Il Comune
contatta alcune università per valutare la fattibilità delle varie soluzioni in
campo.
PONTE NELLE ALPI. Caso elettrodotto:
il Comune valuta l'idea di appoggiarsi a un esperto per capire la fattibilità
di alcune soluzioni.
«In questi ultimi tempi si sta
parlando di molte cose, dalla corrente continua al passaggio della linea lungo
il corridoio autostradale», spiega l'assessore Ezio Orzes.
«Sono necessari approfondimenti
tecnici per capire se sono fattibili, cosa comporterebbero per Ponte nelle
Alpi, se sono attuabili in tempi brevi». L'assessore si è già messo all'opera
per individuare l'esperto, sta contattando alcune università e sta anche
cercando di capire se il bilancio consente di impegnare una certa cifra per
pagarlo.
Quella di avere accanto una figura
esperta, in una partita complessa com'è quella della razionalizzazione degli
elettrodotti, è una richiesta che alcuni membri del comitato Stop elettrosmog
fanno da anni ad Orzes.
Che lo sa e lo riconosce.
Nel contempo, l'assessore invita il
comitato a individuare un referente, perché al gruppo spetta la nomina di un
componente della commissione ambiente, che va rifatta dopo le elezioni.
La commissione è composta da 12
persone: sette nominate dalla maggioranza, tre dalla minoranza (Diana Broi è
stata avvertita di indicare i tre nomi, con preghiera che si tratti di tecnici
– architetti, ingegneri, periti, ecc. - per mantenere lo stesso profilo che
l'ha contraddistinta dalla sua costituzione) e due vengono indicati di comitati
“Salvaguardia ambiente” e “Stop elettrosmog”.
Servono i nomi anche per i tavoli
tecnici, che sono stati richiesti dai comitati, ma anche dalla Regione (con la
risoluzione 72) e dal Comune di Belluno, con la mozione approvata il 12 giugno.
Orzes auspica si faccia una sintesi,
per non creare tre organismi che discutano della stessa materia e che rischiano
di sovrapporsi.
«Bisogna essere concreti», afferma
l'assessore. Il quale, poi, entra nel merito del progetto: «Siamo ad un passo
dalla soluzione di un problema che Ponte nelle Alpi ha da 60 anni. Fermare la
procedura oggi vorrebbe dire perdere altri anni, non ci sono le condizioni per
rivedere il progetto in tempi rapidi, come sostengono i comitati».
Nel ricordare che il Comune di Ponte
non potrebbe chiedere il risanamento del territorio, perché la normativa che lo
disciplina è priva di decreti attuativi, Orzes conclude: «E' stato studiato
ogni metro per capire dove far passare le linee in uscita dalla stazione di
Polpet. Avevamo trovato un punto di equilibrio. Riteniamo però che debbano
essere eliminati dal progetto gli elementi che rendono plausibile la
caratterizzazione di quest'opera come un frazionamento di un piano di sviluppo
più ampio. Il progetto dovrebbe riportare quale corrente di riferimento quella
delle linee a cui si attestano i nuovi tratti, e quali sostegni e componenti
quelli standard a 220 kV, come per le altre linee dello stesso progetto
esercite alla medesima tensione».
FONTE : CORRIERE DELLE ALPI