Sono
mesi che sentiamo voci o leggiamo articoli sul nuovo stadio di Inter e Milan (leggi QUI l’ultimo articolo uscito sul Giorno) a Sesto San Giovanni sulle
aree Falk in alternativa alla sua naturale destinazione: l'eventuale
ricostruzione a SAN SIRO.
Non
entriamo nel merito se sia giusto o no ristrutturare l’esistente o costruirne
uno nuovo di fianco, per chi ama Milano lo stadio è come il Duomo, la Scala, i
Navigli o la Darsena è uno dei luoghi speciali di questa metropoli, è un
monumento di identità per questa città.
Poniamo
però qualche ragionamento ai tanti proclami sentiti fino ad oggi che renderebbero
tale installazione la panacea per Sesto e per i suoi innumerevoli problemi
presenti sulle aree Falk.
Portare
uno stadio in quell'area significherebbe:
·
una nuova colata di cemento;
·
nuovi centri commerciali;
·
il raddoppio del traffico con conseguente aumento
dell'inquinamento veicolare in una zona totalmente priva di servizi (tram; bus o
metropolitane) e di strade già al collasso;
Il
problema del traffico sembra oltremodo essere il problema più sottovalutato. Stiamo
parlando di uno stadio dalla capienza di 50.000/60.000 persone che ogni tre
giorni circa invaderebbero Sesto, perché le due squadre, a parte qualche anno
storto, per natura hanno sempre sostenuto competizioni europee. A tutto questo
si andrebbe a sommare il traffico di circa 15.000/20.000 persone che
quotidianamente frequenterebbero la futura città della salute oltre ad
eventuali altri 10.000/15.000 nuovi residenti che i tanto acclamati speculatori
porteranno nell'area residenziale. A tutto questo va a sommarsi il normale
traffico quotidiano già reso a tratti insostenibile grazie ai caselli
autostradali "regalati" a Milano Serravalle già ampiamente ripagati
(per i quali chiediamo la dismissione).
NON SIAMO CONTRARI A PRESCINDERE,
ma
non ci sembra si sia analizzato bene l’impatto che tale opera possa portare
alla città che già ora conta più di 80.000 abitanti, con una urbanizzazione “folle”
e pochi servizi sul territorio accentrati per lo più nell’area centrale e
problemi di bonifiche non ancora risolte, date che ci preoccupa ulteriormente.
Considerando che:
Non abbiamo bisogno di uno stadio
ma di servizi sul territorio.
Non abbiamo bisogno di colate di
cemento ma di parchi e alberi e del rispetto dell’ambiente dal quale dipende direttamente
la nostra salute.
Non abbiamo bisogno di centri
commerciali, ma di rivalutare il commercio di vicinato per non diventare una
periferia “morta”.
Non abbiamo bisogno di un’area
isolata dalla città, ma di integrare le nuove aree in una città più vivibile.
Non abbiamo bisogno di nuove
strade più grandi, ma di servizi integrati come fermate della metropolitana,
metrotramvia, nuove linee di autobus efficienti.
E
soprattutto non abbiamo bisogno di progetti speculativi calati dall'alto (come
è sempre accaduto), per cui ci
aspettiamo un confronto vero su questo tema prima che diventi ufficiale, e invitiamo
il sindaco e la sua giunta ad attivarsi e confrontarsi con la cittadinanza su questo progetto.
Il consiglio direttivo dell’Associazione
Sottocorno