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lunedì 28 giugno 2021

IL PROGETTO SULLA BIOPIATTAFORMA: AVEVAMO CHIESTO LA CHIUSURA DELL'INCENERITORE E LA RIMESSA DELL'AREA A BOSCO AL MONDO POLITICO (ANCHE A QUELLO CHE OGGI CAVALCA LA PROTESTA PER FINI ELETTORALI) SENZA MAI RICEVERE RISPOSTA

L’ Associazione Sottocorno ha sempre chiesto nel corso degli anni la dismissione dell’inceneritore, la sua demolizione e la relativa bonifica dell’area da destinarsi a BOSCO ripristinando in questo modo la sede originaria dell’alveo del fiume Lambro. 
Questo perché, solo in questo modo, si sarebbero ELIMINATI totalmente le emissioni inquinanti e l'eventuale inquinamento acustico e olfattivo generato dal normale funzionamento dell’impianto.
Consideriamo vergognoso sentire oggi, a distanza di anni, proclami sulla trasformazione in atto dell'area industriale di via Manin.
Fondamentale precisare che tale scelta obbligava in tempi brevissimi ad una gestione dei rifiuti molto differente da quella attuale e votata a porsi come obiettivo il 100% sul recupero e riciclo del rifiuto stesso, cosa quasi impossibile anche solo vedendo cosa si raccoglie oggi in città nonostante le trionfali esclamazioni politiche a riguardo.
Invece la classe politica ha scelto, senza ascoltare la cittadinanza in maniera molto trasversale andando da una giunta di sinistra ad una giunta di destra, di procedere con un progetto di riconversione dell'impianto attraverso un progetto di revamping dell'area, che ci piace ricordare, per non togliere il merito a nessuno, che è stato partorito anni fa dalla giunta precedente guidata da Monica Chittò (con l'assessorato all'ambiente di Rifondazione Comunista) e sul quale dopo un lungo ed estenuante confronto siamo riusciti ad ottenere:
  • una data certa sullo “spegnimento” dell’inceneritore.
  • l’impegno di pubblicare (online) i valori delle emissioni e i limiti di riferimento.
  • far accettare limiti cautelativi (di molto inferiori ai limiti di legge).
  • far fare un processo di Valutazione di Impatto Ambientale (nonostante non ce ne fosse l'obbligo).
  • ottenere compensazioni ambientali per la città e la cittadinanza (e non come successo fino ad ora regalando alla società di turno concessioni e terreni e lasciando il nulla alla cittadinanza)
  • la possibilità di costituire un organo di monitoraggio che avesse indipendenza economica, di espressione a guida civica (i rappresentanti delle associazioni hanno la maggioranza in caso di parità di voto).
Non ci nascondiamo NON era quello che volevamo, ma riconosciamo che per la prima volta è stato messo in discussione un progetto calato dall'alto: aumentando di cinque milioni di euro l'investimento iniziale, migliorando lo sviluppo e il processo industriale iniziale.
Considerando che tutto questo è sostenibile 
  • da un punto di vista economico (senza aggravio di costi per la comunità), 
  • da un punto di vista occupazionale (non verranno lasciati a casa i lavoratori) 
e, anche se a qualcuno non piace ammetterlo, 
  • da un punto di vista ambientale
visto che i modelli definiscono proiezioni di emissioni che in alcuni casi saranno così basse da far fatica a rilevarle e complessivamente di molto inferiori a quelle emesse fino ad oggi, considerando che il progetto alternativo prevedeva la creazione di un impianto di incenerimento rifiuti pari a 100.000 tonn/annue ( non ai 14000 t/annue di fanghi ).
Rimane ancora del tutto oscuro il discorso sulla localizzazione corretta di un impianto del genere, che abbiamo sempre affermato non essere propriamente idoneo ad un'area urbanizzata come la nostra ed identificando l'area del depuratore di Rozzano come la migliore in tutta l'area metropolitana per un impianto di questo genere.
Ad oggi nessuno ha mai dato spiegazioni in merito, forse un giorno verremo a conoscere la verità , forse quando cadrà il muro di omertà che nasconde la scelta politica fatta.
Non ce la prendiamo con chi si è svegliato oggi oppure era presente in silenzio e solo ora si è interessato al problema, riteniamo però che chi allora sapeva e ha deciso volutamente di non esporsi, oggi, a distanza di cinque anni dallo sviluppo del progetto (datato 2016 e dove ora poco si può fare), ha deciso di fare propaganda: una propaganda che nasconde mezze verità quando a tempo debito ci si è VOLUTAMENTE TIRATI INDIETRO.
Alcuni si sono tirati indietro arrivando persino a nascondersi durante gli incontri pubblici, quando invece si poteva contestare il progetto e sostenere con forza un altro tipo di sviluppo su quell'area: questo comportamento lo consideriamo qualunquismo di stampo POLITICO.
I principi espressi su vari volantini che circolano sono sicuramente condivisibili, ma  bisognerebbe porsi la domanda del "perché espressi fuori tempo o meglio volutamente espressi fuori dai tempi."
Abbiamo attaccato "il sistema" QUANDO SI POTEVA OTTENERE QUALCOSA, contrapponendoci negli incontri pubblici, nei consigli comunali aperti e depositando (tramite PEC in data 8-08-18 ) nelle note al PGT un documento di 40 pagine suddiviso in 21 capitoli chiedendo espressamente nel punto 6 la CHIUSURA INCENERITORE E RIMESSA AREA A BOSCO in modo che facesse parte del PMVL, ma eravamo soli. 
Non abbiamo pregiudizi ideologici, ci poniamo degli obiettivi e, a differenza di qualcuno, spesso li raggiungiamo, anche se la realtà è differente da come viene esposta da chi si pone sull'altare della verità assoluta, come sempre si professa sempre bene, tutti perfetti ma si razzola sempre male e soprattutto ci si tira sempre indietro quando c'è da scontrarsi.
L'amarezza e la delusione nel leggere oggi posizioni estreme, condite da mezze verità è tanta.