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mercoledì 23 ottobre 2013
domenica 20 ottobre 2013
PARTECIPAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE SOTTOCORNO ALLA TRASMISSIONE LA VITA IN DIRETTA
Oggi martedì 22 ottobre vi invitiamo a seguirci al programma "LA VITA IN DIRETTA" su RAI 1 in diretta dalla via Sottocorno alle 17,30 circa.
lunedì 14 ottobre 2013
ARPA, INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO A VICENZA: SITUAZIONE NON BUONA
È uscito il rapporto sul "controllo
dell'inquinamento elettromagnetico sul territorio della Regione Veneto".
Predisposto dall'Arpa Veneto, questo ha l'obiettivo di fornire una adeguata
conoscenza sullo stato dell'insediamento delle fonti inquinanti per quanto
concerne i campi elettromagnetici sul territorio regionale
Figlio dell’evoluzione tecnologica,
l’inquinamento elettromagnetico viene definito come la generazione di campi
elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al
naturale fondo terrestre o ad eventi naturali, ad esempio il campo elettrico
generato da un fulmine. Questo tipo di inquinamento è stato, spesso, oggetto di
discussione e sono stati fatti studi scientifici sugli effetti provocati
dall’eccessiva esposizione alle radiazioni elettromagnetiche sull’uomo, sugli
animali e sulle piante. La lunga esposizione a queste onde può, infatti, avere
degli effetti negativi sulla salute umana come cancro, riduzione della
fertilità, perdita di memoria e cambiamenti negativi nel comportamento e nello
sviluppo dei bambini. Tuttavia l’effettiva entità del rischio non è ancora
nota.
In questo ambito la normativa
nazionale di riferimento è la Legge quadro n 36 del 2001 “Legge quadro sulla
protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”.
Questa ha avuto lo scopo di dettare i principi fondamentali diretti a:
assicurare la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione
dagli effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici,
magnetici ed elettromagnetici ai sensi e nel rispetto dell’articolo 32 della
Costituzione italiana; promuovere la ricerca scientifica per la valutazione
degli effetti a lungo termine e attivare misure di cautela; assicurare la
tutela dell’ambiente e del paesaggio e promuovere l’innovazione tecnologica e
le azioni di risanamento volte a minimizzare l’intensità e gli effetti dei
campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici secondo le migliori tecnologie
disponibili. La tutela della salute, in particolare, secondo la norma quadro,
va conseguita attraverso la definizione di tre differenti limiti (limiti di
esposizione, valori di attenzione e obiettivi di qualità) per gli impianti
fissi sorgenti di inquinamento elettromagnetico ambientale.La Regione Veneto ogni anno fa uscire un rapporto sul “controllo dell’inquinamento elettromagnetico sul territorio della Regione Veneto”. Il rapporto giunto alla sua undicesima edizione, è predisposto dall’Arpa Veneto con l’obiettivo di fornire una adeguata conoscenza sullo stato dell’insediamento delle fonti inquinanti per quanto concerne i campi elettromagnetici sul territorio regionale.
Secondo il Rapporto, per quanto concerne le radiofrequenze, il numero totale nella Regione di impianti di telefonia mobile si attesta a 5315 (Dati Arpav aggiornati al 31/12/2012). Un numero che nel corso degli anni ha mantenuto una crescita costante. Nella sola Vicenza sono presenti ben 873 stazioni, quarta provincia a livello Regionale. Per questi 873 stazioni, ci sono stati ben 201 pareri preventivi rilasciati dall’Arpa Veneto. Questi pareri consentono una attività continua e aggiornata di verifica degli impianti già attivati e l’individuazione delle zone in cui i livelli di campo elettrico sono più elevati, permettendo in questo modo di indirizzare le misure sperimentali verso quei siti che presentano maggiori criticità. Dal 1996 al 2013 il limite di legge per l’esposizione è stato superato 7 volte e tutti i siti dove questo è successo sono stati risanati. A Vicenza nello stesso arco temporale, non è stato mai superato il limite consentito per legge. Nel corso del 2012, sottolinea infine l’Agenzia, non è stato riscontrato nessun nuovo superamento da parte degli impianti di telefonia mobile.
Per quanto riguarda gli impianti radiotelevisivi, questi risultano essere 2130 in tutto il Veneto. Tali impianti sono raggruppati a formare 504 siti. Nella sola provincia vicentina sono presenti 569 impianti radiotelevisivi per un totale di 136 siti. Dal 1998 ad oggi sono stati riscontrati a livello Regionale 73 superamenti, di cui 63, pari all’83%, risanati. Nella sola Vicenza ci sono stati 26 superamenti del limite imposto dalla legge, di cui 18 risanati, la provincia con maggior numero di situazioni critiche.
Per quanto concerne, infine, i campi elettromagnetici a bassa frequenza (elettrodotti) nel corso del 2011 e 2012 sono stati riscontrati 13 nuovi superamenti presso delle scuole in alcune delle province venete. A Vicenza il superamento è stato riscontrato in 2 scuole, la provincia con numero di superamento più basso a pari merito con Treviso e Venezia.
FONTE : VICENZATODAY
SICUREZZA NELLE SCUOLE: IL PROBLEMA DELLE ONDE ELETTROMAGNETICHE
SICUREZZA NELLE SCUOLE: QUEL NEMICO
DEI BAMBINI "INODORE" E
"INVISIBILE"...
a cura di Domenico Ciardulli ( Segretario
Ass.ne "Coordinamento Comitati Roma Nord )
Molto si è parlato di sicurezza delle
scuole in riferimento soprattutto ad edifici fatiscenti, scale antincendio
precarie, presenza di vecchi impianti con amianto, infissi, solai e arredi non
a norma, ma non si parla affatto di altri pericoli....
Sembra invece che rimanga spesso
trascurato il problema della salubrità ambientale dovuta a irregolari parametri
termici e di ventilazione delle aule per inadeguata climatizzazione e a
radiazioni provenienti da sorgenti elettromagnetiche, come antenne di vecchia e
nuova installazione a ridosso di edifici scolastici e abitazioni.
Di seguito trascriviamo il parere
sull'argomento di un medico pediatra e invitiamo i dirigenti scolastici, il
corpo docente e non docente a muoversi assieme ai genitori per indurre sia le
Aziende Sanitarie Locali a soffermarsi sul microclima ambientale suggerendo
soluzioni per una sana vivibilità degli ambienti scolastici. Contestualmente,
sia richiesto alle Agenzie Regionali Protezione Ambiente (in sigla Arpa) di
intervenire in tutte quelle scuole situate a ridosso di elettrodotti, antenne
radiotelevisive e stazioni radio-base per la telefonia mobile, per misurare con
le adeguate attrezzature, l'intensità dell'inquinamento elettromagnetico
prodotto da tali sorgenti. Soprattutto a protezione della popolazione infantile
va attentamente presa in seria considerazione, ove si rilevino situazioni di
rischio, lo spegnimento e lo spostamento di sorgenti di emissione.
Ecco quanto ha scritto il prof. Arnaldo Cantani
sul Corriere della Sera di venerdì 4 ottobre 2013:
"I campi magnetici sono diffusi e il mal
di testa, che sorge all'improvviso, ne può essere indotto. I campi elettrici e
magnetici a bassa frequenza creano nel corpo correnti indotte, mentre nel caso
dei campi ad alta frequenza l'energia viene assorbita dai tessuti e dissipata
come calore, con un aumento della temperatura generale o locale, secondo che
venga esposto l'intero corpo o solo alcuni organi. Il termine elettrosmog
denota l'insieme dei campi magnetici (EM) prodotti artificialmente, ma la sua
connotazione negativa suggerisce di includere gli EM tra le fonti di
inquinamento: che riguarda anche installazioni radar, impieghi industriali,
impianti di diffusione radiofonica e televisiva, linee elettriche, telefonia
cellulare. Inoltre sono proliferate ovunque le stazioni radio e tv, fino a
concentrarsi specie in luoghi elevati, con i ripetitori per i piccoli centri
(vedi Radio Vaticana e Monte Mario). Spesso tali stazioni sono rimaste al
centro dei luoghi abitati, con una proliferazione continua. Esse diffondono
elettrosmog, quindi andrebbero spostate, a mano a mano, in luoghi disabitati,
per la salute dei cittadini. Dal punto di vista sintomatologico, la clinica ha
individuato con chiarezza alcuni effetti sanitari dei campi elettromagnetici,
dovuti ad un eccessivo aumento della temperatura, superare alle normali
variazioni fisiologiche. Questi effetti termici si manifestano solo quando
l'intensità del campo supera determinati livelli di soglia su cui si basano le
norme di protezione. Tali livelli sono superiori a quelli che si incontrano
normalmente nella vita quotidiana e molto superiori, in particolare, a quelle
cui si può essere esposti con antenne radio o tv e, ancor più, da parte delle
antenne (dette stazioni radio-base) della telefonia cellulare. I sintomi più
frequenti sono di tipo psicosomatico: cefalea, astenia, insonnia, per
esposizione molto ripetuta, opacizzazione del cristallino, ridotta fertilità e
maggior rischio di leucemia e tumori. I cellulari sono pericolosi per la
vicinanza al terminale alla testa dell'utilizzatore: questo va adoperato con
l'antenna sempre completamente estratta e mai in vicinanza o all'interno di
superfici metalliche (come l'auto). Da pediatra sottolineo che il rischio
dell'elettrosmog "invisibile" "inodore" è particolarmente
grave per i bambini. Sulla diffusione delle antenne a Roma le autorità devono
prendere urgenti provvedimenti, adottando criteri di esposizione cautelativi,
pianificando le installazioni in contraddittorio con i Gestori e le
Associazioni o Comitati rappresentanti dei cittadini: eseguire istruttorie
rigorose per le richieste di nuove installazioni, predisporre controlli su
quelle già fatte e sanzioni per gli inadempimenti, stabilire monitoraggi continui
sul territorio, indennizzare i cittadini che, per ragioni di pubblica utilità,
sono costretti a vivere vicini ad antenne."
FONTE
: www.ciardullidomenico.it
FONTE : AGORAVOX ITALIA
giovedì 10 ottobre 2013
POSSIBILE MECCANISMO D’AZIONE BIOLOGICA DELLA ELETTROSENSIBILITA’
Uno dei misteri più grandi della scienza moderna è capire
come i campi elettromagnetici possono influenzare la biologia umana soprattutto
perché questi campi sono composti da fotoni a bassa energia, un’energia troppo
bassa per agire sulla chimica del corpo umano. Allora com’è possibile che
avvengano questi effetti?
Molti scienziati sostengono la sola azione che questi campi possono avere sia il riscaldamento, eppure è chiaro che i livelli di esposizione che causano effetti biologici sostanziali riescono a produrre solo un riscaldamento minimo. Oggi questo mistero è stato risolto in un articolo del Prof. Martin Pall dell’Università di Washington, già autore di molti studi sulla Sensibilità Chimica Multipla, Sindrome da Fatica Cronica e Fibromialgia, pubblicato sul Journal of Cellular and Molecular Medicine, e disponibile gratuitamente online a questo link: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jcmm.12088/pdf
La maggior parte delle risposte patologiche all’ossido nitrico avvengono attraverso un altro percorso biochimico, dove l’ossido nitrico agisce come precursore del perossinitrico, un potente ossidante e un precursore di radicali liberi. L’articolo suggerisce che la stimolazione da parte dei campi elettromagnetici della crescita ossera, una risposta molto promettente dal punto di vista terapeutico, agisca attraverso lo stesso percorso biochimico. Questo fenomeno suggerisce anche che l’induzione di una rottura singola del filamento di DNA agisce attraverso un secondo percorso biochimico. E’ possibile che gli effetti benefici dei campi elettromagentici agiscano attraverso il primo percorso biochimico, mentre gli effetti patologici avvengano attraverso il second percorso biochimico. Chiaramente c’è bisogno di ulteriori studi sui meccanismi d’azione dei campi elettromagnetici.
Questo articolo può essere considerato in contesti pratici come importante per due ragioni:
Molti scienziati sostengono la sola azione che questi campi possono avere sia il riscaldamento, eppure è chiaro che i livelli di esposizione che causano effetti biologici sostanziali riescono a produrre solo un riscaldamento minimo. Oggi questo mistero è stato risolto in un articolo del Prof. Martin Pall dell’Università di Washington, già autore di molti studi sulla Sensibilità Chimica Multipla, Sindrome da Fatica Cronica e Fibromialgia, pubblicato sul Journal of Cellular and Molecular Medicine, e disponibile gratuitamente online a questo link: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jcmm.12088/pdf
Questo
articolo revisiona 24 studi diversi nei quail l’esposizione a campi
elettromagnetici produce effetti biologici che possono essere bloccati usando
dei bloccanti dei canali di calcio, dei farmaci che bloccano l’azione dei
canali che bloccano l'azione dei canali del calcio dipendenti dal voltaggio (anche
detti “VGCCs”). La maggior parte di qeusti farmaci comprendono un blocco
dei canali di calcio di tipo L, dimostrando un blocco causato dagli antagonisti
specifici per questi bloccanti dei canali di calcio di tipo L; tuttavia, in
altri studi erano coinvolti alti tre classi di bloccanti dei canali di calcio
dipendenti dal voltaggio. Questi e altri studi dimostrano che le esposizioni
ai campi elettromagnetici agiscono parzialmente depolarizzando la carica
elettrica attraverso la membrana plasmatica delle cellule, attivando i bloccanti
dei canali di calcio dipendenti dal voltaggio e che è l'aumento dei livelli
intracellulari di calcio ad essere responsabili per la reazione all’esposizione
a campi elettromagnetici. Questi 24 studi implicano che il blocco dei canali di
calcio dipendenti dal voltaggio avviene in risposta a vari tipi di campi
elettromagnetici, compresi quelli a basse frequenze come quelli a 50 e 60 cicli
prodotti dalla corrente alternata dei nostri impianti elettrici, e ai campi
elettromagnetici a radiofrequenza e a micro-onde e i campi elettrici pulsati
ogni nanosecondi. Anche i campi elettrici statici agiscono attraverso I
bloccanti dei canali di calcio dipendenti dal voltaggio, in modo non
sorprendente perché influenzano anche la carica elettrica attraverso la
membrana plasmatica.
Forse è più sorprendente il fatto che
anche i campi magnetici statici agiscono attraverso questi stessi bloccanti dei
canali di calcio dipendenti dal voltaggio. Questo è un po’ sorprendente
perché i campi magnetici statici non producono cambiamenti elettrici negli
oggetti statici. Come puntualizzato nel nostro articolo, tuttavia, le
cellule viventi nel corpo sono raramente statiche, spesso si muovono
rapidamente in un fenomeno noto come “caos cellulare” (nota del traduttore: formazione
di una superficie cellulare in movimento che contiene un reticolo di filamenti polimerizzati).
Avendo risolto questo mistero di lunga data,
l’articolo procede nel considerare come l’attivazione dei bloccanti dei canali
di calcio dipendenti dal voltaggio può produrre due risposte ai campi
elettromagnetici, entrambe ben documentate: la stimolazione della crescita ossea
e la produzione di rotture singole di filamento del DNA nelle cellule esposte
ai campi elettromagnetici. E’ stato dimostrato ripetutamente che
l’esposizione ai campi elettromagnetici aumenta i livelli di ossido nitrico, in
alcuni casi quasi istantaneamente. Questi aumenti dell’ossido nitric
vengono prodotti attraverso la stimolazione da parte del calcio di due sintesi
di ossido nitric nelle cellule, iNOS e eNOS, che sono entrambi enzimi
dipendenti dal calcio. L’ossido nitrico nella cellula agisce producento
la maggior parte degli effetti fisiologici, stimolando la produzione del ciclo GMP
che stimola a sua volta la G-kinasi (questo è noto come percorso biochimico
NO/sGC/cGMP/G-kinasi). La maggior parte delle risposte patologiche all’ossido nitrico avvengono attraverso un altro percorso biochimico, dove l’ossido nitrico agisce come precursore del perossinitrico, un potente ossidante e un precursore di radicali liberi. L’articolo suggerisce che la stimolazione da parte dei campi elettromagnetici della crescita ossera, una risposta molto promettente dal punto di vista terapeutico, agisca attraverso lo stesso percorso biochimico. Questo fenomeno suggerisce anche che l’induzione di una rottura singola del filamento di DNA agisce attraverso un secondo percorso biochimico. E’ possibile che gli effetti benefici dei campi elettromagentici agiscano attraverso il primo percorso biochimico, mentre gli effetti patologici avvengano attraverso il second percorso biochimico. Chiaramente c’è bisogno di ulteriori studi sui meccanismi d’azione dei campi elettromagnetici.
Questo articolo può essere considerato in contesti pratici come importante per due ragioni:
1. Molti hanno affermato che non
possono esistere effetti biologici delle esposizioni a campi elettromagnetici
perché nessun plausibile meccanismo d'azione di queste esposizioni potrebbe
produrre tali effetti. Chiaramente queste affermazioni sono ormai superate.
2. Ora sappiamo in che direzione guardare
negli studi finalizzati alla comprensione dei meccanismi di azione delle
esposizioni a campi elettromagnetici. Tali studi devono guardare al ruolo dei VGCC,
del calcio intracellulare, dell’ossido nitrico e possibilmente del ciclo GMP o del
perossinitrito. Si può affermare, quindi, che questo lavoro è molto più “un
cambio di gioco”, un cambiare il punto di vista in una situazione in cui vi era
una sostanziale confusione verso una situazione in cui si possono fare domande
mirate e specifiche e a cui si può rispondere sperimentalmente.
Questo articolo, infine, non dice nulla circa l’elettrosensibilità
(spesso abbreviata come ES), una condizione in cui esposizioni precedenti a
campi elettromagnetici sembrano indurre una ipersensibilità di alto livello verso
alcuni tipi di campi elettromagnetici. La ES è simile alla Sensibilità Chimica Multipla
(MCS), in cui precedenti esposizioni chimiche producono una notevole ipersensibilità
chimica. Le sostanze chimiche agiscono nella MCS indirettamente con l'attivazione
dei recettori NMDA e i recettori NMDA hanno molte somiglianze con i bloccanti
dei canali di calcio dipendenti da voltaggio di tipo L. Aspettatevi, quindi, un
articolo futuro sulla proposta di meccanismo d’azione dettagliato per l’ES, con
le molte analogie e qualche differenza nei meccanismi d’azione della MCS e della
ES.
TUMORI CEREBRALI MALIGNI E L’USO DEL TELEFONO CELLULARE / CORDLESS
Studio su casi e controlli
dell’associazione tra tumori cerebrali maligni diagnosticati tra il 2007 e il 2009
e l’uso del telefono cellulare e del telefono cordless.
Autori: Lennart Hardell,
Michael Carlberg, Fredrik Söderqvist, Kjell Hansson Mild
Pubblicato su Internet il 24 settembre 2013
Abstract
Studi precedenti hanno dimostrato un’associazione significativa consistente associazione tra l'uso prolungato di telefoni cellulari e cordless e glioma e neuroma acustico, ma non per il meningioma. Mentre sono in uso, questi telefoni emettono campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) e il cervello è il principale organo bersaglio del telefono portatile. L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato nel maggio 2011 le radiofrequenze come appartenenti al Gruppo 2B, cioè come 'possibile' cancerogeno per l'uomo.
Studi precedenti hanno dimostrato un’associazione significativa consistente associazione tra l'uso prolungato di telefoni cellulari e cordless e glioma e neuroma acustico, ma non per il meningioma. Mentre sono in uso, questi telefoni emettono campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) e il cervello è il principale organo bersaglio del telefono portatile. L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato nel maggio 2011 le radiofrequenze come appartenenti al Gruppo 2B, cioè come 'possibile' cancerogeno per l'uomo.
Lo scopo di questo studio era indagare ulteriormente
il rapporto tra l'uso di telefoni senza fili, soprattutto a lungo termine (>
10 anni), e lo sviluppo di tumori cerebrali maligni. Abbiamo condotto un nuovo
studio casi-controlli di casi di tumore al cervello appartenenti ad entrambi i
sessi nell’età compresa tra 18 e 75 anni diagnosticati nel periodo 2007-2009.
Per ogni singolo caso è stato adottato un controllo basato sulla popolazione
abbinato al sesso e all'età (entro 5 anni). Qui riportiamo i casi maligni tra
cui tutti i controlli disponibili. L’esposizione, ad esempio ai telefoni
cellulari e ai telefoni cordless, è stata valutata con un questionario
auto-somministrato. È stata effettuata un'analisi di regressione logistica
incondizionata, aggiustata per età, sesso, anno di diagnosi e indice
socio-economico utilizzando l'intero campione di controllo. Dei casi con un
tumore maligno al cervello, l’87% (n = 593) ha partecipato, e l'85% (n = 1.368)
dei controlli in tutto lo studio ha risposto al questionario. Il rischio
relativo per l'uso del telefono cellulare di tipo analogico è stato 1,8,
l’intervallo di confidenza era 95% = 1,04 3.3, aumentando con> 25 anni di
latenza (tempo dalla prima esposizione) per un rischio relativo di 3.3, 95% intervallo
di confidenza = 1,6-6,9. L’uso del telefono cellulare digitale 2G ha reso un rischio
relativo di 1.6, 95% intervallo di confidenza =,996-2,7, aumentando la latenza
a > 15-20 anni c’è un rischio relativo di 2.1, 95% intervallo di confidenza =
1,2-3,6. I risultati per l'uso del telefono cordless sono stati un rischio
relativo pari a 1.7, 95% intervallo di confidenza = 1,1-2,9, e, per la latenza
di 15-20 anni, un rischio relativo pari a 2.1, 95% di intervallo di confidenza
pari a 1,2-3,8. Pochi partecipanti avevano usato un telefono cordless per più
di 20-25 anni.
I telefoni senza fili di tipo digitale (2G e 3G telefoni
cellulari, telefoni cordless) ha dato un aumento del rischio con latenza
maggiore di 1-5 anni, quindi un minor rischio nei seguenti gruppi di latenza,
ma ancora una volta l'aumento del rischio con latenza maggiore di 15-20 anni.
L’uso ipsilaterale di cellulare e cordless ha determinato un rischio più
elevato rispetto all'uso contro laterale. Rischi relativi più alti sono stati
calcolati per i tumori ai lobi temporali e sovrapposti. Utilizzando i casi di
meningioma come riferimento nel medesimo studio, si sono prodotti dati del
rischio relativo alquanto più alti indicando che i risultati verosimilmente non
erano dovuti a problemi nella memoria dei soggetti osservati o a pregiudizi
dell’osservatore.
Questo studio ha confermato i risultati precedenti
dell'associazione tra l’uso del telefono cellulare e di quello cordless e i
tumori cerebrali maligni. Questi risultati forniscono il supporto all'ipotesi
che i campi elettromagnetici da radiofrequenza svolgano un ruolo sia nella fasi
di avvio che di promozione della cancerogenesi.
L’articolo completo è disponibile online al link :
Fonte
e traduzione di Francesca Romana Orlando per A.M.I.C.A. ( www.infoamica.it )
lunedì 7 ottobre 2013
L’ELETTRODOTTO È FERMO DA ANNI: “E’ ORA DI TOGLIERE I TRALICCI INUTILI”
La proposta
dell’ex sindaco Franco Ravandoni per l’«alta tensione» tra Montecrestese e e
Villadossola
Un inutile sfregio all’ambiente. Lo sostiene
Franco Ravandoni, ex sindaco di Villadossola e oggi capogruppo
dell’opposizione, che chiede all’amministrazione comunale di Villadossola e a
quella di Domodossola d’intervenire per bonificare il territorio dei due comuni
eliminando l’ormai inutile linea elettriche che da Montecrestese «taglia» Masera,
Trontano, Domodossola e Villadossola. «L’elettrodotto è inutilizzato da anni - dice Ravandoni - ma è ancora lì e pone vincoli gravi al territorio. A Domodossola, i tralicci sono all’interno del cimitero, nella rotatoria all’ingresso della città e nella riserva del Sacro monte Calvario. A Villadossola lambiscono le case di Murata». Una volta, la linea portava elettricità ai forni dell’acciaieria dello stabilimento Sisma, sito per anni di proprietà dello Stato. «Con la chiusura dei laminatoi - spiega Ravandoni - si era messa la parola fine all’attività produttiva; l’uso dell’energia elettrica a tal scopo durò sino al 1978, anno in cui a causa dell’alluvione furono gravemente danneggiate le centrali della valle Isorno». Il passaggio della Sisma ai privati (l’acquistò il gruppo Leali) ha portato alla vendita delle centrali. ( leggi QUI l'articolo completo )
INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO: IL “DECRETO CRESCITA” VA CAMBIATO
02/10/2013
16.17 - Regione Toscana
La Giunta regionale dovrà inoltre attivarsi presso tutti i comuni della Toscana, perché adeguino i regolamenti urbanistici ai criteri di localizzazione degli impianti previsti dalla legge regionale 49/2011, non ancora recepita dalla maggioranza degli enti locali. Nel testo si sottolinea che solo dotandosi di un piano della telefonia mobile i comuni potranno decidere dove e quali impianti saranno autorizzati, riducendo le potenziali criticità.
Il Consiglio regionale ha approvato una
mozione di Monica Sgherri (FdS-Verdi), che chiede lo stralcio dell’articolo 14.
La Giunta regionale dovrà attivarsi anche per sollecitare i comuni a varare un
piano per la telefonia mobile
La diffusione delle nuove tecnologie nel campo
della comunicazione elettronica digitale non può avvenire sacrificando la
salute dei cittadini. Per questo il Consiglio regionale chiede al Governo di
stralciare l’articolo 14 del cosiddetto ‘decreto crescita’, che modifica le
modalità di misurazione dei campi elettromagnetici. L’assemblea toscana ha
approvato all’unanimità una mozione di Monica Sgherri (FdS-Verdi), che impegna
la Giunta regionale ad attivarsi in tal senso. Con la nuova normativa i valori
di campo non sono più riferiti ad intervalli di sei minuti, ma ad una media di
ventiquattro ore, con il rischio di un’esposizione incontrollata della
popolazione all’inquinamento.La Giunta regionale dovrà inoltre attivarsi presso tutti i comuni della Toscana, perché adeguino i regolamenti urbanistici ai criteri di localizzazione degli impianti previsti dalla legge regionale 49/2011, non ancora recepita dalla maggioranza degli enti locali. Nel testo si sottolinea che solo dotandosi di un piano della telefonia mobile i comuni potranno decidere dove e quali impianti saranno autorizzati, riducendo le potenziali criticità.
lunedì 23 settembre 2013
POSSIBILI MECCANISMI D’AZIONE BIOLOGICA DELLA ELETTROSENSIBILITÀ
Uno dei
misteri più grandi della scienza moderna è capire come i campi elettromagnetici
possono influenzare la biologia umana soprattutto perché questi campi sono
composti da fotoni a bassa energia, un’energia troppo bassa per agire sulla
chimica del corpo umano. Allora com’è possibile che avvengano questi effetti?
Molti scienziati sostengono la sola azione che
questi campi possono avere sia il riscaldamento, eppure è chiaro che i livelli
di esposizione che causano effetti biologici sostanziali riescono a produrre
solo un riscaldamento minimo. Oggi questo mistero è stato risolto in un
articolo del Prof. Martin Pall dell’Università di Washington, già autore di
molti studi sulla Sensibilità Chimica Multipla, Sindrome da Fatica Cronica e
Fibromialgia, pubblicato sul Journal of Cellular and Molecular Medicine, e
disponibile gratuitamente online a questo link: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jcmm.12088/pdf.
( leggi QUI l'articolo completo tradotto da Francesca Romana Orlando per AMICA)
FONTE : ASSOCIAZIONE A.M.I.C.A.
Associazione per le Malattie da
Intossicazione Cronica e/o Ambientale
lunedì 16 settembre 2013
OSTIA, ELETTROSMOG: SÌ AD UN PIANO DI LOCALIZZAZIONE DELLE ANTENNE
Ostia - Approvata all'unanimità la
mozione del MoVimento 5 Stelle presentata oggi, 12 settembre, che chiedeva l'istituzione di un piano di
localizzazione delle antenne e di un regolamento comunale per l’istallazione e
l’esercizio degli impianti per la telefonia mobile nel territorio del municipio
. Soddisfazione immediata .... ( leggi QUI l’articolo completo )
FONTE : OSTIATV.IT
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