risultato certo della vicenda che ne è uscita dalla mobilitazione del comitato genitori della scuola di via XXV aprile contro l’impianto di bonifica dell’acqua potabile che doveva sorgere nel giardino della scuola, è la conferma che nell'acqua potabile è presente il cromo esavalente, e che l'impianto definito per tale bonifica è stato "concepito" in segreto senza informare la cittadinanza, come ad esempio il comitato genitori ma anche la consulta dell’ambiente (che rimane sempre l’ultima a conoscere i progetti ambientali), o meglio come si faceva un tempo con incontri pubblici (che in periodo di pandemia potrebbero essere sostituiti da incontri pubblici virtuali possibili su varie piattaforme).
Tutti preoccupati (giustamente) che venisse ridotto il giardino della scuola (poiché a Sesto San Giovanni non si trovano altri spazi a causa dell’elevato consumo del suolo compiuto negli ultimi cinquant’anni come abbiamo sempre sostenuto e continueremo sempre a sostenere), ma con rammarico, non abbiamo sentito nessuno preoccuparsi del fatto che CAP e il Comune abbiano deliberato un impianto di potabilizzazione da CROMO ESAVALENTE, che ricordiamo essere un
CANCEROGENO DI CLASSE 1
presente su una falda da sempre presentata sicura e potabile, senza dare nessuna spiegazione in merito.
Chiediamo spiegazioni su tale scelta, la pubblicazione delle analisi eseguite con gli elementi inquinanti rilevati e le relativa presenza (in micro grammi/litro), perché analizzando quanto successo troviamo punti che continuano a non essere chiari, è chiaro a tutti che non viviamo nei campi elisi ma in una città inquinata, ma è anche chiaro che la definizione di un progetto come questo stride con le rassicurazioni fatte negli ultimi anni alle nostre richieste di informazioni in merito.
A tale proposito abbiamo richiesto copie del progetto con una richiesta d’accesso agli atti protocollo n°0081826/2020, e le analisi dell’acqua eseguite sulla falda, ovvero l’acqua pescata e portata nei nostri rubinetti con una richiesta d’accesso agli atti, protocollo n°0081785/2020. Nei prossimi giorni incontreremo poi CAP per capirne i motivi tecnici di tale scelta.
Siamo contenti per la soluzione che salvaguardia il giardino scolastico (leggi QUI l'articolo), anche se (forse sbagliando) siamo più preoccupati per la qualità dell’acqua e per la salute pubblica.
Il Consiglio direttivo dell'Associazione Sottocorno
venerdì 25 settembre 2020
LA NUOVA SCUOLA MEDIA AL Q.RE ADRIANO ( FORSE CI SIAMO!!! )
Da oltre 20 anni
si aspetta una scuola media nel quartiere Adriano, il giorno 8 settembre 2018 abbiamo partecipato insieme all'associazione ViviAdriano alla manifestazione
per smuovere la situazione per avere sia la scuola che il tram, elementi
fondamentali per migliorare la qualità della vita del quartiere ma anche
fondamentali per ridurre drasticamente il flusso di traffico e gli inquinanti
ad esso derivati.
Al momento l’area
di cantiere risulta recintata e si notano alcuni scavi ma di fatto il cantiere
è fermo e i lavori non sono ancora iniziati, per cui è difficile che venga
rispettata la programmazione iniziale che prevedeva l’apertura per l’anno
scolastico 2021-22.
Riconosciamo che il lockdown relativo alla pandemia ha sicuramente
peggiorato la situazione, per cui considerando che la durata prevista del
cantiere è di circa 15 mesi, è auspicabile che, al di là di inconvenienti ed imprevisti ci sia un ritardo che al momento viene stimato di un anno, ma
che a ragion di logica, se vediamo i ritardi e le scuse presentate in questi
anni sull'esecuzione delle opere previste, potrebbe ragionevolmente diventare di un paio d’anni (ma ci
piacerebbe esser smentiti…..)
Qui sotto uno dei
rendering pubblicati sul sito di ATIproject (vedi QUI la loro pubblicazione online) che
con Iti Impresa Generale SpA si è aggiudicata i lavori.
mercoledì 23 settembre 2020
COMUNICATO STAMPA - L'ASSOCIAZIONE SOTTOCORNO ESCE DAL P.E.B.A. DI SESTO SAN GIOVANNI
Come già anticipato in
data 8 luglio 2020 a Sindaco e Assessore Lamiranda, L’ASSOCIAZIONE
SOTTOCORNO, dopo la vicenda sull'abbattimento degli alberi al villaggio Falck e
alla mancata presentazione dei tre progetti di riqualificazione che risultavano
pronti, insieme al modus operandi visto durante l’interazione dei cosiddetti
tavoli di condivisione,
SI RITIRA DAL TAVOLO PARTECIPATIVO
SUL P.E.B.A. DI SESTO SAN GIOVANNI
dopo poco più di un anno
dalla sua instaurazione visto l’esser venuto meno alla prerogativa principale che
lo doveva caratterizzare, ovvero arrivare a definire un documento finale che
scaturisse da un percorso partecipato
con le associazioni di rappresentanza e, più in generale, con la
cittadinanza;
La mancanza di
condivisione e di programmazione su quanto discusso rendono superficiale tale
tavolo al quale abbiamo partecipato da subito con entusiasmo dedicando persone
e tempo, la mancanza di rispetto al verde, il voler identificare gli interventi
con la prerogativa del minor costo e non dell’intervento migliore rende inutile
la partecipazione attiva.
Forte è la delusione poiché
consideriamo tale progetto fondamentale per la riqualificazione di una città
che per decenni è stata vittima di speculazioni edilizie e industriali che
hanno visto distruggere il territorio e ridurre ai minimi termini la qualità
della vita e dei servizi, l’aver relegato poi il tavolo partecipativo più ad un
tavolo di propaganda che di condivisione, di fatto registra il fallimento delle
premesse iniziali.
Il consiglio direttivo dell’Associazione Sottocorno
giovedì 17 settembre 2020
AL COMUNE ABBIAMO PROPOSTO LA CREAZIONE DI UN BOSCO DEDICATO AI SESTESI DECEDUTI A CAUSA DEL COVID
L'Associazione Sottocorno con protocollo N. 0072447/2020 ha presentato in data 16 settembre 2020 una proposta, sull'esempio di quanto fatto anche a Bergamo, Milano, Firenze, Settimo Torinese (e altre città d’Italia), la creazione di un bosco di piante autoctone (nel rispetto della biodiversità lombarda) da dedicare alle persone che sono decedute a Sesto San Giovanni a causa del Covid, piantando una pianta in onore di ogni persona morta, un omaggio a chi non c'è più ma anche un importante segnale che si vuole dare nel cambiare radicalmente una mentalità perversa che vede distruggere perentoriamente le aree verdi o boschive (anche urbane) in favore di speculatori e cemento.
venerdì 11 settembre 2020
I VERBALI DI ERSAF RICHIESTI DAL COMUNE PER L'ABBATTIMENTO DEGLI ALBERI AL VILLAGGIO FALCK
In data venerdì 21 agosto 2020 alle ore 10:13 abbiamo ricevuto la risposta (Prot.N.0064555/2020) alla domanda di accesso agli atti presentata in data 13 agosto 2020 per la richiesta delle relazioni eseguite da ERSAF relative agli abbattimenti dei platani presenti nel Villaggio Falck (ne avevamo parlato nel precedente post leggi QUI).
Non li abbiamo resi pubblici subito in quanto parallelamente alla richiesta di tale documentazione avevamo richiesto anche copia della valutazione legale che, secondo l’assessore, autorizzerebbe il progetto di riqualificazione, rendendolo prioritario rispetto alla classificazione che le alberature presenti avrebbero preso come "bene storico documentale" e quindi tutelate dall'articolo 7 della legge 10/2013 e dallo stesso regolamento comunale sul verde.
Tale documento ribadito più volte dall'assessore rispondendo ad una nostra richiesta esplicita nell'incontro del 8 luglio, MANCA, tale valutazione non è stata inviata, probabilmente perché fatta verbalmente, chiediamo al comune nella persona dell’assessore Lamiranda di chiarire tale aspetto o di farci pervenire tale nota, sarà nostra premura pubblicarla, e ribadiamo a chi ce la sollecitava che al momento NON ESISTE.
Fatta questa premessa vediamo i documenti di ERFAS ricevuti, che secondo la classe politica AVREBBERO AUTORIZZATO L’ABBATTIMENTO DEI PLATANI IN QUANTO MALATI O PERICOLOSI (punti ribaditi a noi più volte).
Nel primo documento Ersaf (protocollato dal comune in data 15/10/2019) si identifica chiaramente che i platani presenti nel villaggio Falck come tutti gli altri presenti a Sesto San Giovanni (ad esclusione dei platani presenti in viale dei Partigiani ammalati del cancro colorato del platano) ERANO SANI, e NESSUN DOCUMENTO, a noi pervenuto, fa riferimento ad una situazione di pericolo o di instabilità
Per essere corretti facciamo notare che nell’oggetto del nulla osta inviato si fa riferimento ad una “Zona focolaio”, chiariamo che la malattia nota come “cancro colorato del platano” è causata dal fungo Ceratocystis fimbriata f. sp. platani e ha come ospiti unicamente piante appartenenti al genere Platanus.
Il microrganismo può diffondersi da una pianta infetta ad altre sane penetrando, mediante le spore, all'interno dei tessuti vegetali attraverso ferite (tagli di potatura, lesioni accidentali, LESIONI PROVOCATE VOLONTARIAMENTE da ignoti, ecc.) o con il micelio tramite anastomosi radicale (fusione di radici di alberi contigui). una volta insediatosi il patogeno colonizza rapidamente i tessuti circostanti necrotizzandoli e originando il cancro, e provocandone successivamente la morte.
La lotta al “cancro colorato” in Lombardia è obbligatoria, gli accertamenti per verificare la presenza del “cancro colorato del platano” sono effettuati dal Servizio fitosanitario regionale (SFR) su iniziativa propria (monitoraggio) o a seguito di segnalazioni.
La Regione Lombardia classifica
il territorio in tre tipologie di zone:
- zone indenni: aree dove la malattia non è mai stata riscontrata o, in
caso di sua presenza nel passato, la stessa è da considerarsi eradicata;
- zone focolaio: aree dove la presenza di cancro
colorato è stata accertata ufficialmente dal SFR e dove si ritiene tecnicamente
possibile prevederne l’eradicazione;
- zone di contenimento: area in cui la presenza della malattia è diffusa in maniera
tale da non poterne prevedere più l’eradicazione;
Ora non sappiamo se l’aver indicato nell'oggetto l’area come "zona focolaio" sia la conseguenza di un’analisi precedente sull'area (perché di tale documento non abbiamo traccia ne tanto meno nessuno ne ha mai parlato) o semplicemente viene classificata così perché riferita all'area urbana dove si sono verificati alcuni casi, è un punto che non è stato affrontato ne chiarito, rimane però chiaro che la richiesta di abbattimento è stata fatta dal comune su esemplari SANI e, fino a prova contraria, NON in condizione di pericolo (almeno fino a quando non verrà comprovata da una relazione tecnica, ad oggi mai neanche accennata).
Il nulla osta iniziale
non autorizzava l’abbattimento dei platani perché malati o pericolosi ma
semplicemente ne AUTORIZZAVA L’ABBATTIMENTO SENZA SPECIALI PRECAUZIONI PERCHÉ’
IL TAGLIO NON METTEVA IN PERICOLO I PLATANI ADIACENTI.
Nel secondo nulla osta
ricevuto dal comune stranamente non rileviamo né LA DATA DI INVIO da parte di
ERSAF né tanto meno il NUMERO DI PROTOCOLLO di ricevimento del documento da parte del comune, ovvero la data dalla quale era autorizzato l’inizio dei lavori, di fatto
tale documento alimenta i dubbi invece di far chiarezza sulla
procedura eseguita, detto ciò notiamo che viene ribadita l'autorizzazione all'abbattimento di 14 platani sani (che si erano salvati a causa del lockdown).
A meno che non si forniscano ulteriori documenti a chiarire tale situazione (che provvederemo a pubblicare) tale progetto è figlio di una volontà politica e non di una soluzione tecnica imposta o necessaria come invece sostenuto, per il futuro invitiamo l’amministrazione su qualsiasi progetto di riqualificazione (soprattutto quelli che prevedono abbattimenti di alberi) ad essere più trasparente e a confrontarsi con la cittadinanza utilizzando assemblee pubbliche oltre a coinvolgere commissioni e consulte preposte (cosa che in questo caso non è mai avvenuta).
Il Consiglio Direttivo dell'Associazione di via P.Sottocorno.