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mercoledì 23 luglio 2014

COLOSSO DEL TABACCO DEVE RISARCIRE VEDOVA DI FUMATORE: 23 MILIARDI DI DOLLARI

Il maxi risarcimento deciso da una giuria della Florida. Il signor Johnson morì di cancro ai polmoni nel 1996 a 36 anni. Fumava fino a tre pacchetti di sigarette al giorno

Venerdì 18 luglio, quando la giuria del tribunale della contea di Escambia, in Florida, si è pronunciata, Cynthia Robinson ha pensato di aver capito male. Invece no. Il colosso del tabacco americano RJ Reynolds (tra gli altri: Camel, Winston, Pall Mall) dovrà sborsare alla donna la cifra record di 23,6 miliardi di dollari, circa 17,1 miliardi di euro. Il marito di Cynthia Robinson, fumatore incallito, era morto di tumore ai polmoni a 36 anni.Venerdì 18 luglio, quando la giuria del tribunale della contea di Escambia, in Florida, si è pronunciata, Cynthia Robinson ha pensato di aver capito male. Invece no. Il colosso del tabacco americano RJ Reynolds (tra gli altri: Camel, Winston, Pall Mall) dovrà sborsare alla donna la cifra record di 23,6 miliardi di dollari, circa 17,1 miliardi di euro. Il marito di Cynthia Robinson, fumatore incallito, era morto di tumore ai polmoni a 36 anni.

La giuria è rimasta «turbata dalle prove che la società utilizzasse tecniche di marketing molto aggressive, dirette in particolare ai giovani, e dalla tesi della difesa secondo la quale la scelta di fumare era stata fatta dallo stesso Johnson». A convincere i giurati sono stati soprattutto i filmati del 1994 nei quali alcuni dirigenti di società produttrici di sigarette affermavano che il fumo non provoca il cancro né crea dipendenza. Documenti interni risalenti a 60 anni fa confermano invece che alla RJ Reynolds sapevano che la verità era tutt’altra, le società erano infatti già a conoscenza del contrario. «La RJ Reynolds aveva assunto il rischio calcolato di produrre sigarette e venderle senza informare i consumatori», ha comunicato Willie Gary, uno degli avvocati di Robinson. «Speriamo che questo messaggio faccia arrivare alla RJ Reynolds e agli altri colossi del tabacco un messaggio forte e chiaro e li costringa a non mettere più a rischio la vita di gente innocente».  [ leggi QUI l'articolo completo ]

lunedì 21 luglio 2014

EFFETTO DEI CELLULARI SULLA QUALITÀ' DELLO SPERMA : LEGGI LA RELAZIONE E METANALISI

Effect of mobile telephones on sperm quality: A systematic review and meta-analysis 

  • b Androfert, Andrology and Human Reproduction Clinic, Campinas, Brazil

sabato 19 luglio 2014

NELLO STUDIO " INTEROCC " SI RILEVA CHE L'ESPOSIZIONE PROFESSIONALE A CAMPI MAGNETICI A FREQUENZA ESTREMAMENTE BASSA E' ASSOCIATA A RISCHI DI TUMORE CEREBRALE

+Author Affiliations
  1. 1Parc de Recerca Biomèdica de Barcelona, Doctor Aiguader, 88, Centre for Research in Environmental Epidemiology
  2. 2Monash University
  3. 3National Institute for Occupational Safety and Health
  4. 4Centre for Research in Environmental Epidemiology
  5. 5University of Leeds
  6. 6Unité Mixte de Recherche Epidémiologique Transport Travail Environnement Université Lyon 1/IFSTTAR
  7. 7Oregon State University
  8. 8McLaughlin Centre for Population Health Risk Assessment, University of Ottawa
  9. 9Massey University
  10. 10INRS-Institut Armand-Frappier, University of Quebec
  11. 11Hospital Research Centre, University of Montreal
  12. 12The Cancer & Radiation Epidemiology Unit, The Gertner Institute
  13. 13Unit of Environmental Epidemiology, German Cancer Research Center
  14. 14Section of Environment and Radiation, International Agency for Research on Cancer (IARC)
  15. 15Hospital Research Center, University of Montreal
  16. 16Exposure Assessment, Institute of Occupational Medicine
  1. * Corresponding Author:

  2. Michelle C. Turner, Parc de Recerca Biomèdica de Barcelona, Doctor Aiguader, 88, Centre for Research in Environmental Epidemiology, Barcelona, 08003, Spainmturner@creal.cat

Abstract

Background: Occupational exposure to extremely low frequency magnetic fields (ELF) is a suspected risk factor for brain tumours, however the literature is inconsistent. Few studies have assessed whether ELF in different time windows of exposure may be associated with specific histologic types of brain tumours. This study examines the association between ELF and brain tumours in the large-scale INTEROCC study. Methods: Cases of adult primary glioma and meningioma were recruited in seven countries (Australia, Canada, France, Germany, Israel, New Zealand, United Kingdom) between 2000 and 2004. Estimates of mean workday ELF exposure based on a job exposure matrix assigned. Estimates of cumulative exposure, average exposure, maximum exposure, and exposure duration were calculated for the lifetime, and 1-4, 5-9, and 10+ years prior to the diagnosis/reference date. Results: There were 3,761 included brain tumour cases (1,939 glioma, 1,822 meningioma) and 5,404 population controls. There was no association between lifetime cumulative ELF exposure and glioma or meningioma risk. However, there were positive associations between cumulative ELF 1-4 years prior to the diagnosis/reference date and glioma (odds ratio (OR) ≥ 90th percentile vs < 25th percentile = 1.67, 95% confidence interval (CI) 1.36-2.07, p < 0.0001 linear trend), and, somewhat weaker associations with meningioma (OR ≥ 90th percentile vs < 25th percentile = 1.23, 95% CI 0.97-1.57, p = 0.02 linear trend). 
Conclusions: Results showed positive associations between ELF in the recent past and glioma. Impact: Occupational ELF exposure may play a role in the later stages (promotion and progression) of brain tumourigenesis.
  • Received January 30, 2014.
  • Revision received June 2, 2014.
  • Accepted June 4, 2014.

ROMA MUNICIPIO V: SÌ AL REGISTRO DEI TUMORI PER MONITORARE I FATTORI DI RISCHIO

Passa un atto dei M5S che chiede di monitorare la diffusione della malattia in relazione a fattori di rischio quali discariche illecite, inquinamento elettromagnetico e da diossina.

Passa con voto unanime (con la sola astensione di David Di Cosmo, lista Marino)  l'atto presentato dal M5S Roma V,  che impegna la giunta e il Presidente del Municipio ad attivarsi il prima possibile affinché l'amministrazione regionale istituisca anche sul nostro territorio il Registro dei Tumori al fine di attivare un serio percorso di Prevenzione.
Per i i 5 Stelle si tratta di "uno strumento di valore fondamentale  per la raccolta di informazioni sui malati di cancro residenti in un specifico territorio e che permetterà di delineare una mappa di situazioni e cause che possono condurre a trasformare una cellula sana in una malata".
A COSA SERVE - "Con il l'istituzione  del registro – spiega la consigliera pentastellata Eleonora Guadagno - sarà possibile monitorare la diffusione della malattia e con lo studio dei dati raccolti sarà possibile  mettere in relazione eventuali aumenti dei casi di cancro con l'esposizione  fattori di rischio che insistono sul V Municipio come  ad esempio la presenza di discariche illecite, inquinamento elettromagnetico o quello da diossina.  Sarà utile inoltre per valutare la qualità dell'assistenza sul nostro territorio".“


FONTE : ROMATODAY

venerdì 18 luglio 2014

52 SCIENZIATI PROVENIENTI DA 18 NAZIONI CHIEDONO AL GOVERNO CANADESE UNA RIDUZIONE DELLA ESPOSIZIONE

Con questa dichiarazione 52 dei più noti esponenti della ricerca 'indipendente' internazionale esprime al governo canadese la loro preoccupazione nel mantenere livelli di esposizione ai campi elettromagnetici troppo alti anche in rapporto alle nuove conoscenze sui meccanismi d'azione di questi agenti fisici, possibilmente cancerogeni, sulla salute umana.
Leggi QUI , il testo originale



NEVIANO, L’ELETTROSMOG PREOCCUPA


NEVIANO. Braccio di ferro tra il comitato per la salvaguardia della salute e del territorio “La Radice” e la Wind in merito ad un ripetitore telefonico presente ormai da 15 anni in piazza Concordia. Secondo alcuni, l’impianto avrebbe dovuto trovare altra sistemazione già da tempo, stando al regolamento comunale del 2007 che dispone, appunto, la riallocazione di impianti preesistenti non conformi al “principio di precauzione” stabilito dallo stesso regolamento. Il capitolo “elettrosmog”, insomma, continua a tenere banco in paese. È da più di un mese, infatti, che se ne parla anche in relazione alla possibile correlazione (sostenuta da qualcuno) tra le emissioni elettromagnetiche e gravi casi di malattie accaduti in paese.
Se il Comitato chiede con forza la rimozione dell’impianto, o, in ultima analisi, lo spostamento, magari in periferia, la compagnia telefonica pare disposta a depotenziare l’antenna lasciandola, però, nel sito attuale, ovvero sul terrazzo di un’abitazione privata proprio al centro del paese, a pochi passi dalla scuola e dalla casa catechistica. A dare l’allarme, nei giorni scorsi, è stato pure l’attuale assessore all’Ambiente, Raffaele Birtele giacché, in seguito ad un monitoraggio effettuato da uno studio privato di ingegneria ambientale di Conversano, sarebbe emersa una quantità di onde elettromagnetiche superiore ai limiti imposti dalla legge, ovvero 6 Volt al metro; questa particolare circostanza sarebbe stata registrata proprio nella centrale piazza Concordia.
In un comunicato congiunto dell’assessorato all'Ambiente e del Comitato, diffuso meno di un mese fa, è riportato anche il dato relativo all’emissioni elettromagnetiche registrato nella scuola cittadina pari a due Volt al metro, valore che, sebbene sia nei limiti di legge, è costante in tutti i punti dell’edificio scolastico: ne deriverebbe, però, un’esposizione continua a carico dei piccoli scolari. Altri controlli sarebbero stati effettuati tra marzo e aprile anche dagli uomini dell’Arpa, “sia su banda larga sia su banda stretta”, così affermato dal sindaco Silvana Cafaro, e i valori riscontrati sarebbero nella norma. Ma la paura c’è, e resta, soprattutto alla luce degli ultimi dati relativi all'incidenza tumorale sul territorio.
Diversi sarebbero stati gli incontri con i referenti territoriali della compagnia telefonica che, a quanto si apprende dal Comitato, avrebbero dapprima proposto il trasferimento dell’antenna – da potenziare – nella zona cimiteriale, decidendo alla fine di lasciarla lì dov'è riducendone le emissioni. «Non ci daremo pace finché l’antenna non verrà portata via dal centro del nostro paese», fa sapere, tuttavia, Natascia Cazzato, presidente del comitato “La Radice”. Un “atto di civiltà”, secondo la Cazzato, nei confronti dei nevianesi che da tempo soffrono “il cupo primato di un’alta incidenza tumorale sul territorio”. Intanto, in città si attende il ritorno di un referente della stessa compagnia telefonica.

giovedì 17 luglio 2014

IL MOSTRO DI FERRO 'FRIGGE' SUI TETTI DI MONTALTO, IL SINDACO: 'MEDIAMO'

MONTALTO UFFUGO - Bocciate le richieste di sequestro dalla magistratura, l'impianto della multinazionale Terna continua a seminare terrore tra i residenti delle frazioni di Pianette e Lucchetta a Montalto Uffugo.
La paura è legata alle pesanti conseguenze sulla salute pubblica che potrebbe arrecare l'elettrosmog prodotto dall'impianto: leucemie infantili e patologie oncologiche. Per scongiurare tali rischi i livelli di microtesla emessi da Terna dovrebbero essere nettamente inferiori a quelli registrati dai periti Maggiolini e Di Massa lo scorso anno. I fili dell'alta tensione sono posizionati a meno di cinquanta metri dalle abitazioni costrette a subire ininterrottamente ad ogni ora, di giorno e di notte, il ronzio dell'elettricità a 350kw di quello che ormai è stato battezzato il 'mostro di ferro'. In Regione pare non sia mai stata depositata nè la Valutazione di Impatto Ambientale nè la Valutazione di Impatto Strategico, come invece è imposto dalle normative europee. In più in aree antropizzate, come quella di Montalto, secondo i dettami del Piano Energetico della Regione Calabria, i cavi dell'elettrodotto dovrebbero essere interrati e non essere collocati sui tralicci. Per il gruppo Terna però, ad oggi, pare che l'operazione risulti essere estremamente costosa.
"Non ho visionato i documenti, non ho parlato con gli ambientalisti, - dichiara il neosindaco di Montalto Pietro Caracciolo - per ora, ho chiesto una relazione al presidente del comitato che si batte contro l’elettrodotto per presentarla al ministero. Qui ci troviamo di fronte ad un’opera già esistente e già funzionante. L’amministrazione che mi ha preceduto ha promosso un’azione civile contro Terna che però non ha sortito nessun risultato. Il giudizio è stato negativo e si è passati a un processo penale per l’illegittimità delle emissioni, ma è stato archiviato. Il profilo giudiziale è quindi escluso. Bisogna pensare a trattative, non possiamo metterlo sulla testa di altri cittadini. Non ci sarebbe l’avallo della cittadinanza, in nessun luogo. L’unica via da percorrere è quella dell’interramento. Non c’è dubbio che è necessario trovare una mediazione con Terna attraverso l’ausilio del Ministero dell’Ambiente perché ci dobbiamo scontrare con un colosso. E' l’unica strada per sensibilizzare questa multinazionaele rispetto a questo enorme problema di Pianette. Anche perchè studi scientifici certificano che le emissioni di questo tipo di elettrodotto comportano conseguenze particolarmente negative per i residenti".
FONTE : QUICOSENZA.IT

ELETTRODOTTO L'AQUILA: TERNA DRIBBLA IL COMUNE PER I TRALICCI DA SPOSTARE

L’AQUILA - Tutto tace sullo spostamento dell’elettrodotto che taglia in due metà la città dell'Aquila. E il sospetto è che, come dice l’adagio, la dilazione sia la forma più letale di diniego.
Terna, la società che in Italia gestisce la rete elettrica, non ha dato infatti ancora seguito alle ripetute richieste del sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, di un incontro per ragionare concretamente sulla delocalizzazione, lontano dai centri abitati, dell’elettrodotto a doppia linea ad alta tensione da 150 e 220 chilovolt che attraversa la città, tagliando in due i quartieri di Pettino, San Francesco e Torrione.
A pochi metri da numerosi edifici scolastici e da abitazioni dove, ha denunciato a questo giornale Federica Marola, dottore in Medicina presso l'Ospedale 'San Salvatore' dell'Aquila, si sono verificati corso degli ultimi dieci anni, ben cinque casi di malattie ematologiche.
Ai giornalisti che alzano il telefono per chiedere lumi e l’onore di un’intervista, gli addetti della comunicazione di Terna, sia nazionali che regionali, rispondono con gentilezza che i superiori sono pieni di impegni, a cominciare dal direttore operativo Gianni Vittorio Armani, e che sulla fattibilità e i tempi dell’intervento la società non può, per ora, prendere posizioni ufficiali.
Assicurano, in modo informale, che il caso L’Aquila è stato inserito in agenda, ma ci sono i fatidici tempi tecnici. E l’infruttuosa telefonata si conclude puntualmente con l’altrettanto fatidico “le faremo sapere”.
Molte le domande che restano dunque senza risposta. Quelle da dare ai cittadini che temono per la loro salute, o che hanno a cuore legittimamente, la riqualificazione estetica dei loro quartieri, visto che i tralicci sono incomparabilmente più brutti rispetto a quelli, per esempio, avveniristici e che ricordano un germoglio, disegnati dall'architetto Hugh Dutton, vincitore del concorso internazionale “I tralicci del futuro” indetto da Terna, proprio nell’intenzione di rinnovare, dal punto di vista tecnico e del design, la vetusta rete di trasmissione elettrica italiana.
Senza risposta a tal proposito anche legittime domande sullo stato di sicurezza statica e la manutenzione dei tralicci vecchi di decenni del tratto aquilano, in cui sono evidenti, anche a occhio nudo, segni di usura.
L’impressione, a questo punto, è che Terna non abbia tutto questo interesse a rimuovere i tralicci aquilani. Potrebbe farlo solo se a finanziare l’operazione fosse il Comune, che ovviamente non ha le risorse per un intervento stimabile nell’ordine delle decine di milioni di euro, ma che potrebbe anche avere un rapporto costi e benefici più che accettabile, visto che al dì del aspetto sanitario e della precauzione, si libererebbero ettari di terreno di proprietà comunale molto preziosi in una fase in cui L’Aquila, con la ricostruzione post-sismica, sta ridisegnando il suo assetto urbanistico.
Terreni che potrebbero essere infatti utilizzati per aree verdi, strutture sportive, percorsi ciclabili e pedonali, per interventi di riqualificazione di quartieri sorti nel secolo scorso intorno e sotto a quei tralicci senza un disegno urbano degno di questo nome.


mercoledì 16 luglio 2014

DUE SCIENZIATI ROMPONO IL SILENZIO SULLE FALLE DEL RAPPORTO DELLA ROYAL SOCIETY ’SUI RISCHI LEGATI AL WI-FI (CODICE DI SICUREZZA 6 DEL CANADA)

Ottawa – Due revisori scientifici che si sono occupati questo mese del rapporto della Royal Society sulla sicurezza delle connessioni wireless sostengono che le conclusioni del rapporto non sono credibili perché il gruppo di esperti ha ignorato le prove che le radiazioni wireless sono dannose per gli esseri umani.
I revisori anche affermato che alcuni relatori chiavi avevano dei conflitti di interessi in quanto accettano regolarmente finanziamenti da aziende produttrici di apparecchiature wireless e dell’energia.
Uno dei revisori, il Dott. Martin Blank, ha due dottorati di ricerca e ha pubblicato più di 200 lavori presso la Columbia University sugli effetti sulla salute delle radiazioni wireless. L’altro, il Dott. Anthony Miller, è professore emerito presso la Scuola di Salute Pubblica Dalla Lana presso l’Università di Toronto. Entrambi sostengono che il gruppo di esperti della Royal Society ha ignorato le prove scientifiche pubblicate negli ultimi cinque anni. Come revisori hanno notato che alcuni relatori avevano dei conflitti di interesse e gli altri non avevano sufficiente esperienza sull’argomento. Secondo il Dott. Miller la Royal Society ha fallito i suoi obblighi nei confronti della popolazione, ignorando tra l’altro la recente classificazione delle radiazioni wireless come “possibili cancerogeni”. Il Dottor Miller ha detto che è preoccupato soprattutto per l’esposizione involontaria, come nel caso di bambini esposti al Wi-Fi nelle scuole.
Il Dr. Blank ha dichiarato che la Royal Society ha respinto degli studi definitivi che provano che le radiazioni wireless provocano danni alle cellule umane, comprese le cellule spermatiche quando gli uomini portano i telefoni in tasca. “Non c’è bisogno di ulteriori studi per abbassare i limiti di sicurezza”, ha detto il Dott. Blank. “Ce ne sono già abbastanza per raccomandare limiti più bassi per le radiazioni wireless in Canada”.
Il gruppo di esperti della Royal Society è stata oggetto di controversie. La scorsa estate, il Presidente si è dimesso dopo che un suo conflitto di interessi è stato divulgato dai media. La Royal Society ha promesso di pubblicare i conflitti di interesse degli scienziati rimanenti nella sua relazione finale, ma non lo ha fatto.

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Traduzione di Francesca Romana Orlando per A.M.I.C.A.

martedì 15 luglio 2014

ELETTRODOTTO TERNA: MASSAROSA E CAMAIORE CHIEDONO UNA NUOVA INCHIESTA PUBBLICA

MASSAROSA (Lucca), 14 luglio – Anche dalla parte versiliese del nuovo elettrodotto l'aria che tira non è buona per Terna. Visto che il tavolo di concertazione che si è tenuto nei giorni scorsi in Regione non ha dato i frutti sperati, infatti, le amministrazioni di Camaiore e Massarosa richiederanno di nuovo all'Autorità competente di disporre lo svolgimento della procedura di inchiesta pubblica e contraddittorio, così come previsto dalle legge.
Non solo, i due comuni versiliesi ampliano la proposta anche a tutti gli altri comuni nei quali insisterà il nuovo elettrodotto.
“Anche dopo l’approvazione nei consigli comunali dell’ordine del giorno con il quale si esprime contrarietà al progetto – dichiarano gli assessori Damasco Rosi di Massarosa e Simone Leo di Camaiore, che nei mesi precedenti hanno seguito la vicenda – stante l’esito infruttuoso del 'tentativo di conciliazione', chiederemo nuovamente la riattivazione della procedura, con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti e interessati, affinché vengano valutate, anche attraverso gli opportuni approfondimenti tecnici che potranno essere richiesti a Istituzioni Pubbliche Terze (ad esempio Università), una serie di questioni e criticità”.
Gli assessori spiegano che per prima cosa la più volte ribadita necessità o meno della realizzazione di un nuovo elettrodotto e di una nuova stazione elettrica va verificata attentamente anche in relazione all’andamento dei consumi energetici e alle politiche di risparmio energetico attivate e da attivarsi nell’ambito del progetto dell’Unione Europea denominato 'Patto dei Sindaci' a cui molte amministrazioni comunali hanno aderito approvando i Piani di Azioni per l’Energia Sostenibile (PAES).
“Ribadiamo inoltre – continuano – la necessità del rispetto, qualunque ipotesi emerga, del vigente Piano di Assetto Idrogeologico emanato dall’Autorità di Bacino del Fiume Serchio, nonché, a questo punto, la necessità della verifica di conformità, indipendentemente dalle soluzioni proposte, ai principi generali contenuti nel Piano di Indirizzo Territoriale con valenza di Piano Paesaggistico adottato nella seduta del Consiglio Regionale della Toscana in data 02 luglio 2014 nonché alle altre norme regionali in materia di tutela del paesaggio. Infine vorremmo conoscere se il progetto della società è o meno conforme rispetto alle disposizioni di cui al D.Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004 e s.m.i. (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio) e di cui alla Convenzione Europea del Paesaggio ratificata con L. n. 14 del 9 gennaio 2006”.
Per gli assessori Rosi e Leo: “I Comuni – concludono – non hanno mai chiesto e non chiedono la realizzazione di nuovi elettrodotti ma chiedono, piuttosto, di intervenire primariamente sugli elettrodotti esistenti, abbattendo in modo significativo l’esposizione dei cittadini alle emissioni che le dette infrastrutture producono, come peraltro già sollecitato dalle nostre amministrazioni”